Villanova d’Asti, presa di posizione dei sindacati: “Non creare una Casa di comunità è una scelta priva di logica”
Dopo l’annuncio della Regione sui piani per gli investimenti sulla sanità nell’Astigiano e la dura presa di posizione dei sindaci di Villanova, Valfenera, San Paolo Solbrito, Dusino San Michele e Cellarengo, anche i sindacati unitari scendono in campo definendo “una scelta priva di logica “quella di non creare una casa di comunità a Villanova.
Di seguito la nota sindacale unitaria:
Abbiamo letto il comunicato del Presidente della Regione Cirio sul piano delle costruende Case di comunità nella nostra Regione nelle quali sono, ovviamente, inserite anche quelle della Provincia di Asti.
Pur non volendo entrare nel merito di scelte che competono al decisore politico, ci sembra che ancora una volta l’improrogabilità di una nuova programmazione sanitaria che punti sulle necessità dei cittadini e dei territori sia procrastinato a data da destinarsi e subordinato a scelte che limitano fino all’irrilevanza la sanità territoriale. In questo senso vorremmo che si soffermasse l’attenzione sulla mancata costruzione di una Casa di Comunità a Villanova d’Asti. Una scelta errata, come si può pensare di non costruire un presidio sanitario avanzato in una zona densamente popolata con la presenza di numerose aziende ed in continua espansione? Come è possibile non considerare che la zona del Pianalto astigiano sarà interessata da profondi cambiamenti industriali e, di conseguenza, anche da un aumento della residenzialità? Non prevedere una Casa di comunità a Villanova d’Asti, in aperto contrasto con le indicazioni della Direzione Generale dell’ASL e delle istanze del territorio è penalizzare l’area e soprattutto non rimuovere le strozzature oggi esistenti nell’accesso ai servizi sanitari essenziali. Anche il tavolo dello sviluppo aveva condiviso, su proposta di CGIL, CISL e UIL, la necessità di dotare Villanova d’Asti di una Casa di Comunità con servizi polispecialistici, la telediagnosi e la telemedicina oltre che con uno sportello di Segretariato sociale in grado di rispondere alla domanda del territorio alleggerendo e rendendo più efficienti le strutture ospedaliere dell’ASL.
È del tutto evidente che è stata fatta una scelta senza considerare le esigenze del territorio ma solo considerando altre logiche che rischiano di penalizzare il necessario salto di qualità nella sanità piemontese.
Come CGIL, CSIL e UIL riteniamo sia da prendere in considerazione la proposta del Presidente della Provincia di aprire al più presto un confronto tra la Regione e tutte le parti in causa, e condividiamo le preoccupazione degli Amministratori Villanova d’Asti, dei comuni del Pianalto e delle popolazioni per quella che pare essere una scelta punitiva.
Siamo a richiedere inoltre al Presidente della Conferenza dei Sindaci dell’ASL di convocare immediatamente la conferenza dei Sindaci per una discussione di merito sulle scelte fatte e chiediamo che venga convocata la conferenza dei Servizi che sarebbe il luogo deputato alla discussione sulle politiche programmatorie della sanità.
Ci riserviamo di mettere in campo ogni utile iniziativa affinché la Regione Piemonte modifichi le proprie scelte”.