PIEMONTE ARTE: MARTINENGO, CARMAGNOLA, TIME TABLE, DI ERRE
CERRETO D’ASTI, LE OPERE DI FRANCO MARTINENGO IN MOSTRA
INAUGURAZIONE SABATO 20 GIUGNO ORE 18,,00
Che sia la genialità un dono di famiglia ce lo suggeriscono le originali opere del pittore e designer torinese Franco Martinengo cugino primo, da parte di madre, di Papa Francesco ovvero uno degli uomini altrettanto geniali innovatori degli ultimi secoli. Una mostra lo racconterà dal 20 giugno al 19 luglio a Cerreto d’Asti presso gli spazi del “MAC” nel Palazzo Comunale e nella galleria d’arte e ristorante “L’Asilo”, entrambi in piazza Mosso (orari: dal lunedì al sabato ore 9 – 13; pomeriggi e festivi su appuntamento. Telefono 335 81 94 784). L’ingresso è libero; l’inaugurazione si svolgerà il 20 giungo alla ore 18,00. In tutto 25 lavori fra oli, disegni e acquarelli per omaggiare e ricordare l’artista, nato nel 1910 e scomparso a Torino nel 2001, che ha saputo raccontare il colore della vita nel segno del futuro, al di là delle difficoltà e delle atrocità del Secolo breve.
Franco Martinengo
Franco Martinengo ha fatto conoscere la grande bellezza dell’Italia e del suo Piemonte a livello internazionale. Diplomato all’Accademia Albertina di Torino, abbandona gli studi universitari di Architettura a causa della depressione economica. Inizia a lavorare nel 1928 agli Stabilimenti Farina, dei quali a partire dal ’34 ne diventa designer e poi direttore. Dal 1952 al 1972 è responsabile del Centro studi e ricerche della Carrozzeria Pininfarina, successivamente ne
diviene Direttore qualità fino al 1976. Durante questo periodo realizza le famose “dreams cars”, modelli di stupenda eleganza, per i quali ottiene molti riconoscimenti come il Sigillo d’argento della Città di Torino. Ha fatto nascere, come direttore del Centro Stile o ha disegnato direttamente – fra le tante –, la Fiat “Dino” spider, la Ferrari 365 Daytona e la celeberrima Lancia “Aurelia” B24 (protagonista del film “Il sorpasso” di Dino Risi, con un indimenticabile Vittorio Gassman al volante).
CARMAGNOLA, IL SEGNO DELLA MATERIA
L’Associazione Piemontese Arte presenta nello spazio espositivo di Palazzo Lomellini, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Carmagnola, una mostra collettiva dal titolo Il Segno della Materia che propone le opere di due scultori e due pittori di fama internazionale ben noti al pubblico e operanti sul territorio piemontese.
L’evento intende proseguire la collaborazione fra l’Assessorato alla Cultura e l’Associazione Piemontese Arte che, come scrive l’Assessore Letizia Albini nella presentazione in catalogo presenta: Un’esplorazione interessante che raggiunge, grazie alla guida personale e sapiente di ciascun artista, dimensioni sorprendenti, a volte esotiche e a tratti mistiche.
Un catalogo illustrato con un testo introduttivo, molto preciso del critico Angelo Mistrangelo, accompagnerà il visitatore nella gradevole visita, fornendogli ottime chiavi di lettura anche attraverso le schede specifiche che sono state redatte dal critico stesso per ognuno degli artisti.
a cura di Angelo Mistrangelo
Palazzo Lomellini, Carmagnola (Torino)
19 giugno – 19 luglio 2015
INAUGURAZIONE VENERDI’ 19 giugno, ORE 18:00
Artisti
Paolo Belgioioso • Giancarlo Laurenti
Dora Paiano • Livio Stroppiana
Organizzazione
Associazione Piemontese Arte
In collaborazione con
Assessorato alla Cultura del Comune di Carmagnola
Palazzo Lomellini Arte Contemporanea, Carmagnola Musei, Pro Loco Carmagnola, Generali Toro Assicurazioni Ag. Carmagnola, Abbonamento Musei Torino Piemonte, Turismo Torino e Provincia, Volontario per la mia Città, Antiche Vie del Sale
Sede espositiva
Palazzo Lomellini, Piazza Sant’Agostino, 17 • Carmagnola (Torino)
Orario: Giovedì, venerdì, sabato ore 15:00 -18:00
domenica ore 10:00 -12 :00 • 15:00 -18:00
TORINO, PALAZZO MADAMA: TIME TABLE. A TAVOLA NEI SECOLI
24 giugno – 18 ottobre 2015
Una mostra nella Sala Senato di Palazzo Madama sul tema della tavola imbandita attraverso i secoli, un viaggio nel tempo alla scoperta della convivialità, dei riti sociali e dei piccoli grandi momenti della vita quotidiana.
