PASSIONE FUMETTI di Giancarlo Vidotto: ZAGOR contro Hellingen, il nemico numero 1!

 

1ZAGOR torna a scontrarsi con il malvagio “Mad Doctor” Hellingen, scienziato pazzo ma incredibilmente geniale e proprio per questo estremamente pericoloso per il mondo intero. Il Professor Hellingen è animato da un ego smisurato che lo porta a ritenersi superiore ad ogni altro essere umano e acceso sostenitore della filosofia della supremazia della razza superiore. Concetti che vengono ribaditi e approfonditi in alcuni intensi passaggi contenuti nell’avventura “Resurrezione!” che Moreno Burattini ha raccontato negli albi di Zagor dal 602 al 605, dove Hellingen cercherà di porre le basi per il suo folle piano di conquista del mondo e sterminio delle razze inferiori. Il professore pazzo è animato anche da un profondo odio per il nostro eroe – che lo ha già sconfitto più volte in passato – e che ancora una volta si opporrà alle sue folli macchinazioni, anche se la sproporzione di forze appare veramente sfavorevole per lo Spirito con la Scure.

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Avventura pura e di stampo piuttosto classico, quella che viene raccontata nelle pagine dei fumetti di ZAGOR, l’eroe più longevo creato da Sergio Bonelli – alias Guido Nolitta – nel 1961 e di cui ho già parlato su queste pagine nell’articolo del 9 maggio 2015 (  www.100torri.it/newsite/?p=15325 ). Avventura senza particolari velleità culturali, se non il piacere della lettura, certamente classica nella concezione dell’eroe, ma moderna per ritmo e cura dei dettagli e pervasa da concetti e messaggi positivi che da sempre sono capisaldi delle avventure di casa Bonelli. Ed è così che Zagor, eroe dalle abilità e forza non comuni ma comunque umane, si trova a contrastare non solo la perversa filosofia del professor Hellingen, ma anche la dubbia moralità della ricerca di armi sempre più potenti, grazie alla sua profonda umanità e alle sue qualità morali. Concetti che fanno parte della forte caratterizzazione di un personaggio fin dalla sua creazione e che rendono “speciali” e moderne le sue storie, frutto di un riuscito mix di contaminazioni di generi, non privo di sottili richiami alla nostra realtà.

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426 pagine. Questa è la lunghezza dell’avventura dedicata al ritorno di Hellingen uscita in questi ultimi 5 mesi, scritta da Moreno Burattini e suddivisa in due parti: la prima disegnata dal mitico Gallieno Ferri “L’eredità di Hellingen” che si sviluppa negli albi dal 601 al 602. La seconda disegnata da Gianni Sedioli (matite) e Marco Verni (chine) inizia a metà del 602 e prosegue negli albi 603 “Nei sotterranei di Altrove”, 604 “Mad Doctor” e si conclude con il 604 “Finale di Partita”. L’avventura è preceduta da un ideale prologo,  “Il giorno dell’invasione”, seicentesimo albo della serie (Zenith 651) scritto da Jacopo Rauch, disegnato da Gallieno Ferri, un numero centenario particolarmente riuscito per ritmo e finale.

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Hellingen si è conquistato, fin dalla sua prima apparizione, il ruolo del “nemico numero 1” dello Spirito con la Scure, sia per la forte e riuscita caratterizzazione che gli ha conferito Nolitta, sia per il fascino che esercita un cattivo quasi invincibile che riesce a mettere in estrema difficoltà l’eroe (e anche in questa nuova avventura la missione di Zagor apparirà a prima vista impossibile). Hellingen appare per la prima volta nel 1963 nella 17ª  avventura di Zagor, allora pubblicato nei famosi “albetti a striscia”. Avventura poi ristampata negli albi giganti (l’attuale serie Zenith) nr. 11 “L’isola della paura” e 12 “Sulle orme di Titan”. In questa prima avventura compaiono già gli elementi caratterizzanti il personaggio, ispirato agli scienziati pazzi della letteratura e del cinema amati da Sergio Bonelli, ma soprattutto a “Virus, il Mago della foresta”, un fumetto realizzato nel 1939 da Federico Pedrocchi e Walter Molino. Con questa avventura fa l’ingresso nel mondo “western” di Zagor la contaminazione dei generi, destinata a diventare una delle caratteristiche più importanti della serie.

