PIEMONTE ARTE: TENNIS A CORTE, VULNERABILIS, IL MITO DI VENEZIA, GIADA GAIOTTO, KAKEMONO, DONNE DEL RISORGIMENTO, LINO MOLINARIO…
Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo
STUPINIGI. IL TENNIS A CORTE
12 – 21 novembre 2021
Per le ATP Finals la Palazzina di Caccia di Stupinigi espone il Ritratto di Francesco Giacinto e Carlo Emanuele II di Savoia con la racchetta in primo piano, uno dei rari casi che documenta l’importanza del gioco nella formazione dei piccoli principi Il gioco della pallacorda (jeu de paume in Francia), antenato del tennis, viene adottato presso le corti europee nei primi passi della formazione dei piccoli principi. L’esercizio corporale è infatti ritenuto fondamentale per la costruzione del valore militare e le attività atletiche, tra cui i giochi con la palla, si affiancano ai tradizionali apprendimenti dell’arte equestre e del maneggio delle armi. L’uso della palla ha un doppio valore pedagogico: è esercizio fisico per la sanità del corpo unito alla prontezza della mente (destrezza) ed è anche svago lecito sotto il profilo morale perché insegna ad elaborare strategie e a rispettare le regole. Il ritratto, che verrà esposto in occasione delle ATP Finals dal 12 al 21 novembre negli ambienti della Biblioteca della Palazzina di Caccia di Stupinigi, è uno dei rari casi in cui viene documentato il ruolo del gioco d’azione nel procedimento pedagogico. Il dipinto ritrae due dei figli del duca Vittorio Amedeo I di Savoia e di Cristina di Francia: Francesco Giacinto, nato nel 1632 e morto nel 1638 e il fratello minore Carlo Emanuele, nato nel 1634. I due bambini posano accanto a un seggiolone rosso e mostrano i loro passatempi preferiti: il più grande una pallina e racchetta da pallacorda, che si può considerare l’antenata del tennis, e il più giovane un uccellino legato con una cordicella. La racchetta cordata non è solo un giocattolo, ma è uno strumento da impiegare per l’apprendimento di gesti che gioveranno al coordinamento dei movimenti e alla destrezza del tiro.
Ritratto di Francesco Giacinto e Carlo Emanuele II . Pittore attivo alla corte sabauda 1636-1637. Olio su tela, 140 x 115 cm
Fondazione Ordine Mauriziano, Palazzina di Caccia di Stupinigi
VULNERABILIS. CINQUE ARTISTI CONTEMPORANEI INTERPRETANO IL TEMA DELLA FERITA
Gabriele Domenico Casu, Bahar H, Stefano Merlo, Elena Radovix, Dede Varetto
Inaugurazione 19.11.2021 alle ore 18.00. Istituto Superiore di Scienze Religiose via XX Settembre 83, Torino
La mostra Vulnerabilis è presentata in occasione del corso interdisciplinare di formazione “Le ferite di Cristo tra teologia e arte”, proposto dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Torino in collaborazione con la Pinacoteca dell’Accademia Albertina di Belle Arti. Si tratta di cinque opere d’arte, recentemente realizzate, che attraversano le ferite dell’umano e del sacro, per mezzo della pittura, della scultura e della fotografia. L’allestimento prende forma nella splendida cappella settecentesca del Polo Teologico Torinese di via XX Settembre 83 ed è visitabile gratuitamente nei seguenti giorni:
venerdì 19 novembre dalle 18.00 alle 20.00, in occasione dell’inaugurazione;
sabato 20 novembre dalle 14.30 alle 18.30;
lunedì 22 novembre dalle 14.30 alle 18.30;
martedì 23 novembre dalle 14.30 alle 18.30;
mercoledì 24 novembre dalle 14.30 alle 18.30;
giovedì 25 novembre dalle 14.30 alle 18.30.
Un progetto a cura di don Alberto Piola e Federica Avanzato. Allestimento a cura di Enrico Zanellati. Testi in mostra di Angelo Mistrangelo
SEGNI E IMMAGINI DI INTERIORI LACERAZIONI
“Il vento t’incolla la veste sul corpo; ne rivela, d’un colpo, la forma”
Giovanni Testori
I segni indelebili di parvenze figurali, di immediate sensazioni, di sensibilissime rivelazioni scandiscono il dialogo tra narrazione e immagine, struttura del linguaggio e misura dell’essere e del divenire. I cinque artisti che danno vita e forma e contenuti alla mostra “Vulnerabilis”, allestita nella cappella settecentesca del Polo Teologico Torinese, esprimono il senso di interiori intuizioni, di poetiche impressioni, di una visione d’insieme che travalica questa nostra e complessa stagione per consegnare e consegnarci l’essenza di un’intensa ricerca, in cui materiali diversi e diversamente utilizzati delineano emozioni e momenti di un racconto che unisce arte e storia. E ogni segno, ogni composizione, ogni tensione espressiva stabilisce una connessione con la memoria del tempo, con una rattenuta gestualità, con il fascino penetrante di uno sguardo che percorre il travaglio dell’umanità e, in estrema sintesi, le segrete pulsioni di una descrizione che evoca l’”Ecce homo” di Dede Varetto, racchiuso entro un telo di nylon. E la fissità ieratica del volto appare quale segnale e simbolo dell’inesausta volontà di denunciare gli “inquietanti scenari dei nostri oceani, in cui moltissimi esseri viventi sono vittime della plastica”. Scenari che assumono la dimensione del Torso del Belvedere, ripreso da Stefano Merlo con tutta la straordinaria potenza del corpo sofferente, dove i buchi sulle gambe e sul torace diventano tracce di una dolorosa condizione umana che lega le pagine di un’antica e classica cultura al nuovo Millennio, le intime meditazioni all’infinito racconto intorno alla bellezza e “la caducità della vita”. Vi è nei lavori esposti il senso di una singolare spiritualità accompagnata dalla leggerezza della raffigurazione, che nella tavola “Fractio panis” di Gabriele Domenico Casu è affidata all’interpretazione e alla trasfigurazione del “corpo martoriato”, del “corpo spezzato”, in una sorta di rapporto con il “mistero del dolore”, con la figura di Gesù Cristo che, sospesa in rarefatte atmosfere, affiora dalla profondità del nero assoluto. E accanto, il discorso si amplia e completa con l’azione performativa dell’iraniana Bahar H, intitolata “Sasso XL”, che condivide con la pluralità delle persone “il peso del ricordo”. L’artista, distesa sul pavimento, ricoperta da un grande masso, rappresenta le memorie negative e le orme di un passato che incombe “su ogni individuo”. Dalla pietra in cartapesta, composta con i fogli di giornali quotidiani, si approda alle sculture in bronzo di Elena Radovix, che fanno parte integrante del progetto “Corpi Segnanti”. Sono immagini coinvolgenti di traumi subiti, cicatrici che svelano il corpo sfregiano di una donna, trasformato dal dolore fisico e mentale che incide sui percorsi della vita, mentre “Parole, e segni, e immagini” – scrive David Maria Turoldo, in “Canti ultimi” – sono “ringhiere alle nostre solitudini”. Solitudini di ancestrali ferite, lacerazioni di giorni e notti che trasmettono le fondamentali riflessioni sul valore e il ruolo della società contemporanea, sul cammino che conduce al mistero e alla soglia del portale dell’esistenza.
