Torino. “Extinction Rebellion”, appello alla politica: decidere subito contro la crisi climatica

Il 21 dicembre 2021 il movimento “Extinction Rebellion” di Torino ha occupato l’ingresso di Palazzo Lascaris, sede del consiglio regionale del Piemonte, per inviare un appello al mondo della politica, affinché vengano prese decisioni concrete per affrontare la crisi climatica.

Il movimento non violento per la lotta climatica “Extinction Rebellion” si sviluppa in Inghilterra a partire dal 2018, quando il 31 ottobre di quell’anno un numero consistente di cittadini britannici prese posizione contro il governo inglese, occupandone la sede e attuando un’azione di disobbedienza civile per protestare contro l’inazione del governo rispetto alla crisi climatica. Da allora, il movimento si è diffuso in tutta Europa, e persino Greta Thunberg lo descrive come “il movimento più importante e promettente della nostra epoca.”

L’appello rivolto da “Extinction Rebellion Torino” ha proprio lo scopo di risvegliare le coscienze dei politici: viene denunciata l’inazione del governo di fronte alla crisi climatica, il quale, nonostante si definisca democratico, s’impegna esclusivamente a mantenere uno status quo che è causa dell’estinzione di massa che stiamo vivendo. Un vero governo dovrebbe, al contrario, difendere il bene comune promuovendo la giustizia, che non risponde alle leggi del mercato. Per questo, vengono citati i dati del “Global Wealth Report” che indicano l’aumento della ricchezza globale a seguito della pandemia, ma allo stesso tempo anche il progressivo divario tra ricchi e poveri. In ultimo, si richiamano i politici al valore etico della politica stessa, la quale prescinde dagli interessi particolari e si preoccupa invece del servizio della comunità. Quanto descritto dalle attiviste e dagli attivisti in questa occasione, non può certo essere negato: lo provano i dati che indicano un crollo dell’affluenza alle urne da parte dei cittadini, sintomo allarmante della crisi politica di questo periodo storico.

Saranno in grado i politici di comprendere che per affrontare la questione climatica, il più grande scoglio della nostra epoca, è necessario prima di tutto ascoltare coloro che ogni giorno vivono le conseguenze della crisi climatica sulla propria pelle?

Anna Carfì