PIEMONTE ARTE: REMBRANDT, DEFENDENTE FERRARI, VIANA, TEXTILES, ETERNITA’ EGIZIA, MURALES…

Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo

 

REMBRANDT INCONTRA REMBRANDT. DIALOGHI IN GALLERIA

Musei Reali, Galleria Sabauda – Spazio Scoperte

Fino al 16 aprile 2023

Con la nuova mostra dossier Rembrandt incontra Rembrandt. Dialoghi in Galleria i Musei Reali celebrano il genio del più grande maestro olandese del Seicento, con una selezione di ventidue opere tra dipinti, disegni e acqueforti allestita nello Spazio Scoperte della Galleria Sabauda dal 14 dicembre 2022 al 16 aprile 2023. Centro ideale dell’esposizione è La cena in Emmaus del Musée Jacquemart-André di Parigi, in prestito ai Musei Reali grazie alla policy di scambio adottata per rafforzare la collaborazione tra le istituzioni culturali italiane ed europee. L’opera è posta a confronto con il Ritratto di vecchio dormiente della Galleria Sabauda, uno dei soli tre dipinti dell’artista presenti nelle collezioni nazionali. Le due opere, databili al 1629, sono rappresentative della fase giovanile di Rembrandt (Leida, 1606 – Amsterdam, 1669) e costituiscono significativi esempi della maestria del pittore nell’uso del colore, nella modulazione della luce e nella trasfigurazione poetica dei soggetti tratti dalla realtà quotidiana e dalla storia sacra. “La mostra propone un percorso sullo straordinario patrimonio legato al maestro olandese conservato ai Musei Reali – spiega la Direttrice Enrica Pagella – e intende portare all’attenzione del pubblico le ricche raccolte di arte fiamminga e olandese, che rappresentano una peculiarità, sia per consistenza, sia per qualità, nel panorama delle collezioni pubbliche italiane”. Nella tavola della Galleria Sabauda, acquisita nel 1866, la figura del vecchio addormentato è immersa in un’oscurità a tratti impenetrabile: soltanto il volto e le mani dell’uomo appaiono in piena luce, rischiarate dalla flebile brace del focolare. L’artista esalta i particolari, intensificandone l’effetto in modo volutamente irreale. Nella tela francese, la prodigiosa apparizione di Cristo agli apostoli è costruita sul contrasto tra le tenebre e la luce, che è anche luce mistica, immagine della rivelazione divina. Nei due dipinti a confronto, la raffigurazione realistica dell’ambiente e dei personaggi, unita all’uso espressivo e simbolico della luce, richiama le innovazioni introdotte da Caravaggio nella pittura sacra nel primo decennio del Seicento, prontamente recepite nelle scuole pittoriche di indirizzo naturalistico in diversi centri italiani ed europei. “Al centro dell’attenzione è uno dei capolavori della Galleria Sabauda, in cui il giovane Rembrandt sperimenta la sua maestria nella resa dei bruni e che in mostra è possibile ammirare cogliendone anche dettagli che dapprima sfuggono alla vista”, osserva Annamaria Bava, responsabile delle collezioni d’arte e di archeologia dei Musei Reali.

L’allestimento è inoltre arricchito da un supporto multimediale, realizzato in collaborazione con VisivaLab, che permette di esplorare il dipinto torinese attraverso un’immagine ad altissima risoluzione per conoscerne la storia, tante curiosità e scoprire chi si potrebbe celare dietro il volto del vecchio addormentato.

