PIEMONTE ARTE: CASORATI, VOGHERA, PUGNO, SARTORIS, TALIANO
CHIERI, ALDO FERRARI ALLA LIBRERIA “LA TORRE”
Si inaugura venerdì 16 ottobre alle 18,30 la mostra “Il segno” di Aldo Pietro Ferrari. Ferrari, nato a Torino nel ’62, residente a Chieri, lavora come designer da Giugiaro. Nel 2006 il suo esordio come pittore con la sua prima personale a Torino. Ha esposto a Chieri, Milano, Roma, Venezia, Treviso, Bologna, Grosseto, Lecce, Firenze. “Per lui – scrive Rosanna Perilongo nella presentazione – ogni pretesto è valido per fuggire dalla tecnologia e comunicarci, con i suoi affascinanti acquerelli, la sua identità italiana.”
ALESSANDRIA, “INVENZIONI DI SEGNO E IMMAGINE”DI FRANCESCO CASORATI
Questa mostra che il Gabinetto delle Stampe Antiche e Moderne del Museo Civico di Alessandria dedica a Francesco Casorati è incentrata su un preciso periodo storico, circa un decennio, 1952-
1963, che riteniamo fondamentale per lo sviluppo di tutta la poetica a venire dell’artista torinese. Un catalogo, (Documenti del GdS n.20) edito per l’occasione, prende in considerazione la produzione calcografica, mentre la mostra, nel suo insieme, propone anche, dello stesso periodo, tre dipinti su tela e 15 litografie. Queste tre partizioni della mostra si integrano a dimostrare la continuità e contiguità delle diverse tecniche espressive nel lavoro di Casorati e, grazie a un preciso e analitico testo della curatrice della mostra, Paola Gastaldi, viene evidenziata una lettura di impronta kleiana, peraltro già notata in altri saggi, della fase iniziale della ricerca dell’artista. Molte delle incisioni esposte hanno di certo la leggerezza favolistica e la forza inventiva che hanno caratterizzato l’opera del maestro svizzero ma già contengono e sviluppano le linee portanti che emozioneranno Casorati nel prosieguo della sua carriera, conducendolo agli esiti stilistici che ben conosciamo. Fogli ‘teneramente’ antichi (‘incunaboli e preludi’ ebbe a scrivere Franco Fanelli) si propongono alla visione con tenuta e forza sorprendenti e ci rimandano appieno la capacità di ricerca e di
sperimentazione nella grafica che saranno costanti in tutto l’arco della sua lunga e prolifica storia incisoria. Un cenno particolare, nell’ambito dei quasi trenta fogli esposti, meritano due rarissime gipsografie (incisioni su lastre di gesso con stampa in piano) del 1952 e 1958, “Leggenda” e “Paesaggio animato”, che saranno visibili con le due preziose matrici che ancora conservano l’originale nero di stampa. Battaglie, Barconi, Officine, Teatrini, Caccia alla luna, e altre scene
fantastiche sono i soggetti preminenti dell’immaginario casoratiano che, con aspetti sempre diversi, giocano ad intersecarsi in quella piccola teatralità che oscilla tra la ragione costruttiva del fare e il
libero e ludico fantasticare del mettere in scena.
Palazzo Cuttica Via Parma 1 Alessandria
dal 3 ottobre 2015 al 31 gennaio 2016 Orario: sabato – domenica e lunedì dalle ore 15,30 alle ore
19,30
TORINO: SEGNO E COLORE DI GRAZIELLA VOGHERA
Nelle opere di Graziella Voghera il segno fissa uno scorcio di San Salvario, il degradare delle colline nelle Langhe, gli antichi palazzi della città, come si può cogliere nella mostra allestita nella Sala Infernotti dell’Ospedale San Giovanni Antica Sede.
E la pittura diviene così occasione per raccontare un soggiorno al mare e il fascino dei porticcioli, dell’accensione della luce all’alba e dei silenzi sul far della sera.
Nei suoi quadri, nei disegni, negli acquerelli si avverte il senso di un dipingere dal tratto immediato, rapido, determinante nel delineare una natura morta, una composizione floreale e il giardino dinanzi all’ingresso dell’Ospedale San Giovanni Antica Sede. E negli «Infernotti» le opere esprimono gli aspetti di una continua, limpida, piacevole misura narrativa, mentre si coglie l’essenza dell’alternarsi delle zone d’ombra e di luce, delle strade metropolitane e della campagna, dell’ambiente e dei grandi alberi. Un volto di ragazza, uno spartito musicale, una locandina teatrale trasformata in documento pittorico, appartengono alla stagione della Voghera, al fluire di una rappresentazione scandita da un colore limpido e luminoso, dalla freschezza degli azzurri e dai rossi, verdi, bruni e il nero della linea che definisce i fogli di grafica. Ancora una possibilità, quindi, per entrare in diretto contatto con le pagine di una sensibile scrittura, con le impressioni di un dialogo che unisce le strutture architettoniche alla natura.
