La sua passione per la storia, le memorie da salvaguardare…
di Roberto Toffanello
Vi sono luoghi che vedi per la prima volta, ti affascinano e te li ricordi per sempre. San Secondo di Cortazzone è per me uno di questi luoghi. Una chiesa romanica posta su un’altura verdeggiante.
Ci sono stato la prima volta con Margherita Ronco, Marghe per gli amici, un venerdì pomeriggio dell’estate 1989. Era il 7 luglio. Mi chiese di accompagnarla perché stava raccogliendo materiale per uno studio sulle chiese romaniche; passammo poi alla chiesa di San Martino di Montafia e a quella di San Giorgio di Andezeno, entrambe chiese cimiteriali.
Da quel giorno abbiamo avuto tante occasioni per parlare del passato, della Storia, delle antiche tradizioni da preservare, di opere d’arte da salvaguardare.
Negli anni precedenti avevamo condiviso il teatro, l’animazione liturgica in parrocchia e ancor prima l’esperienza nel G.C.A. (Gruppo Coordinamento Animatori) con, fra le tante iniziative di questo gruppo che univa per la prima volta animatori di tutte le parrocchie e oratori chieresi, il Presepio vivente.
Marghe aveva chiara l’importanza di mantenere viva innanzitutto la Memoria della propria famiglia. Ne è prova la sua stessa casa posta accanto a una delle antiche porte della città, quella di Albussano, con parte della cinta muraria a delimitare la proprietà. Tra l’altro suo papà Carlo aveva cura di un “frutteto storico” con particolari tipi di mele e pere, di cui si era persa la memoria e il gusto.
Curate le Memorie familiari, Marghe si dedicò alla Storia patrimonio di tutti, alle tradizioni, ai luoghi, ai detti popolari e al dialetto locale. Si vestì di un ruolo importante, pur senza voler apparire. Aveva ben chiaro, e lo dichiarava, che il nostro patrimonio storico-artistico appartiene a tutti e quindi non lo si poteva trascurare o peggio utilizzare per scopi personali.
Fece parte di una cordata di chieresi per l’acquisto da un gallerista romano, specializzato in pittura dell’Ottocento, di alcune opere di Alberto Maso Gilli. Per conto suo si propose di acquistare delle acqueforti dello stesso artista presso un collezionista francese, per donarle alla comunità chierese. Mentre partecipava attivamente con il Lyons al finanziamento del restauro del dipinto “L’Annunciazione”, appartenente alla pinacoteca dell’Ospedale, si impegnava nell’acquisto di alcuni importanti disegni di Clemente Rovere con scorci antichi della nostra Chieri. La ricerca di stampe, testi, monete e altre Memorie era un impegno costante, e del tutto personale, per contribuire a incrementare le collezioni della città.
Nel corso del 2015 mi coinvolse in una bella e polverosa avventura…
(Continua)