Chieri e l’associazione per le fiere, il sindaco: non deleghiamo, vogliamo dire la nostra
C’è stato un po’ di malumore, o almeno di disorientamento, tra le associazioni chiamate a raccolta dall’assessore alle attività produttive Marina Zopegni per discutere della ‘associazione delle associazioni’ che dovrà (dovrebbe?) gestire i futuri eventi fieristici e culturali della città. Chi si aspettava un vero Ente Fiera, o almeno un ente con il Comune in prima linea, è rimasto spiazzato. Il comune sarà promotore esterno e controllore. Niente di più, niente di meno. E qualcuno ha parlato di passo indietro del comune di Chieri.
“Se di passo indietro si tratta – commenta il sindaco Martano – esso va visto solo come un non farsi più carico in tutto e per tutto degli eventi. Adesso il Comune che vuole fare la fiera di San Martino parte in quarta, si assume il carico totale della manifestazione e poi cerca di coinvolgere i commercianti, le associazioni culturali, gli sponsor e così via. Ma questo funziona assai meglio se, sotto, c’è una macchina organizzativa che, una volta rodata, faciliterà tutti i passaggi dell’organizzazione. Il comune non delegherà, se è questo che qualcuno teme. Non è nostra intenzione delegare e non pensarci più, ‘tanto c’è l’associazione che ci pensa’. Intendo invece che il comune, in un evento importante e di immagine, dica la sua su come vuole che l’evento si svolga, su cosa va messo in evidenza e promosso, in una parola che ci sia l’impronta del comune sull’evento. Decise le linee guida, per la parte propositiva e organizzativa, è bene che ci siano attori sociali diversi coinvolti. Con vantaggi operativi indubbi.”
E se questa proposta non dovesse incontrare troppo favore negli attori sociali? “La proposta va discussa, e alla fine si potrà anche dire che non ha la prospettiva che noi ci immaginavamo, e quindi è meglio lasciar perdere. L’Ente Fiera? Ma in molti posti quel compito è svolto dalle Pro Loco, che sono il braccio operativo ed organizzativo dei comuni. Ma questo succede nei centri più piccoli, o poteva succedere anche a Chieri negli anni ’50 o ’60, quando la nostra mentalità era più da paese. L’amministrazione nominava o orientava le nomine nella pro loco, che agiva e creava gli eventi. A Pecetto, per esempio, succede qualcosa del genere. Ma quando il comune è grande, cambia tutto. Chieri, che non è né un paese né una grande città, deve inventarsi una soluzione. La pro loco a Chieri non si può certo considerare un ente strumentale, ma tende ad avere una sua autonomia, che io rispetto. Ma a quel punto non posso affidare totalmente alla pro loco la gestione di un evento, perché la sua gestione autonoma dell’evento potrebbe impattare con le idee del comune, dare una diversa immagine della città. In questa mega associazione, comunque, la pro loco avrà il suo ruolo, ma sarà l’associazione che si dovrebbe costituire ad essere l’interlocutore dell’amministrazione.”