Villafranca d’Asti, la Casa della Salute pronta per ottobre 2016?
Il Comitato spontaneo per la Casa della Salute di Villafranca d’Asti e della Valtriversa ha convocato, il 22 marzo, un incontro pubblico di confronto con la direzione dell’Asl di Asti per ottenere quelle risposte sul futuro della struttura che da troppo tempo mancano: iniziata nel 2006 non ha ancora visto il completamento. L’incontro nasce da una petizione lanciata dal comitato tra i cittadini e sul sito di campagne sociali Change.org che ha raccolto circa 1000 firme.
Partendo da queste firme, la convocazione pubblica ha come tema: “1000 domande che chiedono risposta”. In sala Virano, accanto al Municipio, sono presenti la dottoressa Ida Grosso, direttrice della Asl, con un gruppo di suoi collaboratori, alcuni sindaci dei comuni interessati (Villafranca, Cantarana, Dusino, Monale, Villanova), il presidente dell’Unione Collinare Valtriversa oltre a numerosi cittadini. Il dibattito è introdotto da Giovanni Damasio, membro del comitato, il quale illustra il servizio che dovrebbe fornire la casa della salute. Secondo uno studio del 2008, un buon servizio territoriale abbatte del 50% i ricoveri ospedalieri; riesce a servire un bacino di 5-10mila abitanti; svolge attività di prevenzione; fornisce assistenza 7 giorni su 7 per almeno 12 ore giornaliere; coinvolge i cittadini consultandoli sull’utilità degli interventi necessari.
E’ questa l’esperienza positiva delle case della salute attive in altre regioni virtuose come l’Emilia Romagna, la Toscana, il Veneto.
Le domande raccolte dal comitato sono illustrate dal presidente Paolo Volpe, Lorenzo Salvadore, Rosa Gai, Alfredo Castaldo, Daniele Barcaro. Risponde la dottoressa Grossi. Precisa che la spesa finora sostenuta per la struttura è di 2.750.000 euro per la realizzazione dei lavori, delle spese tecniche, degli allacciamenti. Il completamento dei lavori richiede ulteriori 400.000 euro finanziati dalla regione Piemonte con decreto del 2011. Il piano di spesa è stato presentato ai sindaci. Non è stato ancora approvato ma la consegna dell’opera è prevista per ottobre 2016 completa di arredi, quindi pronta per l’esercizio delle sue funzioni.
I ritardi sono dovuti soprattutto all’incresciosa vicenda della ditta appaltatrice che non ha mai cominciato i lavori. Solo recentemente l’Asl è riuscita a risolvere la questione con una transazione che ha visto il ritiro dell’impresa in cambio alla rinuncia dell’azione di esecuzione legale.
Gli obiettivi della casa della salute illustrati dalla dottoressa Grossi sono soprattutto evitare che la popolazione si rivolga ad altre asl per le cure, potenziare la prevenzione, migliorare l’offerta di salute riducendo i tempi d’attesa, evitare gli accessi inutili al pronto soccorso.
Ci si confronta ancora sul coinvolgimento dei medici di medicina generale e dei vari servizi richiesti dai cittadini, sul presidio del 118 e della Croce rossa, sull’esigenza sul territorio di un hospice, istanze alle quali la direttrice della Asl risponde che sono tutte sul tavolo e alle quali sta lavorando con la massima collaborazione da parte delle istituzioni locali.
Dal pubblico si leva qualche voce polemica sul rendiconto delle spese e sui tempi di consegna, ma Ida Grossi liquida le questioni affermando con fermezza che non può rispondere di quanto successo prima del suo arrivo. “Il mio impegno e la mia preoccupazione attuale” conclude, “sono quelli di aprire la casa della salute e, pur rimanendo con i piedi per terra, raggiungere i risultati ottenuti dalla ventennale esperienza della Toscana e dell’Emilia Romagna”.
Carmela Pagnotta