Il Chierese e il Distretto del Cibo. L’assessore Comollo: “Vogliamo un posto in prima fila”

Elena Comollo

E’ appena nato ma già fa molto discutere il Distretto del Cibo di Chierese e Carmagnolese. Troppo piccolo, troppo grande, troppo frammentato, troppo sbilanciato versi questo o quel pezzo di territorio: le opinioni si sprecano e le teorie, quando non sono ancora supportate da fatti concreti, sono tutte valide. Chieri dovrà (dovrebbe) essere protagonista e spingere per la promozione dei prodotti del suo territorio. Ma intanto l’assessore alle attività produttive e al turismo, Elena Comollo, fa il punto della situazione. Utile, comunque, per quella stragrande maggioranza di cittadini di Chieri e del Chierese che del Distretto del Cibo sa poco.

Spiega Comollo: “I Distretti del cibo, istituiti con la legge 205 del 27 dicembre 2017, costituiscono un nuovo modello di sviluppo per l’agroalimentare italiano. Nascono per fornire opportunità e risorse per la crescita e il rilancio sia delle filiere che dei territori nel loro complesso. Il nostro distretto, il primo nato in Piemonte, coinvolge 25 comuni in grandissima parte appartenenti all’Area Omogenea 11 e si è costituito come Associazione del Terzo Settore Distretto del Cibo Chierese-Carmagnolese il 31 maggio 2022 a seguito di un lunghissimo percorso che ha coinvolto molteplici attori del territorio.

La firma dell’atto si è svolta a seguito di una cerimonia che si è tenuta nella sala diplomatica di Palazzo Cavour di Santena, capofila del progetto. Il consiglio direttivo, a cui spetta il compito di attuare il piano di distretto e che opera a titolo gratuito all’interno dell’associazione, è presieduto dall’ex sindaco di Santena Ugo Baldi (che resterà in carica per i primi sei mesi) ed è composto dalla Sindaca del Comune di Carmagnola Ivana Gaveglio (Vice-Presidente) , da me, dalla Dott.ssa Claudia Caminotti (scelta come proprio rappresentante dalle fondazioni di comunità e dalle associazioni del terzo settore firmatarie dell’accordo per la creazione del distretto) e da ben sette associazioni di produttori del territorio : Elisa Tosco per le Ciliegie di Pecetto, Domenico Tuninetti per il Peperone di Carmagnola, Marina Zopegni per il Consorzio di Valorizzazione delle DOC Freisa di Chieri e vini della Collina Torinese, Simone Aita per il Pomodoro Costoluto di Cambiano, Gino Anchisi per l’Asparago di Santena e delle Terre del Pianalto, Guido Quattrocolo Associazione Pralormo Experience & Food, Roberto Brunetto per il Ciapinabò di Carignano

Stanno formalizzando l’adesione al distretto, oltre ai soggetti firmatari dell’accordo preliminare tra cui le associazioni di categoria e Città Metropolitana, i vari componenti della filiera tra cui produttori agricoli e rappresentanti dell’agro-industria ma anche soggetti privati ,operanti in settori diversi, che però perseguono gli obbiettivi del distretto e con esso definiscono un sistema di relazioni sinergiche tra comparti afferenti alla filiera agroalimentare

I comuni versano una quota annuale di 0,20 centesimi per abitante, mentre l’adesione al distretto da parte di altri soggetti dovrebbe comportare il versamento di una quota annuale di 20 euro”

Qualcuno ha detto che un limite del Distretto è la presenza di produzioni troppo piccole.  Ma Comollo precisa: “Ciò che rende unico il Chierese è la straordinaria agrodiversità. Non esiste in tutto il paese un’area a ridosso di una metropoli in cui, nel raggio di pochissimi Kilometri, si incontrano così tanti modi differenti di utilizzo del suolo. Dal salotto di Torino, salendo verso Villa Della Regina e scollinando su Pecetto si passa velocemente dal bosco alla cerasicoltura, dal prato stabile all’orticoltura, dalla viticoltura alla foraggicoltura, dalla frutticoltura a tanti diverse tipologie di allevamento.

