PIEMONTE ARTE: LEVIA GRAVIA, CASTELLO DI RIVOLI, SANDRETTO, FOLON, ANIMALS…

 

Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo

TORINO. LEVIA GRAVIA, COLLETTIVA DI ARTE CONTEMPORANEA

a cura di Francesca Canfora e Roberto Mastroianni. Fino al  29 gennaio 2022. Galleria Umberto Benappi Arte Contemporanea | via Andrea Doria 10 – Torino

Paolo Grassino | Domenico Borrelli | Carlo D’Oria  Gisella Chaudry | Sacha Turchi | Guendalina Urbani

Levia Gravia è una mostra collettiva di arte contemporanea, a cura di Francesca Canfora e Roberto Mastroianni, organizzata e ospitata dalla galleria Umberto Benappi Arte Contemporanea di Torino, che presenta un dialogo intergenerazionale tra le differenti poetiche di tre artisti, ormai consolidati protagonisti della scena nazionale e internazionale (Paolo Grassino, Domenico Borrelli, Carlo D’Oria), con tre giovani e promettenti artiste emergenti (Gisella Chaudry, Sacha Turchi, Guendalina Urbani), mettendo in scena un confronto tra approcci differenti, ma complementari, che pongono al centro la scultura intesa come pratica narrativa e sperimentazione sui materiali, le forme, le tecniche e i linguaggi del contemporaneo. Levia Gravia, delle cose leggere e delle cose pesanti, intende dunque indagare, attraverso la presentazione di alcune recenti opere scultoreo installative dei sei artisti, la dimensione plurale del reale e degli sguardi che su di esso si pongono al fine di afferrare, conoscere e comprendere il costituirsi di un mondo condiviso, in cui le narrazioni sociali, culturali e morali devono fare i conti con le differenza di genere, di classe e cultura e con la molteplicità delle forme e dei materiali, articolando quell’ossimoro che tiene insieme leggerezza e pesantezza e che caratterizza la presenza dell’umano nel mondo, in cui il “pesante” e il “leggero” convivono completandosi senza escludersi a vicenda. Cos’è LeviaGravia? In principio è un ossimoro, l’accostamento di due termini in contrapposizione, che tiene assieme il “grave” e il “lieve”, rimandando a quell’espressione latina, Levia Gravia (dagli aggettivi levis e gravis, entrambi con lo stesso significato giunto a noi nella lingua italiana), divenuta famosa per il titolo di una raccolta di poesie di Giosuè Carducci, pubblicata nel 1867 e ispirata a un verso dei Tristia di Ovidio, che indicava le cose leggere per sentimento, ma pesanti (difficili) da fare. In questa mostra l’ossimoro, figura retorica tra le più intriganti che la lingua possa utilizzare, diventa concetto operativo e curatoriale e viene utilizzata nella sua valenza metaforica ed enfatica, al fine di attirare l’attenzione dell’interlocutore e del fruitore e, al contempo, delineare lo spazio di una dimensione sospesa e senza nome, in cui è costretto a muoversi l’umano. La dimensione antropologica si trova, infatti, sempre circoscritta dalla pressione della pesantezza del reale (l’ambiente, la pressione delle pulsioni e degli stimoli, le impressioni, gli ostacoli, i pericoli del materico,…) e dalla leggerezza di aspirazioni, desideri, sogni, necessità, emozioni, progetti, facendo dell’uomo un animale teso tra l’immanenza e la trascendenza e sospeso in una dimensione simbolica e linguistica capace di mettere in forma il mondo. Il concetto espresso dal titolo, per quanto soggetto a molteplici interpretazioni e diverse sfumature, rimanda pertanto a quell’insieme possibile e necessario, reale e immaginario di “cose lievi” e “cose gravi” che convivono nel mondo umano e che danno forma alla dimensione antropologica individuale e collettiva. Le opere in mostra danno così vita a una narrazione figurale, in cui il lieve e il grave diventano cifra espressiva e poetica