LE PERLE NERE DELLA MUSICA a cura di Edoardo Ferrati
ENGELBERT HUMPERDINCK ( 1854-1921)-
Shakespeare suite I/II (estratti); Hansel e Gretel / I figli di re (estratti dalle opere); Preludio da Tristano e Isotta (trascrizione); Tre Canti di Natale; Erinerung per pianoforte; Quartetto con pianoforte; Junge Lieder
(otto brani); Quartetto per archi
Interpreti vari
Deutsche Grammophon 483 9762 (2 CD)
Registrazioni 1979, 1988, 2005, 2021
durata 2h. 34 minuti
pubblicazione giugno 2021
L’industria discografica si è sempre dimostrata sensibile agli anniversari, come dimostrano questi ultimi mesi che hanno visto intrecciarsi gli omaggi a Beethoven (250.mo nascita) e a Stravinskij (50.mo morte), non ha tralasciato di rendere omaggio a Engelbert Humperdinck (foto) a un secolo dalla scomparsa. Nato In Renania nel 1854, vinse l’opposizione paterna che voleva farne un architetto. Ottenne ottimi risultati nella musica che studiò a Colonia. Dopo aver vinto a Francoforte il premio “Mozart”, si perfezionò a Monaco. Nell’estate del 1879 incontrò a Napoli Wagner il quale lo volle con sé a Bayreuth dove per alcuni anni lo determinò nelle scelte artistiche. Collaborò alle lunghe ed estenuanti prove della prima rappresentazione del Parsifal (26 luglio 1882). Alla morte del compositore, Humperdinck diventò maestro del figlio Siegfried. Successivamente fu docente a Barcellona, Colonia e Francoforte, nonché attivo come critico musicale della prestigiosa rivista “Frankfurter Zeitung”. Raggiunta la fama con l’opera Hansel e Gretel, ottenne la cattedra di composizione a Berlino e la nomina a membro dell’Imperiale Accademia di Belle Arti e la laurea doctor honoris causa dell’Università di Berlino. Nel 1920, causa una grave malattia, abbandonò l’insegnamento. Morì il 27 settembre 1921 a Neu Strelitz nel Mecklenburg.
La musica di Humperdinck è piacevole, non problematica ed è forse per questo che essa non ha trovato collocazione negli anni del verismo, delle avanguardie, della Scuola di Vienna e dei Ballets Russes. La sua arte, aliena da complicazioni armoniche, è strumentata con abilità ed ha profonde radici nel folclore tedesco. Senza dubbio nelle sua opera sono presenti echi e atmosfere della musica di Wagner di cui s’impadronì degli ingranaggi melodico-armonici e della tecnica orchestrale.
Il doppio box della Deutsche Grammophon offre un significativo ritratto del musicista renano a cominciare dal teatro musicale per cui scrisse sei titoli tra il 1868 e il 1919. Si tratta di selezioni dai suoi due lavori più noti. Hansel e Gretel (rappresentata in un’ottima edizione in italiano al Regio di Torino nell’ottobre 1991) su libretto di Aidelheid Wette dai fratelli Grimm che vide la luce al teatro di Corte di Weimar il 23 dicembre 1873 diretta da Richard Strauss e ancor oggi una delle opere più rappresentate nei paesi di lingua tedesca.
Segue l’altro titolo Figli di re (Konigkinder) , racconto musicale in tre parti su libretto di Elise Bernstein (da Ernst Rosmer) e andato in scena al teatro di Corte di Monaco il 23 dicembre 1897. Il box propone la sontuosa edizione di Hansel e Gretel diretta da Gyorgy Solti, alla guida dei Filarmonici viennesi, che non si abbandona a eccessi retorici meno perfetti Figli di re nella opulenta direzione di Armin Jordan con i complessi dell’Opera di Montpellier. Nelle prime tracce dei doppio CD sono presenti alcuni estratti dalle due Shakespeare Suites, scritte per La tempesta con la regia di Max Reinhardt: brevi pagine che testimoniano la capacità di Humperdinck come orchestratore e restituite assai bene dallo svizzero Karl Anton Reickenbacher con la Sinfonica di Bamberg, già direttore emerito dell’Orchestra Radio Belga e uno degli ottimi trainer per orchestra che ancora oggi affollano la scena tedesca. Merito della D.G., non da poco, è quello di far luce sul settore della musica da camera, è sotto tale aspetto che acquista importanza.
Le pagine cameristiche sono aperte da una trascrizione del preludio da Tristano e Isotta per quintetto d’archi e pianoforte, solo in parte fedele all’originale. Segue il Quintetto con pianoforte, tripartito con un attraente Rondò scherzando. mentre il Quartetto per archi in do maggiore è il risultato dell’estrema maturità (1920) che vede l’autore impegnato a suggestioni di matrice mendelsshoniana. Alla piccola dimensione appartiene il delicato valzer pianistico Erinerung (Ricordo). Appartengono agli anni 1890-1900 i lieder. Pagine di ascolto piacevole scritte da un compositore indirizzato verso una piana stroficità modellata sull’esempio del Volkslieder (canto popolare). Esecuzioni firmate dal grande baritono berlinese Dietrich Fischer Dieskau, scomparso nel 2012 e dalla fresca espressività del giovane soprano tedesco Christina Landshamer.
Esecuzioni dai giusti fraseggi e respiri del pianista Hinrich Alpers e del giovane Quartetto “Schumann”. Presentazione editoriale accurata con precise note di accompagnamento.