PIEMONTE ARTE: GRIBAUDO, BIANCO, GENTILESCHI, LUZZATI, LODOLA, DEMING, PARR…
coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo
I PERCORSI DELLA CULTURA VISIVA DI EZIO GRIBAUDO
Ricerca e sperimentazione, segno e dato cromatico, esprimono il senso dell’esperienza di Ezio Gribaudo tra storia dell’arte e le pagine di una poetica scrittura. E in questa dimensione, si delineano i percorsi di una creatività sempre intensa e intensamente legata alle immagini che appartengono a un mondo di affascinanti dinosauri, di impressioni riprese dall’antica sapienza egiziana e da una natura rivisitata e reinterpretata secondo una personalissima visione d’insieme. Una visione che, di volta in volta, si rinnova all’insegna di un dialogo ricco di contenuti, di sensazioni, di emozioni che concorrono a definire un ben preciso rapporto con la società contemporanea e, in particolare, con le architetture di un racconto che costituisce un “lungo viaggio nella memoria figurale di Ezio Gribaudo” (Marco Vallora). E sono “strutture di reiterazione” – suggerisce Albino Galvano – con “elementi simbolici” che fanno parte di una raffigurazione composta da gabbiette con cavalli e farfalle e libri, disegni, incisioni, sculture e ricordi che affiorano, in questi giorni di gennaio, in occasione dei suoi 93 anni vissuti tra arte, cultura e i versi di Raffaele Carrieri: “Bianchi di Gribaudo/ Bianco su bianco/ Orme del silenzio:/ la scrittura dei cataclismi,/ i tracciati di una futura geografia./ Ci par di assistere alla silente,/ prismatica formazione degli arcipelaghi”. Attraverso la stagione segnata dai logogrifi, flani, teatri della memoria, e non solo, si coglie e si afferma l’essenza di un dettato del tutto singolare nel panorama artistico del secondo Novecento e del nuovo Millennio. Si tratta di opere che fanno parte della “storia, ma sono anche destoricizzate – afferma Victoria Surliuga, della Texas Tech University – in quanto viene tolto loro il senso prospettico del fluire(…) l’intento di Gribaudo non è solo stabilire un progetto estetico ma anche di scomporre la continuità storica…”. Una ricerca, quindi, scandita dalla pulsante magia del segno, da riconoscimenti come il Premio per la Grafica alla Biennale Internazionale di Venezia del 1966 e la Presidenza dell’Accademia Albertina di Belle Arti (ora è la figlia Paola presidente dell’Accademia torinese), in una sorta di continua e attiva presenza nell’ambito culturale nazionale e internazionale, quale testimonianza di una profonda e lirica narrazione contrassegnata – sottolinea Renato Barilli – da un “proprio nucleo di invenzione personale e originaria”.
Angelo Mistrangelo
GUALTIERO BIANCO TRA ARTE E SCUOLA
Scultore, grafico, docente, Gualtiero Bianco è scomparso all’età di 76 anni nella sua Torino, dove si era formato prima al Liceo Artistico e, successivamente, ai corsi dell’Accademia Albertina di Belle Arti. Un’esperienza, quindi, caratterizzata dall’interesse per la cultura visiva e dagli anni dedicati all’insegnamento presso l’Istituto di Istruzione Superiore Santorre di Santarosa, dall’attenzione per le trasformazioni del linguaggio artistico-creativo e la realizzazione di sculture e installazioni presentate, nell’estate 2012, nelle sale dello Studio Laboratorio di Anna Virando a Torino. Ironico, intensamente espressivo, pronto a trasmettere quelle interiori visioni che contrassegnano il percorso esistenziale, Gualtiero Bianco ha delineato momenti di un dialogo con l’ambiente, la natura e i materiali utilizzati per la genesi e la definizione delle opere. Allievo di Anna Maria Bounous e Gian Giorgio Massara per la storia dell’arte e, ancora, di Franco Pirastu-Usai, Carlo Terzolo, Gregorio Calvi di Bergolo, autore di metafisici paesaggi, ha nel tempo acquisito e approfondito una personale misura interpretativa dei soggetti alla scuola dello scultore Sandro Cherchi e di Francesco Casorati, Giovanni Amateis da Volpiano e Aldo Mondino. Una frequentazione che dalle aule e laboratori dell’Accademia si è trasferita all’interno di una quotidianità affrontata con dinamica vivacità e coinvolgente comunicazione, con una narrazione che univa amici, colleghi (tra i quali Luca Cappellari) e la cultura torinese, e non solo, alle pagine storiche di Costigliole d’Asti, dove amava soggiornare. Nel 2013 gli è stato assegnato nella Casa Natale di Cesare Pavese a Santo Stefano Belbo, il Premio Speciale della Giuria al Concorso Nazionale di Scultura su tema “Luoghi, personaggi e miti pavesiani”.
