PIEMONTE ARTE: PINOCCHIO, SOTHEBY’S, ZEUS, RHINOCEROS, KALAFATIS, ZUCCHERO…
TORINO, MOSTRA “CARISSIMO PINOCCHIO” AL BORGO MEDIEVALE
Borgo Medievale, 26 settembre 2015 – 14 febbraio 2016
Inaugurazione sabato 26 settembre alle 11.00
Le avventure di Pinocchio è uno dei classici dell’infanzia più famosi e amati della storia della letteratura italiana, un libro universalmente noto, tradotto in più di 260 lingue.
La mostra Carissimo Pinocchio allestita nella Chiesa e nella Sala di Cuorgné del Borgo Medievale rende omaggio al capolavoro di Carlo Collodi, a 125 anni dalla sua morte, con un percorso dedicato al torinese Attilio Mussino (1878-1954), uno dei suoi principali illustratori. Fin dalla prima edizione nel 1883, la storia del burattino che diventa bambino fu accompagnata da immagini. Per la terza
edizione del 1911, prima a colori e con legatura di lusso, le illustrazioni furono affidate ad Attilio Mussino. Le figure di “Attilio” (come si firmava), ancora oggi sono nella memoria di tutti, tanto grande è stata la sua capacità di penetrare il testo e di renderlo leggibile attraverso il disegno. In mostra è possibile conoscere il personaggio “Attilio” nella sua vita personale e professionale attraverso schizzi, cartoline e disegni. Dalla grande produzione dell’artista torinese si presentano diverse edizioni di Pinocchio, tra cui quella autografa e di sua proprietà, oltre ai principali lavori nell’ambito dell’illustrazione per ragazzi: dai fumetti ai grandi classici della letteratura, sino ai
sussidiari e ai libri di testo. In mostra anche uno spazio dedicato all’oggettistica legata al burattino, che si sviluppò già nei primi anni del Novecento: libri animati e pop-up, registrazione su vinile, album di figurine, puzzle. Un’occasione per avvicinare il pubblico alla genialità, allo stile, al tratto netto e chiaro di un grande illustratore del Novecento italiano. Il lavoro di Mussino vinse, nel 1911, la medaglia d’oro all’Esposizione internazionale di Torino che si svolse proprio nel parco del Valentino dove oggi sorge il Borgo Medievale. L’edizione mussiniana di Pinocchio ebbe un successo enorme e conobbe un’infinità di riduzioni e adattamenti. È stata, da allora, pubblicata in varie edizioni: di lusso, economica, cartonata, in brossura e può, per tutta la serie di significati che ha assunto negli anni, essere considerata l’edizione principe de Le avventure di Pinocchio, perché proprio le sue illustrazioni hanno contribuito a far immaginare e sognare i piccoli e grandi lettori.
A testimoniare, oltre Mussino, il successo e la diffusione del romanzo dalla nascita fino ad oggi, una sala del Borgo è dedicata alle riproduzioni delle immagini che, dall’edizione del Mazzanti
nel 1883, hanno corredato le diverse edizioni del capolavoro collodiano: Chiostri, Tofano, Disney, Porcheddu, Faorzi, Jacovitti, Accornero, Topor, Luzzati e molti altri. Un nuovo modo di leggere Pinocchio, viaggiando attraverso 130 anni di storia della grafica e dell’illustrazione.
Una sala del museo è inoltre dedicata ai manufatti degli artigiani del legno della Valstrona (VB), specializzati da decenni nella realizzazione di Pinocchi in legno.
Sabato 26 settembre alle ore 11, in occasione dell’inaugurazione, l’Associazione di promozione sociale BABI coinvolgerà il pubblico in un gioco teatrale alla scoperta del bene e del male, in compagnia di Lucignolo e Pinocchio.