A corollario delle due opere principali sono esposti alcuni disegni della Biblioteca Reale assegnati a Rembrandt, tra cui uno schizzo di busto antico unanimemente riconosciuto come opera interamente autografa, ma anche prove grafiche della sua bottega e disegni del suo studio, che danno conto dell’inesauribile capacità inventiva dell’artista. Nella carriera di Rembrandt l’incisione occupa un posto di assoluto rilievo, in particolare attraverso la tecnica dell’acquaforte: la sua produzione, eccezionale per ampiezza e varietà, documenta una conoscenza approfondita delle tecniche e una incessante ricerca di nuove soluzioni espressive. Ne è testimonianza il nucleo di stampe appartenenti alle raccolte della Biblioteca Reale e della Galleria Sabauda con ritratti, paesaggi e tematiche religiose. La fama di Rembrandt, la conoscenza del suo stile e la diffusione delle sue invenzioni sono favorite dalla circolazione di autoritratti autografi, dipinti, disegnati o incisi, a cui molto presto si aggiunge un numero difficilmente quantificabile di copie di sue celebri opere pittoriche e varie forme di emulazione da parte di allievi e coetanei, dediti a interpretare in maniera fedele la mano del maestro. Alcune di queste opere, tra le quali il presunto autoritratto della Collezione Gualino – acquistato come autografo all’inizio degli anni Venti del Novecento e per molto tempo ritenuto un omaggio a Rembrandt da parte del pittore napoletano Luca Giordano – concludono il percorso, illustrando la diffusione del linguaggio dell’artista di Leida nella cultura figurativa nordica e l’importanza delle sue composizioni nella pittura di genere e nella ritrattistica.

Rembrandt incontra Rembrandt. Dialoghi in Galleria

Musei Reali, Galleria Sabauda – Spazio Scoperte

14 dicembre 2022 – 16 aprile 2023

Orari: 9-19 dal martedì alla domenica

Orario biglietteria: 9-18

 

MUSEO ACCORSI OMETTO. IL SAN GIOVANNI RITROVATO

Grazie alle ricerche e agli studi intrapresi per la mostra RINASCIMENTO PRIVATO. DA SPANZOTTI A DEFENDENTE FERRARI NELLE COLLEZIONI PIEMONTESI (Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto, Torino, fino al 29 gennaio), la Fondazione Accorsi-Ometto sta cercando di “ricomporre” parte di un monumentale polittico, realizzato da Defendente Ferrari tra il 1525 e il 1535 e nel tempo smembrato in diversi pannelli.

Un nuovo tassello va ad aggiungersi a questa avvincente ricostruzione: il “ritrovamento” del San Giovanni Battista, acquistato recentemente dal gallerista torinese d’arte contemporanea Gian Enzo Sperone.

La tavola potrà essere ammirata, accanto ai santi Giovanni Evangelista, Lorenzo e Agata, già esposti in mostra presso il Museo Accorsi-Ometto, per un periodo limitato di tempo.

 

 

 

 

 

MONTALDO TORINESE. IL MONUMENTO ALLA FRATERNITA’

Domenica scorsa 18 dicembre, a Montaldo Torinese, l’Inaugurazione del Monumento alla Fraternita’, opera dell’artista Flavio Favaro.

 

 

 

MOSTRA DI MICHELE VIANA AL BROLETTO DI NOVARA

Lo scorso sabato 17 dicembre ’22 è stata inaugurata, presso la Sala dell’Accademia (o Sala Barbara, come indica la targa all’ingresso, in ricordo della pittrice futurista novarese) del Palazzo del Broletto, la mostra pittorica personale “Dal figurativo all’astratto: frammenti dell’anima” di Michele Viana, che continuerà fino all’8 gennaio (orario: da martedì a domenica 10,00-19,00). La mostra si apre con alcune serie di piccole opere in grafica: disegni, schizzi, bozzetti che riprendono prevalentemente scorci di angoli di città, a partire dal capoluogo novarese. Seguono una serie di sale con dipinti dedicati spesso ai soggetti già ricordati, ma con una tecnica e uno stile decisamente diversi. Si tratta di acrilici, realizzati negli ultimi anni, di medie e grandi dimensioni, dalla tavolozza vivace e intensa, dove figure e soprattutto architetture monumentali, per lo più di grande significato artistico e storico, sono adagiate, con pennellate vibranti e fortemente segniche, su superfici dal carattere astratto-informale. La rassegna si conclude con una selezione di dipinti, caratterizzati dalla stessa tavolozza, ma decisamente informali, eseguiti negli stessi anni di quelli di cui si è già detto, che li precedono nell’esposizione. Una lettura dei lavori presentati, oltre a farci notare il grande interesse del pittore per architetture, che hanno testimoniato e tuttora testimoniano la storia dell’arte dei secoli passati, in centri urbani di grande rilevo e di notorietà internazionale, ci mostra una perizia grafica che va di pari passo con un sapiente uso del colore e del segno. Disegno e colore, che caratterizzano l’uno la prima parte della mostra e l’altro la parte finale, trovano il loro perfetto connubio nelle opere della parte espositiva centrale, di grande effetto visivo. Da quello che racconta lo stesso artista, in quei lavori, la suggestione dei segni e quindi i tratti architettonici o figurativi nascono, emergono da già predisposte superfici informali, che si mostrano particolarmente idonee a ricevere il successivo intervento segnico di carattere espressionista. Quest’ultimo definisce quindi, attraverso detti tratti o lineamenti, i soggetti che saranno protagonisti dell’opera finita, come si può notare, ad esempio, nei dipinti che riprendono la Cupola antonelliana della Basilica di San Gaudenzio di Novara o la Piazza di San Marco di Venezia o ancora angoli della metropoli parigina. Al di là della personale scelta stilistica di Viana, che riesce, come si è detto, a fondere armonicamente la lezione figurativo-espressionista con quella informale, la mostra testimonia certamente un sapiente uso delle più diverse tecniche grafico-pittoriche: sulla carta con la penna, la matita, il carboncino, l’inchiostro, i pastelli o gli acquarelli; sulla tela o la tavola con acrilici, tempere, o colori ad olio. Michele Viana, già noto ed affermato neurologo, dimostra quindi, con questa sua rassegna di lavori, anche una spiccata vocazione artistica. Un suo grande quadro, tra l’altro, è stato recentemente allestito nell’atrio dell’edificio in largo Donegani, dove ha sede il Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università del Piemonte Orientale.