E i versi del poeta accompagnano il suo cammino al di là delle stagioni e dei notturni silenzi:”Talvolta ritorna/ nell’immobile calma del giorno il ricordo/ di quel vivere assorto, nella luce stupita”.
Angelo Mistrangelo
GALLERIA SABAUDA: IN MOSTRA LA SANTA CECILIA DI GENTILESCHI
Nell’ambito dei progetti di collaborazione tra musei italiani e stranieri, i Musei Reali ospitano nelle Sale dei Maestri Caravaggeschi, al primo piano della Galleria Sabauda, l’opera di Orazio Gentileschi Santa Cecilia che suona la spinetta e un angelo, in prestito dalla Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia. L’evento espositivo, prorogato fino a domenica 20 febbraio, è una straordinaria opportunità di confronto con l’Annunciazione, capolavoro dello stesso artista, celebre seguace di Caravaggio, custodito dai Musei Reali. Il confronto tra queste due opere permette di accostarsi al metodo di lavoro del pittore, che consiste nel riutilizzo di cartoni o di lucidi per comporre singole figure o intere scene. Il volto di Santa Cecilia che suona la spinetta e un angelo, dipinto tra il 1615 e 1620 ritorna con attitudine simile in quello della Vergine nell’Annunciazione di Torino, donata dallo stesso Gentileschi al duca Carlo Emanuele I di Savoia nel 1623 e oggi esposta nella Galleria Sabauda. La visita alla mostra è compresa nel biglietto di ingresso dei Musei Reali.
LE PAGINE INCISE DI LELE LUZZATI
Due volte candidato al Premio Oscar per il film di animazione, Lele Luzzati è di scena alla Galleria Fogliato, in via Mazzini 9, con una selezione di opere grafiche che esprimono la sua ricerca fiabesca, tra immagine e poesia. Insieme a tre affascinanti teatrini, sono esposte una settantina di acqueforti e acquetinte con interventi di acquerellature a mano, e inserimenti di elementi di “collage”, che rendono ogni foglio stampato una prova d’artista del tutto particolare e unica. Si tratta di una tecnica, utilizzata a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, nata da un’intuizione di Alfredo Meconi, amico e titolare della galleria-stamperia il “Bostrico” di Albissola, che unisce abilità e manualità, vivacità cromatica e una straordinaria esperienza teatrale e scenografica.
Illustratore, grande maestro nel campo dell’arte applicata e interprete di una cultura figurativa colta e raffinata, Luzzati era nato a Genova il 3 giugno 1921, dove è scomparso il 26 gennaio 2007. Nelle sale della “Fogliato”, la sequenza delle tavole grafiche della mostra “Un altro Luzzati” richiama l’attenzione dei visitatori su una tavola imbandita con personaggi e figure storiche, sulle pagine dei racconti di Jsacc Singer e gli animali di un singolare Eden.
E con la stilizzata e notissima scena di Cappuccetto Rosso e il lupo, s’incontrano le rappresentazioni di un professore in cattedra e di “Ubu chantant”, che fanno parte della sorprendente
e sensibile narrazione di Luzzati.
Angelo Mistrangelo
AL MUSEO ACCORSI DI TORINO: PARIGI ERA VIVA.