Angelo Mistrangelo
IL MITO DI VENEZIA. DA HAYEZ ALLA BIENNALE
Novara, Castello Visconteo Sforzesco 30 ottobre 2021 – 13 marzo 2022
Per celebrare i 1600 anni della città di Venezia, la cui fondazione è stata tradizionalmente fissata al 25 marzo dell’anno 421, Mets Percorsi d’arte, la Fondazione Castello e il Comune di Novara propongono dal 30 ottobre 2021 al 13 marzo 2022 la bella mostra Il mito di Venezia. Da Hayez alla Biennale, curata da Elisabetta Chiodini con un prestigioso Comitato scientifico diretto da Fernando Mazzocca di cui fanno parte Elena Di Raddo, Anna Mazzanti, Paul Nicholls, Paolo Serafini e Alessandra Tiddia. L’esposizione ha ricevuto l’approvazione del Comitato di Indirizzo Venezia 1600 e fa parte delle manifestazioni legate alla grande mostra a Palazzo Ducale. Punto di partenza del percorso espositivo sono le opere di alcuni dei più grandi maestri che hanno operato nella città lagunare nel corso dei primi decenni dell’Ottocento influenzando significativamente con il loro insegnamento e i loro lavori lo svolgersi della pittura veneziana nella seconda metà del secolo, vera protagonista della rassegna. Settanta opere divise in otto sale nella splendida cornice del Castello Visconteo di Novara per raccontare il mito della città lagunare. Partendo dal grande Hayez attraverso una ricca selezione delle opere più importanti – e spesso mai viste perché provenienti da prestigiose collezioni private – dei più noti artisti italiani della seconda metà dell’Ottocento. La prima sala è dunque dedicata alla pittura di storia, considerato il “genere” più nobile della pittura, vi troviamo quattro importanti lavori di Francesco Hayez (1791-1882), tra cui lo splendido Venere che scherza con due colombe (1830), Ritratto di Gentildonna (1835) e l’imponente Prete Orlando da Parma inviato di Arrigo IV di Germania e difeso da Gregorio VII contro il giusto sdegno del sinodo romano (1857); accanto ad essi opere di Ludovico Lipparini (1800-1856) e Michelangelo Grigoletti (1801-1870), artisti di rilievo nonché figure chiave nella formazione di autori di spessore della generazione successiva, anch’essi presenti in mostra, quali Marino Pompeo Molmenti (1819-1894) e Antonio Zona (1814-1892). Nella seconda sala sono esposti quegli autori, veneziani e non, che più di altri hanno contribuito via via alla trasformazione del genere della veduta in quello del paesaggio: tra questi il grande pittore Ippolito Caffi (1809-1866) con due splendide vedute veneziane: Festa notturna a San Pietro di Castello (1841 circa) e Venezia Palazzo Ducale (1858), Giuseppe Canella (1788-1847), Federico Moja (1802-1885) e Domenico Bresolin (1813-1899), quest’ultimo tra i primissimi ad interessarsi anche di fotografia e già nel 1854 indicato tra i soci dell’Accademia come “pittore paesista e fotografo”. Titolare dal 1864 della cattedra di Paesaggio, Bresolin fu il primo a condurre i giovani allievi a dipingere all’aperto, in laguna come nell’entroterra, affinché potessero studiare gli effetti di luce e confrontarsi sulla resa del vero in un ambiente nuovo e stimolante, diverso da quello cui erano abituati, per di più, codificato dai grandi vedutisti del passato. Tra loro si ricordano Gugliemo Ciardi (1842-1917), Giacomo Favretto (1849-1887), Luigi Nono (1850-1918), Alessandro Milesi (1856-1945) e Ettore Tito (1859-1941), protagonisti della mostra. La terza sala è dedicata ad uno dei più valenti e amati paesaggisti veneti, Guglielmo Ciardi, del quale sono esposte dodici opere che, come in una sorta di piccola esposizione monografica, partendo dagli anni sessanta dell’Ottocento documentano l’evoluzione della sua pittura fino ai primi anni novanta. Sua la magnifica Veduta della laguna veneziana (1882), immagine della mostra e altre splendide tele ambientate nei dintorni di Venezia o scorci della città come il bellissimo olio Mercato a Badoere (1873 circa). Nelle sale a seguire troviamo incantevoli opere che hanno per tema la vita quotidiana, gli affetti e la famiglia dedicate alla “pittura del vero”: come Il bagno (1884) di Giacomo Favretto; Alle Zattere (1888) di Pietro Fragiacomo; Mattino della domenica (1893 circa) e La signorina Pegolo (1881) di Luigi Nono; Girotondo (1886) di Ettore Tito. Sul mondo del lavoro