di artisti di diversa età, formazione e poetica che hanno nella loro carriera portato avanti una ricerca su forme e materiali, al fine di restituire inquietudini e aspettative dell’umano singolo e associato nella condizione socio-storica attuale e nella dimensione esistenziale generale che costringe questo animale, precario e fragile, a rapportarsi con un ambiente ostile facendolo diventare un mondo ospitale e abitabile. Lieve e grave, attributi di norma legati in modo stretto alla materia, al dato fisico, corporeo ed empirico, diventano così concetti operativi per dare forma a sculture e installazioni, che travalicano la dimensione prettamente materiale e fisica della realtà, diventando emblematiche di una condizione antropologica e ontologica dell’intersoggettività e della realtà. I due differenti aspetti della materia risultano qui, in modo astratto e ideale, equivalenti e paritetici, mostrando come il progresso e i cambiamenti socio-storici abbiano portato le arti contemporanee a esplorare linguaggi, materiali e forme che hanno superato la concezione tradizionale della scultura, storicamente associata a materiali “pesanti” e pregiati, in direzione di una metaforica “levitazione”, che attraverso l’uso delle nuove tecnologie e di materiali innovativi hanno impresso una svolta alla pratica scultorea, sancita in via definitiva dalle avanguardie storiche. Ciò permette di articolare una fisionomia della scultura caratterizzata da tratti installativi che prediligono accostamenti, accumulazioni e assemblage di materiali differenti, anche lievi, delicati e impalpabili come un soffio. La scultura ha iniziato così a cambiare forma e perdere peso in modo legittimo, mantenendo però inalterato il suo valore e la sua densità simbolica e significante; intercettando questa traiettoria diviene interessante indagarne le recenti evoluzioni, aprendo un confronto e un dialogo tra artisti e artiste di generazioni differenti. In questa prospettiva, tre scultori mid-career – Paolo Grassino, Domenico Borrelli e Carlo D’Oria – da sempre dediti a una scultura in cui massa e peso hanno giocato un ruolo di primo piano, sono qui affiancati da tre promettenti artiste emergenti – Gisella Chaudry, Sacha Turchi e Guendalina Urbani – che hanno assunto come principi cardine levità e delicatezza. In entrambi i casi, siamo di fronte a un’indagine sul senso della presenza umana nel mondo, sulla dimensione antropologica e sulle forme dell’espressione che permettono agli artisti di indagare l’inquietante, fragile e precaria condizione umana (Grassino e D’Oria), la dimensione strutturale della realtà e della corporeità (Borrelli, Grassino e D’Oria), le forme della realtà nel loro divenire e nella loro emersione simbolica (Chaudry, Grassino, D’Oria) e l’indagine sul movimento, la leggerezza dei materiali e la densa potenza simbolica del linguaggio e dei segni (Chaudry, Turchi, Urbani), che danno forma al nostro mondo condiviso. Tutti gli artisti presenti in mostra hanno sperimentato nella loro pratica e nella loro carriera materiali e tecniche differenti per rispondere alla sfida di rendere, con i linguaggi del contemporaneo, sensata e significativa la presenza dell’azione umana, sia nei suoi elementi strutturali ed esistenziali, sia nei sui elementi socio-storici, culturali e intersoggettivi. Questa mostra vuole essere la presentazione di una selezione di opere e temi che caratterizzano la poetica dei sei artisti, nei loro recenti sviluppi, dando forma a una complessa narrazione figurale che racconta quello spazio indefinito tra “cose leggere” e “cose pesanti” che danno vita allo spazio esistenziale dell’uomo, indagandone strutture, forme ed evoluzioni.