Fino al 30 gennaio sarà possibile visitare alla Fondazione Accorsi-Ometto di Torino la mostra Parigi era viva, curata da Nicoletta Colombo e Giuliana Godio. L’esposizione restituisce il clima artistico di Parigi nei primi anni del 1900, quando la capitale francese era anche la capitale dell’arte europea, ripercorrendo in particolare il quinquennio d’oro 1928-1933 in cui si è compiuta l’avventura francese de Les Italiens de Paris. Protagonisti della mostra sono i sette artisti che hanno ridisegnato le sorti della pittura italiana nel 1900. Les Italiens sono diversi tra loro ma condividono l’identità del classico e la stessa idea di una pittura mediterranea e metafisica. A ognuno di loro è dedicata una sezione del museo. Primo tra tutti Giorgio de Chirico (1888-1978), iniziatore della pittura “metafisica” che nasce come reazione alle avanguardie cubiste e futuriste e si pone come una delle esperienze più innovative di inizio Novecento. De Chirico si trasferisce a Parigi nel 1911 dove vive con il fratello Alberto, noto con il nome d’arte Alberto Savinio (1891-1952), altro protagonista della mostra. Savinio inaugura l’attività pittorica nel 1926 proprio a Parigi, assecondando una disposizione creativa multiforme (musica, poesia, letteratura, giornalismo, cinema, teatro…). La sua produzione pittorica risente della frequentazione dei surrealisti anche se Savinio, nato in Grecia, è sensibile alla cultura classica. Nelle sue opere, presenti nelle principali collezioni italiane e straniere, sono frequenti i temi mitologici e storici svolti in modo onirico e surreale. Nella terza sala è protagonista Massimo Campigli (1895-1971); nel 1919 si reca a Parigi, dove lavora per nove anni come corrispondente del “Corriere della Sera” e nel frattempo inizia a dipingere. Nel 1928 visita la collezione etrusca di Villa Giulia a Roma e rimane profondamente affascinato dall’arte antica, iniziando a cercare ispirazione nell’arte cretese, pompeiana e copta, oltre che nell’arte etrusca. Nella quarta sala è la volta di Filippo de Pisis (1896-1956), pittore versatile e viaggiatore instancabile. Nel periodo parigino, iniziato nel 1925, raggiunge la sua piena maturità artistica. Dipinge en plen air come i grandi vedutisti. De Pisis percorre il Novecento attraversando diversi movimenti pittorici senza mai aderire unicamente a una singola corrente. Il quinto artista è René Paresce (1886-1937); a Parigi (dal 1912) dove dipinge da autodidatta molte delle sue tele e vive da protagonista gli avvenimenti artistici del suo tempo. Il sesto è Gino Severini (1883-1966), uno dei firmatari del Manifesto della pittura futurista. Si stabilisce nella capitale francese nel 1906 dove frequenta intellettuali e artisti partecipando alla nascita del Cubismo. E’ considerato il trait d’union tra il futurismo italiano e il cubismo francese. La mostra si chiude con Mario Tozzi (1895-1979), divulgatore dell’arte contemporanea italiana a Parigi. La sua pittura riscopre i valori classici in un’ottica moderna. E’ intorno a lui che si riuniscono nel 1928 gli altri sei artisti italiani per la prima grande mostra collettiva del gruppo, suscitando l’ammirazione dei colleghi e le critiche dei detrattori. Nasce così il gruppo Les Italiens! “Parigi tra gli anni 20 e 30 del ‘900 era la capitale del buon gusto e delle novità dal punto di vista figurativo e letterario a livello europeo – afferma Luca Mana, direttore del museo Accorsi-Ometto – gli artisti presentati in mostra, all’indomani della prima guerra mondiale, scelsero la capitale francese quale luogo di sperimentazione per le proprie novità figurative”.
Luigi Marsero
OPERE DI MARCO LODOLA IN MOSTRA ALLA GALLERIA BERMAN DI TORINO
dal 20 gennaio al 26 febbraio
Prenderà il via il 20 gennaio, alle ore 17:00, e sarà visitabile fino al 26 febbraio, presso la sede espositiva della Galleria Berman in via Arcivescovado, 9, a Torino, la mostra “Milleluci”: 26 sculture dell’artista di fama internazionale “che illumina il mondo” Marco Lodola. Le sue opere sono presenti ovunque, dagli Uffizi di Firenze alla Piazza del Duomo di Milano, dalle facciate dell’Ariston di Sanremo ai palazzi di Dior disseminati in tutto il mondo. Le sculture luminose sono veri e propri oggetti di comunicazione, design e arredamento. Conoscere Marco Lodola e la sua arte è come tuffarsi tra presente, passato e futuro. La mostra è un modo per celebrare un vero e proprio “Re” della Pop Art contemporanea. Nel catalogo, curato dalla critica d’arte dottoressa Carla Bertone, si evidenzia l’attenzione di Lodola per il dettaglio e per un uso sapiente della luce e del colore. Le fonti luminose, che dialogano con l’osservatore, sono gli elementi principali di un’arte che inserisce Lodola, per sua stessa ammissione, nella corrette Neo-Futurista. L’artista si definisce con simpatia un “elettricista dell’arte” e il suo dono di luce diventa vita, speranza ed energia creativa, benefica, soprattutto in un momento come quello che tutta l’umanità sta vivendo a causa dell’emergenza pandemica. Il “Lodolamondo” ormai sta dilagando. Le sue inconfondibili scul¬ture, investite della personalità del loro magico deus ex machina, ultimamente hanno invaso le vetrine delle boutique Dior di Parigi, New York, Roma, Singapore, Tokyo, Dubai Shanghai e Seul. Mannequin colorate, faccine, autobus, motociclette, scarpe, borse, cappelli, rossetti e sciarpe si accendono di magia. Torino, ormai da qualche mese, è tutta “lodolata”: dalle dive al Museo del Cinema per la mostra “Diabolik”, alle installazioni in Piazza della Repubblica, al mercato coperto di Porta Palazzo fino alla Galleria Berman.