scorrono altre opere vivaci e ricche di dettagli con protagonisti contadini, lavandaie, raccoglitrici di riso, venditori di animali, sagre e mercati, come La raccolta del riso nelle terre del basso veronese (1878) e Il mercato di Campo San Polo a Venezia in giorno di sabato (1882-1883) di Giacomo Favretto; il malinconico paesaggio Verso sera presso Polcenigo (Friuli) (1873) di Luigi Nono; Lavandaie sul Garda (1888) e Raggi di sole ((1892) di Ettore Tito. E per chiudere questa triplice sezione di vita quotidiana alcune tele dedicate agli idilli amorosi, un soggetto a metà strada tra il genere e il vero molto amato e frequentato dai pittori del secondo Ottocento: al bellissimo Idillio (1884) di Luigi Nono, si aggiungono tele con indimenticabili figure di giovani fidanzati e sposi di Favretto, Tito, e di Alessando Milesi con un altro Idillio (1882 circa) e Corteggiamento al mercato (1887 circa). La settima sala è interamente dedicata a Luigi Nono e offre un focus su una delle opere più celebri del pittore, il Refugium peccatorum. Oltre alle redazioni del 1881 e del 1883, grandi tele condotte ad olio, sono esposti studi, disegni ed altre significative opere di confronto, come Le due madri (1886). L’ottava e ultima sala della mostra è invece dedicata alle opere realizzate dai medesimi artisti tra la fine degli anni novanta dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, tele di ampio respiro che riflettono il rinnovamento e il cambiamento di gusto indotti nella pittura veneziana dal confronto diretto con la cultura figurativa dei numerosi pittori stranieri che partecipavano alle nostre Biennali Internazionali d’Arte. Spiccano Il Bucintoro (1902-1903 circa) di Guglielmo Ciardi; Visione antica (1901) di Cesare Laurenti; Luglio (1894) e Biancheria al vento (1901 circa) di Ettore Tito. Una mostra dunque ricca di opere importanti e di grande bellezza con un percorso molto godibile che racconta Venezia e l’evolversi della pittura italiana dalla metà alla fine dell’Ottocento, verso i fermenti che caratterizzeranno i primi del Novecento.
RACCONIGI. UN LIBRO DEDICATO A FAUSTINA ROERO DI CORTANZE
Sabato 20 novembre alle ore 15.30 nella sala conferenze del Castello di Racconigi si svolgerà la presentazione del volume “Faustina Roero di Cortanze. A vent’anni ero bella. Diario di una Dama di corte 17 ottobre 1817-16 ottobre 1871” a cura di Maria Teresa Reineri e Cristina Corlando (edizione Centro Studi Piemontesi, 2021). L’opera riunisce il contenuto dei quattro quaderni autografi di Faustina Roero di Cortanze, conservati al Castello di Racconigi nella Biblioteca di Carlo Alberto al Primo piano nobile, recentemente divenuta accessibile al pubblico nell’ambito del nuovo percorso di visita Vita privata di un re, aperto in collaborazione con l’Associazione Le Terre dei Savoia. Intervengono, insieme alle curatrici Maria Teresa Reineri e Cristina Corlando, Riccardo Vitale, già direttore del Castello di Racconigi, Alessandra Giovannini Luca, direttrice del Castello di Racconigi, Giuseppina Mussari, direttrice della Biblioteca Reale – Musei Reali di Torino, Albina Malerba, direttrice del Centro Studi Piemontesi, e lo storico Gustavo Mola di Nomaglio. La partecipazione è libera, fino ad esaurimento posti, su prenotazione obbligatoria scrivendo a: racconigi.prenotazioni@beniculturali.it (la richiesta verrà evasa entro 24 ore dall’invio; la prenotazione è da intendersi effettuata previa mail di conferma da parte dell’ufficio prenotazioni del Castello di Racconigi). In occasione della presentazione del volume, da venerdì 19 a domenica 21 novembre, alle ore 11.30, 14.30 e 16.30, la figura di Faustina Roero di Cortanze diventa protagonista delle visite guidate A Racconigi con la marchesa Faustina, nell’ambito del percorso Vita privata di un re, a cura dell’Associazione Le Terre dei Savoia, che si arricchisce così di curiosità, aneddoti e riflessioni su personaggi e luoghi. La partecipazione, su prenotazione obbligatoria, è subordinata al pagamento del costo della visita guidata e all’acquisto del biglietto per la visita al Castello.
VISITE GUIDATE “A Racconigi con la marchesa Faustina – percorso Vita privata di un re”
Venerdì 19, sabato 20 e domenica 21 novembre 2021 alle ore 11.30, 14.30 e 16.30.
