CURIOSITA’ NOVARESI 22. ANTICHI PALAZZI DEL CENTRO STORICO DEL XV E XVI SECOLO
Potrebbe essere interessante ripercorrere i secoli della nostra storia cittadina attraverso alcuni palazzi civili di particolare rilievo tuttora esistenti. Si intende iniziare questo percorso con alcuni esempi dell’architettura del XV e XVI secolo. Di Casa della Porta di via Canobio 6 (XIV-XV sec.) e Casa Rognoni Salvaneschi di via Canobio 14 (XV sec.) si è già parlato nell’articolo sulla Via delle Torri Lunghe, continuiamo quindi il nostro itinerario con altri tre edifici d’epoca: la Ministreria dei Poveri, Palazzo Medici, Casa Canobio e Palazzo Natta Isola.
Palazzo Natta Isola è certamente il più noto dei quattro, essendo sede della Provincia e della Prefettura di Novara, meno noti certamente gli altri tre e in particolare il Palazzo della Ministreria dei Poveri, che per qualcuno può rappresentare una sorpresa. Cominciamo quindi proprio da qui, per poi continuare con gli altri.
Il Palazzo della Ministreria dei Poveri (nella foto), che sorge sul lato Est di Piazza della Repubblica (già piazza del Duomo), è stato costruito per volere del Capitolo della Cattedrale di Santa Maria e ampliato nel 1237 e nel 1488 ed è rimasto oggi quasi identico all’edificio originale, quando però aveva decorazioni intorno alle finestre, ora solo molto parzialmente visibili a frammenti (già nel 1145 è attestata su questo lato della piazza la presenza di edifici civili). In questo palazzo i Canonici provvedevano ad assistere i pellegrini e i poveri della Città con il reddito della Chiesa, proveniente in particolare dai beni immobiliari. Il primo piano dell’edificio è sorretto da quattro arcate a sesto acuto su colonne di serizzo. Si può notare come l’ultimo arco della Ministreria verso il Duomo conduce sotto l’unica arcata del Portico del Paradiso sopravvissuta alla demolizione antonelliana del XIX secolo. Il Palazzo della Ministreria dei Poveri comprende il nucleo dell’antica Credenza dei Consoli, in attività almeno dal 1178 al 1208; era lì, come sotto il Portico del Paradiso, che era adiacente al lato Nord della Cattedrale, che si amministrava la giustizia (l’amministrazione della giustizia sotto il Portico del Paradiso è attestata almeno dal 1165, pare che prima fosse invece amministrata sotto la volta della chiesa di San Dionigi, che si trovava nel distretto della Cattedrale). L’edificio della Ministreria venne quindi sopraelevato nel XVIII secolo.
Palazzo Medici di via Amico Canobio 5, esempio di architettura cinquecentesca, costruito a metà XVI secolo, con architetto Vincenzo Seregni (1509-1594), è ispirato al Manierismo di Bartolomeo Ammannati (1511-1592) e presenta un prospetto in stucco modellato a bugnato, intervallato da lesene con capitelli ionici e corinzi. Il piano superiore è separato dal piano terra da una fascia marcapiano decorata da mascheroni ed elementi fitomorfi intrecciati. E’ il caso di ricordare che Seregni fu personaggio di particolare rilievo nel passaggio dal Rinascimento al Manierismo e fu anche architetto della Fabbrica del Duomo di Milano. Lo stucco dell’esterno sostituisce il precedente e classico laterizio ed è appunto modellato a bugnato. I motivi decorativi sono floreali con geometrie rigorose. Si può notare come il balcone e la ringhiera siano elementi architettonici nuovi rispetto alla precedente architettura civile. Compaiono poi i marcapiani che all’esterno sono riccamente ornati. Quanto alle finestre sono decorate con elaborate cornici e con busti di personaggi. Il Palazzo fu fatto edificare intorno alla metà del secolo XVI da un Medici di Marignano, come confermato dagli scudi araldici sui portali. Ricordiamo in questa importante famiglia Papa Pio IV e il milanese Cardinale Borromeo.
Casa Canobio, sul lato Est di piazza Cesare Battisti (già piazza delle Erbe), costruita alla fine del XV secolo-inizio XVI, ristrutturata e parzialmente demolita (non fortunatamente l’edificio principale che dava sulla piazzetta) nel corso dei secoli, ha tuttora un porticato con colonne di pietra ed è decorata da alcuni antichi medaglioni in cotto raffiguranti profili virili laureati, ritenuti dai più teste di imperatori romani. Gli ultimi restauri hanno messo in luce la struttura architettonica originaria, con loggiato, antiche aperture e decorazioni in
terracotta e ad affresco. Il palazzo prende la sua denominazione dalla famiglia Canobio che vi si stabilì nel XVI secolo, che ancor oggi è ricordata in particolare per l’importante benefattore novarese Amico Canobio, erede dell’ingente patrimonio famigliare. Il fabbricato “con tre corti et molti et diviersi aedificij superiori et inferiori murati et cupati et con il portico avanti verso la piazetta” (come sta scritto in un documento dell’epoca) aveva l’entrata principale sotto il porticato. L’accesso carraio portava ad un androne con una grande scala, che conduceva ai locali superiori ed alla sala delle cerimonie e delle riunioni, dove si trovavano, come indica un inventario del 9 agosto 1593, dodici importanti dipinti su tela con le figure di altrettanti imperatori romani, secondo il gusto di quei tempi. I quadri presenti nell’edificio, attestati dall’inventario, erano oltre trenta. Alcuni di questi facevano probabilmente parte del gruppo di dipinti donati al Comune di Novara nel 2002 dalla “Associazione Amico Canobio”, erede dello storico “Monte dei Pegni Amico Canobio”, compresa la bella tavola policroma del secolo XVI “Adorazione del bambino”.
Il Palazzo Natta Isola, che si trova in piazza Giacomo Matteotti 1 ed è sede della Provincia e della Prefettura, ha inglobato
l’antica torre medievale risalente al 1268, ora e da tempo torre dell’orologio. Le prime testimonianze di Palazzo Natta risalgono al XVI secolo, come proprietà delle famiglie milanesi Fiorenza e Casati. La costruzione è attribuita a Pellegrino Tibaldi (1527-1596). Il progetto è del 1580, con un palazzo a pianta quadrata incentrato sul cortile porticato interno, palazzo rimaneggiato nel XVIII, XIX e XX secolo, con la sopraelevazione di un piano. Nel 1690 Palazzo Natta passò ai Caccia di Mandello e quindi alle famiglie Natta d’Alfano e Natta Isola di Casale. Dopo varie vendite ed acquisizioni fu rilevato dalla Provincia di Novara e lì si collocarono e restarono gli uffici della Provincia così come la sede della Prefettura. Di Palazzo Natta Isola così scrive Bianchini nel suo volume “Le cose rimarchevoli della Città di Novara” del 1828: “Disegno di Pellegrino Tibaldi è il veramente magnifico cortile cui macchinose colonne di granito isolate d’ordine dorico sono di splendido ornamento… grandioso è lo scalone, ed accresce a questo palazzo la sua decorazione la bellissima torre che merita d’essere conservata, sulla quale a pubblico comodo ne’ tempi andati erano gli orologi solare ed a campana. Negli appartamenti veggonsi delle belle medaglie dal Degiorgi a buon fresco dipinte”.
Enzo De Paoli