CURIOSITA’ NOVARESI 41. IL MONASTERO DI S. AGNESE ORA PROCURA DELLA REPUBBLICA E LE ANTICHE CHIESE DI SANTA CROCE E DI SAN PAOLO
La Procura della Repubblica di Novara (via Brusati 8) ha oggi la sua sede nella struttura dell’ex monastero di S. Agnese (nella foto). Questa struttura ha le sue prime testimonianze risalenti al XIII secolo, quando ospitava la chiesa di S. Domenico dei Frati Agostiniani. Abbandonata da questi nel 1262, lì trovarono la loro collocazione le Clarisse di S. Damiano, che provenivano dal Monastero di San Pietro a Cavaglietto. Secondo lo storico Bianchini, come ci ricordano anche gli storici Barlassina e Picconi, all’inizio del secolo XI nel territorio di Cavaglietto esisteva una chiesa, denominata S. Pietro di Castelletto, che apparteneva ai PP. dell’Ordine Cluniacense con alcuni religiosi e un priore. Accanto a questa chiesa sorse poi un monastero dove alla fine dell’XI secolo risiedevano monache dell’Ordine Cluniacense, sempre sotto la direzione e responsabilità del priore di Castelletto.
Barlassina e Picconi scrivono nel loro libro “Le chiese di Novara” (Tipografia S. Gaudenzio, Novara, 1933): “Ridotto il monastero a poche monache, indocili, e di costumi rilassati, il vescovo di Novara Sigebaldo Cavallazzi ottenne nel 1252 dal S. Pontefice Innocenzo IV di riformarlo col chiamarvi le suore di S. Damiano dette più comunemente di S. Chiara, come quelle che davano maggior affidamento di serietà e di pietà. E nel 1256 ordinava che si trasferissero nella chiesa di S. Nazzaro presso Novara e vi costruissero un nuovo monastero. Ma vi dimorarono poco tempo, perché, non essendo colà al sicuro a cagione delle guerre, sei anni dopo ottenevano dal vescovo di Novara il permesso di rifugiarsi nel convento annesso alla chiesa di S. Domenico, che venne più tardi detta di S. Agnese… Probabilmente venne dedicata a questa santa quando la chiesa fu ridotta a più elegante architettura. Era una delle più belle fra le chiese dei monasteri di Novara”.
Il Monastero venne intitolato a S. Agnese probabilmente alla fine del XVI secolo. La chiesa subì una ristrutturazione importante nel 1727, quando si ristrutturò l’intero edificio con il rifacimento della facciata, ridotta ad ordine corinzio. Più tardi vennero aggiunti marmi e dipinti che arricchirono ulteriormente la struttura.
Nel 1798 il monastero venne requisito per diventare caserma dei soldati francesi allora presenti a Novara, subendo una sorte simile a quella di molti altri edifici religiosi. Da allora la struttura non ebbe più un utilizzo di carattere religioso. Nel 1810 il monastero venne definitivamente soppresso e la chiesa divenne un magazzino.
Sconfitto Napoleone, con la Restaurazione, l’ex monastero fu acquisito dal Comune di Novara, che vi collocò prima un asilo per l’infanzia e poi le Scuole Canobiane. In seguito è stato sede dell’Istituto Professionale Bellini e ora la struttura ha trovato la sua destinazione d’uso definitiva come Procura della Repubblica di Novara.
Non lontano dal Monastero di S. Agnese si trovava in passato la chiesa di Santa Croce, della cui struttura non resta purtroppo nulla e di cui si è ormai perso il ricordo. Santa Croce sorgeva all’angolo fra l’attuale corso Mazzini (un tempo corso Carlo Alberto) e il baluardo Massimo d’Azeglio, nell’area ora occupata da alcune strutture dell’Ospedale Maggiore della Carità (nella foto). La chiesa, prima della demolizione delle mura più antiche, era situata fuori della Città, nel sobborgo denominato Cittadella ed è stata fondata il 3 maggio 1218 da Anselmo Incino, per poi essere ceduta agli Umiliati del I° Ordine, che la tennero fino al 1571, cioè fino all’estinzione dell’Ordine stesso.
Il vescovo Francesco Bossi voleva darle il titolo di parrocchiale per dare un sussidio spirituale agli abitanti del sobborgo, ma, in realtà, divenne sede parrocchiale solo con il vescovo Bascapé, intorno al 1600. Nel 1589, sotto il vescovado di Mons. Speciano, come scrivono Barlassina e Picconi “…venne traslata in questa chiesa la Confraternita di S. Tommaso di Cantorbery, che prima aveva la sua sede in una chiesa dedicata a questo santo, posta anch’essa nel sobborgo di cittadella e che per l’addietro era stata parrocchiale”. La convenzione tra la Confraternita e il rettore della chiesa Agostino Verzino prevedeva la costruzione di un oratorio accanto alla chiesa, ma l’opera non venne realizzata per il timore che venisse poi demolita nel contesto dei lavori di fortificazione della Città. Venne invece ammodernata e ampliata la chiesa, specialmente per la parte del coro, che ebbe la sua consacrazione il 27 aprile 1659. La parrocchia fu soppressa nel 1806 e le relative proprietà, dopo la morte dell’ultimo parroco don Girolamo Agnelli, furono devolute all’Ospedale Maggiore, che, come si è detto, nella sua grande espansione, vi costruì alcune
sue strutture. Un’altra chiesa ora scomparsa, che egualmente si trovava non lontano dal Monastero di S. Agnese, anche se in direzione opposta a quella di Santa Croce, era la chiesa di S. Paolo, attestata in documenti del 1220. La chiesa sorgeva all’angolo di corso Cavallotti con via Gallarati, nell’area dove, dopo l’abbattimento del XIX secolo, è poi stata costruita la palazzina dell’Intendenza di Finanza (1869-1991), con il relativo giardino, palazzina al n. 27 di corso Cavallotti, ora sede della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli (nella foto la zona dove sorgeva la chiesa).
Diamo quindi qualche breve nota sulla storia dell’edificio religioso. In seguito alla demolizione della chiesa e del convento di “S. Giovanni entro le vigne” dei Padri Agostiniani, chiesa e convento collocati a breve distanza, quasi di fronte la chiesa di S. Paolo, quest’ultima venne quindi ceduta a quei Padri, che la intitolarono poi ai SS. Giovanni e Paolo. Accanto alla chiesa gli Agostiniani costruirono un ampio convento. Soppresso però il convento nel 1798, durante l’occupazione francese, i religiosi si trasferirono in altri conventi del Piemonte, mentre la parrocchia continuò a funzionare fino al 1808, quando, per decreto vescovile, le parrocchie urbane vennero ridotte a quattro. In seguito gli edifici vennero demoliti e fu costruita la palazzina sede dell’Intendenza di Finanza.
Enzo De Paoli