ALLEGRO MOLTO a cura di Edoardo Ferrati – CHIERI, CONCORSO INTERNAZIONALE: CHIERESI LATITANTI
Si è conclusa felicemente la 15.ma edizione del Concorso Internazionale di Musica per Giovani Interpreti che è inaugurato il 21 novembre con il concerto prologo dell’Orchestra Chieri Sinfonietta che si è misurata in una serata di grande impegno dedicata alle quattro Suite-Ouverture di J.S. Bach, raramente vengono proposte nella loro integralità. L’esito complessivo è stato condizionato dall’acustica della chiesa di San Domenico che non aiuta molto: per esempio il clavicembalo e i legni, nelle prime dodici file, non si percepivano con chiarezza. Le cose miglioravano sposandosi al centro della chiesa. Comunque, siamo certi che il direttore Enzo Benito Ferraris, interprete di vasta esperienza, abbia svolto un attento lavoro di concertazione in fase di prova.La compattezza e la coesione non sono mancati. Peccato delle dinamiche un pò piatte, per fotuna l’insieme ha retto con scelte di tempo e fraseggio caute. In ogni modo, chapeau!
Domenica scorsa la Sinfonietta chierese si è fatta onore presso la sala Conceria, ambiente acustico più favorevole. Manca, forse, ancora una precisa identità di suono. Sugli scudi la direzione di Andrea Damiano Cotti che ha risolto ogni frase, ogni passo con giusta misura, rivelandosi così un sensibile compagno di strada dei solisti. La giuria ha visto giusto con i quattro ragazzi premiati (cat. B): l’oboista Tomoko Uehara (Giappone). il clarinettista Hyum Kim (Corea), il cornista Emanuel Jean Petite Matile (Svizzera) e il sassofonista José Pedro Oliveria (Portogallo). Tutti bravissimi, hanno affrontato l’elemento virtuosistico con sicurezza, mai ridotto in termini fini a se stessi ma, al contrario risolti in atteggiamenti di nobile naturalezza, Insomma, non hanno sbagliato un colpo, ci hanno regalato interpretazioni vibranti dove, oltre alla tecnica agguerrita. è emersa la gioia di fare musica, donandola a un pubblico oltremodo caloroso. Una domanda che rischia di diventare un mantra: dove erano i chieresi?
E’ proprio da quest’ultimo quesito non secondario che parto per alcune rapide considerazioni (per altro già manifestate in passato da chi scrive). Il Concorso, paradossalmente, è molto noto all’estero senza alcun problema di comunicazione, ma assai carente riguardo alla città. Non bastano alcune locandine nei negozi del centro o un ‘insegna luminosa all’ingresso di Chieri. Si deve coinvolgere il territorio, costruendo qualcosa intorno al Concorso stesso. Non sono sufficienti tre concerti della Chieri Sinfonietta, nata con l’intento di formazione professionale, andrebbero raddoppiati: le potenzialità artistiche non mancano; perchè non approfittare della presenza di musicisti di vaglia come i maestri Molinaro, Turola o Data? Bisognerebbe osare per ottenere un potenziamento dei fondi con il settore privato: azione tentata, senza esiti significativi, dallo stesso Circolo Cameristico Piemontese (organizzatore del Concorso) sul territorio del Chierese. Qui sarebbe di grande ausilio maggiore sinergia con le istituzioni (leggasi Sindaco, giunta e assessorato competente). Sarebbe un motivo di orgoglio raggiungere con la Chieri Sinfonietta il traguardo di “orchestra in residence”. Siamo consapevoli di avere fra le mani una carta importante da giocare? Il dialogo con la Città è fondamentale, se no il Concorso rischia di diventare una torre d’avorio in cui si celebrano riti semiclandestini, seppur di alto livello. Questi sono i due cardini su cui agire per il futuro del Concorso. Esso ha tutte le carte in regola per rigoroso rispetto delle regole internazionali e per la presenza di giurie sempre di alto livello: due elementi che gli consentirebbero di accedere alla prestigiosa Féderation Mondiale des Concours Internationaux de Musique con sede a Ginevra che include anche formazione, ricerca e produzione, e al quale aderiscono già due realtà piemontesi come il Concorso Musica da Camera di Pinerolo (dal 2011) e il Concerto “Pittaluga” per chitarra di Alessandria (da quest’anno). Sarebbe un ulteriore salto di qualità che potrebbe garantire maggiore disponibilità finanziaria. Per entrare in questa sancta sanctorum dei concorsi occorrono precisi parametri: qualità della vita, ospitalità degli abitanti, recezione alberghiera, patrimonio artistico-monumentale, manifestazioni e attività culturali (non solo musicali). Il verdetto viene espresso da una giuria con sua venuta in loco.