LEVIA GRAVIA

Galleria Umberto Benappi Arte Contemporanea

via Andrea Doria 10, 10123 – Torino dal 17 dicembre 2021 al 29 gennaio 2022 mart – sab 10.00 -13.00 | 15.00 – 19.30

tel. 011 883262 | www.umbertobenappi.com |umberto@benappi.com

 

LA PRIMA BIENNALE INTERNAZIONALE DI ASTI

Il nuovo anno si apre alla Asti Art Gallery, in via Giuseppe Maria Bonzanigo 32-34, il 9 gennaio, alle 17, con l’inaugurazione della Prima Edizione della Biennale Internazionale di Asti, che propone al pubblico le opere di una selezionata cerchia di artisti contemporanei, tra pittori e fotografi. Contestualmente viene presentato il Premio Italia 2022 in Biennale, con autori che provengono da tutta l’Italia, insieme ai lavori di una pittrice di Hong Kong e un pittore italo-francese. La manifestazione è organizzata dalla gallerista Romina Tondo, con il curatore Pablo T e il critico Roberto Portinari. Durante l’apertura intervento musicale del trio jezzistico del veneziano Francesco Landi (Info:0141/439035).

 

CASTELLO DI RIVOLI: IL PROGRAMMA ESPOSITIVO 2022

Nell’anno 2022 il programma del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, primariamente sostenuto dalla Regione Piemonte, prevede importanti nuove mostre, attività educative, di ricerca, di cura delle Collezioni e attività collaterali. Il 2022 vedrà l’inaugurazione dell’attesa mostra Espressioni. L’epilogo in primavera, nonché la mostra personale di Olafur Eliasson in autunno. “Nel XXI secolo il Museo d’Arte Contemporanea si sta reimmaginando”, afferma il Direttore Carolyn Christov-Bakargiev, “non più solo contenitore di grandi mostre temporanee ma luogo radicato nella sua comunità locale e generatore di arte nel territorio di appartenenza; il museo deve essere contemporaneamente anche capace di proiettarsi internazionalmente nel mondo. Lo Slow museum è un luogo che appartiene al pubblico e agli artisti, di produzione artistica e di ricerca; è caratterizzato da una moltitudine di diversi eventi, ciascuno dedicato a una micro comunità di interesse. La sfida è fare interagire queste micro comunità al fine di una crescita collettiva anziché rinforzare l’esistenza di bolle di interesse separate. Il museo contemporaneo è anche archivio e collezione, cioè costruzione di un passato per i nostri posteri capace di raccontare la nostra epoca in futuro, ed è infine palestra per i sensi e per l’esercizio della nostra fisicità, fonte di ogni vera conoscenza e ancor più importante nel XXI secolo caratterizzato nella vita quotidiana dalla digitalizzazione e dalla perdita di esperienze corporee”.