L’ultima magia dell’artista è proprio la meravigliosa mostra in via Arcivescovado, in cui la passione per l’arte si mescola ad un incantesimo di luce ed emozione. Ventisei installazioni luminose, di cui tre monumentali da esterni, restituiscono una carrellata della sua ricerca artistica in cui Lodola richiama le sue prestigiose collaborazioni con Renzo Arbore, Red Ronnie, le scenografie per molti programmi Rai o per X-Factor, le copertine di dischi e cd per i suoi amici musicisti come Max Pezzali, Ron, Drupi e molti altri. Lui stesso, si definisce “rock and roll” e non si smentisce con l’appuntamento annuale con la facciata dell’Ariston di Sanremo.
Le sue opere contengono, oltre all’aspetto ludico, anche tutte queste suggestioni televisive e musicali insieme. Si può giocare con l’arte? La risposta può essere univoca in quanto la creazione artistica non può discostarsi dal contenuto e deve spingersi inesorabilmente oltre gli aspetti ludici per prorompere con un messaggio.
Orario e contatti: da martedì a sabato, ore 10.30-12.30 e 16.00-19.00
sede espositiva Via dell’Arcivescovado 9 10121 Torino tel +39 011 859417 arte@galleriaberman.it
CONFERIMENTO TITOLO DI ACCADEMICO D’ONORE DELL’ACCADEMIA ALBERTINA DI BELLE ARTI A GUNTER DEMING – 2022
L’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, su candidatura del Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra dei Diritti e della Libertà di Torino, conferirà Mercoledì 12 gennaio 2022 ore 17.30 presso il Salone di Onore dell’Accademia, il titolo di Accademico d’Onore all’artista tedesco Gunter Demnig. Gunter Demnig ebbe l’eccezionale idea di realizzare le “pietre di Inciampo” (Stolpersteine) agli inizi degli anni ’90, dando così vita a una grande operazione di arte relazionale, finalizzata a segnare il tessuto metropolitano con alcune tracce disseminate nel tessuto urbano delle città europee. Questa operazione di arte pubblica, che dà vita a un memoriale diffuso e partecipato realizzato dal basso dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazista, rappresenta ad oggi la più importante operazione artistica capace di unire memoria, impegno sociale e presa estetica. L’iniziativa, attuata in diversi paesi europei, consiste nell’incorporare, nel selciato stradale delle città, davanti alle ultime abitazioni delle vittime di deportazioni, dei blocchi in pietra ricoperti da una piastra di ottone posta sulla faccia superiore della misura di 10x10cm che restituiscono all’oggi i nomi e le vicende delle vittime del nazifascismo. Le pietre vengono incastonate nella pavimentazione davanti all’ultima abitazione scelta liberamente dalla vittima e riportano i seguenti dati: “Qui abitava…”, il nome della vittima, data e luogo di nascita e di morte/scomparsa. Le Stolpersteine restituiscono la storia personale, ridanno nome a chi ne fu privato per via dell’applicazione dell’ideologia nazifascista e ricostruiscono, al tempo stesso, la storia delle città secondo i diversi luoghi da cui furono costretti ad allontanarsi o in cui vennero arrestati, o in cui risiedevano prima di scegliere la lotta partigiana, i deportati nei Lager nazisti. Fino ad oggi sono state installate circa 90,000 mila Pietre in 26 paesi d’Europa. Per Torino e il Piemonte, le vittime sono i resistenti, gli ebrei, gli oppositori politici, i partecipanti alla “resistenza civile” e alle lotte nei luoghi di lavoro e studio. Visto il valore sociale, memoriale, politico, artistico e culturale del progetto realizzato dall’artista tedesco, il Museo diffuso della Resistenza ha così deciso di proporre il conferimento a Gunter Demnig del titolo di Accademico d’Onore per l’immenso lavoro di arte pubblica, relazionale e sociale da esso svolto – che come lo stesso artista dice è necessario per portare l’arte fuori dai luoghi tradizionali permettendo alle persone di entrare in diretta relazione con essa – e per l’instancabile impegno dimostrato nella ricostruzione della memoria collettiva che l’artista porta avanti con il progetto degli Stolpersteine.