Enzo De Paoli

 

 

TEXTILES ARE BACK. LA NUOVA SALA TESSUTI DI PALAZZO MADAMA

Palazzo Madama – secondo piano. Piazza Castello – Torino

dal 21 dicembre 2022

Dal 21 dicembre 2022 più di 50 opere della collezione di tessuti e moda di Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica, che comprende circa 4.000 manufatti ed è tra le più importanti in Italia, tornano a essere esposte nella sala a esse dedicata al secondo piano del museo. L’allestimento, che riproporrà a rotazione nuove opere della raccolta, andrà mutando periodicamente, così da preservare la corretta conservazione dei beni. Ai frammenti copti in lino e lana lavorata ad arazzo –  i più antichi del museo – provenienti da Antinoe, città del Medio Egitto fondata dall’imperatore Adriano, seguono i tessuti medievali, che documentano la magnifica produzione delle manifatture seriche del bacino mediterraneo e dei primi importanti centri manifatturieri italiani. Per molti secoli la produzione e la lavorazione della seta sono stati un segreto ben protetto dalla Cina, filtrato poi attraverso l’Asia centrale e l’Iran sasanide. Solo alla fine del VI secolo l’industria della seta si insedia nel Mediterraneo orientale bizantino e si estende poi verso occidente, seguendo l’espansione islamica. Le preziose stoffe di seta giungono allora nell’Europa cristiana quali doni diplomatici ed entrano nei palazzi imperiali e papali e nei tesori delle cattedrali come involucro delle sacre reliquie. Tra il XII e il XIII secolo la tessitura della seta ha inizio finalmente in Italia: a Venezia, a Lucca e a Firenze. I velluti italiani operati, lavorati con filati d’oro e d’argento, sono i tessuti più richiesti da ogni corte del Rinascimento. Ne vediamo a Palazzo Madama due esemplari eccellenti: un magnifico telo cremisi veneziano tagliato a due altezze, storicamente detto alto-basso, e un ampio frammento di velluto di seta rossa e oro filato dal tipico disegno tardo quattrocentesco dei fiori di cardo, già parte di una veste liturgica. Tre manufatti importanti illustrano l’arte del ricamo nel Cinquecento: la famosa tovaglia con la raffigurazione dei Quattro Continenti, attribuita alla ricamatrice milanese Caterina Cantoni, celebre tra i contemporanei per la raffinata tecnica del ricamo a doppio diritto e professionista, i cui lavori erano contesi dalle corti di tutta Europa; una tovaglia lavorata anch’essa in Italia, ma in ambito domestico, decorata da poetici motti d’amore e un repertorio di minuti disegni policromi di putti, delfini, manufede, leoni rampanti; infine, un vivace ricamo raffigurante la parabola delle Vergini sagge e delle vergini folli, ricamate in seta su fondo in lana con gli abiti delle donne della Svizzera tedesca della fine del XVI secolo, lavoro femminile originario della città di Sciaffusa. Affiancati nelle vetrine storiche della sala, teli da arredo e stoffe da abbigliamento raccontano il mutare del gusto decorativo nei secoli, con un focus sull’abbigliamento e sullo stile del XVIII secolo, quando i motivi bizarre, a pizzo, a isolotti, a meandri si avvicendano rapidamente, seguendo la moda dettata da Parigi e dalle manifatture lionesi, che detengono ormai la palma dell’eccellenza.  Numerosi tra questi tessuti, esposti nelle sale del Museo Civico tra gli ultimi decenni del XIX e i primi del XX secolo, furono riprodotti in quegli anni da manifatture tessili italiane, in particolare dalla manifattura torinese Guglielmo Ghidini. Fondata nel 1865, vent’anni più tardi la Guglielmo Ghidini, Fabbrica di seterie e broccati d’oro, aveva stabilimento alla Barriera di Casale, sull’attuale piazza Gozzano, e dava lavoro a oltre trecento operai. Nel nuovo allestimento, Palazzo Madama espone alcune delle stoffe riproducenti modelli della sua collezione, per ricordare il ruolo che il Museo Civico, museo d’arte applicata all’industria, realmente svolse nei confronti delle attività produttive della città, a cui offrì opere di alto valore artistico che costituirono modello e fonte di ispirazione per riqualificare la produzione contemporanea. Dalla collezione di abiti e accessori di moda è esposta una scelta di capi, che spazia dal XVII secolo agli anni Venti del XX secolo. Alcuni di essi sono stati oggetto di restauro e di studio in anni recenti. La riapertura della sala è occasione per vedere ora un giuppone ricamato con i nodi di Casa Savoia, unico capo seicentesco – oggi conservato –  riferibile con certezza al casato, un’andrienne confezionata con un ricchissimo lampasso lionese precedente la metà del Settecento, un abito femminile in stile Impero in leggerissima garza di seta e due briosi vestiti in stile Charleston di sartoria milanese. Per la prima volta è esposto anche un sorprendente banyan, veste da casa maschile, in seta dipinta in Cina e confezionata in Europa nel terzo quarto del Settecento. È presentato con un habit in velluto miniatura ricamato a fiori e diversi accessori maschili in una vetrina ambientata, che racconta il piacere del vestirsi e l’agio della vita dei gentiluomini nel secolo dei Lumi. All’attualissimo tema del riuso ci avvicina, infine, un interessante abito degli ultimi anni dello stesso secolo, che fu oggetto di un riadattamento per adeguarsi alle nuove esigenze di una neo-mamma ed essere comodo per l’allattamento.

