Asl 5, tutti i sindaci d’accordo sull’ospedale unico: adesso tocca alla Regione  

 

“L’assemblea dei sindaci dell’Asl 5 afferma la propria volontàsindaci per asl

-di lavorare assieme alla Regione Piemonte e all’Asl TO 5 per la pianificazione, la progettazione e la costruzione di un nuovo ospedale unico di zona moderno ed efficiente ed in grado di erogare prestazioni tempestive ed efficaci, e richiede parallelamente un progressivo e significativo potenziamento dei servizi territoriali e di prevenzione per affrontare, anche in tale ambito, i cambiamenti in atto;

-di impegnarsi a salvaguardare la funzionalità complessiva e le singole specializzazioni degli attuali presidi ospedalieri, affinchè il Santa Croce, il Maggiore e il San Lorenzo continuino ad erogare prestazioni sanitarie tempestive ed efficaci.”

Questo in sintesi quanto i 40 sindaci dei comuni dell’Asl 5 hanno deciso all’unanimità di fare, al termine dell’incontro promosso dai colleghi di Moncalieri, Montagna, e Chieri, Martano, nella sala consiglio del Comune di Chieri.

Proprio il sindaco di Chieri ha aperto i lavori. “E’ fondamentale – ha detto – la condivisione di tutto il territorio, perché la scelta di mantenere efficienti gli attuali tre ospedali è complicata e dispendiosa. Meglio mettere insieme tutte le risorse e concentrarle in un unico, moderno ospedale, che sia però comodo per tutti, raggiungibile da tutti i cittadini dell’Asl in pochi minuti. C’è la disponibilità della Regione, a cominciare dal presidente Chiamparino e dall’assessore alla sanità Saitta, a dedicare risorse a questa nuova struttura, che potrà avviarsi in tempi brevi. L’Asl stessa concorda e farà sua la dichiarazione d’intenti dei sindaci.” Paolo Montagna, sindaco di Moncalieri ha aggiunto: “L’intento prevalente è che si faccia l’ospedale unico, poi viene il dove farlo. Un sito, comunque, che non può che essere baricentrico rispetto al territorio. E’ una grande opportunità, da non farsi sfuggire.” Sulla stessa lunghezza d’onda Silvia Testa, sindaco di Carmagnola: “E’ il momento – ha detto- di gettare il cuore oltre l’ostacolo, è l’unico modo per salvare le nostre eccellenze. Ma bisogna fare presto, se c’è già un iter avviato tanto meglio.”

E l’iter c’è. Santena ha da tempo inserito 200 mila metri quadri a destinazione ospedaliera nel proprio piano regolatore: erano destinati alla ormai mitica clinica privata francese, di cui si sono perse le tracce. Parlano poi il vicesindaco di Nichelino e una decina di sindaci dei comuni del Chierese e del Moncalierese. Salta fuori, un po’ in tutti gli interventi, il problema dei collegamenti con il nuovo, futuribile ospedale unico: strade ma soprattutto trasporti pubblici. C’è chi (come Santena) non vede l’ora di avere l’ospedale in casa e chi (come Castelnuovo don Bosco) ribadisce la propria scomoda posizione territoriale, che rende più che mai necessario pensare a servizi sanitari decentrati sul territorio. Infine, Montagna legge il documento da inviare a Saitta. Tutti favorevoli. Il bello (e il difficile) comincia adesso. Ma il primo passo è fatto.

 

Gianni Giacone