Programma in sede

  1. Espressioni. L’epilogo

Il 12 aprile 2022 sarà inaugurata la mostra collettiva Espressioni. L’epilogo (13 aprile – 17 luglio 2022) a cura di Carolyn Christov-Bakargiev, Marcella Beccaria, Marianna Vecellio, Andrea Viliani e Fabio Cafagna con l’assistenza curatoriale di Anna Musini. Espressioni. L’epilogo segue e conclude il programma di mostre inaugurate nel 2020. La nuova mostra, che si snoderà negli spazi del Castello, della Manica Lunga e della Casa del Conte Verde a Rivoli, oltre a capolavori di William Turner (Londra, 1775 – Chelsea, 1851), Gustav Klimt (Baumgarten, 1862 – Vienna, 1918), Francisco Goya (Fuendetodos, Spagna, 1746 – Bordeaux, 1828), James Ensor (Ostenda, 1860–1949) e Jean-Michel Basquiat (New York, 1960–1988), includerà numerose nuove produzioni artistiche, performance e progetti ‘focus’ di Marianna Simnett (Kingstone-upon-Thames, Regno Unito, 1986), Silvia Calderoni (Lugo, 1981), Grada Kilomba (Lisbona, 1968), Uýra Sodoma (Emerson Pontes da Silva, Santarém, Pará, 1991), Irene Dionisio (Torino, 1986), Lina Lapelyte (Kaunas, Lituania, 1984), Richard Bell (Charleville, Australia, 1953), Adrián Villar Rojas (Rosario, Argentina, 1980), Tabita Rezaire (Parigi, 1989), Cooking Sections (Daniel Fernández Pascual, 1984 e Alon Schwabe, 1984), Precious Okoyomon (Londra, 1993), Bracha L. Ettinger (Tel Aviv, 1948) e Agnieszka Kurant (Lódz, 1978). La mostra Espressioni indaga la storia dell’espressionismo nelle sue varie declinazioni quale conseguenza delle rivoluzioni tecnologiche e scientifiche lungo tutta la storia umana, fino alla singolarità esasperata e la vanità di massa del nostro tempo. Accanto a una selezione di opere provenienti dalle Collezioni del Castello di Rivoli e della Collezione Francesco Federico Cerruti per l’Arte, includerà prestiti nazionali e internazionali provenienti da istituzioni prestigiose come Collezione Peggy Guggenheim, Venezia; Collezioni Intesa Sanpaolo; Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma; Gallerie dell’Accademia, Venezia; Fondation Carmignac, Parigi/Île de Porquerolles; Fondazione Giorgio Cini, Venezia; Kunstsammlungen Chemnitz, Chemnitz; Maria Lassnig Foundation, Vienna; The Metropolitan Museum of Art, New York; Museo di Capodimonte, Napoli; Museo Poldi Pezzoli, Milano; Musée d’Art de Nantes, Nantes; Museu Nacional de Arte Antiga, Lisbona; Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, Madrid; Palazzo Coronini Cronberg, Gorizia; Stiftung Seebüll Ada und Emil Nolde, Seebüll; Tate, Londra; nonché da diversi prestatori privati. Tra le presenze ‘focus’ di Espressioni, si ricordano a esempio la nuova opera di Richard Bell (Charleville, Australia, 1953) appositamente concepita per il Museo che sarà allestita nella Sala Progetto e nel giardino prospiciente la Manica Lunga. La pratica dell’artista e attivista politico australiano aborigeno ruota attorno alla produzione di video, installazioni, pitture e testo. Per Bell l’‘arte aborigena’ è un’invenzione del sistema turistico australiano rivolto alla promozione dell’arte australiana ‘autentica’ a discapito di quella aborigeneità contemporanea che necessita di emancipazione e riassegnazione di significato nel dibattito delle idee generali. Le sale personali Bracha L. Ettinger. Bracha’s Notebooks presentano una serie di 5 dipinti e circa 50 quaderni utilizzati dall’artista per annotare le sue riflessioni, associazioni e appunti di lavoro, unendo fra loro parola e disegno. I quaderni, scritti in tre lingue (francese, inglese ed ebraico), testimoniano la duplice attività di Bracha L. Ettinger la cui pratica artistica si intreccia con il suo lavoro e la sua ricerca di filosofa e psicanalista. Inoltre, la sala di Agnieszka Kurant Crowd Crystal riflette sul potenziale insito in ciascuno di noi capace di influenzare il cambiamento sociale all’interno di una collettività, in particolare all’interno del mondo digitalizzato. Crowd Crystal di Kurant indaga l’impatto dei fenomeni di intelligenza collettiva in natura, nella cultura e nelle intelligenze non umane – dai batteri e altri organismi unicellulari fino all’intelligenza artificiale. Dal punto di vista dell’espressione di una soggettività collettiva, una sala della mostra Espressioni. L’epilogo sarà dedicata alla storia della Street art per la cura di Gianluca Marziani.

  1. Paolo Pellion di Persano

Nel contesto della donazione dell’archivio di Paolo Pellion di Persano (Castagneto Po, 1947–2017) al Museo, è stato acquisito un importante nucleo di sue opere fotografiche. A partire da questa donazione e acquisizione, nella primavera 2022 il Castello di Rivoli presenterà la mostra a cura di Andrea Viliani organizzata dal CRRI, dedicata alla figura di uno dei più importanti fotografi italiani contemporanei che ha lavorato in stretta collaborazione con gli artisti dell’Arte Povera. La mostra sarà l’occasione per ripercorre l’attività espositiva del Castello di Rivoli a partire dalla mostra inaugurale Ouverture (1984) fino al 2012, che Pellion ha documentato nel corso della sua carriera. Le opere fotografiche donate al Museo saranno oggetto del programma di digitalizzazione e archiviazione dei materiali documentari dell’artista conservati presso il CRRI.