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Nei due albi citati Guido Nolitta mette in scena, ben prima dell’invasione dei “robottoni” giapponesi, un colosso d’acciaio, l’enorme robot Titan, che Helligen comanda a distanza utilizzando dei congegni dotati di monitor. Titan tornerà in un’altra riuscitissima avventura pubblicata nel 1968 sui nr. 39 “Odio!”, 40 “Lo spettro dal passato” e 41 “Vittoria!” ricca di suspense e di mistero, dove Zagor verrà messo in forte difficoltà da un Helligen ancora più folle e vendicativo (si tratta peraltro della prima avventura realizzata interamente per l’albo in formato “Bonelli”). Al “Ritorno a Darkwood” (nr. 107 del giugno 1974) dopo la celebre Odissea Americana, Zagor scoprirà che Hellingen è ancora vivo e che non si è dimenticato di lui, ne ha abbandonato i suoi folli progetti di conquista dell’America e del mondo. In questo e nei due albi successivi, “Ora zero!”(108) e “Minaccia dallo spazio”(109), Hellingen utilizzerà dei missili telecomandati per cercare di distruggere non solo la capanna di Zagor, ma addirittura la Casa Bianca.

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Nel 1980 esce l’ultima avventura di Zagor scritta da Guido Nolitta, un capolavoro di tensione e angoscia, dove l’impresa di Zagor pare impossibile come non era mai successo prima. Non solo ritorna “Hellingen!”, nell’omonimo albo nr. 178, ma nei successivi “Il raggio della morte”, “Terrore dal sesto pianeta” e “Magia senza tempo”, entreranno in scena i temibili Akkroniani, extraterrestri venuti per conquistare la terra e divenuti alleati del Mad Doctor. Gli Akkroniani torneranno ancora più agguerriti proprio nell’albo 600 di Zagor. Ma prima di loro tornerà nuovamente Hellingen, nel giugno del 1988, nella storia più lunga in assoluto di Zagor, ben 513 pagine, scritta da Tiziano Sclavi (il creatore di Dylan Dog) e disegnata da Ferri in splendida forma. Il genio di Sclavi ci regala un capolavoro ricco di atmosfera, drammaticità ed epica. Gli albi che compongono la lunga avventura sono “Incubi”(Zagor nr. 275), ”Il demone della follia”(276), “Titan risorge!”(277), “Il ritorno di Hellingen”(278), “Ai confini della realtà”(279) e “La fine del Mondo”(280), capolavori di Ferri anche nelle copertine.

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Di ritorno da una nuova odissea zagoriana (iniziata nell’aprile 1994 su “L’esploratore scomparso”), Zagor e Cico si trovano al centro di avvenimenti sconvolgenti, nell’albo 376 “Ombre su Darkwood”(novembre 1996). In un’avventura di 376 tavole – scritta da Mauro Boselli e disegnata da Ferri – entrano in scena, insieme un Hellingen quasi metafisico, nuovi personaggi come il malefico Wendigo e l’agente di Altrove Edgar Allan Poe. La base segreta di Altrove, inventata nella serie dedicata a Martin Mystère e protagonista di una serie parallela ambientata in differenti periodi storici, rappresenta uno dei punti di contatto che legano in qualche8modo il “multiverso” bonelliano (e alcuni dei suoi personaggi) e nell’ultima avventura appena conclusa ne costituirà uno degli scenari più importanti, anche per il passato di Hellingen. Edgar Allan Poe è invece ritornato nell’avventura appena iniziata “Uno studio in nero” a pagina 55 dell’albo 605 (“Finale di partita”), scritta da Moreno Burattini e disegnata da Fabrizio Russo, già disegnatore di Dampyr, storia che proseguirà nell’albo “Il mostro di Philadelphia” in edicola dal prossimo mese di gennaio.