Vogliamo fare del concorso un “bene comune” , patrimonio della nostra comunità? Non bastano le forze dei singoli, bensì una rete di sinergie che abbiano come obiettivo la sua salvaguardia. Concludo queste note, che non vogliono assolutamente essere veicolo di critica o contrapposizione, con un passo indietro nel tempo, ricordando che Chieri, a partire dal 1981, ha coltivato una significativa attività musicale iniziata nei locali della Biblioteca quand’era ancora nella sede vecchia, proseguita, poi, con il Maggio Musicale, il festival “Chierinmusica” con presenze di rilievo internazionale, a cui vanno aggiunti i 250 concerti pubblici del Circolo Cameristico Piemontese che ha anche promosso lezioni-concerto per le scuole (terreno che diede buoni risultati nelle elementari e nella scuola media inferiore e che andrebbe ripreso), nonchè la rassegna “Organalia” della Provincia di Torino, i concerti di Primavera, gli Aperitivi e quelli estivi dell’Accademia dei Solinghi. Una tradizione musicale di tutto rispetto che si è inaridita : si tratta di rinverdire un campo abbandonato, specie negli ultimi anni, da una politica culturale un po’ ondivaga.
La musica non richiede traduzioni, ma conoscenza della tradizione. Essa, però, esige di essere suonata e quindi interpretata, ma anche bisogno di un percorso dove ogni persona che l’ascolta deve intraprendere da sola. Un solo brano di musica può aprire molteplici percorsi che possono rivelarci scenari variegati. Un esercizio di stile e curiosità che apre la mente a nuovi giochi e conduce su strade inesplorate. Se nell’arte in genere si riflette un pezzo della nostra anima individuale, apprendiamo anche qualcosa in più su di noi stessi. L’arte diventa così una sorta di “armadio della memoria” in cui trovare i diversi strumenti e stimolare la propria sensibilità. Vogliamo considerare la musica un “bene comune” e un patrimonio della nostra Chieri?
Edoardo Ferrati
Vincitori dell’edizione 2015
Categoria A- oboe 1° Sheng Chung Cheng (Taiwan)
– clarinetto 1° Mikita Kornyushin (Russia)
2° Michele Carrara (Italia)
– corno 1° Clement Guignard (Francia)
2° Guillaume Lachambre (Belgio)
3° Antonin Liolios (Francia)
-sassofono 1° Pedro Pereira (Portogallo)
2° Rui Chunca (Portogallo)
3° Pedro Silvia (Portogallo)
Categoria B -oboe 2° Tomoko Uehara (Giappone)
3° Yoon Jung Suh (Corea)
-clarinetto 2° Hyun Kim (Corea)
3° Alessandro Beverari (Italia)
-corno 1° Emanuel Jean Petite Matile (Svizzera)
2° Nicolas Gomes (Spagna)
3* Philp Usselmann (Germania)
-sassofono 1° José Pedro Oliveria (Portogallo)
2° Camila Viacek (Polonia)
3° Joommok Lee(Corea)
Musica Camera – Duo Steinaa-Kolarova (Danimarca)
da tre a cinque componenti 2° Trombone Quartet (Ungheria)
3° Blicke Trio (Spagna) / Trio Doone (Corea)
da sei a tredici componenti 1° Ventos do Oriente (Portogallo), NELLA FOTO
edizione 2016: flauto, fagotto, tromba, trombone