Chieri, già in 500 hanno firmato ‘contro’ il supermercato nell’ex mulino Berruto

Rachele Sacco (Forza Italia)

Rachele Sacco (Forza Italia)

Da Forza Italia e Forza Italia Giovani di Chieri è partita nei giorni scorsi la annunciata raccolta firme “per impedire l’insediamento di un nuovo centro commerciale nell’area dell’ex mulino Berruto”. “I sottoscritti cittadini chieresi – si legge nel testo della lettera su cui si raccolgono le firme – venuti a conoscenza dell’intenzione dell’attuale amministrazione di insediare un nuovo centro commerciale nell’area dell’ex mulino Berruto, chiedono che ci si opponga categoricamente all’insediamento di nuove attività commerciali che andrebbero inevitabilmente a pregiudicare il lavoro di quelle già esistenti oltre che a penalizzare il lavoro degli ambulanti della vicina Piazza Europa”.

“La raccolta firme – dice Rachele Sacco, capogruppo Forza Italia in Consiglio Comunale – sta andando molto bene, abbiamo già superato le 500 firme. Abbiamo abbinato a questa richiesta una seconda iniziativa, legata ai giovani, per la rivalutazione dell’area giovanile di San Silvestro.”

Tornando all’ex mulino Berruto e al commercio in centro, l’esponente di FI ribadisce un pensiero già altre volte espresso: “I centri commerciali funzionano perché hanno parcheggi comodi e gratis. Bisogna fare altrettanto per il centro. Certo, Chieri sotto questo punto di vista è penalizzata dal fatto che le strade passano in mezzo alle piazze e la pedonalizzazione delle piazze penalizzerebbe enormemente il commercio, che già va male in questi tempi. Stiamo parlando del cuore pulsante della città, se muore il commercio in centro muore Chieri. Dunque lottiamo perché questo non avvenga. La gente è contraria a questa risistemazione di Piazza Duomo e non è contenta di andare a parcheggiare nel multipiano dell’Asl perché ha paura e perchè comunque non è che ci sia sempre posto. Insomma, non risolve il problema: ci voleva il parcheggio in Via della Pace, e comunque le piazze non devono essere toccate in questo momento. Magari, in seguito, e quando la situazione del commercio sarà migliorata, se ne potrà discutere. Ma adesso proprio no.”