PASSIONE FUMETTI di Giancarlo Vidotto: Zagor “Il ritorno dei Lupi Neri”  di Ade Capone

 

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ZAGOR “Il ritorno dei Lupi Neri” è in edicola. Il n. 607 (collana Zenith n. 658) è un albo che entrerà nel cuore degli “zagoriani” di tutte le età. Un storia attesa da mesi, non senza un velo di malinconia, dato che è l’ultima avventura di Zagor scritta da Ade Capone, prematuramente scomparso un anno fa. Un grande autore che ci ha lasciato, ma che continua a vivere grazie alla potenza delle sue storie, di cui quest’ultima è un esempio di rara efficacia. Un’avventura dal ritmo serrato, ricca di azione e di atmosfera, in cui il personaggio di Zagor è veramente protagonista e dove le caratteristiche della serie vengono esaltate in modo naturale, eppure sorprendente. Emozionante il dialogo in cui Tonka fa la Domanda a Zagor: “Tutto ciò che hai fatto…che stai facendo…per mantenere la pace a Darkwood…pensi che servirà davvero a qualcosa? O la sete dei visi pallidi avrà la meglio, alla fine?”. E la risposta di Zagor: “Ho rinunciato a chiedermelo, Tonka, mi basta aver salvato molte vite di innocenti…e anche quelle di chi innocente non era, ma non meritava di morire.”
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I Lupi Neri sono comparsi la prima volta in una storia scritta da Guido Nolitta (Sergio Bonelli) e disegnata da Gallieno Ferri nel 1967, pubblicata la prima volta sui primi 7 “albetti a striscia” della Collana Lampo IVª serie, poi ristampata sugli Zenith gigante 81-83 e infine su Tutto Zagor 30-32. L’avventura dal titolo “Violenza a Darkwood” inizia sull’albo “La preda umana”, continua su “Guerra!” (al cui interno si trova il capitolo “I Lupi Neri”) e si conclude ne “Il fuggiasco”. Un’avventura di ampio respiro e dai toni drammatici, in cui Zagor si scontra con il militarismo più cieco e squadrista, quello che ama la violenza e sfrutta ogni pretesto per giustificare la volontà di annientamento di un popolo. Eppure non è una storia anti-militarista. Nolitta mette in scena diversi aspetti di questo mondo, anche attraverso le scelte complesse che, alla fine, sono sempre effettuate da uomini, buoni o cattivi, ottusi o ragionevoli. Una storia lineare e avvincente in cui la tensione viene spezzata in diverse occasioni da spassose trovate di Cico – a partire dalla esilarante scenetta iniziale – e dove facciamo la conoscenza del simpatico stregone “Molti occhi”, destinato a tornare spesso in futuro nelle avventure di Zagor.

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Ade Capone fa partire la sua nuova avventura mettendo in scena uno dei pochi superstiti dei Lupi Neri – il Tenente Cordero – e inserisce nella trama un elemento preso a prestito da un altro dei grandi nemici di Zagor. Una storia moderna e brillante, nel puro stile di Ade Capone, ma che affonda le sue radici nella tradizione più “nolittiana” di Zagor. Altrettanto fa il disegnatore Paolo Bisi che, con il suo tratto realistico, morbido e preciso, rende omaggio allo stile di Gallieno Ferri. Bisi conferisce alle tavole un’aura drammatica, dominata da toni notturni e paesaggi boschivi, con protagonisti dei Lupi Neri veramente inquietanti. Colpiscono in particolare la tridimensionalità e la profondità delle vignette, la fisicità dei personaggi e l’agilità di Zagor, a beneficio di scene d’azione particolarmente dinamiche.
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Ade Capone. Ci vorrebbe un libro per accennare alla sua importanza nel mondo del fumetto e non solo. Un libro che c’è, opera dell’Associazione ORA PRO COMICS di Piacenza, la città dove è nato nel 1958. “Dedicato a… ADE CAPONE. Immagini e pensieri di chi ne ha condiviso il percorso artistico” è stato presentato alla scorsa Lucca Comics & Games 2015. Vi si può leggere una lunga intervista – raccolta nel 1991 dalla fanzine Aleph – che ben esprime i pensieri e le idee che lo animavano, una biografia artistica e le schede di 37 disegnatori che con lui hanno lavorato. Sfogliandolo si rimane impressionati dalla mole di storie realizzate da Capone, tra cui spiccano le avventure scritte per Zagor – negli anni ’80 e primi anni ’90, poi nuovamente dal 2006 in poi – e la creazione di Lazarus Ledd (nel 1993), uno dei personaggi più longevi del fumetto italiano moderno, pur non appartenendo alla scuderia Bonelli.

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L’importanza che ha avuto Ade Capone nel mondo del fumetto non è dovuta comunque solo alla quantità e qualità di storie che ha scritto, ma anche e soprattutto al suo fiuto da talent scout che lo ha portato a scoprire tantissimi ottimi disegnatori che oggi lavorano ai massimi livelli, in Italia e all’estero. Tra questi Alessandro Bocci, Emanuele Barison, Fabio Bartolini, Giuseppe Candita, Michele Cropera, Alessio Fortunato, Sergio Gerasi, Matteo Mosca, Giancarlo Olivares, Alfredo Orlandi, Stefano Raffaele, Ivan Vitolo, Giuseppe D’Elia, Giulio De Vita e lo stesso Paolo Bisi, con cui realizzò il fumetto REQUIEM, recentemente ristampato dalla Editoriale Cosmo.
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Ade Capone fu uno dei primi autori a portare in Italia le tendenze del moderno fumetto americano. Sul modello della Image, fondò la Liberty per promuovere nuovi autori con fumetti autoprodotti, distribuiti  attraverso il canale delle librerie specializzate. Sperimentò le edizioni speciali, le cover variant, le card e tanti altri gadget. Sviluppò un rapporto nuovo con i lettori, portando in giro per l’Italia gli autori dei suoi fumetti, armato egli stesso di inconfondibili pennarelli e sempre disponibile per una dedica e ancora di più per una interessante chiacchierata. Negli ultimi anni, senza abbandonare mai del tutto il mondo del fumetto, la sua continua voglia di sperimentare e di cimentarsi con nuove esperienze lo portò ad avvicinarsi al mondo della televisione come autore di numerosi programmi televisivi, tra cui “Invisibili”, condotto da Marco Berry, “Quello che le donne non dicono”, condotto da Enrico Ruggeri e soprattutto MISTERO, in onda su Italia 1 dal 2009.

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Personalmente ho conosciuto Ade Capone nel 1992 al Dylan Dog Horror Fest, al Palatrussardi di Milano, dove svolgeva il compito di Addetto Stampa. Parlammo di Zagor. Da allora l’ho rivisto tante altre volte e abbiamo continuato a parlare di fumetti, di disegni e disegnatori e, soprattutto, di Lazarus Ledd. Amava confrontarsi con i suoi lettori ed era sempre piacevole conversare con lui. Le sue idee erano forti, come le sue storie. Nell’album dei ricordi ho trovato questa foto dove, sulle gradinate del Palazzetto dello Sport di Lucca, è intento a esaminare i disegni di un giovane Fabio Bartolini.

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