Porino. Giuseppe Grinza e “Don Prusòt”. Una saga nata per caso
Giuseppe Grinza, nato a Poirino nel 1941, è l’autore della fortunata saga di “Don Prusôt”, pubblicata nella collana La Biblioteca degli scrittori piemontesi. Per Baima & Ronchetti Giuseppe Grinza ha scritto: “La minestra rapita”; “Vangeli per Elisa”; “Don Prusôt e l’Amelia innamorata”; “Don Prusôt e il delitto alla bocciofila”; “Don Prusôt e il ballo a palchetto”.
Pravorino è un tranquillo paese della pianura piemontese. Don Giuseppe Cordero, detto don Prusôt, è il prevosto della comunità. Amico dei facili equilibri, delle quiete digestioni e del sonno sereno dei giusti, don Prusôt detesta i cambiamenti, soprattutto quelli repentini. Suo malgrado è protagonista di mirabolanti avventure che hanno dato vita a una fortunata e appassionante serie di libri, oltre che a uno spettacolo teatrale ad hoc. Tutto merito dell’ispirata penna di Giuseppe Grinza, che ha dato i natali «letterari» a questo simpatico ma inusuale «detective».
«Ho sempre avuto la passione per la lettura e un po’ per la scrittura – racconta Beppe Grinza, che è nato a Poirino nel 1941 ed è stato educatore in un istituto per bambini orfani e poi insegnante statale per 36 anni – Fino a che ho insegnato mi è mancato, tuttavia, il tempo per coltivare la passione della scrittura. Essendo una schiappa a bocce e una frana a scala quaranta ho deciso, per occupare il tempo fatidico della pensione, a 65 anni di impugnare la penna e mettermi a scrivere qualche storia con la speranza di non maltrattare troppo i personaggi che mi si sono incautamente affidati. Per fortuna la testa funziona e diciamo che la scrittura mi ha salvato la vecchiaia “attiva”».
Come è nata l’idea dei romanzi incentrati su don Prusôt? «E’ nato un po’ per caso – spiega l’autore – Leggo e scrivo molto di notte. Era il 2017 e avevo appena finito di leggere un libro, che trattava di un altro argomento. E’ successo all’improvviso. Ho chiuso il volume e mi sono messo a scrivere, di getto, il primo capitolo delle avventure di don Prusôt. E’ un personaggio che riflette un po’ la figura del prete tipica della mia giovinezza, con quel modo preciso e monolitico di intendere la religione».
Quanto c’è di autobiografico nei romanzi di don Prusôt? «Ogni scrittore mette parecchio di sé stesso nelle sue storie e racconti, portando in essi le esperienze vissute – aggiunge Giuseppe Grinza – Non a caso i miei romanzi sono ambientati nel paesello di Pravorino, nome di fantasia che è una crasi tra Pralormo e Poirino, il mio paesello Natale. Descrivo una realtà che conosco bene per averla vissuta: quella di un paesino italiano degli anni ‘50».
I lettori già si chiedono quando uscirà il nuovo capitolo di don Prusôt o il suo prossimo libro: «La mia scrittura è figlia del mio stile personale, delle mie letture e insegnamenti ricevuti. Ho scritto una ventina di libri, passando dal romanzo ai testi di teologia – conclude Grinza – Quando sono ispirato mi occupo di teologia, quando mi riposo mi dedico a don Prusôt. Non vivo di passato e di futuro, ma di presente. Non penso ai sogni nel cassetto. Diciamo che finché ho un libro da scrivere non ho tempo di andare “di là”».