Biglietti: la partecipazione è subordinata al pagamento del costo della visita guidata di € 5,00 e all’acquisto del biglietto per la visita al Castello (intero € 5,00; ridotto € 2,00 dai 18 ai 25 anni; gratuito per minori di 18 anni; altre riduzioni in base a convenzioni e gratuità di legge). Prenotazione obbligatoria: Conitours 0171 696206, info@cuneoalps.it, www.cuneoalps.it (da lunedì a sabato ore 10.00-16.00); 353 4348396 (da venerdì a domenica ore 10.00-16.00)
CON GIADA GAIOTTO ATTRAVERSARE IL MONDO DELLO SPORT
I percorsi della pittura appartengono all’esperienza di Giada Gaiotto, all’osservazione del mondo animale e, in tempi recenti, a quello dinamico dello sport, in una sorta di racconto che si snoda attraverso forme, ritratti, emozioni vivissime. Formatasi all’Accademia Albertina, allieva di Radu Dragumirescu e Marco Cingolani, ha sviluppato un discorso dalla controllata resa delle immagini utilizzando il tratto grafico del disegno, la leggerezza dell’acquerello e la pittura ad olio per fissare il sorriso e l’espressione di Ezio Bosso o un volto femminile. Le esposizioni alla Galleria “Fogola-Dantesca” e all’Associazione Culturale Ossimoro di Torino, le partecipazioni alle rassegne di “Tramanda” a Chieri e alle collettive della “Tesoriera” e dei Parchi Nazionali, concorrono a delineare la narrazione di Giada Gaiotto che, di volta in volta, sottolinea il fascino delle corse al trotto o di un’impresa di Marco Pantani o la straordinaria performance della staffetta veloce italiana alle Olimpiadi di Tokyo. In ogni caso, si avverte la volontà di trasmettere il gesto di un atleta, lo sguardo di Renhold Messner e l’intensità espressiva di Roberto Bolle, che occupa lo spazio del teatro con un coinvolgente e sospeso passo di danza. E dai sontuosi cavalli arabi alla copertina per il libro “Il guardiano dei lupi e altre storie” di Mariarosa Ventura ed Ezio Giuliano(Edizioni del Graffio), dalle squadre femminili e maschili di ciclismo su pista alla lunga volata vincente di Filippo Ganna, si scopre la versatilità della Gaiotto nel descrivere con immediatezza una tappa del Tour de France e il concerto di David Garret.
Angelo Mistrangelo
CHIERI. BIBLIOTECA CIVICA. EMOZIONI E SUGGESTIONI IN MEMORIA DI BIAGIO CASALETTI
M.A.O. : KAKEMONO. CINQUE SECOLI DI PITTURA GIAPPONESE. LA COLLEZIONE PERINO
a cura di Matthi Forrer, professore di Cultura materiale del Giappone pre-moderno all’Università di Leida
Un rotolo di tessuto prezioso – o carta – dipinto o calligrafato, pensato per essere appeso durante occasioni speciali o utilizzato come decorazione in accordo alle stagioni dell’anno: il kakemono o kakejiku è un genere di opera dipinta estremamente diffusa in Giappone e in tutta l’Asia orientale, dove assume nomi differenti.I “rotoli appesi” sono distintivi della produzione pittorica di Cina, Corea e Vietnam, oltre che del Giappone stesso, e rappresentano il corrispettivo del “quadro” occidentale. A differenza delle nostre tele o tavole però, caratterizzate da una struttura rigida, i rotoli dipinti presentano una struttura relativamente morbida e sono pensati per una fruizione limitata nel tempo. Esposti nel tokonoma (alcova) delle case giapponesi o lasciati per qualche ora soltanto ad oscillare nella brezza di un giardino, queste opere d’arte partecipano del tempo e del movimento, mentre i dipinti su tela o tavola tipici della tradizione occidentale sembrano invece impregnati di fermezza e di continuità. Le differenze non sono solo puramente formali, ma riflettono anche una diversa concezione estetica e filosofica: alla base delle opere su rotolo si trova infatti un’allusione all’impermanenza e alla mutazione quali elementi ineludibili (e positivi) dell’esistenza. La mostra al MAO “Kakemono. Cinque secoli di pittura giapponese”, la prima in Italia focalizzata su questa forma d’arte, presenta 125 kakemono oltre a ventagli dipinti e lacche decorate appartenenti alla Collezione Claudio Perino, un’importante raccolta di opere acquisite dal collezionista piemontese, fra i principali prestatori e mecenati del Museo d’Arte Orientale di Torino. I kakemono, allestiti in cinque sezioni tematiche (fiori e uccelli, animali, figure, paesaggi, piante e fiori) conducono il visitatore attraverso un mondo ricchissimo, in cui rappresentazioni minuziose e naturalistiche, punteggiate di dettagli sottili, si affiancano ad immagini estremamente essenziali e rarefatte, dove la forma perde i suoi contorni, si disgrega progressivamente per diventare segno evocatore di potenti suggestioni, in un estremo esercizio di sintesi e raffinatezza, quasi un astrattismo ante litteram. In Oriente i pittori dipingevano in maniera “impressionistica”, “espressionistica”, “astratta” secoli prima che analoghe forme espressive cominciassero ad apparire in Occidente. In Asia però le differenti modalità pittoriche hanno convissuto, senza escludersi a vicenda nel tentativo di definire veri e propri movimenti artistici, come accaduto invece nell’arte moderna occidentale. Fra i kakemono esposti al MAO figurano alcune opere dei maggiori artisti giapponesi, tra cui Yamamoto Baiitsu, Tani Buncho, Kishi Ganku e Ogata Korin. La mostra e il catalogo, pubblicato da Skira e disponibile in due lingue (italiano e inglese), entrambi a cura dello studioso olandese Matthi Forrer, storico dell’arte orientale ed esperto di pittura giapponese, nascono da una collaborazione tra MAO e MUSEC-Museo delle Culture di Lugano – e, a un livello superiore, tra la Fondazione Torino Musei e la Fondazione culture e musei di Lugano – dove l’esposizione è stata presentata al pubblico nel luglio 2020. La mostra “Kakemono. Cinque secoli di pittura giapponese. La Collezione Perino” rientra nell’ambito dei progetti di sviluppo internazionale recentemente avviati dalla Fondazione Torino Musei.
