Chieri domani: meno case nuove, più ristrutturazioni

 

L'assessore all'urbanistica e ai lavori pubblici Massimo Ceppi

L’assessore all’urbanistica e ai lavori pubblici Massimo Ceppi

Tutelare il consumo di suolo e promuovere lo sviluppo sostenibile a livello urbanistico è un vantaggio non solo ambientale, ma anche economico per tutta la comunità. È questo l’obiettivo del progetto Sam4Cp “Soil Administration models for community profit” nell’ambito del programma Life+ cui partecipano la Città metropolitana di Torino, in qualità di capofila, l’Ispra, il Dipartimento interateneo di scienze progetto e politiche del territorio del Politecnico di Torino e l’Istituto nazionale di economia agraria (Inea). Chieri è stata scelta a sperimentare questo progetto, e l’assessore all’urbanistica Massimo Ceppi spiega come tutto questo avrà effetti importanti sul futuro urbanistico della città.

Le motivazioni per cui siamo stati scelti – dice l’assessore – sono proprio quelle della linea politica dell’amministrazione: uno sviluppo equilibrato del territorio, da perseguire attraverso strategie rivolte alla riduzione del consumo di suolo, quest’ultimo inteso come bene comune fondamentale. La valorizzazione delle cosiddette ‘infrastrutture verdi’ (cioè le parti non costruite) e l’opportunità di retrocessione delle aree edificabili fanno parte dello stesso discorso.”

Ma tutto questo serve a qualcosa di molto importante per la città, che va ben al di là di una ricerca.

“Vogliamo – prosegue Ceppi – acquisire dati utili a vedere le attuali potenzialità del territorio alla luce del piano regolatore: qual è il grado di utilizzo del piano, quali azioni si possono fare per ridurre il consumo del suolo e migliorare la definizione dei bordi urbani. Cioè, capire quali sono le zone di minor pregio su cui immaginare ragionamenti di completamento in una logica di perequazione, che significa: c’è un’area verde, la sua capacità edificatoria non viene sviluppata lì ma altrove. Tutto questo va immaginato in uno strumento urbanistico. Il Politecnico, cui ci siamo già rivolti, ha già fatto un lavoro del genere per Bruino, vorremmo che lo facesse anche per Chieri.

Sarò la base scientifica  per le successive valutazioni politiche, che partono  dall’idea di fondo di ridurre il consumo di suolo, anche rinunciando a fette di aree edificabili.”

Ceppi si addentra nel ‘cuore’ del problema: intervenire significa mettere mano al Piano regolatore.

“Cerchiamo – dice – di immaginare interventi urbanistici di rifinitura, per lo sviluppo armonico del territorio. E dovremo anche rivedere i regolamenti edilizi e le norme tecniche di attuazione del piano, per il recupero dell’esistente. Chieri ha infatti bisogno di ammodernare, efficentare, recuperare, ristrutturare gran parte del patrimonio edilizio esistente: la città è cresciuta tanto negli anni ’50 e ’60, tutti questi edifici hanno bisogno di interventi. Probabilmente, nei prossimi anni, il grosso dell’edilizia chierese si concentrerà proprio  sul recupero e sull’ammodernamento di quegli edifici, più che sulla costruzione di nuove case. Ecco la logica di fondo: cercheremo strategie per incentivare questi interventi, si può pensare a riduzione di oneri o altro, per far sì che siano più appetibili gli interventi sul patrimonio esistente.”