Chieri, Tessile, Ghirardi: la Fondazione non si tocca, il comune se vuole può uscirne

 

Mario Ghirardi, presidente della Fondazione del Tessile

Mario Ghirardi, presidente della Fondazione del Tessile

Mario Ghirardi, da qualche mese presidente della Fondazione per il Tessile, ha ripreso dopo le vacanze ad occuparsi dell’istituzione, in un momento assai delicato: l’inagibilità dell’edificio (del comune) in Via Demaria, attuale sede del museo e della fondazione, e l’avvicinarsi della scadenza della convenzione tra fondazione e comune, che impone di ridisegnare scenari e obiettivi. Un compito non facile.

“Ho letto quello che ha dichiarato il sindaco – dice Ghirardi – a proposito dell’eventuale spostamento di sede e museo all’Imbiancheria. In effetti, si tratta di una ipotesi plausibile, di cui parleremo già nei prossimi giorni. Del resto, la nostra attuale sede in Via Demaria è in uno stato pietoso, sostanzialmente inagibile perché fuori norma. O il comune ci investe dei soldi per risanare gli ambienti o lì non si può più fare nulla. Il nocciolo è la convenzione in scadenza, che va riscritta individuando soluzioni e obiettivi.”

Assai meno in sintonia col comune è invece Ghirardi a museo tessile telaioproposito delle dichiarazioni dell’assessore al patrimonio Anna Paschero, che a 100torri.it ha detto della opportunità (o necessità) di trasformare la fondazione in una associazione, alla luce delle nuove norme statali in materia di enti partecipati. “Smentisco in modo assoluto – dice Ghirardi – che la legge vada in quella direzione. Penso sia un’idea dell’assessore Paschero, alla quale ho telefonato subito dopo che è apparsa la sua dichiarazione. Intanto, non è l’assessore a stoppare la fondazione, non ne ha proprio il potere; semmai siamo noi a muoverci autonomamente. In secondo luogo, mi sono informato in Regione, Città Metropolitana e da legali e sono assolutamente convinto che non ha alcun senso considerare la presenza del comune all’interno della fondazione come se questa fosse ‘partecipata’, alla stregua di una Chierifarma: è tutta un’altra cosa, dal punto di vista legale. E comunque, se il comune decide di uscire dalla fondazione, lo faccia pure: basterà fare un accordo tra comune e fondazione, alla stessa stregua di quelli che il comune fa con le associazioni. Non c’è problema. Una cosa è chiara: la fondazione resta fondazione  e non ci pensiamo proprio a trasformarci in associazione.”

Altro tema scottante di prima delle vacanze: la fondazione e le associazioni ospitate sotto lo stesso tetto perché, tutte, nate da una costola del comune fondatore, Brunetti. Ghirardi era stato chiaro (“Io mi occupo del tessile, il resto non mi riguarda”) e ribadisce il concetto: “Non è cambiato nulla. Con l’associazione per il bandera non c’è problema, resta inglobato nella fondazione perché svolge un compito attinente le finalità della fondazione. Il resto non è affare mio…”