PIEMONTE ARTE: MAZZONIS, COMENCINI, AGOSTINELLI, GHIOTTI, MUSEO RESISTENZA

SACRA DI SAN MICHELE: MOSTRA “ECCE HOMO” DI OTTAVIO MAZZONIS

Mazzonis ecce homoSi inaugura domenica 26 aprile 2015, alle ore 20.00, presso l’Abbazia della Sacra di San Michele la mostra ‘Ecce Homo – Viaggio intorno alla Sindone’ . Saranno esposti dieci capolavori del maestro torinese Ottavio Mazzonis che hanno il compito di avvicinarci alla contemplazione della Passione, morte e Resurrezione di Cristo attraverso l’arte di un grande pittore scomparso recentemente. Come scrive il noto critico d’arte, Vittorio Sgarbi, nell’introduzione dell’elegante catalogo, edito dalla casa editrice Graffio, ‘Mazzonis è olimpico: il suo riferimento più vicino, e l’ultimo universale, è Tiepolo. E da lì riparte […]. Al centro della sua concezione artistica vi è sempre Dio, anche quando affronta soggetti profani’. Le curatrici della mostra, Concetta Leto e Silvia Pirracchio, si sono avvalse anche del patrocinio del Comitato dell’Ostensione della Sindone per sottolineare il legame tra l’Ostensione a Torino e la riflessione che può scaturire dalla visione delle dieci tele collocate sulla parete occidentale del Coro Vecchio della Chiesa in dialogo con il meraviglioso trittico del Defendente Ferrari. E’ Concetta Leto a ricordarci che ‘Mazzonis tenta di rendere visibile l’invisibile. Dipinge pensando all’infinito inafferrabile. Conosce i segreti della grande pittura […]. E’ il pittore dell’etereo. Il terreno e il celeste vivono in lui nella dimensione dell’aria e della leggerezza’. Silvia Pirracchio, Presidente della Fondazione Ottavio Mazzonis, sottolinea, invece, che ‘Mazzonis ha voluto dare una visione molto particolare della passione di Cristo staccandosi da una consolidata quanto ampia tradizione di dolore e martirio’. Significativa la collocazione di altre opere di Mazzonis in due esposizioni prestigiose dedicate al tema sacro, una inserita nella mostra ‘Pregare. Un’esperienza umana. L’incontro con il divino nelle culture del mondo’ presso la Reggia di Venaria, l’altra intitolata ‘La storia in un lenzuolo’, presso la Chiesa dei Batù a Giaveno.

‘Ecce Homo’, visitabile sino alla fine del mese di giugno, è stata patrocinata dalla Regione Piemonte, dal Consiglio Regionale e dai Comuni di Urbino, Giaveno, Sant’Ambrogio, Avigliana. E’ stata realizzata grazie al prezioso contributo della Fondazione Magnetto, Lions Club di Giaveno e dei Volontari della Sacra di San Michele.

All’inaugurazione saranno presenti: il Padre provinciale dei Rosminiani, Don Claudio Massimiliano Papa; l’Assessore alla Cultura della Regione Piemonte, Antonella Parigi; la Vicepresidente del Consiglio Regionale, Daniela Ruffino e il noto critico e storico d’arte, Vittorio Sgarbi.

 

RICORDO DI EUGENIO COMENCINI TRA PITTURA, POESIA E IMPEGNO SOCIO-CULTURALE

ComenciniIl pittore, disegnatore e architetto Eugenio Comencini, nato a Savona nel 1939, è morto a Torino all’età di 76 anni, dove si era trasferito. Insegnante all’Accademia Albertina di Belle Arti e, successivamente, all’Accademia di Venezia è stato redattore della rivista torinese «Nuova Società», mentre ha collaborato attivamente con la Cooperativa Arti Visive 78, che annoverava artisti come Seveso, Fissore, Grosso, Longo, Rasma, Tongiani e Vigant. Le sue opere sono legate a una personalissima figurazione tra storia, costume e memoria che esprime, attraverso una particolare stesura cromatica, il senso di una rappresentazione lieve e sospesa in luminose atmosfere.

Un percorso, il suo, scandito dai rapidi e immediati disegni con immagini accompagnate dalle poesie di Giorgio Luzzi.

