CRONACA: Torino, corruzione e droga nel carcere delle Vallette: arrestati un agente di polizia penitenziaria e cinque complici 

 

polizia_ladri_arrestoNei giorni scorsi è stata data esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Torino Dr. Luca DEL COLLE nei confronti di un dipendente della Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa circondariale torinese “Lo Russo e Cutugno” e di altre cinque persone, ritenute responsabili della commissione di vari delitti all’interno e all’esterno della casa circondariale “Lorusso Cutugno” di Torino. Sono emersi gravi indizi in ordine ai reati di corruzione, induzione alla corruzione, detenzione e cessione di stupefacenti e medicinali.

L’operazione, denominata “VALLETTE”, è stata condotta dall’Ufficio attività di P.G. del locale Provveditorato Regionale della Polizia Penitenziaria unitamente alla Sezione Antidroga della Squadra Mobile di Torino. Le indagini sono state coordinate dal Nucleo Investigativo Centrale dell’Amministrazione della Polizia Penitenziaria, sotto la direzione del Sostituto Procuratore Dott. Paolo TOSO.

Il provvedimento cautelare è stato eseguito a carico di:

  1. CICI LEONARDO, nato a Santeramo in Colle (BA), cl. ’86;
  2. SULEJMANOVIC ISMET, nato in Bosnia, cl. ‘89;
  3. SULEJMANOVIC FADILA, nata in Bosnia, cl. ‘73;
  4. DIMEO ANTONIO, nato a Torino, cl. ‘89;
  5. MICCI ANDREA, nato a Catania, cl. ‘85 a Catania (CT);
  6. LINGUAGLOSSA SIMONA, nata a Torino, cl. 89, (collocata agli arresti domiciliari).

Nel corso dell’operazione sono stati, inoltre, indagati in stato di libertà altri TRE dipendenti della Polizia Penitenziaria, in servizio presso la Casa circondariale di Torino, indiziati anche di aver simulato lo stato di malattia per assentarsi dal lavoro.

L’operazione, peraltro intrapresa a seguito della segnalazione della stessa Polizia Penitenziaria del reparto torinese, che si è sviluppata attraverso l’utilizzo di numerosi strumenti tecnologici a supporto dell’attività di osservazione diretta e dei pedinamenti, ha consentito di assicurare alla giustizia i responsabili di un consolidato commercio di droga, medicinali, telefoni ed altri beni, che si sviluppava tra alcuni detenuti ed i loro complici all’esterno della struttura penitenziaria, anche con la compiacenza di appartenenti alla Polizia penitenziaria.

Talvolta, lo stupefacente, i telefoni cellulari ed altri oggetti proibiti dal regolamento carcerario, venivano “lanciati” con fionde oltre le mura del carcere, ove venivano quindi recuperati dai detenuti; altre volte venivano introdotti dai pubblici ufficiali corrotti.

Nel corso dell’attività investigativa – protrattasi per oltre un anno – sono state arrestate altre tre persone (due detenuti ed un operaio, dipendente di una ditta esterna,  addetto alla manutenzione delle caldaie dell’Istituto, che introduceva la droga sfruttando la funzione lavorativa) e sono stati sequestrati complessivamente kg. 1,5 di hashish, gr. 50 eroina e 10 telefoni cellulari, svariati carica batterie, medicinali ed altri beni il cui possesso presso la struttura di detenzione non è consentito dalla vigente normativa penitenziaria.