  1. Olafur Eliasson

Dal 21 settembre 2022 al 29 gennaio 2023 al terzo piano della Manica Lunga sarà presentata la mostra a cura di Marcella Beccaria dedicata a Olafur Eliasson (Copenhagen, 1967), artista contemporaneo interessato al cambiamento climatico e alla percezione, che pone gli spettatori al centro della propria indagine artistica in complesse installazioni luminose. La mostra sarà costituita da una grande installazione inedita appositamente creata per la Manica Lunga che modifica l’intero spazio in una gigantesca macchina ottica. L’artista trasforma la Manica Lunga, che misura 147 metri in lunghezza e 6 metri in larghezza, edificata come pinacoteca di Casa Savoia nel 1630 circa, in un luogo di intensa esperienza percettiva e sensoriale, un luogo che ricorda le ricerche sull’ottica del passato mentre al contempo esalta l’importanza della corporeità e della presenza fisica nell’era digitale. Utopica e sottilmente rivoluzionaria, la pratica di Eliasson unisce la memoria dell’incontro con la natura alle ampie diramazioni della ricerca scientifica e del pensiero ecologico per immaginare un futuro felice per il pianeta e la società. Nel 1999 Eliasson ha presentato al Castello di Rivoli Your Circumspection Disclosed (La tua circospezione svelata, 1999), sua prima installazione in un museo italiano. Nata dall’incontro con l’architettura del Castello, l’opera è, secondo le parole dell’artista, “un’estensione dell’occhio, o meglio una macchina per vedere”. Nel 2008 l’artista ha realizzato The sun has no money (Il sole non ha soldi, 2008), presentata in occasione della collettiva 50 lune di Saturno (2008), entrata a far parte delle collezioni del Museo grazie alla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT. Il tema introdotto dal titolo The sun has no money è riconducibile a una serie di ricerche condotte dall’artista in quel periodo, segnato da una grave crisi economica su scala globale. La mostra includerà inoltre l’allestimento di una sala di lettura aperta al pubblico, dove saranno raccolti i quasi cento cataloghi che ad oggi coprono la produzione dell’artista, a partire dalle primissime mostre personali dagli anni novanta a oggi. Sarà inaugurata in collaborazione con la mostra che Palazzo Strozzi a Firenze dedicherà in contemporanea all’artista.

  1. Vegetali e minerali. Azioni di compostaggio e coesistenza ecologica

Dal 3 novembre 2022 a fine febbraio 2023 al terzo piano del Castello sarà presentato il ciclo di opere e azioni Vegetali e minerali. Azioni di compostaggio e coesistenza ecologica, a cura di Andrea Viliani e Marianna Vecellio. La mostra, organizzata dal dipartimento curatoriale con il CRRI, si sviluppa attraverso performance, azioni e rievocazioni che pongono l’enfasi sui temi del suolo, scarto, co-evoluzione, cooperazione e coesistenza ecologica in stretta relazione con le opere degli artisti. Lo spazio espositivo della mostra diventerà luogo di mescolanza e della trasformazione continua degli stati di materia, di alleanze trasformative del vivente attraverso azioni che riportano al centro dell’immaginario documenti e memorie. Detto anche terricciato o composta, il “compostaggio” è il risultato di un processo biologico risultante dall’ossidazione di un misto di materie e scarti organici, quali i nitrati e i carbonati, che esposti alla presenza di ossigeno si decompongono e ricompongono in terreno fertilizzante. È per questa sua capacità internamente trasformativa che il concetto di compost, ibridato alla parola ‘host’ di ospite, diventa l’ambiente ideale per prefigurare le infinite potenzialità di una perenne e circolare trasformazione delle identità e degli spazi. L’immagine del terriccio che si trasforma organicamente permea l’ambiente espositivo in cui le immaginifiche anticipazioni prospettate dalla filosofa Donna Haraway sulla coesistenza tra forme di vita differenti si manifestano coinvolgendo l’opera di Joseph Beuys (Krefeld, 1921 – Düsseldorf, 1986) e Michael Rakowitz (New York, 1973), tra gli altri.