Angelo Mistrangelo
Torino, Ospedale San Giovanni Antica Sede, Sala Infernotti, via
San Massimo 24 (interno cortile), orario: lunedì-venerdì 10-19,
sabato e domenica esclusi, sino al 23 ottobre.
BIELLA, “DISSONANZE” DI LAURA PUGNO
Lavorando con una serie di tecniche disparate, dal disegno al video, dalla scultura alla fotografia, il principale tema della ricerca di Pugno è la critica della visione. Il paesaggio, inteso come principale elemento di caratterizzazione di un territorio, è il soggetto privilegiato dall’artista. Attraverso il proprio lavoro Pugno rivela le costruzioni sociologiche e culturali alla base del paesaggio, spesso lavorando con fotografie di montagna che l’artista stessa scatta durante le sue escursioni e che modifica successivamente. Dissonanze, a cura di Francesco Dama, si apre con il video Meccanismi di Difesa, (2013). Pugno incornicia una scena di montagna su cui le ombre delle nuvole sovrastanti
agiscono veloci, ora oscurando i rilievi della valle, ora mettendone in risalto i volumi. Nella teoria psicanalitica, i meccanismi di difesa sono funzioni dell’io che operano senza che l’individuo ne sia pienamente cosciente, pur modificandone il comportamento. Allo stesso modo, nel video lo scorrere delle ombre è estraneo all’essenza del paesaggio, ma ne modifica la percezione da parte dello spettatore. Il percorso espositivo continua con una serie di lavori su carta realizzati pensando al
legame storico-estetico che lega il paesaggio alla storia dell’arte. In questa serie intitolata Morfogenesi (2015), Pugno ha impiegato come materiale di partenza incisioni e scene di paesaggio conservate in alcuni volumi della Biblioteca Civica di Biella. Le diverse cifre stilistiche impiegate nella resa del paesaggio nel corso della storia dell’arte sono la testimonianza di come la cultura visiva sia cambiata nel tempo. Ricontestualizzando i soggetti di queste immagini trovate, l’artista invita il visitatore a considerare quanto il modo di vedere e di percepire la realtà non sia mai univoco, essendo sempre soggetto a continui cambiamenti. La mostra si conclude con l’installazione site-specific Congedo (2015), che Pugno ha realizzato durante il corso di una breve residenza presso il museo. L’installazione rappresenta l’esito finale dell’azione dell’artista: Pugno ha cancellato le immagini incollate su alcuni pannelli di legno utilizzando un flessibile. La polvere creata da questo lavoro è stata fatta depositare sugli oggetti circostanti, conservata ed esposta
come residuo delle immagini originarie.
In occasione dell’XI Giornata del Contemporaneo AMACI, il Museo
del Territorio Biellese è lieto di presentare Dissonanze, mostra
personale dell’artista Laura Pugno.
MUSEO DEL TERRITORIO BIELLESE – fino al 1°novembre
UNA MOSTRA E UN LIBRO DI LUISA SARTORIS
In occasione della mostra personale allestita alla Promotrice delle Belle Arti al Valentino, Luisa Sartoris ha pubblicato il volumetto «Il cantico del non essere» con immagini pittoriche e poesie, edito dalla Graphot di Torino. E sono i versi i più recenti documenti dell’esperienza della Sartoris, di quel ritrovare una luce che trasforma l’immagine in purissime visioni, in «voli e forme inquiete», in una sequenza di «tavole» scandite dalle parole di Almerico Tomaselli: «Figure che volano, s’inseguono in cerchi allusivi, compaiono e scompaiono in un moto continuo e vorticoso».