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica

piazza Castello, Torino  Dal 21 dicembre 2022

ORARI : Lunedì e da mercoledì a domenica: 10.00 – 18.00. Martedì chiuso . Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura

BIGLIETTI Incluso nel biglietto di ingresso al museo: intero € 10,00 | ridotto € 8,00

 

BIELLA. DA TAASET A TUTANKHAMON: L’ETERNITÀ EGIZIA TRA REALE E VIRTUALE

La mostra al Museo del Territorio Biellese dal 19 dicembre al 30 aprile 2023

E’ stata inaugurata la nuova mostra “Da Taaset a Tutankhamon: l’eternità egizia tra reale e virtuale” ideata per valorizzare la sala egizia del Museo del Territorio Biellese, in occasione del centenario della scoperta della tomba di Tutankhamon. Fra realtà virtuale e reperti autentici, si compirà un viaggio verso l’eternità, che culminerà con l’esperienza unica in Italia di essere a contatto con la ricostruzione della celeberrima maschera di Tutankhamon, permettendo un tour virtuale della tomba del faraone, in compagnia del suo scopritore: l’inglese Howard Carter. Un’esperienza possibile grazie ai visori “Oculus” e al video realizzato da Next Exhibition.

Ma prima di indossare il visore, il visitatore potrà apprezzare con i suoi occhi la nostra Taaset, la mummia di età tolemaica conservata al Museo del Territorio Biellese con il sarcofago e il corredo funerario. E ancora, le fotografie scattate dal grande egittologo biellese Ernesto Schiaparelli durante le sue missioni di ricerca che lo hanno portato a fare scoperte di grande importanza.