Nutrire il pianeta: il titolo dell’Expo di Milano è stato lo spunto per la mostra ideata da Palazzo Madama. Il cibo ma anche quel che ruota intorno al cibo: essere seduti intorno a un tavolo significa in primo luogo famiglia, stare insieme e condividere. Stando seduti a tavola si prendono decisioni importanti, si concludono affari e si determinano destini, nascono o muoiono amori.
Dalla tavola di Re Artù a oggi, la mostra Time Table evoca, a partire dal gioco di parole del titolo, il tempo e lo spazio della condivisione che nelle società occidentali è rappresentato dalla tavola imbandita.
Il percorso, ricco di spunti spettacolari, è articolato in sei tavoli principali, disposti radialmente intorno a un fulcro centrale come le lancette di un grande orologio che scandisce il tempo della storia e della memoria. Su ogni tavolo si dispongono gli oggetti ideati e creati in ogni tempo da artisti e artigiani per accompagnare i riti della convivialità: dalle umili ciotole graffite del Quattrocento, alle sofisticate allegorie dipinte della maiolica rinascimentale, fino al trionfo della porcellana e al colorato design della tavola borghese del Novecento.
Piatti, tazze, zuppiere, fiasche, bottiglie, bicchieri, ma anche gallerie di manufatti meno noti, come i rinfrescatoi e il vasellame “a sorpresa”, o quelli destinati alla “sacra mensa”, dove si celebra il rito della rigenerazione dell’anima.
Accanto alle stoviglie, sui “tavolini di servizio” altre opere evocano aspetti della vita quotidiana di ogni tempo, momenti particolari e diversi da quelli legati al cibo: strumenti musicali, giochi di società, abiti, elementi di arredo e, sempre presente, un orologio che scandisce il flusso del tempo.
180 opere che appartengono in gran parte alle collezioni permanenti di arte decorativa di Palazzo Madama, proposte sul filo di un nuovo racconto che porta nel museo il sapore della vita vissuta in casa, intorno al fulcro simbolico della sua socialità: la tavola.
L’allestimento, ricco di spunti spettacolari, è stato progettato da Roberto Piana con Studio2fashion. I tavoli, oggetti di moderno design, con piani bianchi sostenuti da lastre di vetro, sono stati generosamente offerti da LAGO. Completano l’esperienza le suggestioni sul decoro ceramico e sulla cioccolata nate dalla collaborazione e dal sostegno di Ristorante Del Cambio e Gobino.
Un ricco programma di eventi e attività per il pubblico accompagnerà la mostra fino ad ottobre, grazie al sostegno di Gambero Rosso, Associazione Donne del Vino, Gnammo, TwLetteratura, Prochet 1861 e Tucano Viaggi.
I. Civiltà delle corti. La tavola del Medioevo. Presenta manufatti di varia provenienza: dalle dinanderies di area germanica, agli scintillanti lustri della tradizione ispano-araba, ai raffinati vetri usciti dalle botteghe di Murano.
Sul tavolino di servizio sono esposti oggetti che evocano la quotidianità della vita cortese internazionale – pettini di avorio per la toeletta, cofanetti – scandita nello scorrere dei giorni dal raro calendario perpetuo miniato su pergamena e custodito in un apposito astuccio d
2. L’eccellenza italiana. La tavola del Cinquecento. Protagonista è la maiolica prodotta nelle manifatture dell’Italia centrale per una committenza anche internazionale. Le botteghe veneziane monopolizzano la produzione dei vetri, imitati nel resto d’Europa con la formula à la façon de Venise.
Emblematica della cultura del Rinascimento è la figura piena di grazia di Carubina di Mence, esposta in appendice alla tavola. Elegantissima con le sue calze rosse e le pantofole di cuoio dorato, Carubina è forse un raro esempio di Madonna da vestire scolpita nel legno a metà Cinquecento da Romano Alberti da Borgo Sansepolcro e donata negli anni Cinquanta al Museo da Giovanni Agnelli.
3. Il fascino dell’Oriente. La tavola del Seicento. Nel corso del XVII secolo tutte le corti europee sono sedotte dal fragile lusso della porcellana venuta dal’Oriente. La moda delle porcellane orientali finisce per condizionare anche la produzione ceramica italiana, come dimostrano i piatti dipinti a monocromo azzurro della manifattura torinese del Regio Parco, avviata nel 1646 da maiolicari liguri.