Nel 1991 la Regione Piemonte gli ha dedicato una mostra antologica nel Palazzo della Giunta Regionale, che ha permesso di cogliere l’essenza del suo linguaggio e la capacità di fissare un paesaggio, un volto, un ricordo.

Attento all’evoluzione della cultura visiva tra secondo Novecento e nuovo Millennio, Comencini ha realizzato dipinti conservati nel Museo Etnografico Tiranese e nelle Gallerie Civiche di Torre Pellice, Gallarate e Ascoli Piceno, al Museo d’Arte Moderna di Ultrecht (Olanda) e alla Galleria d’Arte Moderna all’aperto di Maglione, al Castello di Barolo e al Priorato di Sant’Egidio Sotto il Monte Giovanni XXIII a Bergamo.

 

Angelo Mistrangelo

TORINO, SPAZIO MOUV: MOSTRA DI VALERIA AGOSTINELLI

Mouv AgostinelliMostra “Dipende da quello che riesci a fare delle cose” di Valeria Agostinelli

dal 21 aprile al 24 maggio 2015. Presentazione di Marcel Casorati della mostra

“Dipende da ciò che riesci a fare delle cose”

 

Valeria Agostinelli espone a Torino una decina di oli su tela e sculture in carta.

Opere di lungo corso, approdate oggi alla loro stesura definitiva in seguito ad un percorso di ricerca e crescita individuale lento e intenso.

I dipinti hanno come tema il corpo, soggetto storico che da sempre Agostinelli dibatte con profondità nella propria arte e che oggi riconferma come necessariamente centrale al proprio lavoro.

Lo pone all’attenzione delle sue opere con toni particolarmente maturi, rinunciando alla più agevole soggettività del corpo femminile e alle sue espressioni stereotipate. Lo ritrae sfuggendo il nudo che già da anni considera emblema troppo banale della condizione femminile e, ancora oltre, supera il confine dell’appartenenza sessuata conducendo il suo messaggio al di sopra delle parti e liberandolo così da ogni vincolo retorico.

Quelle particolari difficoltà di relazione tra l’individuo ed il mondo esterno divengono, secondo l’artista, il nucleo di una aggregazione trasversale al problema stesso. Si crea fatalmente un’area empatica all’interno della quale il dialogo avviene su livelli diversi dalla norma. Espressione di ciò, in‘Terra bianca’ (2005), dove i soggetti sono a tal punto integrati cromaticamente nei propri paesaggi da divenire loro stessi terreno di vita.

I medesimi soggetti che oggi si stagliano in uno spazio monocromo, spesso piatto e indefinito come i fondi del cinquecento fiammingo o dei ritratti tizianeschi, scuri di bitume, o quasi neri della terra di Kassel, pronti ad esaltare l’invenzione luministica di Caravaggio. Il forte contrasto tonale sbalza le figure verso il pubblico di questo immaginario teatro, rendendoli finalmente interpreti della propria esistenza, pronti a portarne i segni, ma non più da inermi testimoni.

Senza alcuna fretta compiono gesti di semplice relazione, blandamente femminili, sorpresi quasi casualmente dal ritratto, spesso privi di volto e coperti da abiti poco connotati. Non si sforzano di affascinare, consapevoli e autentici, ci appaiono senza filtri e strategie, tanto più difettosi tanto più vividi. Se Man Ray dovette saldare sedici chiodi sulla piastra di un ferro da stiro per annientare la sua funzione evidenziando così la pura forma, Agostinelli sceglie piuttosto delle sottrazioni da operare al soggetto ‘scarpe’ per metterne a fuoco il tratto puramente ornamentale. La prima funzione negata è quella del rispetto del numero dei piedi, le lascia dispari e orfane, poi spesso toglie la suola, irrigidisce ed enfatizza le possibili componenti materiche, le avvizzisce, le stradecora, le ubriaca di colore. E’ affascinata dalla straordinaria capacità delle scarpe di saper connotare con precisione chi le abbia scelte e usate. Attraverso il loro stato di abbandono rende presente, nell’opera, il virtuale proprietario, evocandolo per difetto.

E’ un’ulteriore forma del corpo, la meno presente, quella delle sue tracce, dei suoi segni. Di quelle ‘cose’, siano esse incontri, oggetti o accadimenti, il cui personale utilizzo sostanzia e distingue un’esistenza.