CHIERI. BIBLIOTECA. TIZIANA BONOMO: IL FASCINO DELL’IMPERFEZIONE. DIALOGHI CON DOMENICO QUIRICO
Giovedì 20 gennaio ore 21 Sala Conferenze
Presentazione del libro di Tiziana Bonomo Il fascino dell’imperfezione. Dialoghi con Domenico Quirico. Interviste, racconti, documenti – Jaca Book 2021. Intervengono Domenico Quirico e Tiziana Bonomo. Modera Antonella Giordano – Assessore alla cultura del comune di Chieri
Cinque conversazioni con il giornalista Domenico Quirico a partire dai temi che caratterizzano la sua odissea nel mondo contemporaneo: scrittura, guerra, migrazione, storia, prigionia, dolore, paesaggio, fede. Attraverso i documenti, le fotografie e soprattutto le parole vive raccolte dall’autrice, Il fascino dell’imperfezione cerca di svelare la percezione originale di un narratore del
nostro tempo, restituendo la sua testimonianza vissuta in drammatica presa diretta sugli avvenimenti storici più rilevanti degli ultimi trent’anni.
Ingresso gratuito su prenotazione, necessario Super Green Pass 0119428400 – biblioteca@comune.chieri.to.it
info su https://www.comune.chieri.to.it/biblioteca/incontro-quirico-bonomo
MAO. ARTE E TÈ IN ORIENTE. VERSO L’INDIA. ART SPEED DATE CON DEGUSTAZIONE DI TÈ
In occasione del settantacinquesimo anno di ricorrenza dell’Indipendenza dell’India il MAO, con il patrocinio del Consolato Generale dell’India, propone al pubblico un ciclo di art speed date condotti da Theatrum Sabaudiae, accompagnato da degustazioni di pregiati tè indiani a cura di TheTea. Tre appuntamenti caratterizzati da una selezione di opere d’arte indiana della collezione permanente, in cui al centro della narrazione sono presentati rilievi e sculture di ispirazione induista e buddhista. La loro lettura iconografica sarà il punto di partenza per raccontare concezioni e temi delle tradizioni religiose e della produzione artistica dell’India. Dall’elaborazione dell’immagine antropomorfa del Buddha alla rappresentazione delle principali forme divine dell’Induismo, ogni incontro sarà incentrato su un nucleo circoscritto di opere per coinvolgere i partecipanti in un percorso di avvicinamento alla cultura indiana.
Le date:
22 gennaio – 19 febbraio – 19 marzo ore 15
Primo incontro 22 gennaio ore 15
Buddha. Evoluzione della figura dell’Illuminato nell’arte.
Il primo appuntamento si focalizzerà su alcune opere d’arte legate al buddhismo partendo dalla fase antica, in cui l’immagine antropomorfa del Buddha è assente, per arrivare alla finissima raffigurazione dell’Illuminato nella produzione scultorea risalente al periodo Gupta (IV-VI secolo d.C.).
Degustazione
Dal porto di Bombay o ‘Buona Baia ’alle classificazioni del tè indiano.
I partecipanti saranno accompagnati nel percorso storico ed evolutivo del tè in India. Si parlerà di innovazione, intesa come programmi di sostenibilità rivolti all’ambiente e qualità del lavoro, oltre che della complessa valutazione delle foglie riportata in etichetta con sigle per molti di noi enigmatiche. Ad accompagnare gli argomenti una degustazione comparativa del tè a foglia intera con il tè più moderno ottenuto con lavorazione CTC. Il momento del tè sarà completato da dolcezze in abbinamento alle aromaticità proposte.
CAMERA: MOSTRA PARR FINO AL 13 FEBBRAIO
C’è tempo fino al 13 febbraio per visitare la mostra Martin Parr. We ❤ Sports!Un viaggio nella carriera del grande fotografo inglese, attraverso 150 immagini realizzate in occasione dei più diversi eventi sportivi, dai tornei di tennis alle corse di cavalli, dal tai-chi ai più rilassati giochi da spiaggia.Ad attrarre l’obiettivo di Martin Parr non tanto ciò che accade in campo, ma soprattutto gli spalti, la folla caotica degli spettatori e della tifoseria.Da sempre attento ai tratti più pittoreschi e folcloristici della nostra società, con la sua fotografia Parr coglie i costumi, i comportamenti e le tradizioni dei protagonisti di quel vero e proprio rito collettivo che è lo sport.