MUSEO NAZIONALE DEL RISORGIMENTO. ANITA E LE ALTRE. STORIE DI DONNE DEL RISORGIMENTO
dal 19 novembre 2021 al 22 gennaio 2022
Infermiera, combattente, prigioniera, amazzone, ribelle, moglie, madre virtuosa e martire: questa fu Anita Garibaldi. E con lei le altre: donne che già durante il Risorgimento seppero occupare spazi pubblici fuori dall’ambito esclusivamente privato. Alimentarono una consapevolezza nuova, maturandone una coscienza politica e diedero vita, accanto alle virtù tradizionali di madri e di spose, a nuove forme di partecipazione sociale e culturale che hanno segnato l’evoluzione del nostro paese: dalla nascita dei salotti politici all’arte, dal sostegno alle lotte e alle guerre di indipendenza all’assistenza, dal giornalismo all’istruzione. La mostra Anita e le altre. Storie di donne del Risorgimento vuole rendere omaggio alla figura di Anita Garibaldi nel bicentenario della nascita. A partire dall’unicità della sua vita che, ammantata dell’invenzione romantica, è entrata a buon diritto nella mitografia garibaldina, è nato il desiderio di ampliare la prospettiva, volgendo lo sguardo a più figure femminili che hanno contribuito, con modi di essere e sentire diversi, a una nuova definizione del ruolo delle donne nel corso del Risorgimento. Ne emerge una narrazione corale ricchissima, in un arco cronologico che muove dal triennio rivoluzionario, percorrendo tutto l’Ottocento. Ciò è avvenuto attraverso il concorso di figure femminili talora distanti tra loro, divise da barriere di ceto, educazione, linguaggio; altre volte in una sinergia di intenti e ruoli. Diciannove le protagoniste: oltre ad Anita, ricordiamo Luisa Sanfelice, Giulia Colbert Falletti di Barolo, Costanza Alfieri D’Azeglio, Cristina Trivulzio di Belgioioso, Olimpia Rossi Savio, Virginia Oldoini Verasis Contessa di Castiglione, Giuseppa Calcagno e la regina Margherita di Savoia. Nel Corridoio della Camera Italiana sono esposti dipinti, stampe, fotografie dalle collezioni del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, del Museo Glauco Lombardi di Parma, dell’Opera Barolo di Torino, del Castello di Masino e del Museo del Risorgimento di Milano. Proprio dal l Museo del Risorgimento di Milano arrivano due opere di grande pregio, mai esposte finora a Torino: Anita morente di Pietro Bouvier che rappresenta l’ultimo istante di vita dell’eroina, abbandonata nelle braccia di Giuseppe Garibaldi e il ritratto realizzato da Gaetano Gallino, l’unico ripreso dal vivo e che dunque ci svela il vero volto di Anita. La sua figura si staglia in una galleria di donne dai tratti ora epici e romantici, ora drammatici. La durezza dell’esilio e del carcere, le continue fughe, la guerra e le guerriglie rivivono accanto alla narrazione di grandi amori, di cerimonie, di rituali mondani e salotti cosmopoliti. Ne emerge un racconto a più voci che testimonia la vitalità della presenza femminile nell’Italia risorgimentale, una ricchezza sfuggente a cliché di ieri e di oggi, certo contributo essenziale a una nuova consapevolezza della donna, nonché alla costruzione dell’identità nazionale. Si tratta di un tema di grande interesse che, occasioni celebrative, mostre, convegni e un’ampia letteratura hanno permesso di conoscere e indagare con approccio rinnovato negli ultimi anni. La mostra si chiude con il video Il vero volto di Anita, a cura della professoressa Silvia Cavicchioli, docente dell’Università degli Studi di Torino che racconta la straordinaria storia dell’unico ritratto dal vero di Anita Garibaldi.
Anita e le altre. Storie di donne del Risorgimento
Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino, piazza Carlo Alberto 8
19 novembre 2021 – 22 gennaio 2022, mar-dom ore 10-18 (ultimo ingresso ore 17.30), lunedì chiuso. Ingresso: biglietto unico mostra + museo 10 euro (previste le consuete riduzioni), gratis per i possessori delle tessere Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card
Tutte le informazioni su www.museorisorgimentotorino.it
NOVARA: UNA MOSTRA IN RICORDO DI LINO MOLINARIO POETA E ARTISTA VISIVO
Venerdì 19 novembre, alle ore 17,00, sarà inaugurata a Novara, presso Studio d’Arte San Marco (Viale Volta 93) una mostra per ricordare Lino Molinario, poeta e artista visivo novarese che ci ha lasciato nel 2010. La mostra, dal titolo “Lino’s friends”, è una iniziativa nata da un gruppo di amici artisti del territorio e non, che l’hanno conosciuto e frequentato durante il suo percorso artistico ed espositivo. Lino Molinario è stato anzitutto un poeta e ha pubblicato numerose raccolte, ottenendo successi di critica in tutta Italia, ma è stato anche pittore, utilizzando un linguaggio visivo del tutto personale, con tecniche grafiche e collage. Gli artisti che Lino Molinario ha conosciuto sono molti di più dei partecipanti a questa mostra. Sono stati infatti coinvolti gli artisti che lo hanno frequentato quotidianamente, apprezzando la sua creatività. Gli artisti espositori sono quindi i seguenti: Davide Baroggi, Corrado Bonomi, Fiorenzo Bordin, Gianni Cella, Paolo Chiodoni, Davide Ferro, Enzo Fiore, Alessandro Fronterrè, Eliana Frontini, Ion Koman, Stefano Minopoli, Fabrizio Molinario, Lino Molinario, Adriano Pasquali, Gian Piero Prassi, Massimo Romani. Si tratta soprattutto di pittori di Novara e zone limitrofe, che, con la presentazione dei loro lavori, oltre a ricordare doverosamente il collega ed amico Lino, offrono uno spaccato significativo dell’arte contemporanea di questa terra. Prevalgono in esposizione le opere concettuali ed astratte, oltre a quelle ispirate da una nuova e aggiornata figurazione. La rassegna resterà aperta fino a domenica 21 novembre con il seguente orario: 16,00-19,00.