Carissimo Pinocchio. Le illustrazioni di Attilio Mussino
26 settembre 2015 – 14 febbraio 2016
Borgo Medievale Torino
Parco del Valentino | Viale Virgilio 107
10126 Torino
Orario mostra: dal martedì alla domenica ore 10-18. Ingresso libero
Orario Borgo Medievale: dal lunedì alla domenica ore 9-20. Ingresso libero
TORINO, “THE ITALIAN SALE”, ANTEPRIMA DELL’ASTA SOTHEBY’S
Ersel, gruppo specializzato dal 1936 nella gestione di patrimoni, aprirà al pubblico il 29 settembre 2015 presso il proprio spazio espositivo nella sede di Piazza Solferino 11 a Torino l’esclusiva anteprima dell’edizione autunnale di “The Italian Sale”, l’asta dedicata dalla prestigiosa casa d’aste Sotheby’s ai grandi maestri italiani che si terrà a Londra il prossimo 15 ottobre.
Presso lo Spazio Ersel sarà possibile ammirare 15 capolavori selezionati tra quelli che
comporranno i lotti dell’asta di Londra. Tra questi, sono 8 i fiori all’occhiello presenti all’anteprima:
la “Natura Morta” di Giorgio Morandi del 1949, stimata tra 400.000 e 600.000 sterline; alcuni
pezzi della magnifica produzione di Lucio Fontana, in particolare i “tagli” degli anni Sessanta, tra
cui “Concetto Spaziale, Attesa. Il 22 vado a Parigi” del 1966, stimato tra i 2 e i 3 milioni di sterline;
e ancora, l’opera su tela argento intitolata “Concetto Spaziale”, un vero e proprio gioiello degli anni
’60, che conquista un valore tra 700.000 e 1.000.000 sterline.
Tra i capolavori esposti anche opere che portano la firma di Scheggi, Bonalumi e Castellani,
protagonisti di pregio nel panorama artistico italiano del XX secolo. E ancora, Bianco Plastica 1 di
Alberto Burri, un’opera stimata intorno ai 2 milioni di sterline, i cui proventi andranno a favore
della Fondazione Passarè di Milano.
“The Italian Sale” ancora uno volta conferma l’attenta curatela di Sotheby’s nella selezione dei lotti,
che sono sempre riusciti a incontrare grande favore da parte dei collezionisti di tutto il mondo.
Nelle scorse edizioni, infatti, l’asta ha segnato diversi primati: tra i più significativi, nel 2014 la
vendita dell’opera Achrome di P. Manzoni (1958-59) battuta per 12.626.500 di sterline. E ancora,
nel 2011, l’opera Combustione di A. Burri (1957) acquistata per 3.177.250 sterline.
“THE ITALIAN SALE”
29 settembre 2015, dalle ore 10 alle ore 17
SPAZIO ERSEL – Piazza Solferino, 11 -Torino
COLLEGNO, “IL MITO DI ZEUS” ALLA SALA DELLE ARTI
Con il mito di Zeus l’Associazione Culturale «Gli Argonauti» celebra trent’anni di attività, di incontri, di laboratori dedicati alla pittura, disegno, decorazione, modellazione della ceramica e incisione. In particolare, si ricorda Giuseppe Grosso, docente e artista, che in questo contesto «ha seminato – sottolinea il presidente Renato Migliari – con pazienza e dedizione il seme della conoscenza». Una trentesima edizione segnata, quindi, da un tema complesso come quello de «Il mito di Zeus», centrato sul dio del cielo e del tuono, accompagnato dai simboli della folgore, aquila e quercia. Il figlio del titano Crono e di Rea, è il grande e incontrastato artefice dell’esposizione alla Sala delle Arti della Certosa Reale, che si sviluppa attraverso le diverse e molteplici interpretazioni del «Mito di Zeus» da parte degli artisti che hanno partecipato alla prima edizione del Concorso Internazionale Biennale di Incisione «Gli Argonauti per l’Incisione», presieduto da Paolo Belgioioso, e al Premio, promosso sempre da «Gli Argonauti», riservato agli allievi dei laboratori di pittura, incisione e ceramica. Due appuntamenti che hanno messo in luce la volontà di proseguire con impegno la ricerca tra mitologia e contemporaneità, capacità tecnico-espressiva e materiali, racconto e poesia, che presiedono all’importante vicenda culturale dell’Associazione di Collegno.
L’indagine e il discorso alla «Sala delle Arti» si apre con la Mostra «Il Mito di Zeus» – 4 Incisori a Collegno», caratterizzata dalle opere di Laura Beltramino, Elio Mazzarri, Agnese Origlia e Sandra Perona, a cui sono stati assegnati, rispettivamente, il Primo Premio e il Secondo Premio a pari merito per gli altri tre, della Biennale «Gli Argonauti per l’Incisione» 2015.