PROSPETTIVE. VISITE GUIDATE TORINO MUSEI-OFT
Anche quest’anno, per il quarto anno consecutivo, Fondazione Torino Musei, OFT – Orchestra Filarmonica di Torino e Abbonamento Musei propongono il progetto di collaborazione che avvicina il pubblico dell’arte a quello della musica e viceversa. Per chi ama esplorare l’arte nelle sue mille sfumature, i tre grandi musei della Città di Torino – GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, MAO Museo d’Arte Orientale e Palazzo Madama Museo Civico d’Arte Antica – ogni sabato precedente il concerto propongono una visita guidata, a rotazione, al proprio patrimonio museale, traendo ispirazione dalla stagione concertistica dell’Orchestra Filarmonica di Torino.
L’iniziativa è a cura dei Dipartimenti Educazione della Fondazione Torino Musei e di Abbonamento Musei. Le visite sono condotte da Theatrum Sabaudiae.
Visite guidate a pagamento. Costo: 6 euro per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card). Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com • è possibile effettuare l’acquisto on-line. Maggiori info su www.oft.it www.fondazionetorinomusei.it www.abbonamentomusei.it https://www.arteintorino.com/
PROROGATA FINO AL 27 FEBBRAIO “ LUCI D’ARTISTA”
Le 25 installazioni artistiche allestite per la XXIV edizione di Luci d’Artista, che avrebbero dovuto spegnersi la notte del 9 gennaio, resteranno accese fino a domenica 27 febbraio 2022. “Abbiamo deciso di prolungare l’accensione delle Luci d’Artista fino al 27 febbraio per offrire a un numero maggiore di persone l’opportunità di ammirare il nostro ‘museo di luce’ – sottolinea Rosanna Purchia, Assessora alla Cultura della Città di Torino –. L’Amministrazione, inoltre, si sta impegnando per rendere permanenti un numero sempre maggiore di opere affinché Torino sia riconosciuta come ‘città delle luci’. La mostra di opere d’arte contemporanea a cielo aperto propone uno speciale percorso che permette al pubblico di cogliere le diverse visioni poetiche espresse dai ‘lavori’ realizzati da artisti accomunati dall’attrazione per la luce. L’iniziativa, promossa dalla Citta di Torino, è realizzata in cooperazione con la Fondazione Teatro Regio Torino, la sponsorizzazione tecnica di IREN S.p.A., il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT. Novità di quest’anno la partnership con Fondazione Torino Musei. Nata nel 1998 come esposizione di installazioni d’arte contemporanea realizzate con la luce en plein air nello spazio urbano, dal 2018 Luci d’Artista si è arricchita di un percorso educativo-culturale che favorisce l’incontro tra il pubblico e le opere. Le ‘Luci’ che continueranno a illuminare la città sono:
‘Cosmometrie’ di Mario Airò in piazza Carignano, schemi simbolici e geometrici proiettati sulla pavimentazione urbana; ‘Vele di Natale’ di Vasco Are in piazza Foroni, zona mercato rionale (Circoscrizione 6);’Ancora una volta’ realizzata con materiali ecosostenibili e fonti luminose a basso consumo energetico dall’artista piemontese Valerio Berruti in via Monferrato (Circoscrizione 8); ‘Tappeto Volante’ di Daniel Buren in piazza Palazzo di Città, centinaia di cavi d’acciaio paralleli reggono una ‘scacchiera’ di lanterne cubiche basata su colori primari, il bianco il rosso e il blu (gli stessi della bandiera francese).