Enzo De Paoli
GALLERIA D’ARTE PIRRA. ARIA E LUCE DEL NORD – HENRY MAURICE CAHOURS
inaugurazione: sabato 20 novembre 2021, fino al 9 gennaio 2022
Henry Maurice Cahours torna nelle sale della Galleria a raccontarci, attraverso una trentina di opere tra oli e acquerelli di varie dimensioni, il suo mondo pittorico: paesaggi della Bretagna, scorci di Montmartre, vedute della Senna, un universo fatto di luminose marine, porticcioli con pescatori, solitari viali alberati, spiagge e piccoli borghi animati da figure.
GUARENE. UN BORGO BELLO DA VIVERE
GALLERIA LA CONCHIGLIA. COLLETTIVA D’ARTE
GALLERIA BERMAN: INCONTRO CON IL FOTOGRAFO ISAIA
Mentre prosegue con successo, presso la Galleria Berman di via Arcivescovado, 9, a Torino, la mostra di Enzo Isaia dal titolo “La luce tra cielo e terra” che terminerà il 22 dicembre, giovedì 18 novembre, dalle 17 alle 18.30, si terrà un INCONTRO CON L’ARTISTA: “Enzo Isaia si racconta: tra carriera artistica, esperienze e aneddoti”
VERBANIA. TERMINATA LA PRIMA FASE DI PROSPETTI DI LAGO-MURALES A SUNA
Con l’opera di Marco Clerici (in arte KLER CSK) si è conclusa la prima fase dell’originale progetto “Prospetti di lago-Murales a Suna” che sta dando vita ad un pregevole percorso artistico tra le vie del centro storico della frazione di Verbania a Suna, arricchendone il fascino e l’unicità con dipinti che richiamano natura, storia e tradizione. Il settimo murale, dal titolo “Pensa differente” è contestualizzato, nella concezione del suo autore, in una serie di quadri e stampe sulla libertà di pensiero ed è stato “inaugurato” ufficialmente ieri alla presenza del sindaco Silvia Marchionini. Questo murale a Suna si aggiunge alle sei apprezzatissime opere che lo hanno preceduto, delle quale ricordiamo gli autori: LENNY (Andrea Legnaioli) che ha fatto un ritratto di Mario Tozzi sulla scuola intitolata all’artista. Stefania CIFALA’ che ha interpretato il paesaggio lacustre sul lungolago di Suna. Enzo TIPALDI che ha realizzato un murale dedicato agli scalpellini e uno dedicato a Remigio, l’ultimo pastore di Suna, nelle viuzze del centro storico. ZEUDY (Ilaria Affi Fella) che ha interpretato il lavoro delle lavandaie da una foto antica. Massimo FALSACI che ha offerto una parte del suo progetto, più ampio, “Extra Moenia” ad una antica dimora del borgo. Tutti gli artisti hanno donato le loro opere al Comune di Verbania (che ha messo a disposizione ponteggi e materiali); i proprietari delle case – che hanno offerto i muri – si sono impegnati a conservare e proteggere le opere sulle loro dimore, l’Hotel Pesce d’Oro ha offerto i pasti agli artisti durante la realizzazione dei dipinti.
I GIOVEDÌ IN CAMERA. MATCH POINT: MARIO CALABRESI INTERVISTA MARTIN PARR
Giovedì 18 novembre, ore 18.30, in presenza nel Gymnasium di CAMERA
(Via delle Rosine, 18 – Torino)
Giovedì 18 novembre, alle ore 18.30, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia propone il primo di un ricco calendario di appuntamenti legati alla mostra Martin Parr. We Love Sports: l’incontro, dal titolo “Match Point”, vedrà confrontarsi sul tema della fotografia e dello sport Martin Parr e Mario Calabresi, accompagnati da Walter Guadagnini e Francesca Lavazza. Il fotografo Martin Parr, protagonista della fotografia internazionale e membro di Magnum Photos, sarà in collegamento dal proprio studio di Bristol dal quale dialogherà con il giornalista Mario Calabresi, in presenza a CAMERA, una delle voci più note del giornalismo italiano, nonché appassionato di fotografia e autore del volume “A occhi aperti” (Contrasto, 2014). Insieme ripercorreranno le tappe salienti della brillante carriera di Parr, a partire dai primi progetti realizzati in bianco e nero, fino alle iconiche fotografie a colori, in un confronto in grado di far emergere la capacità del linguaggio fotografico di raccontare il nostro presente. Nell’incontro si parlerà delle tante immagini presenti nella mostra Martin Parr. We Love Sports a CAMERA, visitabile fino al 13 febbraio 2022, così come dell’importante collaborazione fra l’autore inglese e il Gruppo Lavazza, grazie al quale Parr ha ritratto, con la sua riconoscibile e spiccata ironia, i comportamenti e le stranezze dei tifosi delle principali competizioni tennistiche mondiali. Una collaborazione tra il fotografo e Lavazza nata nel 2008, che ha portato anche alla realizzazione del volume Match Point, edito da Phaidon, che include oltre 80 fotografie tratte dal suo lavoro più recente sul tennis, con una selezione di scatti totalmente inediti. Come se fosse una partita a quattro giocatori su un campo da tennis, gli interlocutori si divertiranno a rimbalzarsi domande e risposte, battute e aneddoti, in uno spettacolo di parole, immagini e voci che merita un posto in prima fila.
