PIEMONTE x CURIOSI. Baròt: cosa significa questo termine piemontese?
Il termine “baròt” può essere difficile da definire, ma in Piemonte c’è chi lo chiama “orgoglio barotto” per indicare un comportamento
Riuscire a definire il termine piemontese “baròt” può risultare complicato. Tuttavia, c’è chi lo chiama “orgoglio barotto” per indicare la tendenza di alcune persone a ostentare atteggiamenti grezzi o genuini, spesso in contesti sociali o paesani. Si tratta di individui che si sentono a proprio agio anche se sgraziati, disinibiti e poco raffinati, ma che allo stesso tempo sono “resistenti”.
La variante “barotass”
Secondo la teoria più accreditata di Gribaudo e Sceglie, il termine piemontese “baròt” deriverebbe dal diminutivo di “bara“, ovvero “sbarra“. Questo fa riferimento al bastone usato dai contadini e dagli allevatori per bastonare. Tuttavia, il professor Maurizio Pistone ha avanzato un’altra teoria che collega il “baròt” ai contadini, agli operai e alla bagna caoda. Il vocabolo francese “barrot”, ovvero un piccolo barile utilizzato tradizionalmente per la conservazione delle acciughe sotto sale, potrebbe essere il legame tra questi tre mondi. In effetti, le acciughe sono un ingrediente fondamentale della bagna caoda e secondo la leggenda, questo piatto della tradizione contadina sarebbe nato proprio grazie ai barili di acciughe che nascondevano il sale da tassare.
Proprio come questo bastone, il baròt non si spezza né si piega facilmente, ma non è nemmeno troppo lavorato. Questo suggerisce un certo attaccamento alle tradizioni e una vita rurale e solitaria che li rende meno adattabili ai cambiamenti. Tuttavia, quando la parola “baròt” viene usata con un tono dispregiativo, come in “barotàss“. In questo caso si indica qualcuno che è poco aggraziato, burbero e impenetrabile nelle idee. Una persona con modi di fare rozzi e linguaggio inappropriato per le circostanze. In ogni caso, la metafora del bastone di legno rimane un modo efficace per descrivere alcune caratte
Marco Sergio Melano