Due figure molto differenti a confronto: Howard Carter ed Ernesto Schiaparelli sono stati tra i grandi protagonisti della ricerca archeologica di inizio Novecento in Egitto. Il visitatore sarà immerso in un percorso espositivo e narrativo che sfrutta le innovazioni tecnologiche, accostando scienza e dati archeologici, per affrontare un tema – quello dell’eternità – che è stato fulcro della religione e della ritualità funeraria egizia per millenni. Una fonte inesauribile di curiosità per il pubblico di oggi, che continua a essere affascinato da questa straordinaria civiltà.

Orari. Giovedì: 10-14 | venerdì: 14-18 | sabato, domenica e festivi: 10-18

Biglietti  Ingresso: € 9,00 (intero non residenti) € 7,00 (ridotto non residenti) € 5,00 (residenti a Biella)

 

CASA ACCADEMIA. L’IO TRA LUOGHI E MEMORIA. IN MOSTRA MICHELE BERTOLOTTO E GIULIA PIACCI

corso di pittura della vice direttrice Laura Valle

inaugurazione giovedì 22 dicembre

ore 18.30 vernissage + djset

visitabile nei giorni 23,27,29 e 30 dicembre su appuntamento

Il secondo appuntamento di Casa Accademia, progetto che nasce dalla collaborazione tra Pastis ed Accademia Albertina, dopo la prima bi-personale di Giuseppe Gallace e Agapi Kanellopoulou, vede in mostra le opere di Michele Bertolotto e Giulia Piacci, studenti del corso di Pittura della Vice Direttrice Laura Valle. La pittura conferma la sua condizione di tramite espressivo prediletto per l’ultima generazione, che la adopera sfruttandone l’ampia gamma di possibilità espressive e la capacità di simboleggiare sia la realtà oggettiva che la dimensione interiore. In Michele Bertolotto prevale il tema della metropoli, vista come luogo dove si concentrano tensioni e positività del frenetico vivere quotidiano, fonte di ispirazione per le avanguardie della seconda metà dell’Ottocento e della prima parte del Novecento, basti citare Baudelaire, Marinetti e Benjamin. Le metropoli di Bertolotto svettano in verticale come canne d’organo, ai piedi degli edifici la città si estende con le sue strade bagnate che il riflesso fa sviluppare in una dimensione di ritmo visivo che confina con l’astrazione. Sono strade dove la figura umana è assente, ma il senso di vuoto e di angoscia è stemperato dalla pallida ma confortante visione di una possibile via d’uscita. La dimensione del ritratto è quella prediletta da Giulia Piacci. Da un punto di vista semantico il ritratto designa la riproduzione delle fattezze di persone con modalità tali per cui l’opera tende ad essere una copia speculare dell’originale o comunque ne esalti le caratteristiche personali e spirituali al di là delle impostazioni iconografiche e della tecnica usata, quest’ultima, nell’arte tardo moderna e contemporanea. I volti raffigurati dall’artista dimostrano una forte carica espressiva che riconduce all’essenza della dimensione interiore. L’uso accorto della materia, fatta colare sulla superficie della tela, genera la proliferazione di muffe che, al contrario di quello che potrebbe sembrare, donano vita al ritratto inquadrandolo nella inevitabile dimensione della memoria.

Edoardo Di Mauro

 

