PIEMONTE ARTE: POUSSIN, EGITTO, BANDINI, DYNYS
TORINO, “DA POUSSIN AGLI IMPRESSIONISTI” A PALAZZO MADAMA
Tre secoli di Pittura francese dall’Ermitage
Palazzo Madama, Sala del Senato, dall’11 marzo al 4 luglio
Una grande mostra con oltre ottanta dipinti dal Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo che illustrano la storia dell’arte francese, dall’avvento delle accademie fino alla nuova libertà della pittura en plein air proposta dagli impressionisti. Un itinerario inedito che va dai fasti della corte di
Luigi XIV e di Madame de Pompadour fino alla vigilia dell’avanguardia, dove si intrecciano tutti i grandi temi della pittura moderna: dai soggetti sacri a quelli mitologici, dalla natura morta al ritratto, dal paesaggio alla scena di genere. Il percorso si apre con le influenze caravaggesche di Simon Vouet, elaborate attraverso gli esempi della scuola di Fontainebleau e soprattutto dei grandi maestri veneti del Cinquecento, come mostra la Madonna con bambino; prosegue con il vertice dei grandi maestri del classicismo, rappresentato da Philippe de Champaigne, i sommi Poussin e Lorrain; attraversa la nuova libertà della pittura di Watteau, Boucher e Fragonard, per approdare al ritorno all’antico di Greuze e alla poesia venata di Romanticismo di Vernet e Hubert Robert. L’ultima sezione intreccia al neoclassicismo di David e di Ingres, il realismo di Courbet, Daumier e Millet e il nuovo sentimento del paesaggio che si affaccia con Corot e con tutte le esperienze che
preludono alla grande affermazione dell’Impressionismo. Renoir, Sisley, Monet, Pisarro, poi Cézanne e Matisse, pongono le basi per tutte le avanguardie che seguono, e segnano l’inizio dell’arte moderna. Nell’immagine: Jean Auguste Dominique Ingres, Ritratto del conte Nikolai Guryev, 1821
www.palazzomadamatorino.it
TORINO, IL NILO A POMPEI. VISIONI D’EGITTO NEL MONDO ROMANO
Museo Egizio, dal 5 marzo al 4 settembre
A meno di un anno dall’inaugurazione del nuovo allestimento, il Museo Egizio presenta la prima mostra temporanea dedicata alla diffusione della cultura egizia nelle civiltà del Mediterraneo. L’esposizione – a cura di Federico Poole e Alessia Fassone – pone l’accento sull’incontro tra la cultura egizia e quella ellenistico romana, a partire da Alessandria d’Egitto fino alle case e ai luoghi di culto pompeiani. Con la mostra, il Museo inaugura anche il nuovo spazio espositivo di 600 metri quadri, dove saranno collocate opere provenienti dai maggiori musei italiani e stranieri, tra cui affreschi provenienti dagli scavi di Pompei per la prima volta esposti a Torino. Reperti egizi saranno presentati in giustapposizione dialogica con opere di epoca ellenistico romana nell’intento di sviluppare una riflessione sulla ricezione culturale e interrogarsi sul significato dei simboli e sulla capacità di immagini antiche di conservare i loro connotati essenziali diventando al contempo veicolo di nuove esigenze spirituali, sociali e politiche. La mostra è parte di un progetto nato dalla collaborazione con due tra le più importanti istituzioni archeologiche italiane come la Soprintendenza Pompei e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. L’allestimento è curato da Lorenzo Greppi. www.museoegizio.it
SARA BANDINI ESPONE ALLO SPAZIO EVENTA
La pittrice toscana Sara Bandini inaugura l’11 marzo, alle 18, allo Spazio Eventa di via dei Mille 42, una mostra personale sul tema «V.I.A./ Valutazione d’Impatto Ambientale», con l’esposizione di una trentina di opere tra pittura e tecniche miste. Il tempo dell’uomo, l’incedere delle stagioni, le trasformazioni della natura, appartengono a una ricerca in cui segno e colore, luoghi della memoria e proiezioni verso nuovi approdi conoscitivi, scandiscono l’esperienza di Sara Bandini, evidente, in particolare, nei recenti cicli «V.I.A.» (Valutazione d’Impatto Ambientale) e «OgnunE». Dalla natia Toscana alla Torino di Artissima, si delinea un percorso che sottolinea il recupero della dimensione umana, di una natura reinterpretata, di impressioni legate al territorio tra cascinali e campi e volti immersi nella luce atmosferica, in una sorta di continua e inesausta riflessione. Una pittura, quindi, legata ai simboli della terra, a personalissimi accadimenti, agli incontri con la gente, in un dialogo che unisce la gestualità alla parola, al sogno, a una suggestiva visione di ampi scenari, cieli, boschi, marine. Si avverte nelle sue opere «la volontà di analizzare il rapporto tra uomo e natura», di entrare in simbiosi con le immagini e i materiali che concorrono a definire le tecniche miste su tavola, di trasmettere il senso profondo dell’esistenza, mentre – suggerisce l’artista, formatasi con Adriano Bimbi all’Accademia di Firenze – «Il mio pensiero è che tutto abbia origine da un punto, che il divenire generi il caos e che il mio compito sia quello di ridare un ordine estetico a questo caos attraverso il mezzo della pittura». E così la rappresentazione si identifica, nei piccoli quadri, con quei frammenti di identità che emergono con leggerezza e raccontano di paesaggi, di luci, di spazi. Un volto scavato e intensamente vissuto, una figura inserita nell’ambiente, uno sguardo negato, offrono brani di un dipingere dalla linea incisiva, dal colore che si stempera sulle superfici delle tavole, dalla sottile inquietudine dell’universo femminile. Introspezione e autoritratti, realtà e riferimenti alla quotidianità, emergono dal diario per immagini della Bandini, che comunica e consegna a questo nostro tempo l’espressione intima e segreta dell’uomo.