Di Laura Beltramino si possono vedere le dieci pagine incise del ciclo «Mito:…un giorno appena», dove la rappresentazione si misura con il mito e rivela una capacità nella definizione della composizione, secondo una meditata costruzione o ricostruzione di un’immagine evocativa del «Mito di Zeus». E, di volta in volta, la sequenza delle «tavole» esposte si identifica con l’acquatinta «Dopo la pioggia…» di Elio Mazzarri (vincitore anche del Primo Premio dei Laboratori di Incisione con «Zeus-fire (la morte e la vita)». I suoi fogli esprimono l’essenza di una puntuale raffigurazione, impreziosita dalla raffinata trama dei grigi.
L’esperienza di Agnese Origlia appare improntata dalla preziosità delle puntesecche, dell’acquaforte «La polverosa» e del rasserenante naturalismo di «Querceto». E la linea fissa il clima di una visione che fluisce con misura, tesa a fermare nello spazio un «Nido» o un «Paesaggio invernale». Sandra Perona, infine, con le incisioni a puntasecca e all’acquaforte ha realizzato un «corpus» di lavori che tendono alla «Sublimazione di…Mito». Il percorso si snoda da «Trasparenze» a «Leggendo…Rembrandt», in una sorta di interiore formulazione dell’immagine e di una rievocazione del mito e del sogno.
Insieme ai quattro incisori, la rassegna propone l’acquarello su tavola «I frutti di Zeus» di Melinda Seria (Primo Premio Laboratori di Pittura), risolto con un tocco di colore racchiuso entro un segno duttile, che crea un musicale ritmo compositivo.
Di Grabiele Gurgo (Primo Premio Laboratori di Ceramica, Sezione Giovani) viene presentata la ceramica, monocottura a smalto, «Zeus uccide Crono». E Marina Pautasso (Primo Premio Laboratori di Ceramica e Modellazione) ha realizzato «La faretra di Zeus», raku e smalti, che concorre a delineare, con uno dei simboli di Zeus, gli aspetti del poetico rapporto tra il dio, il mito, l’Olimpo.
Angelo Mistrangelo
TORINO, LA CONCHIGLIA: “IL RHINOCEROS, DA DÜRER A OLTRE DALÌ”, UNA STORIA IN MOSTRA
aperta al pubblico da sabato 26 settembre a sabato 24 ottobre 2015
orario: dal martedì al venerdì: 15÷19 – sabato 10÷12 e 15÷19
Torino (10145), Via Zumaglia n. 13bis
Telefono: 011 6991415 – laconchiglia.arte@libero.it
www.laconchiglia-to.com
Quest’anno ricorre il cinquecentesimo anniversario da quando Albrecht Dürer realizzò la famosa silografia “RHINOCERVS 1515” che ritrae il pachiderma arrivato dall’India in dono al Re del Portogallo. Per la circostanza, la Galleria d’Arte La Conchiglia e Franco Tomatis (ideatore e curatore della mostra) presentano, attraverso circa 130 opere, la singolare storia di questo famoso pachiderma che il Dürer ritrasse senza nemmeno averlo visto e senza averne mai incontrato uno in vita sua; avvalendosi solamente di uno schizzo arrivatogli dalla Capitale portoghese assieme a una sommaria descrizione dell’animale. Il singolare “ritratto”, pur essendo artisticamente molto interessante, ha un aspetto fisico poco rassomigliante al classico rinoceronte da tutti noi conosciuto. Una peculiarità che lo contraddistingue riguarda il cornetto che il Dürer gli ha collocato sulla groppa, ma che l’animale in effetti non ha. Ciò nonostante la suddetta silografia verrà copiata per oltre due secoli da molti artisti e da bravi artigiani, come se fosse un fedele ritratto. Infatti a partire dalla prima metà del ‘500 quel pachiderma, con il fantasioso cornetto sulla groppa, lo si trova raffigurato nei libri di scienze naturali, su arazzi, scolpito su bassorilievi, usato negli emblemi, riportato su gettoni, porcellane e perfino rappresentato tra gli arcani di alcuni mazzi del gioco dei tarocchi. Praticamente era l’immagine presa a riferimento, direttamente o indirettamente, da coloro che volevano raffigurare un rinoceronte. Questo accadeva perché in quel periodo tale specie non era presente nel Vecchio Continente. Inoltre quello arrivato a Lisbona morirà dopo pochi mesi nel naufragio del veliero che lo trasportava a Roma in dono a Papa Leone X.
