PESTE SUINA AFRICANA: SUBITO PROVVEDIMENTO PER SALVARE GLI ALLEVAMENTI

E’ stata firmata l’ordinanza dei Ministeri della Salute e delle Politiche Agricole per fermare la diffusione della Peste Suina Africana (PSA). In relazione alla firma dell’ordinanza dei rispettivi Ministri Roberto Speranza e Stefano Patuanelli, finalizzata a fermare tale diffusione dopo i casi riscontrati su cinghiali in Piemonte e Liguria ma anche in Germania, Belgio, e Paesi dell’Est Europa, Coldiretti, attraverso i suoi rappresentanti ha dichiarato : “E’ importante la tempestiva adozione del provvedimento che consente alle attività produttive di continuare a lavorare in sicurezza, fornendo rassicurazioni in merito alle esportazioni”.

Il Presidente di Coldiretti Novara-VCO Sara Baudo e il Direttore Francesca Toscani sostengono di essere costretti ad affrontare questa emergenza perché è mancata l’azione di prevenzione e contenimento, come Coldiretti ha ripetutamente denunciato sia durante le manifestazioni in piazza a Torino sia nelle sedi istituzionali, a fronte della moltiplicazione dei cinghiali che invadono città e campagne in tutta Italia, dove si contano ornai più di 2,3 milioni di esemplari.

Il provvedimento prevede il divieto di ogni attività venatoria, salvo la caccia selettiva al cinghiale, nella zona stabilita come infetta da Peste Suina Africana, ossia 114 comuni di cui 78 in Piemonte (tutti in provincia di Alessandria) e 36 in Liguria. Nell’area circoscritta sono altresì vietate la raccolta dei funghi e tartufi, la pesca, il trekking, il mountain biking e le altre attività di interazione diretta o indiretta con i cinghiali infetti. Sono escluse le attività connesse alla salute, alla cura degli animali detenuti e selvatici nonché alla salute e cura delle piante, comprese le attività selvicolturali. L’ordinanza in vigore per sei mesi si pone l’obiettivo di “porre in atto ogni misura utile ad un immediato contrasto alla diffusione della PSA e alla sua eradicazione a tutela della salute del patrimonio faunistico e zootecnico suinicolo nazionale e degli interessi economici connessi allo scambio extra UE e alle esportazioni verso i Paesi terzi di suini e prodotti derivati”.

Una necessità dopo che sono state attivate misure precauzionali alle frontiere di Svizzera, Kuwait e in Oriente (Cina, Giappone e Taiwan), dove è stato previsto un temporaneo stop alle importazioni di carni e salumi Made in Italy. Un comportamento analogo è stato adottato anche da paesi come Regno Unito, USA e Canada, dove è diretta la maggioranza dell’export extra UE per i casi analoghi che si sono verificati in Germania, Belgio e Paesi dell’Est Europa e per questo diventa ora importante una azione diplomatica per formalizzare questo orientamento e non penalizzare la filiera.

Il rischio della diffusione della Peste Suina Africana attraverso i cinghiali era presente da tempo, da qui la necessità della loro riduzione sia numerica che spaziale attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette.

“Adesso –dichiarano Baudo e Toscani- serve subito un’azione sinergica su più fronti, anche con la nomina di un commissario in grado di coordinare l’attività dei Prefetti e delle Forze dell’Ordine, chiamate ad intensificare gli interventi, per tutelare e difendere gli allevamenti e compensare gli eventuali danni economici alle nostre imprese. E’ altresì necessario avviare iniziative comuni a livello europeo perché è dalla fragilità dei confini naturali del Paese che dipende l’elevato rischio di un afflusso incontrollato di esemplari portatori di peste”.

E.D.P.