In mostra a Palazzo Madama un Breviario manoscritto del convento di San Francesco, con miniature opera dell’artista borgognone, e conservato dall’Archivio storico comunale
E’ aperta a Palazzo Madama-Museo Civico d’Arte Antica di Torino la mostra «Il Rinascimento europeo di Antoine de Lonhy». Un’importante occasione per riscoprire e apprezzare attraverso una quarantina circa di opere, la figura di questo artista poliedrico, che ebbe un impatto straordinariamente importante per il rinnovamento del panorama figurativo del territorio dell’attuale Piemonte. Pittore, maestro di vetrate, magnifico miniatore ma anche scultore e autore di disegni per ricami, Antoine de Lonhy fu attivo a metà del Quattrocento tra la Francia (Borgogna meridionale e Tolosa), la Catalogna e il Ducato di Savoia. Nelle sue opere la grande tradizione franco-fiamminga si integra con le culture mediterranea e savoiarda e con le novità del Rinascimento italiano.
Trasferitosi nel 1462 ad Avigliana, Antoine de Lonhy lavorò per la corte dei Savoia e fu attivo in numerose chiese, in particolare a Chieri (convento di San Francesco e chiesa di San Domenico), Moncalieri e al monastero di Novalesa. Chieri offre alla mostra un contributo importante, il pregevole Breviario manoscritto del convento di San Francesco, illustrato da alcune miniature, conservato nell’Archivio storico comunale. Si tratta di un oggetto di piccole dimensioni (110-135×65), un libro liturgico, che contiene le preghiere da recitarsi nelle ore canoniche secondo il rito cattolico. Il convento di San Francesco di Chieri, rifatto nel Settecento, è l’attuale sede municipale. Della grande chiesa conventuale nulla rimane, se non alcuni documenti e alcune opere trasferite altrove dopo la demolizione, avvenuta dopo il 1805 nell’ambito della soppressione napoleonica degli ordini religiosi. Si trovava nell’attuale piazza Dante, la facciata dava sul primo chiostro, posto nel primo cortile del Municipio.
La mostra di Palazzo Madama è curata da Simone Baiocco e Simonetta Castronovo, e sarà visitabile fino al 9 gennaio (una seconda sezione è ospitata al Museo Diocesano di Susa, curata da Vittorio Natale, e chiuderà il 7 novembre).