Angelo Mistrangelo
Torino, Spazio Eventa, in via dei Mille 42, orario:martedì-venerdì 15-19, tel.011/8125423, sino al 31 marzo.
TORINO, CHIARA DYNYS – PLEASE DON’T CRY
Il progetto espositivo ideato per Studio Copernico Please don’t Cry evoca l’attuale dramma della guerra e del conflitto, caro all’immaginario di Chiara Dynys che già anni addietro ha realizzato un ciclo di opere installative sulle relazioni fra Medio Oriente, Oriente e Occidente e lavori fotografici sui campi profughi libanesi di Sabra e Shatila. Ed è l’idea di questa fragilità a caratterizzare molte delle opere dell’artista lombarda, che per trovare protezione necessitano di uno schermo, di nascondersi dietro di sé, in contenitori di diversa natura, non ultimo una romantica boule de neije. Ad aprire la mostra una Gabbia d’Oro, metafora di un conflitto interiore che trattiene la nostra immagine riflessa costruendole addosso una prigione e impedendole di attraversare la soglia, primo simbolo di ogni rinnovamento. La mostra continua con Poisoned Flowers e Accampamento dei Fiori, dove il bisogno di protezione si carica di implicazioni sociali e psicologiche nell’immagine di due fiori che, trattati come indìvidui con una loro storia, cercano protezione attraverso la smaterializzazione della loro immagine dietro un colore monocromo nel primo caso e attraverso la semitrasparenza deformante della tenda che li ospita nel secondo caso. Un’idea di natura da proteggere dal rischio di diventare un sistema fittizio, la rappresentazione di un Eden di plastica. Ritorna in Solidi Platonici l’idea del conflitto nell’opposizione fra il Tutto e il Niente, fra il Caos e l’Ordine riproponendo l’idea di Platone in cui l’armonia dell’Universo deriva dalla coincidenza del disordine della Natura con la perfezione del’Iperuranio. A chiudere la mostra, l’installazione da cui prende il titolo l’intero progetto espositivo, una serie di sfere di cristallo simili alle classiche boule de neije offrono ¬¬protezione alle sagome dei principali Stati attualmente in guerra. Le nazioni, realizzate in oro, sono sospese all’interno delle sfere di vetro ed intorno a esse fluttuano pezzi di vetro bianco e rosso. I pezzi rossi simboleggiano il sangue e le esplosioni delle bombe, mentre i pezzi bianchi, più leggeri e delicati, simili a fiocchi di neve, simboleggiano la nostra partecipazione emotiva a questi tragici eventi. La neve rappresenta metaforicamente il nostro pianto, da cui il titolo Please Don’t Cry.
