Alessandria ricorda il 79° anniversario del bombardamento del Quartiere Cristo in cui perirono 239 persone
Venerdì 28 aprile alle ore 11 Alessandria ricorderà ciò che tragicamente avvenne al Quartiere Cristo settantanove anni fa, in quella domenica 30 aprile 1944 quando sotto i bombardamenti alleati perirono 239 persone.
Il momento commemorativo – con la collocazione di una corona d’alloro, alla presenza delle Autorità locali e aperto alla cittadinanza – si svolgerà presso la targa posta sulla facciata della Scuola Primaria Zanzi sulla omonima piazza dell’importante quartiere alessandrino.
L’importanza di ricordare un fatto così tragico che caratterizzò la vita della comunità alessandrina durante gli eventi bellici della seconda guerra mondiale trova ragione nella constatazione che quel bombardamento del 30 aprile 1944, per quanto non sia stato l’unico in Alessandria ad essere latore di morte e distruzione, fu quello che, per numero di vittime, risultò il più sanguinoso avvenuto in Città.
Come viene ampiamente documentato anche nel testo “Vittime dimenticate” di R. Penna (ediz. dell’Orso, Alessandria 2016, pp. 79-98), quel giorno costituisce per Alessandria il “battesimo di sangue”, ossia «il primo massiccio bombardamento che si abbatte sulla città, di domenica, poco dopo mezzogiorno, trovando la popolazione sorpresa, impreparata e senza difese. Con intervalli e ondate successive l’attacco ha termine dopo le 14. […] I numerosi bombardieri americani scaricano tonnellate di bombe scortati da aerei caccia che, scendendo in picchiata, a quaranta metri di altezza mitragliano strade e piazze affollate di gente. […] L’ampiezza dell’attacco portato alla città non aveva, con tutta evidenza, solo il compito di distruggere la stazione e lo scalo ferroviario, ma di terrorizzare la popolazione civile. Al termine il colonnello Glantzberg rimase, comunque, contrariato nell’apprendere che solo il 17 per cento delle bombe aveva colpito gli obiettivi assegnati, nonostante il tempo fosse ottimo e totale l’assenza dei caccia nemici. […] Nella notte di lunedì 1° maggio la città, a poco più di 24 ore dal primo attacco, fu nuovamente bombardata dagli inglesi con ordigni incendiari sganciati su tutto l’abitato. […] In quello stesso giorno, chi si era salvato ed era nella condizione di poterlo fare, abbandonò Alessandria diventando uno “sfollato”. […] Le bombe (al quartiere “Cristo”) colpirono principalmente il territorio prospiciente la ferrovia e lo smistamento delle merci nella direzione di Casalbagliano, le zone della cascina Boida, la Boidina, la Parigina, via Vecchia dei Bagliani e sconvolsero l’intera area […]. Furono sinistrate parecchie case di abitazione e lesionata la sede della Soms in corso Acqui. Nelle Casermette, a sud del quartiere, si contarono diverse vittime tra i militari e numerose furono le bombe che caddero nel “fondone di Taverna”, la zona che divide l’attuale corso Carlo Marx da via Maria Bensi. […] Lo stabilimento Mino G.B. e figli, situato in via Buonarroti, nella parte mediana del rione, fu gravemente sinistrato e divenne completamente inattivo […]».