ALLEGRO MOLTO a cura di Edoardo Ferrati
EUGENIA BURZIO NEL CENTENARIO DELLA MORTE: UN CONFRONTO TRA PRIMEDONNE
Il celebre soprano Eugenia Burzio, nata a Poirino il 20 giugno1882, primogenita del medico Maurizio Agostino Burzio e della chierese Luigia Margherita Ducato, esordì appena a 17 anni il 9 dicembre 1899 al teatro Vittorio Emanuele di Torino come Santuzza nella Cavalleria rusticana, registrando un grande successo. Desidero ricordare il centenario della morte (Milano, 18 maggio 1922 e tumulata a Chieri tre giorni dopo nella tomba di famiglia tuttora esistente ) con l’ approccio inedito con primedonne che ne condivisero medesimo repertorio, teatri e registrazioni. Per chi volesse saperne di più sulla figura del soprano poirinese rimando il lettore a due pubblicazioni , disponibili presso la Biblioteca Civica “Francone”, uscite rispettivamente nel 1982, centenario della nascita e nel 1999 nel centenario dell’esordio. La prima, grazie al contributo della Fondazione CRT, vede interventi di Giorgio Gualerzi e Secondo Caselle, mentre la seconda diverge in modo sostanziale dalla prima nella forma e nel contenuto, un ritratto meglio focalizzato con nuove indagini a cura di Giorgio Gualerzi, Giorgio Rampone, Valeria Pregliasco, Fernando Battaglia e Thomas Kaufmann (Baltimore University, U.S.A.). A quest’ultimo si deve la prima ragionata ricostruzione della cronologia della carriera del soprano. A queste due pubblicazioni si aggiunge “Artisti poirinesi del passato ” di F. Pavese/ E. Ferrati .Le prime due pubblicazioni sono curate da chi scrive
Con la reggiana Celestina Boninsegna, la ferrarese Ernestina Poli Randaccio e la dalmata Ester Mazzoleni, la Burzio costituì il gruppo delle primedonne italiane che defini la tradizione del soprano drammatico.in un momento difficile per il melodramma romantico, avvinando solo in modo occasionale il repertorio verista. Cosa s’intende per soprano drammatico? Voce caratterizzata da un timbro generalmente scuro, grande ampiezza di volume e buona tenuta nel registro grave. La tessitura gioca sul registro centrale, ma scende con frequenza sotto il rigo e capace altresì di acuti scattanti e penetranti. I ruoli scritti per il drammatico, tipologia ormai scomparsa, richiedeva una forte qualità emotiva e volume: essi sono pesanti , esigenti dove la voce è chiamata a superare il suono orchestrale. I registri sono bilanciati e la voce è piena, densa. Altre stars contemporanee della Burzio, ascrivibili al drammatico, furono la polacca Maria Jeritza, le tedesche Elisabeth Rethberg, Lotte Lehmann, la cèca Emmy Destinn. Ultime rappresentanti del registro furono Maria Cllas, Birgit Nilsson e Montserrat Caballé.
La Burzio e il terzetto della primedonne a confronto al centro delle loro carriere misero Verdi dove il soprano drammatico toccò il vertice negli scatti roventi della passione e nella velocità nei passaggi di forza. A causa dell’imposizione di superiori concezioni estetiche toccò sì esiti trionfali, ma anche il progressivo carattere del declino. Questo formidabile quartetto di primedonne, è imprescindibile per comprendere come la grande tradizione ottocentesca potesse coniugarsi con le urgenze espressive del tempo. Il mutamento del pubblico, che andava rinnovandosi, lasciò profonde tracce con la committenza di opere senza trascurare le esigenze di editori e impresari. Anche i cantanti accusarono i contraccolpi del rinnovamento dove non si pretendeva più il belcanto in quanto la vocalità veniva subordinata al dramma.
Queste rapide note aiutano a comprendere il quadro generale in cui agivano queste primedonne che vantavano titoli della cosiddetta “Giovane Scuola” (Mascagni, Leoncavallo, Giordano, Cilea) con l’aggiunta di Puccini e affini (Ponchielli, Catalani, Franchetti, Alfano). Il tutto naturalmente nel solco maestro di Verdi.
Il paragone discografico si regge sulla tecnica acustica, basata sulla ricezione delle vibrazioni ottenute da membrane di mica che privilegiavano i suoni centrali. Si tratta di voci in natura fonogeniche intense e di volume superiore governato con sana abilità, alternando i momenti di patetico abbandono alle improvvise esplosioni di suono. Il timbro è saldissimo in tutta la sua gamma e a un tempo corposo, morbido. Quattro voci fenomenali tra le più idonee ad essere riprodotte sui mezzi tecnici all’epoca disponibili.
