Chieri: Area industriale, un’altra variante per attirare aziende? “Ma niente commercio”, anticipa Ceppi
Chieri non deve diventare una città dormitorio. E, nella polemica innescata dalle dichiarazioni a 100torri.it dall’imprenditore edile Sergio Manolino, tutti concordano almeno su un punto: che è decisivo il ruolo che assumerà nei prossimi anni l’area industriale di Fontaneto: al momento, con tanti capannoni vuoti e con poca voglia di costruirne altri da parte delle imprese. Ma qualcosa potrebbe cambiare. L’assessore all’urbanistica Massimo Ceppi ci crede e riassume i passi che l’amministrazione sta facendo (o farà presto) per cercare di dare una svolta e invertire il trend. Che, al momento, non è entusiasmante e nemmeno troppo incoraggiante.
“L’area industriale – dice Ceppi – è uno dei punti del programma su cui abbiamo lavorato e stiamo lavorando di più. Abbiamo incontrato più volte i rappresentanti del Consorzio e cerchiamo con loro di trovare forme efficaci di promozione. In fin dei conti, Fontaneto è una buona opportunità, ben servita e non inquinata. E’ vero, molti lamentano la mancanza della tangenziale est, ma è inutile parlare di quel che non c’è e che, a mio avviso, non darebbe comunque nel breve periodo alcun beneficio concreto. L’area è appetibile e va pubblicizzata, rilanciata. Come? Siamo disponibili ad una ulteriore variante urbanistica che ne aumenti gli usi previsti, valutando anche quelli che ad oggi non sono possibili. Ma senza arrivare all’uso commerciale, se non per quel commercio strettamente legato alla produzione che l’azienda fa in loco. Una realtà commerciale e di divertimento all’interno di Fontaneto non rappresenta il modello di area industriale che vogliamo perseguire.”
Per promuovere l’area, adesso, Chieri sta lavorando anche con la vicina Riva. “Con Riva – prosegue Ceppi – lavoriamo sul versante dei Piani Territoriali Integrati. Ci sono meno finanziamenti rispetto al passato, ma qualcosa c’è a disposizione. E con quello cerchiamo di rendere più appetibile sia la nostra area che quella di Riva. Certamente c’è da investire sulla banda larga, ci stiamo già muovendo. Si tratta di azioni che, sommate, portano del valore aggiunto all’area nel suo complesso. Non abbiamo la bacchetta magica per far sì’ che l’area si riempia all’improvviso dalla sera alla mattina…”