‘Volo su…’ di Francesco Casorati, un filo rosso in flex-neon sostenuto da sagome geometriche di uccelli fiabeschi nell’area pedonale di via Di Nanni (Circoscrizione 3); ‘Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime’ di Nicola De Maria, lampioni tramutati in fiori luminosi in piazza Carlina; ‘Giardino Barocco Verticale’ di Richi Ferrero, leggere emissioni luminose che restituiscono alla memoria il segno caratteristico delle aree comuni di un giardino ormai scomparso in via Alfieri 6 – The Number 6 (antico Palazzo Valperga Galleani); ‘L’energia che unisce si espande nel blu’ di Marco Gastini, un intrigo di simboli e segni grafici di colore blu e rosso che si incontrano sul soffitto nella Galleria Umberto I; ‘Planetario’ di Carmelo Giammello, globi illuminati di varie dimensioni collegati da sottili tubi al neon e circondati da un pulviscolo di piccole luci in via Roma; ‘Migrazione (Climate Change)’ di Piero Gilardi, 12 sagome di pellicani applicate a una rete sospesa verticalmente che si illuminano e si spengono gradualmente, seguendo un algoritmo di controllo nella Galleria San Federico; le panchine ‘Illuminated Benches’ di Jeppe Hein in piazza Risorgimento (Circoscrizione 4); ‘Piccoli Spiriti Blu’ di Rebecca Horn al Monte dei Cappuccini (Circoscrizione 8); ‘Cultura=Capitale’ di Alfredo Jaar in piazza Carlo Alberto, un’equazione luminosa cultura=capitale che è un invito a pensare alla creatività e al sapere condivisi da tutti i cittadini come al vero patrimonio di un Paese; ‘Doppio passaggio (Torino)’ di Josep Kosuth sul ponte Vittorio Emanuele I, due brani tratti dai testi di Friedrich Nietzsche e Italo Calvino; ‘Luì e l’arte di andare nel bosco’ di Luigi Mainolfi, la narrazione di una fiaba che si estende come una sequenza di frasi luminose in via Lagrange; Il volo dei numeri’ di Mario Merz sulla cupola Mole Antonelliana, segnale luminoso dato dal valore simbolico della sequenza della serie di Fibonacci dove ogni numero è la somma dei due precedenti; ‘Concerto di Parole’ di Mario Molinari in piazza Polonia (Circoscrizione 8) opera in via di allestimento; ‘Vento Solare’ di Luigi Nervo in piazzetta Mollino, una grande sagoma luminosa legata alla cosmologia fantastica; ‘L’amore non fa rumore’ di Luca Pannoli in piazza Eugenio Montale (Circoscrizione 5); Palomar’ di Giulio Paolini in via Po, un antico atlante astronomico costellato da pianeti inscritti in forme geometriche che culmina nella profilo di un acrobata in equilibrio su un cerchio; Amare le differenze’ di Michelangelo Pistoletto in piazza della Repubblica – facciate mercato coperto Antica Tettoria dell’Orologio (Circoscrizione 7); My noon’ del tedesco Tobias Rehberger, un grande orologio luminoso che scandisce le ore in formato binario, posizionato nel cortile dell’Istituto Comprensivo King-Mila, in via Germonio 12 (Circoscrizione 3); ‘Ice Cream Light’ della berlinese di adozione Vanessa Safavi in piazza Livio Bianco (Circoscrizione 2); ‘Noi’ di Luigi Stoisa, figure rosse che si intrecciano in via Garibaldi; ‘Luce Fontana Ruota’ di Gilberto Zorio, una stella rotante che evoca un mulino collocata nel laghetto di Italia ’61 in corso Unità d’Italia (Circoscrizione 8).
BIELLA. VISITA GUIDATA ALLA MOSTRA “IL SALOTTO DI UN COLLEZIONISTA”
Domenica 16 gennaio dalle 15.30
Domenica 16 gennaio alle ore 15.30 avrà luogo una visita guidata a cura della conservatrice storico artistica del Museo del Territorio Biellese Alessandra Montanera. Verrà ripercorso il tema del collezionismo che da sempre accompagna la storia delle raccolte presenti in Museo e trova pieno riscontro nel “Lascito della Famiglia Mario Fornaro”. La nuova collezione, giunta nel novembre del 2020, sarà esposta temporaneamente fino al 6 marzo, in occasione della mostra “Il salotto di collezionista. La collezione Fornaro al Museo del Territorio Biellese”. Inaugurata recentemente, è un insieme di opere che raccontano l’offerta culturale e il gusto della borghesia locale della Biella degli anni Cinquanta e Sessanta. Una raccolta di pittori piemontesi di fine Ottocento – come Giuseppe e Alberto Falchetti o Giuseppe Gheduzzi – numerosi pittori biellesi tra cui Luigi Boffa Tarlatta, Guido Mosca e Mario Carletti, e altri artisti del Novecento italiano. Nella collezione sono numerose anche le opere di altri artisti locali, come Giovanni Paolo Crida, Guido Mosca e Pippo Pozzi – biellese d’adozione come Mario Carletti – e Armando Santi. La visita guidata si concluderà con una piccola sorpresa offerta a tutti i partecipanti. La partecipazione è gratuita con prenotazione obbligatoria (max 15 persone). Chiama: 015 2529345 O scrivi a: museo@comune.biella.it
Orari di apertura del Museo
giovedì: 10-14 | venerdì: 14-18 | sabato, domenica e festivi: 10-18
Biglietti Ingresso: € 5,00 (ridotto € 3,00). info: https://bit.ly/muBI_sal8
Per visitare il Museo del Territorio Biellese e in generale i luoghi di cultura dal 10 gennaio sarà necessario indossare la mascherina chirurgica ed esibire il Super Green Pass, ovvero la certificazione verde che si ottiene soltanto a seguito di vaccinazione o guarigione dalla Covid-19. Restano esclusi dal provvedimento i minori di 12 anni e coloro che sono esenti dalla vaccinazione.