Il percorso della mostra è suddiviso in tre periodi:
- Il primo riguarda il breve soggiorno in Europa di quel rinoceronte, prima della tragica morte, e i personaggi coinvolti da quella rara presenza (due re, un papa e alcuni grandi artisti del rinascimento).
- Il secondo si riferisce alla storia del “ritratto” eseguito dal Dürer, il quale venne copiato, fin verso la fine del XVIII secolo da molti incisori con la convinzione che il cornetto sulla groppa fosse una parte reale della struttura fisica dell’animale.
- Il terzo riparte da Salvador Dalì (che ispirandosi al rinoceronte del Dürer realizzò alcune famose sculture) e arriva fino a opere dei giorni nostri; dimostrando come quella silografia con il cornetto riesca ancora (dopo cinquecento anni) ad affascinare e coinvolgere diversi artisti.
In mostra sono esposte prevalentemente stampe antiche, ma ci sono anche sculture e libri. Un centinaio di opere sono rinoceronti dureriani, di cui una novantina realizzate tra il XVI e inizio XVIII secolo e le altre contemporanee. Completano la mostra una trentina di immagini complementari.
CARIGNANO: “QUID EDAMUS, QUID SUMUS”, FOTOGRAFIE PER NUTRIRSI
Ex Salone Consiliare, Piazza San Giovanni, 9 – CARIGNANO (TO)
Inaugurazione Sabato 26 settembre 2015 ore 17,00 – fino al 25 ottobre 2015
Orari mostra: Venerdì e Sabato 15:30-18:30, Giovedì e Domenica 10:00-13:00
e su appuntamento – Ingresso gratuito
Inaugura il 26 settembre a Carignano (TO), presso l’Ex Salone Consiliare del Comune in piazza San
Giovanni 9, QUID EDAMUS QUID SUMUS | fotografie per nutrirsi un evento espositivo con 14 autori, più di 90 fotografie, 4 installazioni, fotografia storica e contemporanea; contenitori alimentari, vasellame, nature morte e morenti ed opere concettuali. Dopo l’appuntamento avvenuto alla Cripta della Chiesa Bizantina di San Michele Arcangelo di Torino, la mostra prosegue il suo cammino in un secondo allestimento riveduto ed ampliato, che resterà aperto al pubblico fino al 25 ottobre 2015 con ingresso gratuito. Gli 8 autori che hanno già preso parte alla kermesse torinese riproporranno a Carignano le stesse opere, adattate agli spazi espositivi della ex Sede Storica del Comune, lo scalone a forbice Juvarriano, il grande Salone Consiliare e annesso archivio storico.