La mostra sarà aperta al pubblico tutti i giorni dalle ore 10 alle 24, tranne il lunedì.

 

 

TORINO, SPAZIO DON CHISCIOTTE: MASSIMO GHIOTTI ESPRIT DE GÉOMÉTRIE

GhiottiMostra: 14 aprile | 13 giugno 2015

Orario: da martedì a sabato ore 10.30 | 12.30 e ore 15.30 | 19.30

Spazio Don Chisciotte – Via della Rocca 37, Torino

www.fondazionebottarilattes.it

Lo Spazio Don Chisciotte ospita ad aprile la mostra dello scultore Massimo Ghiotti Esprit de géométrie, a cura di Vincenzo Gatti. Saranno presentate opere di piccole e medie dimensioni, realizzate prevalentemente in acciaio inossidabile o in acciaio colorato o patinato: una parte è realizzata attraverso l’utilizzo di un solido, ricavato in barre modulari con un taglio di assoluta precisione, unite con saldatura a filo continuo, perfetta e praticamente invisibile. La costruzione avviene, quindi, “per via di porre”. Fanno parte della serie “Sculture modulari urbane”.

Sono altresì esposte alcune sculture realizzate con altro modulo, come “Obliqua”, altre che utilizzano il motivo del cerchio come “Rotante”, “Hommage a Mondrian” e “Valva”; inoltre, a testimonianza del versante monumentale della ricerca di Ghiotti, viene presentato il bozzetto per l’opera “Contrappunto”, realizzata in putrelle d’acciaio verniciate rosso fuoco, a lungo presente in Piazza Castello a Torino e oggi definitivamente in un giardino della città. Come ha scritto Jean-Michel Foray, già Conservatore Generale Onorario dei Musei di Francia (Parigi 2008):

“Il carattere concettuale delle opere di Massimo Ghiotti è ancora più evidente nelle sculture di piccole dimensioni, che possono anche essere bozzetti dei grandi monumenti urbani. Sono sculture composte a partire da forme elementari del cerchio e del quadrato, che si sviluppano secondo progressioni aritmetiche. Le opere create in questo modo, dato che sono legate ai numeri e all’universo dei matematici, possiedono una sorta di purezza e di chiarezza concettuale, a motivo della loro riduzione all’essenziale che rimanda all’ideale di ordine, armonia ed equilibrio della scultura classica”. In mostra saranno esposti, per la prima volta a Torino, nuovi lavori realizzati con interventi su lastre di acciaio inossidabile: il serrato dialogo con la materia che contraddistingue le più note opere dell’artista, qui si stempera e distende nei colori vivi e vibranti, animati dai mutevoli riflessi sul fondo, mutevoli secondo il punto di visione e l’incidenza della luce; il tutto scandito da interventi geometrici e prospettici nettamente emergenti.

“Oltre le apparenze – sopra al mondo delle idee”, è il titolo che li accomuna (con distinzioni di serie e numeri).

 

TORINO, MUSEO DIFFUSO DELLA RESISTENZA E 70° DELLA LIBERAZIONE

Museo Diffuso70° anniversario della Liberazione: eventi, incontri, proiezioni

Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà

Corso Valdocco 4/A

Gli appuntamenti legati alla ricorrenza del 70° anniversario della Liberazione avranno inizio venerdì 24 aprile alle ore 18 con la conferenza dello storico Denis Peschanski dal titolo Memoria e

rappresentazione della Resistenza. L’incontro, promosso e organizzato dall’Istituto piemontese per

la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti”, in collaborazione con

l’Unione Culturale Franco Antonicelli, fa parte delle prime iniziative del Polo del ‘900, il nuovo

centro culturale che avrà sede dal prossimo autunno nei Quartieri Militari juvarriani.

Nella giornata di sabato 25 la Liberazione sarà festeggiata all’insegna del jazz con Il Jazz della

Liberazione, iniziativa organizzata e sostenuta dall’Assessorato alla Cultura della Città: a partire

dalle ore 10 e per l’intera giornata, in alcuni luoghi simbolici, si susseguiranno letture, interpretate

dall’attore Danilo Bruni, e brevi esibizioni di una orchestra dixieland viaggiante, la Equipage

Ambassadors Dixie and Street Parade, ospitata a bordo di mezzi militari d’epoca.

