CURIOSITA’ NOVARESI. IL TRIBUNALE DELL’INQUISIZIONE A NOVARA
Conoscere la propria città significa anche trovare nelle vie, nelle piazze, nei palazzi, in edifici e monumenti, ma anche nei parchi e nelle aree verdi, le vestigia, i resti o anche solo la memoria della città di un tempo, del passato suo e dei suoi abitanti. Per questo nasce da oggi questa piccola rubrica giornalistica “Curiosità novaresi”, che senza avere grandi pretese, con una periodicità, per quanto possibile settimanale, con pubblicazione di sabato, cercherà di dare qualche notizia, attraverso piccole schede, sulla Novara che fu, ma che continua a vivere in ciò che resta o comunque nel ricordo o nella memoria storica.
Fatta questa premessa, iniziamo questo nostro percorso con “Il Tribunale dell’Inquisizione”. Dove si trovava? L’Inquisizione era affidata di consuetudine ai Domenicani, predicatori ed inquisitori per eccellenza, quindi anche a Novara, per cercare una risposta, dobbiamo partire dalle notizie sui Domenicani, visto che il Tribunale era collocato solitamente accanto al loro convento.
La prima sede dei Frati di questo Ordine si trovava nel sobborgo di San Gaudenzio (attuale Via XX Settembre e zona limitrofa). Intorno al 1250 il Vescovo Sigibaldo Cavallazzi fece donazione ai Domenicani di un terreno nel sobborgo di San Gaudenzio perché vi fondassero un convento. Anche la Municipalità nel 1256 fece una analoga donazione nello stesso sobborgo. Venne così costruita una chiesa dedicata a San Pietro Martire, con annesso ampio convento e qui trovò collocazione il Tribunale dell’Inquisizione. Tra i Padri Inquisitori che nel 1307 condannarono alla tortura e alla morte sul rogo Fra’ Dolcino vi era anche il novarese Testa Emanuele. Nel 1311 il convento subì una importante aggressione a causa di un gruppo di uomini armati che uccisero alcuni frati e ne ferirono molti altri. Autori e cause della strage non furono mai scoperti.
Il convento domenicano fu abbattuto nel 1552 per ordine degli Spagnoli, che in quel periodo governavano Novara. Furono distrutti molti palazzi, case e edifici sacri dei sobborghi novaresi, collocati fuori delle mura cittadine, in relazione agli importanti lavori di fortificazione voluti appunto dagli Spagnoli. Quelle costruzioni infatti avrebbero potuto offrire un riparo, nel caso di un assedio, agli assalitori.
I Domenicani trovarono poi la loro nuova sede nel centro storico cittadino nella chiesa di Santa Maria d’Ingalardo (anche detta di San Quirico). Essendo però questa antica e troppo piccola per le loro esigenze, i Frati ne vollero costruire una nuova al suo posto, l’attuale chiesa di San Pietro al Rosario, lasciando dell’antica solo pochi resti. La nuova costruzione fu iniziata nel 1599 e accanto alla chiesa fu costruito il convento, il cui chiostro s’intravede tuttora nel cortile che dà su Via Giulietti al n. 1. Il convento era grande e comprendeva l’attuale area tra Piazza Gramsci (anche detta Piazza del Rosario), Via Giulietti, Via Mossotti e la stessa chiesa di S. Pietro e una casa privata (nella foto la chiesa con una parte della struttura conventuale su Piazza Gramsci). Oltre al cortile già ricordato, vi erano compresi presumibilmente anche le due corti (con accesso da Via Mossotti 10, come nella foto), che facevano parte fino a qualche decennio fa della struttura del Monte Pegni “Amico Canobio”. Gli edifici furono acquistati dal Monte Pegni in due tempi nel 1825 e nel 1868, dopo la soppressione del convento con relativo Tribunale avvenuta nel 1807. E’ in quella struttura che doveva trovarsi il Tribunale dell’Inquisizione, che doveva essere collegato al convento, ma al tempo stesso indipendente dallo stesso. Infatti risulta che l’inquisitore Buelli abbia fatto predisporre a Novara i locali per il Tribunale nel 1585 nella nuova sede dei Padri Domenicani. Questi locali furono poi integrati da altri nel 1742 per ordine dell’inquisitore Padre Cadolino.
Enzo De Paoli