Espongono: Paola Agosti, Reportage 1970/1990 – fotografie sulla cultura e produzione del cibo; Franco Borrelli – stampe a colori di animali destinati alla catena alimentare dalla serie Ritratti d’Italia; Bersezio & Olivero – installazione Stenografie (fotografie stenopeiche) e dittico Umane consuetudini dalla dimensione domestica; Simone Casetta – reportage del progetto “Africa Milk Project” (premiato da EXPO MILANO 2015 come “Best Practice” per lo sviluppo sostenibile); Claudio Cravero – Mise in Cene e La Grande Bouffe, riflessioni intorno al tema dell’ultima cena; Matilde Domestico – installazione Interno stoviglie, rilevi a grafite, album per carte de visite e silhouette con i ritratti di poeti e scrittori; Pierluigi Manzone – Memorie materiali del XX secolo, riflessione concettuale intorno alla sedimentazione delle immagini; Paolo Minioni – installazione Nature Morenti, fotografie e deperibilità organica; Zoltan Nagy – fotoreportage con due Nature morte, Guglielmina Otter – Suite n.1, animazione e giochi di luce su bicchieri in vetro; Giacomo Vanetti – Black Magic Lasagna, vere lasagne adoperate come supporto fotografico; Natale Zoppis – trittico Cuore, Pane, Croce, Gesso e l’installazione dell’opera Frutti dell’Eden; completa la mostra la selezione dalla Collezione Silingardi, originali della fine del XIX secolo: il lavoro nei campi, i mercati all’aperto, le scene veriste scattate nelle strade, i siparietti messi in scena con venditrici di frutta o clienti di una caffetteria. Alcune straordinarie immagini ci mostrano scene di quello che oggi chiamiamo “street food”, con autori molto conosciuti, quali i fratelli Zangaki, Hippolyte Arnoux o Felix Bonfils. L’intero percorso è stato costruito per dire che siamo quello di cui nutriamo i nostri pensieri, i nostri ricordi, i nostri animi. Tempestati dai media e dalla pubblicità, siamo spinti alle più disparate riflessioni. Il cibo è salute, casa, famiglia, cultura del territorio, oltre ad essere nutrimento per la vita è economia, inquinamento, causa di malattia, di lotte e guerre. L’arte, da sempre ci aiuta a leggere il presente, la trattazione del food, in tutte le sue molteplici sfaccettature, è resa più che mai attuale dalla rilettura messa in atto da Expo 2015, con il titolo Nutrire il Pianeta, Energia per la vita. Il progetto espositivo è curato da Daniela Giordi, allestito da ABF – Atelier per i Beni Fotografici, in qualità di partner dell’Associazione IAAP Associazione Internazionale di Arte e Psicologia.
TORINO, ATHOS, I COLORI DELLA FEDE, MOSTRA FOTOGRAFICA DI STRATOS KALAFATIS
Il fotografo greco Stratos Kalafatis ha dedicato cinque anni del suo lavoro all’esplorazione e la conoscenza del Monte Athos, dei paesaggi, dei monasteri, ma soprattutto degli uomini che lo abitano. Ci sono volute 25 visite, un totale di 200 giorni di pellegrinaggi fotografici tra il 2008 e il 2013, per arrivare ad una profonda comprensione di questo mondo di clausura e spiritualità, che viene svelato attraverso le 120 immagini che compongono la mostra “Athos, i colori della fede”.
Nato nel 1966 nella città di Kavala nel Nord-Est della Grecia, Stratos Kalafatis ha studiato fotografia all’Art Institute di Philadelphia, USA. Dal 1993 ha realizzato numerosi progetti fotografici come: Immagini archetipe, Diario 1998-2002, Saga, Arcipelago, Athos-I colori della fede. Ha ricevuto numerosi premi internazionali e ha partecipato ad importanti mostre manifestazioni culturali come la Biennale di Architettura di Venezia (2006). Vive a Salonicco, lavora come fotografo e insegna fotografia creativa. www.stratoskalafatis.com
Palazzo Saluzzo Paesana, Appartamento Padronale-Via della Consolata 1bis, Torino
www.palazzosaluzzopaesana.it. Fino al 25 Ottobre 2015. Ingresso libero
Orario di apertura: da martedì a sabato dalle 15.00 alle 19.00, domenica dalle 11.00 alle 19.00 o su appuntamento telefonando al numero 347 0103021
Tavola Rotonda: 25 Settembre, Circolo dei Lettori, Sala Grande, ore 15.30
Catalogo: edizioni Agras, introduzione di N. Xidakis
DEMONTE: IL “PICCOLO MONDO” RITROVATO DI LALLA ROMANO FRA SCRITTURA E FOTOGRAFIA
Venerdì 25 settembre alle ore 17, presso il Salone delle Feste nello “Spazio Lalla Romano” di Palazzo Borelli a Demonte, si svolgerà il primo appuntamento del ciclo di incontri “Scrittura e fotografia in Lalla Romano”. Antonio Ria, curatore della rassegna, terrà una conversazione sul tema “Demonte: il ‘piccolo mondo’ ritrovato di Lalla Romano, fra scrittura e fotografia”. “Lettura di un’immagine”, “Romanzo di figure”, “Nuovo romanzo di figure”, “Ritorno a Ponte Stura”: in quattro tra i libri più originali di Lalla Romano ci sono le origini di una forma nuova di romanzo. Dalle immagini e dalla scrittura nasce un clima poetico e storico, “un discorso sul ‘nostro’ tempo”, come lei stessa lo definisce. L’ingresso è gratuito. Per maggiori informazioni telefonare allo 0171/618260 o visitare il sito Internet www.marcovaldo.it.