  1. La Collezione Cerruti

Nel 2022 proseguiranno le visite guidate a Villa Cerruti a cura delle Artenaute del Castello di Rivoli. Per ampliare l’offerta educativa, accanto alle visite generali che ripercorrono la storia della collezione, soffermandosi sul gusto e sulla biografia di Francesco Federico Cerruti (Genova, 1922 – Torino, 2015), saranno promosse nuove visite tematiche con l’intento di approfondire la conoscenza di nuclei peculiari di opere. Le visite prenderanno in considerazione i seguenti argomenti: Pittura e scultura dal Trecento al Cinquecento; Ritratti in collezione; Giorgio de Chirico, la Metafisica e il Surrealismo; Arredi, tappeti e arti decorative; Manoscritti, antichi libri decorarti e legature di pregio. Il programma culturale delle Collezione Cerruti sarà curato da Laura Cantone e Fabio Cafagna.

Le attività della Collezione Cerruti sono rese possibili grazie al contributo della Fondazione Cerruti.

  1. COSMO DIGITALE

Tutte le mostre presentate al Castello di Rivoli saranno accompagnate da programmi digitali. Per ogni evento collaterale sarà inoltre prevista una diretta streaming del Castello di Rivoli e la pubblicazione di estratti da 1 minuto sui canali social. Tutti i contenuti digitali saranno disponibili all’interno del COSMO DIGITALE, sede virtuale del Museo a cura di Giulia Colletti che a partire da gennaio 2022 si arricchirà di nuovi contenuti ed eventi inediti con cadenza settimanale. Dal 2022, COSMO DIGITALE ospiterà inoltre una nuova serie di podcast commissionati a sound artists, poeti e scrittori dal titolo Marginalia, nonché la ricerca del filosofo in residenza per l’anno 2022, Federico Campagna.

 Programma espositivo fuori sede

  1. Arte e ecologia dall’Arte povera a oggi

In collaborazione con le OGR – Torino, dal 28 aprile al 25 settembre 2022 il Castello di Rivoli organizza presso le OGR di Torino una mostra che verterà sulla storia dell’Arte povera e l’emergere di tematiche ecologiche nell’arte dagli anni Sessanta a oggi. La mostra sarà co-curata da Carolyn Christov-Bakargiev, Marcella Beccaria e Samuele Piazza e verrà allestita una selezione di opere importanti che sono parte della Collezione della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT in comodato al Castello di Rivoli.

  1. 17° Biennale di Istanbul

In collaborazione con la Biennale di Istanbul, il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea realizza il progetto inedito di Renato Leotta, Posidonia – Concertino per il mare (Little Concert for the Sea, 2022), che affonda le sue radici nell’osservazione dell’ecosistema dei fondali del Mediterraneo. Proponendo una possibile forma di comunicazione interspecie, esso consiste nel tentativo di tradurre la struttura interna delle foglie di Posidonia oceanica in uno spartito musicale da eseguire come concerto udibile dall’orecchio umano. Portando all’attenzione l’importanza vitale di un ecosistema in pericolo, Concertino per il mare funge da invito ad ascoltare le storie di migrazione, adattamento, incontri e lotte per la sopravvivenza della Posidonia attraverso il tempo, da un passato lontano fino a un futuro incerto. Il progetto Posidonia – Concertino per il mare è vincitore dell’Italian Council Edizione 10, bando internazionale promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura a supporto della creatività contemporanea italiana.

  1. Arte pubblica nel Cuneese

In occasione del ventennale della Fondazione CRC, tra la primavera e l’autunno del 2022 saranno presentate opere di arte pubblica realizzate da importanti artisti contemporanei italiani e internazionali prodotte dalla Fondazione CRC e curate da Carolyn Christov-Bakargiev per il Castello di Rivoli. Le opere saranno collocate ad Alba, Mondovì, Cuneo e Bra.