4. Il lusso della porcellana. La tavola del Settecento. Propone un prezioso servizio del periodo più antico della Manifattura di Vienna, di cui il Museo possiede un importante nucleo di pezzi donati dal marchese D’Azeglio. L’appendice è dedicata alle occupazioni del tempo libero: vi figura infatti una plancia per il biribissi, antico gioco d’azzardo simile alla lotteria.
5. Ritorno all’ordine. La tavola dell’Ottocento. Dopo i fasti del barocco e i capricci del rococò, l’arrivo del gusto neoclassico si impone nell’Ottocento come una rivoluzionaria lezione di misura. Lo testimonia il bellissimo servizio della Real Fabbrica Ferdinandea di Napoli decorato con figure di animali tratto da stampe dell’epoca.
6. Colore e design. La tavola del Novecento. Un coloratissimo servizio disegnato nel 1967 da Gio Ponti per le Ceramiche Franco Pozzi, esposto anche nella mostra dedicata al grande designer alla Triennale di Milano del 2011, segna l’irruzione del gusto pop nell’ordine assoluto che dominava l’arte del Novecento, chiudendo la carrellata cronologica della mostra.
LE TRE GALLERIE
Accanto alle sei tavole principali si sviluppano tre gallerie tematiche dedicate, rispettivamente, all’altare, con una scelta di vasi e suppellettili sacre destinate all’apparecchiatura della “mensa del Signore”; a zuppiere e rinfrescatoi, i pezzi più imponenti del servizio da tavola e quelli che meglio evidenziano, anche attraverso la foggia, l’impronta stilistica dell’insieme; e all’arte del bere, con una varietà di forme di vasellame legate all’atto del bere e alla mescita dei liquidi che vanno dai vetri provenienti dagli scavi archeologici nel Vicino Oriente alle fantasiose forme delle officine muranesi di fine Ottocento.
LE NOVITÁ
Molti gli oggetti di Palazzo Madama mai esposti al pubblico, tra i quali spiccano lo stipo impiallacciato di ebano e avorio, il raro mandolino seicentesco, la tavola per il gioco del biribissi decorata a “lacca povera” e l’elegante abito stile Impero che sembra uscito dalle pagine di un romanzo di Jane Austen, restaurato per l’occasione.
Le opere in prestito provengono da Palazzo Reale di Torino, dall’Associazione Italiana Radio d’Epoca – Gruppo Piemonte e Valle d’Aosta “Beppe La Paglia” e da una collezione privata di Torino.
TIME TABLE. A TAVOLA NEI SECOLI
Palazzo Madama
24 giugno – 18 ottobre 2015
Orario: lunedì 10-18; giovedì-sabato 10-18; domenica 10-19
martedì chiuso. La biglietteria chiude un’ora prima
TORINO, MICHELE DI ERRE ALLO SPAZIO AZIMUT
Dall’Eroe all’Umanoide, alla reinterpretazione dei «vizi capitali», si sviluppa l’attuale indagine e riflessione di Michele Di Erre che attraversa la società, il tempo, i luoghi della cultura contemporanea.
Attore, fotografo, disegnatore ironico e incisivo, affida alla sequenza delle immagini dei cicli «I peccati dell’Eroe» e «Umanoidi» il senso di una ricerca scandita da un segno vibrante, teso a delineare in chiave personale la «Superbia» o il peccato di «Gola».
Michele Di Erre entra così in diretto contatto con l’umanità e i suoi antichi e mai estinti peccati, con le cadenze di una figurazione grottesca, graffiante come le pagine di Maccari e Grosz. Un’entità figurale segnata dalla denuncia sociale, da un racconto che unisce l’espressione dei volti alle sensazioni. E queste emergono da una rappresentazione che trova rispondenze nel mondo dei fumetti, dei manga giapponesi. E sullo sfondo i palazzi delle metropoli, un televisore dallo schermo rotto, un gatto che osserva un abbraccio(«Lussuria»), diventano altrettanti soggetti realizzati ad olio e ambra pura su tela e su tavola.
Il disegno assume, quindi, una valenza espressiva emotiva, carica di energia, capace di travalicare la realtà per entrare in un universo di personaggi, di gesti, di situazioni, in un dialogo continuo tra «Accidia» e «Avarizia».
E insieme alle tavole dei vizi capitali, si osserva il corale compianto del «Cristo schiodato», le immagini di «Power» e «Rhythmic Eyes Movements», in una simbolica rilettura di questo nostro tempo inquieto, problematico, complesso, per entrare nell’affascinante mondo di una incontaminata fantasia.
Angelo Mistrangelo
Spazio Azimut, piazza Emanuele Filiberto 11, orario: 16-19,30,
sino al 21 giugno.