Socio della Promotrice, la Sartoris rinnova il clima di una narrazione che esprime il fascino segreto delle cose, mentre traduce lo scorrere dei giorni in testimonianze profondamente
ancorate alla sua personalità, a quotidiani pensieri, a una linea che diviene segnale di interiori ansie, attese, memorie che attraversano il tempo:«Mi è rimasto nel cuore/ Una spiaggia lontana/ Fatta di sole/ di silenzio». E così la tessitura di tele come «E’ ora di migrare» o di «Paradiso perduto» o, ancora, di «Elfi curiosi», rappresenta uno dei momenti della sua «scrittura» e, contemporaneamente, rivela il fascino di luoghi più immaginati che vissuti, dei cromatici «Occhi di gatto» e dell’incedere di «Ombre inquiete». Luisa Sartoris, cresciuta alla Scuola di Italo Cremona, continua il cammino di pittrice sempre coerente con la sua formazione, con un segno che diviene meditazione:«Il cielo e i campi neri/ Di luce incantata/ E io volo lassù».
Angelo Mistrangelo
Promotrice delle Belle Arti, Palazzina Liberty al Valentino,
viale B. Crivelli 11, orario:11-13/16,30-20, festivi 10,30-12,30,
tel.011/6692545, sino al 30 ottobre.
TORINO, GALLERIA D’ARTE PIRRA: RICCARDO TALIANO, “UN VIAGGIO NEL TEMPO”
La nuova stagione espositiva della Galleria Pirra si apre con una retrospettiva sull’opera di Riccardo Taliano (1929 – 2012), pittore torinese di rara sensibilità e intenso lirismo. Le opere in mostra, un selezionato corpus di circa 50 tra dipinti e acquerelli dagli anni Sessanta al 2000, sono la sintesi di un impegno costante, il sunto di un intenso dialogo con la realtà circostante, di una misura espressiva che appartiene alla cultura figurativa della seconda metà del Novecento.
Come giustamente osserva Angelo Mistrangelo nel testo critico del catalogo: “Rinnovare l’interesse intorno alle opere di Taliano, costituisce un’occasione per riannodare passato e presente, per ricordare gli amici pittori e scultori del suo tempo…”. E la mostra si snoda, attraverso pagine pittoriche fantastico-surreali, come un viaggio nel tempo, nei ricordi, nella leggerezza onirica di Taliano, svelandone il cammino artistico. È così possibile ripercorrere i momenti di un’attività che si è sviluppata con continuità, ma sempre in bilico tra sogno e realtà, fiaba e verosimiglianza, memoria e presente, con la volontà di trasmettere le più sottili emozioni che scandiscono l’esistenza.
La pittura è per Taliano un mezzo per mantenere un dialogo serrato non solo con la propria interiorità, ma anche con la quotidianità, compresa la rappresentazione, mai però rabbiosa quanto piuttosto amara e rassegnata, di denunce sociali, che oggi trovano corrispondenze sorprendentemente attuali (vedi l’opera Confine n° 3).
I racconti-avventura, reali o immaginati, di Taliano si risolvono sul piano formale in una pittura materica la cui figurazione, per quanto essenziale, è sempre decifrabile.
Tra cieli limpidi e atmosfere rarefatte di metafisici paesaggi della memoria, figure sospinte dal vento, navi, aquiloni e colombe evocano il mistero dell’essere e la magia di una fiaba.
Un viaggio nel tempo, nella storia, nella leggerezza impalpabile del sogno, svela il cammino di Riccardo Taliano e di quelle sue pagine pittoriche fantastico-surreali legate alla cultura figurativa del Novecento. In questo contesto, la retrospettiva allestita dalla Galleria «Pirra» offre la possibilità di ripercorrere i momenti di un’attività che, a partire dal 1955, si è sviluppata con continuità, con la volontà di trasmettere le sottili emozioni di un racconto scandito da figure, volti, paesaggi di un’intera esistenza.La pittura è stata per Taliano un mezzo per fissare nello spazio un’intuizione, un dialogo serrato con la quotidianità, un inesausto scorrere delle stagioni, in una sorta di puntuale rapporto con la propria interiorità.E così si rinnova, dopo la mostra al Piemonte Artistico Culturale del 2000, promossa dalla Regione Piemonte, l’attenzione per un selezionato «corpus» di dipinti e acquerelli che concorrono a stabilire una ben precisa connessione fra l’artista e l’ambiente, la resa delle opere e l’incanto figurale, il colore e la materia. Vi è anche nei suoi soggetti una rappresentazione