Il percorso avrà inizio presso la ex stazione Torino – Ceres (in corso Giulio Cesare) e proseguirà al

Giardino del Corpo Italiano di Liberazione di Via Ventimiglia e agli uffici comunali di corso Ferrucci. Nel pomeriggio si farà tappa alla Piazza dei Mestieri, in passato sede della Conceria Fiorio, luogo simbolo della Resistenza torinese, dove ci saranno diversi momenti di musica, con testimonianze e letture. Perno della giornata, il concerto pomeridiano che si svolgerà alle 17,30 presso il porticato del Museo, con il gruppo Babemalà, impegnato in un repertorio di musiche della tradizione folk italiana e internazionale e di alcuni canti della Resistenza.

Alle ore 16 di sabato 25 è prevista, presso la sala conferenza del Museo, la proiezione del filmato

vincitore della sezione Memoria Storica del XIX Valsusa Filmfest. Inoltre, dalle ore 15, saranno aperti gli Istituti ospitati nel Palazzo San Celso: Archivio Cinematografico della Resistenza, Centro Internazionale di studi Primo Levi e Istituto piemontese per la storia della Resistenza (partner del Polo del ‘900). Il Museo sarà aperto fino le ore 20 Infine, domenica 26 aprile si terrà alle ore 11, in sala conferenze, la presentazione del volume Che il silenzio non sia silenzio. Memoria civica dei caduti della Resistenza a Torino. Saranno presenti Nino Boeti, vice presidente del Consiglio Regionale del Piemonte, Gianguido Passoni, Assessore al bilancio della Città di Torino, Maria Grazia Sestero, vice presidente dell’Anpi provinciale, Luciano Boccalatte e Barbara Berruti, direttore e vicedirettrice dell’Istoreto, lo storico Nicola Adduci, Pietro Marcenaro e Guido Vaglio, presidente e direttore del Museo.

La pubblicazione, un repertorio ragionato delle lapidi cittadine, è stata promossa dal Museo e

dall’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio

Agosti” ed è stata realizzata grazie al sostegno del Consiglio Regionale del Piemonte. Il volume già

pubblicato nel 2003 è stato aggiornato e arricchito nei contenuti e vede la luce contestualmente a

un completo lavoro di restauro delle lapidi, realizzato dall’ANPI con il sostegno della Città di Torino. Le lapidi costituiscono un caso molto particolare nell’ambito della memoria cittadina: si situano in una dimensione complessa, che include la pietà e il dolore privato, ma anche la commemorazione ufficiale, fino alla distrazione dei giorni nostri. Presenti in modo capillare su tutto il territorio cittadino, la loro percezione e il loro significato si sono andati progressivamente attenuando, limitandosi, in alcuni casi, a qualche cerimonia commemorativa.

La riedizione del volume, curata da Nicola Adduci, Barbara Berruti, Luciano Boccalatte, Andrea

D’Arrigo e Giuliana Minute, propone in maniera più ampia e scandite cronologicamente storie e

vicende personali dei caduti della Resistenza, lontane dalla retorica celebrativa e spesso più simili a

una Spoon River in terza persona. Sullo sfondo, che coincide con l’ultima parte del volume, si

intravedono le figure di quanti – uccisi nei giorni dell’occupazione tedesca – non furono accolti,

allora, nel perimetro della memoria pubblica per un insieme di motivi sui quali si cerca di riflettere.

Il libro sarà in vendita a partire dal 26 aprile presso il bookshop del Museo, al prezzo di 8 euro.

Al termine della presentazione del volume, il pubblico è invitato a partecipare a una breve

passeggiata condotta dai curatori del volume e accompagnata dal vicepresidente dell’Anpi

regionale, il partigiano Cesare Alvazzi Del Frate. Dalla zona dei Quartieri Militari si giungerà

all’Archivio di Stato, in via Santa Chiara 40, per prendere visione della lapide posta a ricordo dei

luoghi sede di riunione clandestine del Clnrp – Comitato di Liberazione nazionale regionale

piemontese. A partire dal mese di maggio, il Museo proporrà due nuovi percorsi alla riscoperta delle lapidi cittadine che saranno offerti gratuitamente alla cittadinanza. Maggiori informazioni sul sito web del Museo e al numero 011 4420788.