Mostre già in corso

Oltre al nuovo programma, l’anno 2022 vedrà la proroga di alcune rassegne inaugurate nel corso dell’anno precedente.

La mostra A.B.O. THEATRON. L’Arte o la Vita, dedicata ad Achille Bonito Oliva (Caggiano, 1939), uno dei più autorevoli storici dell’arte, critici e curatori contemporanei, rimarrà aperta al pubblico fino al 6 novembre 2022. Allestita nelle sale al secondo piano del Museo, la mostra, organizzata dal Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e il CRRI (Centro di Ricerca Castello di Rivoli) con il coordinamento e sviluppo curatoriale di Andrea Viliani da un concept di Carolyn Christov-Bakargiev e Achille Bonito Oliva, raccoglie opere d’arte, documentazione di allestimenti, materiale d’archivio e un’importante selezione di materiali televisivi gentilmente concessi da Rai Teche. Nei suoi progetti Bonito Oliva ha presentato alcuni dei più importanti artisti della seconda metà del XX secolo contribuendo a definire linee di ricerca radicali quali, alla fine degli anni Settanta, quelle afferibili alla Transavanguardia italiana, ponendole in relazione dialettica con le ricerche del decennio precedente, fra cui l’Arte povera e l’Arte concettuale, e sostenendo riletture raffinate ed eterodosse quale quella del Manierismo italiano e europeo. In occasione della mostra, Achille Bonito Oliva ha donato al CRRI il proprio archivio personale, mettendo a disposizione degli studiosi nazionali e internazionali il prezioso patrimonio intellettuale da lui costruito in oltre sessant’anni di attività. Al terzo piano del Castello proseguirà fino al 3 luglio 2022 la personale Otobong Nkanga. Corde che si arricciano attorno alle montagne a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria. Tra le più importanti artiste contemporanee internazionali, Otobong Nkanga (Kano, Nigeria, 1974) affronta temi urgenti legati alla crisi ecologica e ambientale, allo sfruttamento delle risorse e alla sostenibilità indagando le storie del colonialismo, le sue ripercussioni sul tessuto sociale e le nuove forme di arte materiale. Ideata appositamente per le sale al terzo piano del Castello di Rivoli, la mostra è concepita come un grande progetto site-specific che comprende opere-tappeti dalla forma irregolare ispirati a minerali come quarzo e malachite, le cui proprietà curative sono note fin dall’antichità. La mostra è parte del progetto di collaborazione con Villa Arson, Nizza, in cui è stata presentata la prima retrospettiva in Francia dedicata a Nkanga. Il progetto è vincitore dell’avviso pubblico PAC2020 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Per quanto riguarda le attività fuori sede, fino al 6 marzo 2022 proseguirà la mostra Pittura in persona. La nuova Collezione della Fondazione CRC a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria. La mostra, che presenta la Collezione di arte contemporanea della Fondazione, oltre alla selezione delle più importanti opere presenti in collezione, include nuove commissioni appositamente realizzate per gli ambienti della Chiesa di San Francesco.

 

PATRIZIA SANDRETTO RE REBAUDENGO È LA TORINESE DELL’ANNO 2021

La Giunta della Camera di commercio di Torino, presieduta da Dario Gallina, ha deliberato questa mattina l’assegnazione del premio “Torinese dell’Anno 2021” a Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Presidente dell’omonima Fondazione. Già Ufficiale della Repubblica Italiana nel 2005 e nominata nel 2020 Ambasciatrice nel mondo delle eccellenze torinesi, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo si aggiudica la 45° edizione del Premio della Camera di commercio di Torino, dedicato a chi, torinese di nascita o di adozione, ha offerto un contributo speciale nel proprio settore di attività, economia, arte, scienza, sociale. Questa la motivazione del riconoscimento: “Per la passione e la coerenza che in oltre 25 anni di attività l’hanno portata a raggiungere la più alta reputazione nell’ambito dell’arte contemporanea, posizionando saldamente Torino nel circuito artistico internazionale, e per la sua vocazione non solo verso il collezionismo, ma anche verso la produzione e la committenza nei confronti degli artisti più giovani. Con un approccio comunicativo originale e innovativo, in grado di avvicinare all’arte anche il pubblico più lontano, si è distinta, inoltre, per l’impegno nel campo dell’educazione e della formazione”. La cerimonia si terrà nel corso della primavera 2022, in concomitanza con il 69° “Premio della Fedeltà al Lavoro e per il Progresso Economico” e la settima edizione dei “Diplomati eccellenti tecnici e professionali”, sempre conferiti dall’ente camerale.

