ANTIQUA 2022: 12 giugno concerto a Settimo Torinese

Ore 21 SETTIMO TORINESE – Chiesa di San Vincenzo  Via Milano, 59

G.F.Haendel

Voxonus e Accademia del Ricercare Presentano: Ouverture & Concerti tra Halle e Amburgo

Ingresso 5 euro

Domenica 12 giugno alle 21, presso la chiesa di San Vincenzo di via Milano, 59 a Settimo Torinese,  Antiqua proseguirà la propria esplorazione del repertorio barocco. Una vera e propria mission che nel corso degli anni ha riscosso unanimi consensi sia tra il pubblico sia tra la critica. Lo farà con un concerto  di Voxonus e Accademia del Ricercare  dal titolo: “Ouverture & Concerti tra Halle e Amburgo” che abbinerà le figure di Georg Philipp Telemann e Georg Friedrich Händel, due degli autori più carismatici dell’ultima fase del Barocco.

A partire dal XVII secolo, il repertorio strumentale europeo si divise in due poli contrapposti. Da un lato c’era l’Italia, dove in epoca rinascimentale aveva visto la luce il genere della sonata, che nei primi anni del XVII secolo iniziò a svilupparsi grazie a compositori visionari come il veneziano Dario Castello, autore di due raccolte di Sonate concertate in stil moderno destinate ad avere una vasta eco tra i musicisti contemporanei. Dall’altro c’era invece la Francia, i cui compositori privilegiarono il genere della suite, sia nel repertorio per strumento solo (liuto, clavicembalo e viola da gamba) sia nel campo degli ensemble strumentali. Chi più, chi meno, gli altri Paesi europei si adattarono a questi modelli, talvolta reinterpretandoli secondo il gusto e le tradizioni nazionali.

A quest’ultimo destino non sfuggì la Germania, all’epoca ancora frammentata in una molteplicità di staterelli, spesso in accesa competizione tra loro, come dimostra la produzione di Johann Sebastian Bach, che abbracciò con entusiasmo il verbo italiano nei Concerti Brandeburghesi e sposò con grande convinzione lo stile francese nelle Suite per orchestra BWV 1066-1069. Il programma di questo concerto dimostra la coesistenza dei due generi nella produzione di tre compositori tedeschi vissuti nello stesso periodo, ma che condussero carriere molto diverse tra loro.

Georg Philipp Telemann fu con ogni probabilità il musicista tedesco che seppe comprendere meglio l’idioma francese, come dimostra lo straordinario successo che ottenne dal pubblico parigino durante i suoi soggiorni nella capitale francese. In particolare, l’Ouverture in mi minore “Les Cyclopes” presenta numerose analogie con lo stile di Jean-Baptiste Lully, grazie alla brillantezza della scrittura musicale e all’espressività con cui vengono evocate le figure dei Ciclopi. Sotto l’aspetto strutturale, entrambe le suites di Telemann si aprono con un’ouverture dal carattere astratto, seguita da una serie di danze stilizzate dal carattere contrastante, che vengono impreziosite dai vivaci timbri dei fiati.

Dalla parte dell’Italia si schierano invece Georg Friedrich Händel e il meno noto ma interessantissimo Johann David Heinichen, che durante la loro giovinezza trascorsero qualche tempo nel nostro Paese. I sei Concerti Grossi op. 3 di Händel furono pubblicati nel 1734 dallo spregiudicato editore londinese John Walsh, deciso a lucrare sulla crescente fama del compositore di Halle, del tutto inconsapevole di questa operazione editoriale. Nonostante la loro origine ai limiti della pirateria, queste opere presentano una scrittura fresca e molto gradevole, con parecchi temi tratti dalle opere teatrali messe in scena da Händel negli anni precedenti.

Il bellissimo Concerto in sol maggiore di Heinichen è invece strutturato secondo il collaudato schema della sonata da chiesa italiana, con una doppia alternanza di movimenti lenti e veloci e, grazie alla sua intensa vena melodica e alla sua meravigliosa ricchezza timbrica, si segnala tra le opere più attraenti del compositore sassone.

Ingresso 5 euro.