Questo modo vario di utilizzare la terra da parte degli agricoltori ha ricadute importanti . Determina un paesaggio di pregio (non a caso Pino, Pecetto, Baldissero, Pavarolo vantano redditi tra più alti del Paese) , una piacevole fruizione da parte dei cittadini e dei visitatori e, soprattutto una miriade di produzioni agroalimentari eccellenti: le Ciliegie di Pecetto ,la Freisa di Chieri e i vini della Collina Torinese, l’asparago di Santena ,il pomodoro Costoluto di Cambiano, la Susina Purina di Pavarolo, la Cipolla Piattina ed al Cardo di Andezeno fino ad arrivare all ‘Albugnano. Uno scrigno di agrodiversità che dobbiamo alla tenacia delle associazioni di produttori del territorio che per decenni hanno operato con determinazione preservando la biodiversità e producendo paesaggio tra l’ indifferenza della comunità e della politica

Il chierese non è ovviamente solo questo, dal momento che parte del territorio è pianeggiante. Man mano che ci spostiamo verso la pianura e dunque verso il Carmagnolese, l’uso del suolo è meno vario e l’agrodiversità si riduce .Qui il comparto cerealico, zootecnico ,la maidicoltura e l’orticoltura  dominano il paesaggio agrario

Questo per  dire che il chierese ( in gran parte spalmato sulla collina tra boschi e in assenza di acqua superficiale) con le sue piccole produzioni eccellenti , molte delle quali PAT ,ha ovviamente esigenze differenti dal Carmagnolese, fortissimo da punto agricolo e legato al Roero grazie ad un lavoro tenace perseguito da decenni. Fondamentale dunque che le risorse, di cui il distretto diverrà inevitabilmente attrattore ,riguardino progettualità che , a partire dalle eccellenze agro-alimentari consentano la messa  a  sistema del  patrimonio  storico,  culturale, pesaggistico,  commerciale e produttivo del chierese-carmagnolese  in una logica che vede tutti i territori vincenti e consenta il rilancio dell’area nel proprio insieme. Questo dibattuto progetto rappresenta infatti  una straordinaria opportunità per un settore che sta attraversando una crisi enorme e  molto complessa, in cui ai problemi cronici del comparto si aggiungono gravi problematiche esterne: dalla pandemia alla crisi climatica, dalla guerra a rincari delle materie prime per cui avrebbe bisogno di essere operativo prima possibile Va in questa direzione il documento contenente la  proposta per la gestione idrica del territorio del distretto che il direttivo intende presentare a breve  a tutti i comuni chiedendo adottino un ordine del giorno . La crisi idrica tocca un tema che coinvolge tutti i 25 comuni . Muoverci in modo coeso come unità sovra-territoriale ci consentirà di attuare politiche sicuramente più efficaci rispetto al passato

Importante sarà infine il coinvolgimento di tutti gli attori della filiera che non sono direttamente rappresentati nel direttivo e con i quali occorre iniziare a lavorare per affrontare tematiche e sfide molto complesse che richiedono competenze specifiche e visione.”

In una situazione così in evoluzione, Chieri non sta a guardare.  Spiega l’assessore: “Ci stiamo portando avanti con azioni utili ad aumentare il senso di appartenenza ad un unico territorio e che vadano nella direzione di un sistema unitario per la promozione congiunta dei prodotti. Per esempio, alla fiera di San Martino dove il tema Pianalto di Poirino argilla-cotto diventa un itinerario/percorso che lega il chierese al carmagnolese e fornisce il pretesto e l’aggancio per approfondirne la conoscenza. E poi, azioni utili alla valorizzazione e riscoperta della cultura e storia del territorio e del paesaggio agrario (san Giuliano e presto San Martino). E ancora: individuazione di misure di finanziamento e partecipazioni a bandi, valorizzazione delle produzioni di Chieri e del Chierese, organizzazione di convegni, studio circa la possibilità di gestione condivisa delle aree boscate/agricole e della co-fruizione dei sentieri da parte di camminatori e bikers. Infine, censimento e messa in rete delle realtà che praticano attività extra-agricole in ottica di multifunzionalità ed erogazione di servizi utili alla comunità e studio idrogeologico per la valutazione delle aree potenziali di infiltrazione delle acque meteoriche e possibili modalità di intervento.”

La conclusione di Comollo:  “Il distretto rappresenta una bella opportunità sia perchè potenziale attrattore di risorse per il territorio, sia perchè facilitatore della coesione territoriale. Credo vada però accompagnato in questa fase di “avviamento” per garantire al chierese un posto in prima fila.”