CIRCOLO DEI LETTORI. INCONTRO CON MARIA TERESA GIAVERI
14 gennaio 2022 ore 18.00 Cooperativa Letteraria presenta Lady Montagu e il Dragomanno. Viaggio avventuroso all’origine dei vaccini di Maria Teresa Giaveri. Introduce l’incontro Valeria Giannone
Lasciamoci condurre nella capitale del regno Ottomano, nel 1700, crogiuolo di lingue e culture diverse. Tra giardini lussureggianti, bagni segreti negli harem del sultano, pratiche crudeli e sanguinarie, Lady Montagu, brillante e colta moglie dell’ambasciatore inglese, viene a conoscenza di un metodo bizzarro quanto efficace. Le contadine al confine settentrionale della Grecia, inoculano piccole quantità di virus in persone sane e immunizzano la popolazione del luogo dal flagello del tempo: il vaiolo. «Un esperimento compiuto da donne ignoranti», così in Inghilterra sarà accolta la proposta della nobildonna e del suo dragomanno, medico e interprete a servizio dell’ambasciata. A discutere con Maria Teresa Giaveri ci saranno Luca Savarino, Federico Vercellone, Paolo Vineis. L’unione delle discipline – filosofia, scienza e bioetica – pongono, in questo caso, la letteratura come crocevia di saperi e culture differenti, un po’ come la Costantinopoli descritta nel romanzo storico dell’autrice. Luca Savarino: docente di Filosofia Morale presso l’Università del Piemonte Orientale, membro del Comitato Nazionale di Bioetica,
Federico Vercellone: docente di Estetica della Facoltà di Filosofia, presso l’Università di Torino
Paolo Vineis: docente di Epidemiologia presso l’Imperial College di Londra e responsabile dell’Unità di Epidemiologia Genetica e Molecolare dell’Istituto Italiano per la Medicina Genomica di Torino.
Valeria Giannone: giornalista, cura e promuove gli eventi filosofici, culturali e artistici di Cooperativa Letteraria
Link: Circolo dei Lettori – Cooperativa Letteraria
POLO CITTATTIVA. NUOVI INCONTRI SU PRIMO LEVI E SHOAH CON GIOVANNI TESIO, ALESSANDRO CERRATO, ANTONIO ARMANO E NICOLETTA FASANO
Con l’inizio del 2022 ripartono gli incontri del nuovo percorso “VECCHIE E NUOVE R-ESISTENZE: – ANCORA RICONNESSIONI_6” promosso da Polo Cittattiva per l’ Astigiano e l’ Albese – I.C.San Damiano, Museo di Cisterna, Israt, Associazione “Franco Casetta” con Fra Production Spa, Libreria “Il Pellicano” e Aimc di Asti. Prosegue inoltre l’iniziativa #bottiglieperlacultura con le Cantine Povero srl. Gli incontri sono gratuiti, aperti a tutti e validi per la formazione degli insegnanti di ogni ordine e grado.
1) Sabato 22 gennaio 2022, ore 17 (Meet), Giovanni Tesio presenterà “Primo Levi. Il laborato-rio della coscienza” (Ed. Interlinea). L’autore ne discuterà con Alessandro Cerrato. https://www.produzionidalbasso.com/project/shoah-e-primo-levi-il-laboratorio-della-coscienza/; 2) martedì 25 gennaio 2022, ore 18 (Meet), Antonio Armano presenterà “Il ragazzo nel bunker.Storia di Bernard Mayer, sopravvissuto alla liquidazione del ghetto di Drohobycz” (Ed. Piemme). L’autore ne discuterà con Nicoletta Fasano.
Volantini e moduli di iscrizione (entro il 21 gennaio 2022) alla pagina: www.scuolealmuseo.it/blogdidattica