CHIARA DYNYS – PLEASE DON’T CRY
Inaugurazione: sabato 19 marzo 2016 ore 16.30
Studio Copernico
Via Umberto I n° 2, Casalbeltrame (NO)
Telefono: +39 0267075049
IVREA, FELICITA’ E FACILITA’ DELLA POESIA VISIVA ITALIANA
Mostra a cura di Adriano Accattino e Lorena Giuranna
Al Museo della Carale di Ivrea sabato 19 marzo si inaugura la mostra FELICITA’ E FACILITA’ DELLA POESIA VISIVA ITALIANA con la presentazione di opere, mai esposte al museo, degli anni ’50, ’60, ’70, decenni di grande fortuna per la Poesia sperimentale e visiva. Perché “Felicità” e “Facilità”? Innanzitutto per il gioco di parole. Poi perché la felicità è l’obiettivo preferito degli uomini, che non sanno dire dove risieda, né cosa comporti. La felicità costituisce il punto utopico nel quale si incontrano le aspettative di tutti, e in particolare quelle dei poeti visivi che danno forma alle loro poetiche idee, una forma di immediata lettura e apparente facilità. Accostare i due termini è un azzardo, un’aspirazione non facile da realizzare. L’invito è quello di tagliarci i ponti alle spalle e tentare di realizzare la nostra vita secondo queste due parole… L’allestimento proposto evidenzia alcuni punti focali che hanno interessato gli autori per la creazione delle opere, offrendo al visitatore una possibile chiave di lettura: Il Concretismo, cioè la pratica per cui la componente letteraria è ridotta al minimo e l’accento è posto sulle immagini che le lettere stesse suggeriscono; ne sono esempio le opere di Carlo Belloli, Mirella Bentivoglio, Adriano Spatola e Decio Pignatari. Il corpo quale metafora della parola: le immagini di corpi prevalentemente femminili, sono disposti sulla superficie del quadro, spesso con intenti di critica sociale; ne sono esempio le opere di Anna Oberto, Tomaso Binga, Luciano Ori, Lucia Marcucci. La parola che torna a guardare i linguaggi dell’arte e della pittura, quando nelle opere diventa predominante la dimensione del colore, della composizione e del segno, si vedano le opere di Arrigo Lora-Totino, Fernanda Fedi, Gino Gini, Roberto Malquori. La parola mappa, quando il disegno si disgrega diventando una parola scritta a mano, utopica, pittorica, persa nel segno e dunque sommersa. E’ il caso di Vincenzo Accame, Martino Oberto, Plinio Mesciulam, Irma Blank. La musica e gli spartiti sperimentali con notazioni non solo funzionali, ma tendenti alla creazione e alla libera espressione, come nei lavori di Giuseppe Chiari, Betty Danon e Gianni-Emilio Simonetti. La parola enigmatica, enigmistica e poliedrica di Nanni Balestrini, Ugo Carrega, Giulia Niccolai, Gianni Bertini, Lamberto Pignotti, Michele Perfetti. Il citazionismo intellettuale, dove la parola cerca un aggancio con le opere altrui e con la memoria storica dell’Arte, si vedano i lavori di Luca Patella, Claudio Parmiggiani, Ugo Locatelli, Eugenio Miccini, Luciano Caruso, William Xerra, Giovanni Fontana, Dino Bedino. La parola manifesto, intimidatrice, senza scampo di Sarenco, Stelio Maria Martini, Vittore Baroni.
PROGRAMMA
Sabato 19 Marzo alle 17.00
Inaugurazione della mostra e “Allo specchio… com’eravamo e come siamo…”, chiacchierata con alcuni protagonisti degli anni Sessanta e Settanta. Partecipano: Carla Bertola, Fernanda Fedi, Kiki Franceschi, Gino Gini, Anna Oberto, Sonia Puccetti Caruso, Alberto Vitacchio.
Domenica 20 Marzo alle 10.30
Giovanni Bianchi, Riccardo Cavallo, Raffaele Perrotta, Renato Seregni con Adriano Accattino propongono l’analisi e la narrazione delle esperienze di POETICHE (Festival Internazionale d poesia, Ivrea, 1973), della rivista PIANURA (ricerche e analisi linguistiche, 1974-1981), del volume LO SCHERMO NEGATO (cronache dl cinema sperimentale, 1976).
Autori in mostra:
Vincenzo Accame, Luciana Arbizzani, Nanni Balestrini, Vittore Baroni, Dino Bedino, Carlo Belloli, Mirella Bentivoglio, Gianni Bertini, Carla Bertola, Tomaso Binga, Irma Blank, Anna Boschi, Antonino Bove, Enrico Bugli, Ferruccio Cajani, Ugo Carrega, Luciano Caruso, Tullio Catalano, Guglielmo Achille Cavellini, Giuseppe Chiari, Roberto Comini, Silvio Craia, Betty Danon, Mario Diacono, Chiara Diamantini, Maria Pia Fanna Roncoroni, Fernanda Fedi, Giovanni Fontana, Kiki Franceschi, Gino Gini, Michele Lambo, Ugo Locatelli, Arrigo Lora Totino, Roberto Malquori, Mauro Manfredi, Lucia Marcucci, Stelio Maria Martini, Plinio Mesciulam, Eugenio Miccini, Miles, Giulia Niccolai, Anna Oberto, Martino Oberto, Luciano Ori, Maurizio Osti, Claudio Parmiggiani, Luca Patella, Michele Perfetti, Lamberto Pignotti, Leonardo Rosa, Vitantonio Russo, Sarenco, Gianni Emilio Simonetti, Berty Skuber, Adriano Spatola, Franco Spena, Rodolfo Vitone, William Xerra, Daniela Zampini.
La mostra rimane aperta fino al 17 Aprile 2016
Orari: Sabato e Domenica, previo appuntamento telefonico T. 0125 612 658
E’ possibile visitare anche la Mostra permanente Le carte manoscritte di Emilio Villa.
Ingresso alle mostre gratuito
MUSEO DELLA CARALE – Via Miniere, 34 – 10015 Ivrea (To)