della protesta e della denuncia sociale degli anni Settanta, ricordata da Marziano Bernardi: «nella sua pulita, limpida pittura il sentimento nostalgico prevale sulla rabbia della protesta…». Un sentimento insito nelle sue opere, che sono state invitate alla Quadriennale di Torino e alla rassegna «Pittori e scultori al Museo di Volgograd», alle mostre «I 30 anni di attività artistica» del Piemonte Artistico Culturale e «Artisti d’Oggi per il Barocco piemontese». Nel volume che accompagnava quest’ultima esposizione, allestita nel 1963 al Piemonte Artistico Culturale, Luigi Mallè ha parlato di «Un Taliano che si sente legato a spunti oggettivi, in questo caso a due particolari d’architetture di Chieri, ne trascende la verità materialmente riconoscibile facendoli emergere – affondandoli – da una densa massa cromatica (che non è ambiente ma suggestione fantastica) d’un rosso acceso e cupo, assorbente, mosso da condensazioni e dissolvenze: complesse forme architettoniche appena ravvisabili e disassate hanno equilibrio in magiche compensazioni informali».La sottesa magia delle immagini, si stempera sulle superfici delle tele o delle tavole o, ancora, dei fogli di carta che assorbono il colore degli acquerelli e restituiscono il candore dei clowns sulla pista di un circo o de «I Santi protettori dello scalo».E «queste sagome misteriose, che lievitano in cieli di algida cosmicità – ha scritto Piero Bargis per la personale alla Galleria «L’Approdo» di Arturo Bottello del 1970 – curiosamente ti fanno pensare ad uno Chagall rovesciato, dove anche le più fragili speranze si dissolvono, ma resta il respiro lirico di un poeta che contempla l’umanità giunta ad uno dei nodi cruciali della sua storia».Una poesia che può essere ricondotta agli haiku del giapponese Taneda Santoka, che idealmente si ricollegano, per l’essenzialità della narrazione, a quadri quali «Osservando l’aquilone» o «La mongolfiera»: «E lanciano/ gli aquiloni/ i bambini a schiera/ vento di primavera».E sono colombe, aquiloni, cavalli volanti, organetti, a stabilire una rispondenza tra l’artista e il sogno, tra i cieli limpidi e le atmosfere rarefatte di metafisici paesaggi della memoria.
In Taliano si intersecano e identificano alcuni degli aspetti dell’arte del secondo ‘900 italiano con elementi vicini all’ esperienza di Trento Longaretti, per quanto riguarda l’esodo delle genti, con un «limpido slancio lirico» (Giorgio Cavallo) e «un gioco di recupero di immagini e di più definite impaginazioni spaziali…» (Albino Galvano).Le presenze alle sociali della «Promotrice» al Valentino, le collettive delle gallerie «Gissi», «Fogliato», «Berman», «Accademia» e «Martano», i raduni dei «Pittori in Costiera Amalfitana», organizzati da Almerico Tomaselli, sino alle esposizioni del Circolo degli Artisti di Torino, sono altrettanti documenti del suo discorso, dell’alternarsi degli eventi che arricchiscono il panorama culturale cittadino e, contemporaneamente, esprimono il fiabesco incedere di una visione lungo una «strada ai cui margini stanno da una parte la fantasia, una bella fantasia fanciullesca e incantata, dall’altra invece una realtà che attenua le sue asprezze in contorni che sembrano di favola» (Luigi Carluccio).E’ la favola di un artista alla ricerca della verità, di un universo di subitanee impressioni, di sensibilissimi «itinerari della memoria», che rivelano il dispiegarsi di un percorso caratterizzato dal sironiano «Dolomiti ‘63» e dalle tessere musive di «Ricordo di sfollamento», con i bianchi calcinati, i grigi, i rossi, dal «Ricordo di un giorno di festa», esposto alla Promotrice, e da «I racconti del poeta».E le mostre alla Galleria «La Cittadella», in via Bertola a Torino, dove interveniva anche la moglie Carla, la partecipazione al Premio di Pittura «Città di Santhià», da sempre realizzato da Mario Pistono, recentemente scomparso, la personale alla torinese Galleria Davico del 1996, appartengono a una ricerca estremamente misurata che si snoda, in questo nuovo appuntamento, attraverso le suggestive impressioni del treno di Zivago, della «Ragazza che riposa», delle imponenti e incombenti montagne di «Verso il Gran San Bernardo» del 1989.