TORINO, “SUGAR ART”, LA BIENNALE DELLA CREATIVITÀ A BASE DI ZUCCHERO
Arte in pasticceria, dolci creazioni a base di zucchero in grado di stuzzicare sia il palato che gli occhi: saranno in mostra a “Sugar art”, la biennale in programma nel Centro incontri della Regione Piemonte a Torino, corso Stati Uniti 23, dal 19 al 24 settembre. La manifestazione, ideata e curata dalle artiste Mary Cocciolo e Nuni Cocciolo, è promossa dall’associazione D.I.V.A., presieduta da Tina Durando. Testimonial dell’evento sarà Renato Ardovino, esponente del “cake design” italiano e presentatore del tutorial di pasticceria di Real Time “Torte in corso”.
Sugar art è una forma espressiva che usa la pasticceria, e in particolare lo zucchero, per creare delle opere d’arte. Per sei giorni si terranno mostre, incontri, manifestazioni e conferenze con interventi di artisti e critici su questa nuova professione.
OMEGNA, “CARS” ALLA F.A.R.O. TOYS
>>C.A.R.S. giunge alla sua VI edizione presentando le opere di quattro artisti in residenza; Francesca Ferreri, Vincenzo Simone e Vinicio Venturi, selezionati tra gli oltre 60 partecipanti al Bando Residenza 2015 e Nicola Genovese, ospite in residenza selezionato tra i partecipanti a MARS Milano. C.A.R.S riparte confermando un format di residenza che ha ospitato 18 artisti in cinque edizioni, artisti italiani over 25 con comprovata pratica di studio, e oltre 8o artisti italiani e internazionali coinvolti nei numerosi eventi espositivi organizzati dall’Associazione Culturale Mastronauta. Luogo deputato ad accogliere l’esperienza e le opere dei quattro artisti è ancora una volta la F.A.R.O Toys. Storica fabbrica di giocattoli italiani che riconferma il suo supporto al progetto di residenza affidando agli artisti lo spazio dei magazzini, un white cube di ca. 700 mq. La collettiva C.A.R.S 2015 inaugurerà domenica 27 settembre dalle ore 12.00. Rimarrà aperta al pubblico sino all’11 ottobre
SALUZZO, MOSTRA FOTOGRAFICA “LE 100 FACCE DELLA MUSICA ITALIANA”
La mostra fotografica “Le 100 facce della musica italiana” di Giovanni Gastel, promossa dalla famosa rivista musicale Rolling Stone, approda a Saluzzo presso la Castiglia.
L’esposizione, curata dalle associazioni saluzzesi UR/CA Casa laboratorio e Ratatoj sotto la direzione artistica di Nicolas Ballario, ha come sponsor la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e il birrificio Kauss. La mostra sarà inaugurata Venerdi 25 Settembre alle ore 18 (solo su invito) dove, oltre all’artista, saranno presenti personalità del mondo della musica piemontese. Sarà aperta al pubblico da Sabato 26 Settembre al 1 Novembre 2015.
Cento fotografie scattate da Giovanni Gastel ad altrettante personalità del panorama musicale e discografico italiano selezionate da Rolling Stone. “E così abbiamo riso e parlato e fotografato in quel luogo di sospensione del tempo e dello spazio che è il mio studio fotografico”. Giovanni Gastel, classe 1955, è uno dei fotografi italiani più importanti a livello mondiale; ha incontrato e ritratto i volti di 100 protagonisti rilevanti del music biz italiano. Sguardi profondi, sorrisi luminosi, la semplicità nei gesti: il lavoro di Gastel racconta ed esprime l’anima e la personalità di ognuno degli artisti immortalati. Dalla popstar al rapper, dalla casa discografia al gruppo rock: “100 ritratti che compongono il mappamondo artistico e definitivo della musica del nostro paese”. Non un semplice progetto fotografico quello curato da Giovanni Gastel, ma un vero e proprio atto di amore per la musica italiana, i volti e “il suono di un paese meraviglioso come non l’avete mai visto”.