Asti- La Casa di Riposo chiude il 31 dicembre. Dura presa di posizione dei sindacati
La notizia, pur se il percorso sembrava ormai segnato, è arrivata improvvisamente ieri, martedì 20 dicembre, un giorno che resterà scolpito negli annali degli eventi nefasti per la città di Asti. Il commissario incaricato di condurre la Casa di Riposo “Città di Asti” fuori dalle secche del probabile fallimento, Mario Pasini, si è dimesso. La palla, passata alla Regione Piemonte, non ha rimbalzato al di là della linea della chiusura. Il funzionario regionale, convocato in Prefettura insieme alle istituzioni astigiane, sindaco, ASL, vertici degli istituti e fondazioni bancari, non ha ritenuto di cercare ulteriori soluzioni e ha annunciato che la Casa di Riposo chiuderà il 31 dicembre prossimo.
Dura la presa di posizione dei sindacati che hanno convocato un’immediata conferenza stampa a cui solo il sindaco di Asti, Maurizio Rasero, tra gli attori coinvolti nel dare un futuro all’ex Ipab, ha ritenuto di partecipare.
“L’ipotesi di chiusura al 31 dicembre, con meno di 11 giorni di tempo per spostare gli ospiti, ricollocare il personale e trovare una nuova sistemazione ai 35 senzatetto assistiti dalla città, ci sembra una follia – ha dichiarato Luca Quagliotti, segretario della Camera del Lavoro di Asti – dei 132 ospiti, nessuno troverà ospitalità ad Asti. Le soluzioni prospettate per i residenti convenzionati sono il trasferimento nel Nord e nel Sud Astigiano. Il disagio psicologico che si verrebbe a creare per ciascuno di essi, spostato improvvisamente dal suo ambiente e dai suoi legami affettivi creati dopo anni di rapporto con il personale assistenziale si unisce a quello dei familiari che dovranno fare chilometri per visitare i loro cari. In più viene meno la libera scelta dei familiari, che in questa fase emergenziale, non potranno che accettare quello che si renderà disponibile. Libera scelta che finora era stata il faro dell’Asl di Asti”.
Sulle responsabilità Quagliotti è ancora più duro: “La Regione Piemonte, compresi gli assessori del territorio, è stata del tutto assente e disinteressata al futuro della Casa di Riposo, la più grande del Piemonte e la seconda più grande d’Italia. Così come sono state disinteressate le istituzioni bancarie astigiane, in prima fila la Fondazione CRAT. Credo che chi non ha fatto il proprio lavoro dovrebbe dimettersi, un invito che rivolgo in primo luogo a Mario Sacco e a Giorgio Galvagno“.
Al “J’accuse” di Quagliotti si unisce quello di Roberto Gabriele, segretario della FP GCIL: “Questa struttura è aperta da qualche decennio. Il fatto di voler comprimere in pochi giorni la chiusura mette a rischio la salute psicofisica degli ospiti e le certezze dei dipendenti. In questi anni abbiamo fatto scioperi, manifestazioni, aperto tavoli, fatto proposte ma abbiamo sempre trovato davanti a noi un muro di gomma e la non volontà di salvare la Casa di Riposo. La chiusura significherà la perdita di un presidio socio-assistenziale importantissimo per la città, di cui ci si renderà conto soltanto dopo, a cose fatte”.
La preoccupazione dei sindacati confederali è rivolta non solo agli ospiti ma anche ai 110 dipendenti che dal 1° gennaio non avranno alcun ammortizzatore sociale. I dipendenti pubblici, infatti, non accedono agli strumenti di sostegno al reddito in caso di rescissione del contratto.
“Ricordo che al 31 dicembre – dice Alessandro Delfino della CISL – il contratto degli infermieri scade e se non sarà rinnovato, sarà impossibile garantire l’assistenza agli ospiti rimasti in struttura”.
Dal sindaco Maurizio Rasero è arrivata la disponibilità a garantire la continuità dei servizi, dal dormitorio ai pasti per gli ospiti, nelle more delle future decisioni: “Sentita l’Asl, abbiamo avuto la conferma che è umanamente impossibile spostare in così pochi giorni ospiti che hanno bisogno di assistenza qualificata – ha detto Rasero – come Comune ci stiamo muovendo per cercare di garantire il riscaldamento e i pasti alla Casa di Riposo per il tempo necessario ad una ricollocazione adeguata”.
Oggi, alle 10,45, il Prefetto ha riconvocato una riunione, a cui sono stati invitati anche i sindacati, per cercare una soluzione meno traumatica per i residenti della Casa di Riposo, per i dipendenti e per la città.
Carmela Pagnotta