Operazione ‘ospedale unico’, lunedì si parte con la firma del protocollo
Sarà approvato lunedì prossimo dalla Regione il protocollo d’intesa con Asl 5 e comuni interessati che dà il via all’operazione ‘ospedale unico’ dell’asl 5. Il testo, che la giunta del comune di Chieri ha già approvato (e lo stesso hanno fatto Carmagnola e Moncalieri) sarà portato, dopo la firma dei sindaci prevista per lo stesso giorno, al ministero dal presidente Chiamparino e dall’assessore alla sanità Saitta, che si incontreranno nei prossimi giorni con il governo centrale per definire il prossimo piano sanitario. “Un piano – commenta il sindaco di Chieri, Claudio Martano – nel quale l’obiettivo dell’ospedale unico della nostra asl viene visto come un risparmio consistente a medio termine, oltre che come segnale di efficienza e di concertazione con i comuni interessati.”
Nel protocollo, è confermato il criterio guida che, insieme alla baricentricità del sito che sarà prescelto, dovrà essere tenuto presente nei prossimi mesi dalla Regione nella scelta della ubicazione del nuovo ospedale. “Il minor consumo di suolo – prosegue Martano – rientra in una direttiva regionale e non può non essere tenuto presente nella individuazione di dove costruire l’ospedale.”
Questo, secondo logica, dovrebbe far passare in secondo piano la candidatura di Santena rispetto a quelle, successivamente delineatesi, di Cambiano e Villastellone. “Non è detto –dice Martano – perché il terreno indicato da Santena non è di tipo agricolo, essendo da molti anni a gerbido. Se però ci saranno altre soluzioni equivalenti, si guarderà a quella con minore impatto sul consumo di suolo vergine.”
Anche sulla questione della vendita di parte degli attuali fabbricati ospedalieri, il protocollo di intesa dice qualcosa. “I comuni – prosegue Martano – insieme con la Regione valuteranno indicazioni utili a valorizzare le parti da dismettere degli attuali ospedali, in un quadro condiviso che sarà definito nei prossimi quattro mesi.”
Il fabbricato ospedaliero di Chieri, tra l’altro, sconta pesanti vincoli storico-architettonici per la sua origine medievale. “Se ne dovrà tenere conto – conclude Martano – nel definire quel che si potrà fare lì. Certo, non un supermercato…”