RACHELE SACCO: “CAOS NELLE RSA PIEMONTESI, URGE UN INTERVENTO DELLO STATO E DELLA REGIONE”

Rachele Sacco

<La situazione nelle rsa piemontesi è molto preoccupante. L’otto maggio il Ministero della Sanità emetteva l’ordinanza di apertura e già dopo una settimana le associazioni che solitamente collaborano e monitorano il funzionamento di queste strutture segnalavano che molte di queste non avevano riaperto e che continuavano ad impedire o rendere estremamente difficoltose le visite da parte di persone esterne agli ospiti delle case di riposo e simili. Mi sono sentita in dovere di raccogliere il grido disperato di aiuto più fragili e indifesi, prima attraverso un ordine del giorno che mi è stato respinto dal Consiglio Comunale di Chieri, poi scrivendo a fine maggio al Garante Nazione delle Persone private delle libertà personali. La situazione, infatti, a distanza di diverse settimane dalla riapertura non era di molto cambiata. A conferma, il 18 giugno mi ha risposto il Presidente del Collegio del Garante, dottor Mauro Palma, riferendomi che in merito alla questione delle riaperture delle rsa piemontesi era già stato sollecitato, recentemente, il Presidente della Regione ad intervenire, segno che la situazione continuava ad essere critica. Gli ospiti delle rsa, perché tali sono, non sono detenuti, la loro libertà di incontrare persone e cari dopo un anno e mezzo di reclusione forzata a causa della pandemia è più che una necessità, è un diritto! Eppure, le loro vite sono totalmente in mano ai singoli gestori delle strutture che decidono autonomamente come disporre delle visite esterne. Un’assurdità e una palese violazione dei più basilari diritti di anziani e disabili> così la consigliera comunale di Chieri Rachele Sacco lancia un appello allo Stato e alla Regione (considerando che non sono gli enti statali ad essere inadempienti ma i gestori delle strutture) affinché si intervenga prontamente nei confronti di quelle rsa che ancora non hanno provveduto a riaprire pienamente (nel rispetto delle regole dettate dal Ministero) alle visite esterne. <Maggiore attenzione andrebbe posta anche alle gestioni stesse di queste strutture, ne è un esempio la situazione occupazionale e sindacale nelle rsa del gruppo Zaffiro a Marentino, Albugnano, Berzano di San Pietro e Castelnuovo Don Bosco, dove è stato proclamato lo sciopero perché i lavoratori delle cooperative non vedono i loro diritti riconosciuti. Sicuramente non sono casi isolati, e tutto si riflette sulle persone assistite con gravi pregiudizi per la loro salute e diritti> conclude la consigliera Sacco che si è sempre battuta per i diritti delle persone più fragili ed, in particolare, per le persone in cura nelle rsa, anche in qualità di Vice Presidente Associazione Graziani Adelina per la Malasanità e i diritti umani