CURIOSITA’ NOVARESI 23. ANTICHI PALAZZI DEL XVII E XVIII SECOLO
E’ sicuramente interessante affrontare un itinerario cittadino, storico-culturale ed artistico, del XVII e XVIII secolo, con alcuni brevi approfondimenti sui palazzi di quell’epoca, caratterizzata dal Barocco. Lo faremo con delle schede sintetiche sui seguenti edifici: Palazzo Tornielli Bellini, Palazzo Cacciapiatti Fossati, Palazzo Petazzi, Palazzo Vochieri Negroni, complesso dell’Ospedale Maggiore.
Palazzo Tornielli Bellini di via Carlo Negroni 12 (nella foto) fu inizialmente di proprietà dei conti Tornielli (il documento più antico che ne attesta l’esistenza è della seconda metà del XVI secolo). Fu quindi acquisito dai signori Bagliotti nel 1679, che lo fecero restaurare secondo i gusti dell’epoca. Nel 1751 passò quindi ai conti Bellini che ne vollero fare una residenza ancora più lussuosa con un carattere decisamente settecentesco. Quando Napoleone, dopo il passaggio delle Alpi, arrivò a Novara il 31 maggio 1800, soggiornò nel Palazzo Bellini, dove, tra l’altro, probabilmente preparò i piani per la battaglia di Marengo. Quasi cinquant’anni dopo, il 23 marzo 1849, dopo la nota sconfitta alla Bicocca di Novara, Carlo Alberto abdicò proprio in Palazzo Bellini a favore del figlio Vittorio Emanuele, ma dieci anni dopo nello stesso palazzo si incontrarono Napoleone III e Vittorio Emanuele II e dopo aver testimoniato la sconfitta il nobile edificio accompagnò nel ricordo dei Novaresi gli albori della vittoria risorgimentale. La famiglia Bellini restò proprietaria del palazzo fino al 1900, quando fu acquistato dalla Banca Popolare di Novara, che vi collocò la sua sede centrale (ora la Banca Popolare di Novara fa parte del gruppo Banco Popolare). L’architetto Luigi Broggi di Milano fu incaricato di rendere l’edificio funzionale in relazione alle nuove esigenze, così come di restaurare e rinnovare le decorazioni. Venne aggiunto il balcone sulla facciata e venne realizzato il rivestimento in cemento martellato. I lavori durarono dal 1903 al 1907. Ancor oggi Palazzo Bellini si caratterizza per alcuni elementi settecenteschi, tra cui gli stucchi e gli affreschi della Sala degli Specchi e della Sala del Consiglio e i pannelli sovrapporta realizzati da Giuseppe Antonio Pianca (1703-1759).
Palazzo Cacciapiatti Fossati di Via Azario 5, sede del Tribunale, fu costruito tra il 1670 e il 1674 per volontà della famiglia Cacciapiatti. La parte verso il baluardo fu aggiunta nel Novecento e portò alla pianta a forma di U che presenta tuttora, con tre costruzioni che convergono su un cortile porticato. Dove ora sono le ali verso il baluardo prima vi era un giardino. Il Palazzo è di gusto barocco con caratteri settecenteschi. La facciata è intonacata con finestre incorniciate da stucchi bianchi, che diventano elemento decorativo. Dopo la famiglia Cacciapiatti la proprietà del palazzo passò ai Fossati che la tennero per tutto il XIX secolo. Il palazzo è di proprietà comunale dal 1924 ed è sede, come si è detto, degli uffici del Tribunale, mentre la Procura è nel vicino ex Istituto Professionale Bellini, già convento di Sant’Agnese.
Palazzo Petazzi di Corso Cavallotti 9/11 (nella foto) è stato costruito in epoca barocca e vi si svolgevano le prime rappresentazioni teatrali: Oltre alle rappresentazioni private vi erano evidentemente anche quelle pubbliche, perché è stata documentata perfino una società di gestione. Probabilmente all’interno vi era un salone con palco in cui si eseguivano le recite. Il palazzo presenta stucchi di forme barocche e belle ed accurate ringhiere. Si possono notare le due vetrine laterali che erano presenti probabilmente già precedentemente come vetrine da bottega.
Palazzo Vochieri Negroni, di proprietà comunale, si compone di due palazzi ai civici 4 e 6 di corso Cavallotti, attualmente
unificati nella sede delle Biblioteche Civica e Negroni. In età barocca erano presenti due edifici che furono poi integrati. Nel Palazzo Vochieri al civico 6 si possono rilevare ancora elementi di carattere settecentesco. Li vediamo, ad esempio, nei decori che sottolineano il portone d’ingresso e nel balcone sagomato con ringhiera in ferro battuto (nella foto).
Il nucleo originario dell’attuale Ospedale Maggiore della Carità di corso Giuseppe Mazzini 18 nasce su progetto dell’architetto Gian Francesco Soliva, che avviò i lavori della costruzione nel 1628, e fu inaugurato nel 1643. Gli Spagnoli, volendo trasformare Novara in piazzaforte, avevano infatti fatto abbattere la struttura precedente dell’ospedale di San Michele che era fuori le mura. La Congregazione dei Conversi che gestiva l’ospedale, con l’indennizzo ottenuto dal governo spagnolo, aveva quindi acquistato, per la costruzione del nuovo ospedale, il terreno su cui sorge appunto il nucleo originale verso corso Mazzini, dove si trova il vecchio accesso alla struttura. La parte del complesso risalente al XVII secolo è quella quadrangolare che racchiude il cortile a cui si accede da corso Mazzini (nella foto). Ancor oggi si può ammirare questo cortile, luminoso, con il doppio ordine di arcate con colonne binate, chiuso ai lati dai locali della presidenza e degli uffici amministrativi. I busti e i medaglioni che si vedono nei porticati sono quelli dei benefattori dell’ospedale, che con le loro donazioni ne hanno consentito il funzionamento e l’ampliamento. La struttura originaria già a partire dal 1648 e poi nei secoli successivi si ampliò con nuovi corpi, con l’occupazione di spazi della città sempre più ampi. Aggiunte e ampliamenti avvengono nel 1684 e nel 1770/1790, ma le modifiche più rilevanti sono del XIX secolo, quando fu anche risistemata la facciata verso corso Mazzini. Tra gli altri, Alessandro Antonelli progettò per una area interna dell’ospedale, adiacente alla chiesa, una importante e grande struttura che fu realizzata tra il 1856 e il 1864.
Anche Palazzo Cabrino di via Fratelli Rosselli 1 è del XVII secolo, ma di questo edificio abbiamo già parlato a proposito dell’articolo sul Palazzo di Città. Ricordiamo infine che il Collegio Gallarini, che si affaccia su largo Bellini, era inizialmente un fabbricato settecentesco, che svolgeva la funzione di “ospedale degli Spagnoli”, come era anche chiamato. Il complesso fu poi ristrutturato e ampliato tra il 1841 e il 1844, con finanziamento del benefattore Antonio Maria Gallarini e progetto di Stefano Ignazio Melchioni.
Enzo De Paoli