Intervengono: Martin Parr, Fotografo Mario Calabresi, Giornalista Walter Guadagnini, Direttore di CAMERA Francesca Lavazza, Board Member Lavazza Group
ALMESE. “MORPHO”FARFALLA ROSSA. MOSTRA EMOZIONALE INTERATTIVA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
Il Ricetto per l’Arte – Agorà della Valsusa – di Almese (To) in collaborazione con Fabula Rasa e Associazione Artemixia, inaugura, domenica 21 novembre ore 15.30, in occasione della Giornata Mondiale Contro la Violenza sulle Donne, la mostra emozionale interattiva “MORPHO, farfalla rossa”. La violenza di genere assume svariate forme: da quella fisica a quella psicologica, dalla violenza domestica a quella assistita. La scelta di questa esposizione vuole dare voce ad un tema sensibile, purtroppo sempre attuale. Ogni stanza del Ricetto per l’Arte ospita una installazione realizzata a più mani da quattro artiste legate al territorio: Carmen Assanti, Renata Ferrari, Valentina Rossi e Virna Suppo. La prima stanza accoglie le visitatrici e i visitatori attraverso la Storia con versi e immagini che raccontano importanti figure femminili: Ipazia, Artemisia Gentileschi, Frida Kahlo e Alda Merini; la stanza al primo piano ospita un progetto emozionale, immagini della fotografa Valeria Fioranti di Avigliana; al secondo piano il Filo Rosso e nella wunderkammer (stanza delle meraviglie) sarà rappresentato, con delle opere artistiche, il Volo delle Farfalle; nel salone al terzo piano sarà allestita Emozioni in Libertà: una parete sarà lasciata al libero pensiero del pubblico che farà rivivere le emozioni in un’opera collettiva di Comunità. Nella giornata inaugurale Fabula Rasa compagnia teatrale di Beppe Gromi di Almese e Rosalba Castelli, direttrice artistica del progetto Rosso Indelebile promosso da anni da Artemixia Aps, insieme alle performers di “Muta la pelle”, realizzeranno dei momenti di improvvisazione e performance presso il piazzale del Borgo e dentro le mura del Ricetto divenendo opera vivente all’interno dell’esposizione stessa. Al progetto artistico un prezioso contributo è dato da un video realizzato dal fotoreporter Marioluca Bariona, in cui si racconta la storia di quattro figure femminili dei giorni nostri e dalle opere degli artisti Vincenzo Caucci di Rivoli e Loris Pavan di Settimo Torinese. L’esposizione che vede la presenza di artiste ed artisti del territorio della Valsusa e della zona di Torino vuole dare impulso creando collaborazioni e contaminazioni su temi importanti legati a tematiche sociali per un nuovo sviluppo artistico e di coinvolgimento di tutta la Comunità locale.
Mostra: “MORPHO”farfalla rossa Mostra Emozionale Interattiva contro la violenza sulle donne
Luogo: Ricetto per l’Arte Inaugurazione: Domenica 21 novembre 2021, ore 15.30
Periodo: dal 21 novembre 2021 al 06 gennaio 2022
Orari: mercoledì 10.00 – 12.30, venerdì 15.00 – 18.00; sabato 15.00 – 18.00, domenica 15.00 -18.00.
Info e prenotazioni: Associazione Culturale Cumalè – cumale.ass@gmail.com Tel : 328 9161 589
BIELLA. FESTIVAL DEL FUMETTO NUVOLOSA: IN PARTENZA LA NUOVA EDIZIONE 2021-2022
Si può partecipare al concorso fino al 5 gennaio. Aumentano i premi in palio
È in partenza l’edizione 2021-2022 di Nuvolosa, il festival del fumetto che il Comune di Biella – Assessorato alle Politiche Giovanili organizza con l’associazione culturale Creativecomics, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e il supporto dell’università popolare biellese UpbEduca, Palazzo Ferrero-Miscele Culturali, Centro commerciale I Giardini, Liceo Artistico cittadino. Come sempre il cuore del progetto è il concorso artistico nazionale rivolto ai giovani tra i 16 e i 35 anni residenti in Italia o cittadini italiani all’estero, e che prevede premi in denaro, aumentati considerevolmente per questa nuova edizione (1.500, 700 e 400 euro) e la pubblicazione di un catalogo con dieci opere selezionate. La scadenza per partecipare al concorso è il 5 gennaio 2022. Il tema di quest’anno è di urgente e grandissima attualità e potrà essere sviluppato dai fumettisti in tutte le sue declinazioni (ecosostenibilità, ambiente, rapporto dell’uomo con il pianeta tra presente passato e futuro…): “La natura che verrà. Ritorno al passato – viaggio nel futuro”, collegato all’edizione 2022 di “Selvatica – Arte e Natura in Festival”, che ha l’obiettivo di far dialogare le arti visive con le meraviglie naturali del nostro pianeta per stupire, commuovere e far pensare, avendo come elemento di ispirazione gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 per la tutela e salvaguardia dell’ambiente e in particolare la lotta al cambiamento climatico, la vita sott’acqua, la vita sulla terra. Resta invece a tema libero la sezione speciale dedicata alla sceneggiatura, che premierà la miglior storia/soggetto inedito, il cui testo verrà realizzato in fumetto da un disegnatore professionista e inserito nel catalogo della prossima edizione del concorso. Oltre al Premio Nuvolosa, sono previsti “Laboratori del Fumetto” presso il Liceo Artistico ‘G. e Q. Sella’ di Biella e la Casa Circondariale ed altre iniziative formative rivolte a bambini e ragazzi, proposte in collaborazione con il Centro Commerciale I Giardini di Biella. Coronamento dell’iniziativa saranno le mostre e gli eventi previsti a inizio marzo 2022, con premiazione dei vincitori e mostre, performance live, presentazioni editoriali, incontri con autori…, il tutto nella cornice di Palazzo Ferrero. Le esposizioni dell’autore ospite e delle opere selezionate nell’ambito del Premio Nuvolosa saranno integrate nel Festival “Selvatica”, che nella prossima primavera, da marzo a giugno, tornerà ad animare le dimore storiche del rione Piazzo.