FAMIJA TURINEISA. RITRATTI DI FOTOGRAFI IN UN INTERNO

Cinque fotografi dell’area metropolitana torinese, Valerio Bianco, Franco Bussolino, Emilio Ingenito, Giorgio Veronesi e Pier Paolo Viola, durante il periodo del “lockdown duro” tra marzo e maggio 2020, ormai storicizzato, hanno voluto raccontare con queste progetto come hanno vissuto questo periodo di clausura forzata tra le loro quattro mura domestiche. La genesi di questo progetto, è avvenuta durante incontri in video chat, per tenersi compagnia, ma anche per confrontarsi e trovare nuove idee su cui lavorare. L’approccio metodologico ha rispecchiato quello di precedenti lavori, dove i singoli autori hanno lavorato alla tematica in modo autonomo, con la più completa libertà stilistica e tecniche di rappresentazione, proprio per rimarcare che questo periodo è stato vissuto in modo diverso, come diversa è la personalità dei singoli autori de Il Terzo Occhio photography. Questo esercizio di stile ha già visto in passato, in 25 anni di attività, produrre lavori che su una medesima tematica, ma con diversità stilistica sono riusciti ad ottenere unitarietà di risultato. “Ritratti di fotografi in un interno” è una continua citazione colta, che mutua le proprie immagini dal mondo delle arti figurative, del cinema e dei fumetti. Un lavoro autobiografico in cui ognuno potrà riconoscersi. Gli autori di questo lavoro invece, hanno saputo raccontare con sentimento ed ironia, le loro giornate quotidiane, strette nella morsa di un momento storico drammatico, come poche volte è dato vedere soprattutto per la nostra generazione. Il valore semantico di queste fotografie è nella lettura socio-psicologica che gli autori hanno voluto dare loro ma, rivisto nel tempo, il suo carattere intimistico e minimalista, acquisterà il valore storico della memoria: come eravamo, come siamo stati. La Famija Turinèisa con “Il Terzo Occhio photography” vuole presentare questa mostra come chiusura di un periodo buio ma con il sorriso per un nuovo corso della vita che ci auguriamo migliore anche se le prospettive non ci aiutano,

ma noi desideriamo essere positivi.

RITRATTI DI FOTOGRAFI IN UN INTERNO

Fino al 23 dicembre 2022 – Sala mostre al secondo piano – Salire con l’ascensore – via Po 43 Torino

apertura: GIOVEDÌ, VENERDÌ, SABATO ore 16,00 – 19,30

 

M.A.O. : PARATA DI LUCI

22 dicembre ore 17.30

MAO Museo d’Arte Orientale e piazza della Repubblica, Torino

Nell’ambito del 25° anniversario delle Luci d’artista, i Servizi Educativi del MAO, in collaborazione con Yizhong e il Mercato Centrale Torino e con la partecipazione dei bambini delle scuole primarie Lessona, XXV aprile e Sclopis, daranno vita a una parata di luci animata dalle percussioni dei Mixtura e a un’azione performativa in dialogo con l’opera di Grazia Toderi installata sulla cupola Mauriziana affacciata su piazza della Repubblica. L’installazione luminosa dell’artista Grazia Toderi, un grande punto interrogativo rosso, che cambia grazie a un programma di animazione delle luci, è viva, pulsante, sempre diversa. Dalla sommità della Basilica, l’opera …?… svetta sulla piazza brulicante e sembra un invito silenzioso a porre domande destinate – forse – a non trovare risposte definitive: un segno poetico che svela il valore del dubbio e dell’esitazione di fronte alla complessità cosmica.

PARATA DI LUCI – PROGRAMMA giovedì 22 dicembre ore 17.30 – Partenza dal MAO

ore 18 azione performativa in Piazza della Repubblica. L’attività è aperta gratuitamente a tutta la cittadinanza.

 

CHIERI. MURALES E SICUREZZA SUL LAVORO

È stato inaugurato in settimana il murales di E-Distribuzione a Chieri, alla presenza di Enrico Bottone, responsabile area Piemonte e Liguria; Marta Ghia, responsabile sicurezza, ambiente e sostenibilità; Giovanni Noli, responsabile dell’unità di Torino e dell’assessore all’ambiente della città, Massimo Ceppi. Sono 12 in tutta Italia le cabine E-Distribuzione su cui sono state raffigurate immagini che hanno come filo conduttore il tema della sicurezza sul lavoro. E una di queste è stata realizzata proprio a Chieri, in via Buttigliera, vicino alla sede aziendale. Si tratta della nuova iniziativa, “Stop4Safety”, che vuole sensibilizzare i propri dipendenti, ma anche tutti i cittadini, sull’importanza della salute e della sicurezza attraverso street art dedicate. Le immagini sono state proposte dagli stessi lavoratori e selezionate da una giuria, mentre le opere sono realizzate da artisti professionisti. Il murales di Chieri, dell’artista Riccardo Degli Emili, in arte “Dise”, è ispirato al disegno di Davide Oliviero, tecnico di E-Distribuzione dell’unità di Avellino che ha voluto rappresentare un supereroe con indosso guanti, imbragatura, casco e scarpe antinfortunistiche. Nell’opera, i Dispositivi di Protezione Individuale sono al centro, e il messaggio è chiaro: i lavoratori sono esseri umani e proteggersi è fondamentale, sempre.