Eugenia Burzio (1882-1924), esordio 1899
Celestina Boninsegna (1877-1947), esordio 1891
Ernestina Poli Randaccio (1879-1956), esordio 1902
Ester Mazzoleni (1883-1992), esordio 1906
Repertorio in comune: Norma, Cavalleria rusticana (Santuzza), , Gli Ugonotti (Valentina) di Meyerbeer,
La Gioconda di Ponchielli, La fanciulla del west (Minnie) di Puccini,, Aida, La forza del destino (Leonora), Il trovatore (Leonora)
Confronto discograficR ( autore, titolo, brano, anno, casa di produzione
Bellini, Norma ,“Casta diva”, 1907 , Edison Diamond (Boninsegna)
1913, Columbia (Burzio)
1939, Fonotipia (Poli Randaccio)
Mascagni, Cavalleria rusticana, “Voi lo sapete , 1907, Fonotipia (Burzio)
1908, Fonotipia (Mazzoleni)
1910, Edison Diamond (Boninsegna)
1931 H.M.V.(Poli Randaccio)
Ponchielli, La Gioconda. “Suicidio!”, 1915, Pathé (Burzio)
1916, Edison Diamond (Boninsegna)
1928 H.M.V.(Poli Randaccio)
Puccini, Tosca, “Vissi d’arte” 1913, Columbia (Burzio)
1916, Edison Diamond (Boninsegna)
Verdi, Un ballo in maschera, “Ma dall’arido stelo divulsa”1905, G. & T. (Boninsegna)
1906, Fonotipia (Burzio)
1908, Fonotipia (Mazzoleni)
1928, H.M.V. (Poli Randaccio)
Verdi, La forza del destino, “Pace, pace mio Dio”, 1903, Columbia (Burzio)
1910, Edison Diamond (Boninsegna)
Verdi, Il trovatore, “Tacea la notte”, 1906, Fonotipia (Burzio)
1906, Edison Diamond (Boninsegna)
I suddetti brani sono riversati in CD dalle seguenti etichette. Marston Records (U.S.A.), Great Opera of Century (U.S.A.), Pearl Gemm e Nimbus (Gran Bretagna), Preiser Records (Austria e Germania), Inoltre, sono reperibili files audio, commentati con foto d’epoca, sul sito www,youTube.com
Eugenia Burzio negli anni 1905-16 incise per le etichette discografiche Fonotipia, Columbia, Phonodisc Mondial e Pathé per un numero di ottanta facciate, una,cifra ragguardevole per l’epoca in cui avevano acceso alla sala d’incisione solo i cantanti di rango e di reputazione internazionale. I dischi ne riproducono la voce con fedeltà e ricalcano il repertorio affrontato che includeva Norma, Mefistofele di Boito, La Wally di Catalani, Cavalleria rusticana, La Gioconda, Marion Delorme di Ponchielli, La fanciulla del west, Tosca, Aida, Un ballo in maschera, La forza del destino, Il trovatore che costituivano la spina dorsale del repertorio della Burzio .Ad esso vanno aggiunti titoli desueti: Saffo di Pacini, Zulma di Romani e canzoni di Grieg, Simoni, Tosti, nonché sei brani da La figlia di Jorio di Franchetti, quest’ultimi non vennero mai pubblicati dalla Fonotipia,
Celestina Boninsegna, inferiore per vigore drammatico alla Burzio e alla Mazzoleni, è interessante per l’ampiezza del registro acuto, per il fraseggio largo e ricco per i toni lucidi e allo stesso tempo dolci
Non inserì nei propri interessi il verismo, genere molto popolare all’epoca, Uno dei primi soprani drammatici la cui voce è stata registrata.
Ernestina Poli Randaccio, voce imponente per forza di penetrazione, sonora e sostenuta da una buona tecnica che le consentiva canto legato e declamazione incisiva, nonché ricorso a un forte vibrato , a portamenti molto accentuati e a rapidi trapassi di registro per accrescere l’effetto delle noti gravi.
Ad Ester Mazzoleni va il merito di aver riproposto dopo un prolungato oblio parte del repertorio verdiano (es, Ernani, Falstaff) e belcantistico (es. Lucrezia Borgia di Donizetti), rendendosi, nel contempo protagonista del recupero di un repertorio incentrato su tragiche figure femminili (es. La vestale di Spontini, Medea di Cherubini). Le sue registrazioni sono esemplari per linea di canto, gusto, varietà di fraseggio, dizione chiara e scolpita, facilità nella zona acuta anche quando la scrittura non è agevole