SALUZZO. 28 NOVEMBRE, CASA PELLICO FRA CIBO E CULTURA
La cultura si unisce al cibo in uno degli angoli più suggestivi del centro storico di Saluzzo. L’iniziativa include l’ingresso alla casa natale del poeta e patriota Silvio Pellico. Casa Pellico è un edificio di origine medioevale situato appena al di fuori della prima cerchia di mura del 1280, nella suggestiva piazzetta dal nome dell’antica porta dei Mondagli, abbattuta nel 1890. Alla visita seguirà un piccolo laboratorio per coinvolgere anche i bambini con riso soffiato e fiocchi di mais al cioccolato. In degustazione piccola merenda con cioccolaterie e tortini alle nocciole accompagnati da the caldi.
Orario: dalle ore 15.00
Costo: € 8 ( visita + merenda) , under 12 gratuito
Ritrovo e partenza: Museo Casa Pellico, piazzetta dei Mondagli 5
L’ARTE METROPOLITANA DI PAKO BONO A “LA DIRETTA AGGIORNATA”
La prospettiva artistica che identifica il dato pittorico di Pako Bono attraversa il tema della realtà metropolitana il quale sarà trattato, in merito al ruolo dell’arte nella riqualificazione degli spazi pubblici, Giovedì’ 18 Novembre nel corso della rubrica Instagram “La Diretta Aggiornata”. L’appuntamento delle 19 vedrà protagonista l’ospite, in collegamento da Novara, per un itinerario che Piero Garibaldi condurrà a partire dal proprio profilo per toccare le mete che hanno caratterizzato il percorso dell’artista italo-argentino.
MESSER TULIPANO TORNA IN PIAZZA EMANUELE FILIBERTO
Giovedì 18 novembre 2021 dalle ore 10.00
Anche quest’anno Messer Tulipano passa in città per piantare oltre 3000 bulbi, destinati a colorare con i loro variopinti petali, la prossima primavera, le aiuole di piazza Emanuele Filiberto: il cuore pulsante del Quadrilatero Romano, dove fa bella mostra di sé l’orto urbano che da otto anni ha cambiato il volto a questo angolo della vecchia Torino, tra il Santuario della Consolata e Porta Palazzo, nell’ambito del progetto denominato “Cascina Quadrilatero”, che da quest’anno si trasforma in OASI. Arte pubblica in un orto urbano: “Come nelle oasi egizie o quelle ai confini del Sahara, viaggiatori disparati, mercanti, esploratori, carovane di nomadi, uomini e donne di diverse culture, si trovano all’ombra delle piante e parlare e scambiarsi merci o conoscenza. OASI, in definitiva, è uno spazio in cui mondi differenti tentano d’incontrarsi.”
FONDAZIONE COSSO. “DANTE AL PARCO”
Domenica 21 novembre, alle 15, la Fondazione Cosso accoglierà “Dante al Parco”: un momento di restituzione del lavoro fatto dal gruppo di Letture ad Alta Voce del Liceo M. Curie di Pinerolo, nell’ambito di un percorso di PCTO attivato dalla Scuola a livello nazionale, nell’anno delle celebrazioni dantesche. I momenti di lettura saranno accompagnati da brani musicali, eseguiti da alcuni elementi dell’orchestra e del coro del Liceo M. Curie.
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria: 0121 502761 prenotazioni@fondazionecosso.it
VITA DI CORTE ALLA PALAZZINA DI CACCIA DI STUPINIGI
Quadri viventi e danze regali alla Palazzina di Caccia di Stupinigi. Domenica 21 novembre nelle sale, sfavillanti e preziose nei loro arredi, andrà in scena uno spaccato della vita di corte. “Life, istantanee di vita di corte” è un viaggio indietro nel tempo che farà rivivere la vita e le abitudini quotidiane di quella corte che tra Settecento e Ottocento aveva eletto la Palazzina a raffinato luogo di loisir, in cui organizzare battute di caccia e sontuosi festeggiamenti. I figuranti con i loro abiti sfarzosi, le movenze, i balli e le danze, ma anche attraverso tableaux-vivants, animeranno le sale della residenza ricostruendo la storia il più fedelmente possibile.
L’evento è realizzato in collaborazione con i rievocatori de “Le vie del tempo” e “Nobiltà Sabauda” ed è comp
“LA MUSICA IMPOSSIBILE. ORFEO, ULISSE E LE SIRENE”. ALBERTO BANAUDI TORNA IN PRESENZA AL CASTELLO DI CISTERNA D’ASTI
Dopo due anni dall’ultimo incontro in presenza, sabato 20 novembre alle 16, tornerà al castello di Cisterna il prof. Alberto Banaudi. Si tratta di un graditissimo ritorno. Infatti gli incontri filosofici raccolgono sempre molti appassionati grazie alla capacità del professore di trasportare i presenti sulle ali delle sue parole. La nuova conferenza avrà per titolo “La musica impossibile. Orfeo, Ulisse e le sirene”. L’iniziativa, inserita all’interno del percorso “Vecchie e nuove R-esistenze:… ancora Riconnessioni_4” organizzato da Polo Cittattiva per l’Astigiano e l’ Albese – I.C. di San Damiano con Comune e Museo di Cisterna, con Comune di San Damiano, con Fra Production Spa, Lib. “Il Pellicano” e Aimc di Asti. Prosegue inoltre l’iniziativa #bottiglieperlacultura con Cantine Povero distribuzione srl, Azienda agricola Vincenzo Bossotti. Azienda Agricola Cà di Tulin.
Lunedì 22 novembre 2021, alle 21 presso la Sala Consiliare di S. Damiano, Farhad Bitani discuterà di “Afghanistan: cosa sta succedendo?”. Gli incontri sono gratuiti, aperti a tutti e validi per la formazione degli insegnanti di ogni ordine e grado (agli insegnanti di ruolo verrà inviato il codice per la Piattaforma Sofia). Per la partecipazione sarà richiesto il Green Pass. Iscrizioni entro il 19/11/2021 al seguente link: https://forms.gle/Y19jgzaQupZLEwvL7
Giovanna Cravanzola