Nei suoi lavori nulla è affidato al caso, ma ogni gruppo di figure («Berberi 1»), ogni scorcio della «Riviera di Ponente», ogni raccolta e incantata baia, sono il risultato di un dipingere segnato dall’intenso omaggio alla giornalista e scrittrice Oriana Fallaci, dall’«Isola di Arturo» e dalla soffusa e delicata veduta «I ricordi dell’astronauta».Rinnovare l’interesse intorno alle opere di Taliano, costituisce un’occasione per riannodare passato e presente, per ricordare gli amici pittori e scultori del suo tempo, per riscoprire un «realismo poetico…che si trasforma sotto la viva pressione della materia cromatica, sino a modellarsi in una solida struttura, appena sfiorata da misteriose luminescenze» (Angelo Dragone).E dal delicato colore di «Solitudine», il dettato fluisce secondo le cadenze di un linguaggio legato a «Contemplazione», a «Vincitori e vinti» e «Ricordo del Mar Nero», alla tela «Paesaggio cinese» appena definita da una linea che sfuma nell’atmosfera. Nell’atmosfera «le sue immagini – ha detto Marisa Vescovo all’inizio degli negli anni ‘70 – nascono dal libero gioco della fantasia, e hanno quindi bisogno dello spazio della riflessione…Taliano sa rendere tutto questo con la magistrale lievità di tocchi, con impasti ricchi di umori (vi è il ricordo dell’Antonioni di «Deserto rosso») con la fluidità del colore che rivela un repertorio espressivo che ritrova, oltre la sua morbida sensuosità, la misura dell’uomo d’oggi…».
Nella Torino di Garino e Cherchi, di Galante e Garelli, la sua pittura ha preso corpo e consistenza, valore poetico e insinuante candore, mediante una meditata ricognizione all’interno dell’animo umano. Taliano ha, perciò, trasmesso nelle sue composizioni un’«immagine, raggrumandola in scaglie di luce», come ha suggerito Piero Bargis, con una materia cromatica densa e fortemente espressiva, con l’interpretazione di un battello che si profila all’orizzonte e della folla multietnica sulla banchisa.E il «pittore delle anime volanti», delle grandi ed emblematiche nuvole, delle figure sospinte dal vento, ha creato atmosfere rarefatte, metafisiche, accese da una luce che evoca il sogno, il mistero dell’essere e del rivelarsi, la magia di una fiaba.
Angelo Mistrangelo
Inaugurazione venerdì 16 ottobre ore 17,30
La mostra rimarrà aperta sino al 22 novembre 2015
Catalogo in sede
Corso Vittorio Emanuele II, 82 – 10121 Torino – Tel. 011.543393 – www.galleriapirra.it
ORARI: da lunedì a sabato 9,30-12,30; 15,30-19,30. APERTI DOMENICA MATTINA
TORINO: MOSTRA “TEMPI BEATI. ARRIGO FRUSTA”
TEMPI BEATI. Arrigo Frusta (1875-1965)
Dagli anni della bohème di fine Ottocento e
dalla stagione d’oro della Hollywood sul Po
ai “Brandé”
Orario mostra: dal lunedì al venerdì ore 9.00 – 13.00; 14.00 – 16.00 • il mercoledì ore 9.00 – 13.00; 14.00 – 18.00. La mostra sarà visitabile dal 14/10/2015 al 20/11/2015
Info: Biblioteca della Regione Piemonte – tel 011 5757 371 • biblioteca@cr.piemonte.it
www.cr.piemonte.it
Programma conferenze
Mercoledì 14 ottobre (h 17.00): Inaugurazione mostra e conferenza TEMPI BEATI. Arrigo Frusta
(1875-1965). Dagli anni della bohème di fine Ottocento e dalla stagione d’oro della Hollywood sul Po ai “Brandé”. Intervengono: Silvio Alovisio, Claudia Gianetto,Carla Ceresa e Albina Malerba,
curatori della mostra.
mercoledì 21 ottobre (h 17.00): Arrigo Frusta scrittore in “padre lingua” piemontese: dai Tempi beati del “Birichin” alle “prediche inutili” de “Ij Brandé”
Interviene: Albina Malerba, direttore Centro Studi Piemontesi – Ca dë Studi Piemontèis
Mercoledì 28 ottobre (h 17.00): Arrigo Frusta e il cinema
Intervengono: Silvio Alovisio, Università di Torino; Maria Riccobene, Museo Nazionale del Cinema
Martedì 03 novembre (h 15.00): Frusta nella scrittura e nei film (Museo Nazionale del Cinema –
Bibliomediateca “Mario Gromo”). Intervengono: Silvio Alovisio, Università di Torino; Carla Ceresa, responsabile Archivio Storico – Museo Nazionale del Cinema
La conferenza si svolge presso la Bibliomediateca “Mario Gromo”
Via Matilde Serao 8/A – Torino