Italia Viva e il Distretto del Cibo. “Tutti uniti per farlo decollare”

“Distretto del Cibo del Chierese e Carmagnolese: un sogno a occhi aperti che diventa realtà”. Lettera aperta a istituzioni, imprese e cittadini dei 25 comuni coinvolti.

 

Nelle prossime settimane diventerà operativa l’associazione “Distretto del Cibo Chierese- Carmagnolese Ente del Terzo Settore”. Ottenuto il riconoscimento regionale il 1° aprile scorso, ora i 25 Comuni stanno facendo approvare dai rispettivi Consigli Comunali lo schema di Atto Costitutivo dell’associazione, lo Statuto e l’accordo di Distretto. Si tratta del coronamento di un lungo percorso avviato dopo la pubblicazione dell’Atlante del Cibo nel maggio 2017 (a cui hanno lavorano per anni Regione, Città Metropolitana di Torino, Università e Politecnico) e reso possibile dalla cornice normativa offerta dal governo Gentiloni, che ha istituito i “Distretti del Cibo” e stanziato i primi fondi con la finanziaria 2018. Un lungo cammino che ha visto impegnate via via molte persone illuminate, presidenti di associazioni, produttori agricoli, sindaci e semplici cittadini, che hanno messo da parte interessi personali e campanilismi per dare forma a questo importante progetto. Un sogno che ruota intorno al cibo, nato dall’attenta osservazione delle potenzialità ancora inespresse dai prodotti agricoli di eccellenza del nostro territorio, dai comportamenti dei consumatori, ora in grado di apprezzare cibi tracciabili di qualità a “tempo zero” e dalla consapevolezza del cibo come catalizzatore per l’industria agroalimentare, del turismo e dell’accoglienza. In sintesi, le filiere che possono essere costruite intorno al cibo sono in grado di muovere il PIL dell’intero territorio generando:

  • nuovi posti di lavoro
  • nuove imprese
  • e dando impulso e facendo crescere le imprese già attive.

Sarà il primo distretto del cibo del Piemonte. Noi come Italia Viva, che a febbraio 2021 avevamo avanzato il Business Plan del Distretto del Cibo e le nostre proposte operative, avremmo preferito la creazione di una S.r.l. con il capitale aperto anche alle persone fisiche, con un patrimonio iniziale minimo di 500.000 euro e una struttura manageriale. Quella che nasce oggi è una associazione del terzo settore gestita da un Consiglio direttivo senza compenso, aperta alle imprese in linea con le priorità del Distretto con una governance affidata ai rappresentanti dei comuni proponenti e ai rappresentanti delle associazioni dei produttori. Potrà contare su un fondo di dotazione iniziale di30.000,00 euro messo a disposizione dai 25 comuni promotori in proporzione al numero degli abitanti. Anche se non pienamente in sintonia con la forma giuridica scelta, come Italia Viva daremo il nostro massimo sostegno in tutte le sedi affinché il Distretto possa decollare e crescere insieme a tutte le imprese connesse direttamente e indirettamente alle filiere del cibo. Occorre far crescere con cura ogni anello della filiera perché, come dimostrano le esperienze consolidate, ogni anello è vitale per tutta la filiera. Non dovremo più leggere per esempio che “la tinca nuota sui social invece che nei nostri stagni”. Occorre creare una identità sovracomunale per questo territorio, che conta su 145.000 residenti e per farlo servono a nostro parere alcuni passaggi preliminari:

  • che i tre comuni di Pancalieri, Carignano e Castagnole Piemonte chiedano di essere inseriti nell’area omogenea 11;
  • che i principali organi di informazione locali online e cartacei del territorio istituiscano unarubrica fissa dedicata al nuovo Distretto del Cibo;
  • che venga programmato un roadshow per la presentazione degli obiettivi del distretto nei25 comuni.

La creazione di una identità collettiva territoriale per essere riconoscibile all’esterno come è per Langhe e Roero, ha bisogno di un lungo e faticoso percorso di convergenza di azioni e comportamenti collettivi che l’informazione locale può contribuire a costruire e far crescere. Il Distretto del Cibo permetterà agli imprenditori agricoli del territorio di vedersi riconoscere il giusto prezzo e quindi il giusto reddito come accade per gli altri attori della filiera passando dai “contributi per non coltivare” ai “contributi per produrre in modo sostenibile”: il tutto reso possibile dall’accesso ai fondi europei attraverso il PSR. (Piano di Sviluppo Rurale). Come ha sostenuto Renzi nel Seminario Nazionale dedicato al cibo del 12 maggio scorso, “il cibo è l’argomento politico per eccellenza, il cibo è tradizioni e valori culturali, il cibo è territorio, il cibo è sostenibilità, il cibo è posti di lavoro, pezzi di economia e infine abbiamo capito in questi mesi che il cibo è geopolitica.” Viva il Distretto del Cibo Chierese-Carmagnolese.”

 

Per i Comitati di Italia Viva del Chierese e Carmagnolese

Pier Antonio Pasquero