 

IVREA. OLIVETTI E L’ARTE:  JEAN-MICHEL FOLON

A dicembre e gennaio le curatrici accompagnano il pubblico alla scoperta del percorso e delle opere esposte al Museo Civico P. A. Garda di Ivrea

​Le visite, della durata di un’ora circa, saranno riservate a piccoli gruppi, in osservanza alle misure di sicurezza del museo per contrastare la pandemia di Covid 19.

Giovedì 30 dicembre alle ore 17

Giovedì 13 gennaio alle ore 17

Giovedì 20 gennaio alle ore 17

Giovedì 27 gennaio alle ore 17

Prenotazione obbligatoria scrivendo a: musei@comune.ivrea.to.it.  Tutti i dettagli sul sito del Museo

 

STUPINIGI. ANIMALS

Animali da scoprire nei dipinti e da osservare con la passeggiata birdwatching: gli appuntamenti family friendly di gennaio alla Palazzina di Caccia di Stupinigi

In occasione della mostra “Animals” di Steve McCurry, in programma fino al 1° maggio 2022, la Palazzina di Caccia di Stupinigi propone a gennaio due appuntamenti family friendly: giovedì 6 “Ma quanti sono? Fritz, il cervo e tutti gli altri” una visita guidata sul mondo animale, fortemente presente nelle decorazioni della Palazzina, domenica 30 “Birdwatching, in Palazzina!” una passeggiata con laboratorio di birdwatching, guidata da un ornitologo, alla scoperta degli uccelli, dei loro canti e dei loro habitat.

Giovedì 6 gennaio, ore 15,45

Ma quanti sono? Fritz, il cervo e tutti gli altri

Ripercorrendo le immagini classiche di cervi, cani e cavalli, ci si accosterà a storie di terre lontane e si troveranno simpatiche scimmiette e uccelli dai piumaggi variopinti. Senza dimenticare che alla Palazzina di Stupinigi nel 1820 circa fu costruito il “Serraglio delle Belve” destinato ad ospitare una gran varietà di animali esotici, molti dei quali mai visti prima a Torino. Una sorta di giardino zoologico ante-litteram in cui trovò posto anche Fritz, l’elefante indiano regalo del viceré d’Egitto al re Carlo Felice, la cui storia a corte è ricca di aneddoti.

Domenica 30 gennaio, ore 15,45

Birdwatching, in palazzina!

Visita guidata realizzata in collaborazione con l’Ente Parco e un ornitologo alla scoperta degli uccelli, dei loro canti e dei loro habitat, negli apparati decorativi del percorso di visita.

La Palazzina di Caccia di Stupinigi ha inoltre aderito al progetto “Nati con la cultura” per distribuire ad ogni nuovo nato il passaporto culturale che permette un ingresso libero al museo aderente al progetto al bambino/a con il nucleo famigliare (fino a 2 accompagnatori) fino al compimento del suo primo anno d’età.

INFO

Entrambe le attività costano 5 euro. In dettaglio: fino a 6 anni e possessori di Abbonamento Musei: 5 euro (biglietto d’ingresso al museo gratuito); da 6 a 18 e maggiori di 65 anni: 5 euro + 5 euro (biglietto d’ingresso al museo ridotto); adulti: 5 euro + 8 euro (biglietto d’ingresso al museo ridotto)

www.ordinemauriziano.it

È consigliata la prenotazione della visita  Info e prenotazioni: 011 6200634 biglietteria.stupinigi@ordinemauriziano.it