Asti, Elio Germano al teatro Alfieri

Il sindaco Brignolo consegna il sigillo ad Elio Germano, al centro Massimo Cotto

Il sindaco Brignolo consegna il sigillo ad Elio Germano, al centro Massimo Cotto

Serata delle grandi occasioni quella di ieri al Teatro Alfieri di Asti. Platea e palchi gremiti per la presenza dell’attore Elio Germano, venuto ad inaugurare la rassegna a lui dedicata dal circolo Vertigo e dalla città di Asti: “Giovane e Favoloso”. Intervistato piacevolmente dai critici cinematografici Paolo Perrone, Anna Pasetti, Francesco Crispino e dall’assessore e giornalista Massimo Cotto, Germano ha intrattenuto il pubblico parlando della sua carriera, dei registi con cui ha lavorato e delle scelte che hanno guidato il suo modo di esercitare il mestiere, partendo dagli inizi adolescenziali con la commedia di Castellano e Pipolo e dei fratelli Vanzina, fino ad arrivare a Ettore Scola, Daniele Lucchetti, Mario Martone, Paolo Virzì. Tra un commento ai premi ricevuti e alle proiezioni di alcuni estratti dai suoi film, Germano ha ricordato i nonni molisani emigrati a Roma dove lavorarono come portieri di uno stabile e che, andando a servizio dall’attore Paolo Poli, si rivolsero a lui per un consiglio sulla scuola di teatro più adatta per il nipote. Scuola che il giovane Germano frequentò ed è grato a Poli per il giusto suggerimento, sottolineando come oggiAggiungi un appuntamento per oggi invece si chiedano raccomandazioni non certo per iniziare un percorso formativo, ma per entrare direttamente nel mondo del cinema anche senza preparazione.

Pur dimostrando una evidente timidezza, l’attore chiede di interloquire con il pubblico, accettando di rispondere alle domande provenienti dalla platea. A chi chiede se non ci sia del metodo “all’americana” nel suo modo di recitare, con quell’immedesimazione che sappiamo insegnino nelle accademie d’oltreoceano, Germano risponde che no, il suo modo di recitare è tutto frutto dei palcoscenici italiani. Riconosce di calarsi nel personaggio che interpreta, ma di lasciarlo sul set una volta terminata la lavorazione. Sfodera una certa ironia quando viene paragonato al giovane De Niro, facendo notare che l’unico punto in comune con la star americana sia l’origine molisana, quindi probabilmente un certo patrimonio genetico. Accetta più di buon grado l’accostamento con il nostro Gian Maria Volonté, anche se consapevole che quel cinema degli anni settanta, di impegno ma popolare non potrà ripetersi per la mancanza di mezzi e di risorse nel cinema moderno.

Secondo l’attore il punto critico che strozza la creatività del nostro cinema è la mancanza di canali di fruibilità. I distributori vogliono dei prodotti che incassino e i produttori sono obbligati a fornire quei film che somigliano a qualcosa che ha già garantito un ritorno economico. “L’economia funziona con le certezze” dice Germano, “l’arte con la distruzione delle certezze”, ma resta il problema di far arrivare al pubblico i buoni film che pure si fanno e che non ci arriveranno perché nel nostro Paese non c’è uno stato che dia loro protezione. Si garantisce il parmigiano o i buoni vini, ma non i buoni film. Prima della proiezione del film “la nostra vita” che apre la rassegna, il sindaco Fabrizio Brignolo sale sul palco per consegnare ad Elio Germano il sigillo della città di Asti e la medaglia alfieriana, augurando di rivedere presto l’attore per altre fortunate occasioni. Dopo la riuscita presentazione, la sala Pastrone, ospiterà gli altri tre film a partire da mercoledì 2 marzo con ” N – Io e Napoleone” di Paolo Virzì, proseguendo il 9 marzo con “Mio fratello è figlio unico” di Daniele Lucchetti, per chiudere il 16 marzo con “Il giovane favoloso” di Mario Martone ispirato alla vita di Giacomo Leopardi.

Carmela Pagnotta