Vinitaly 2016. Braida di Giacomo Bologna di Rocchetta Tanaro: una barbera nella classifica di Wine Spectator.

vinitaly logoVerona prepara il cinquantesimo compleanno del Vinitaly con un’edizione che si muoverà tra bilanci del cammino fatto e proiezioni sul futuro. I paesi ospiti saranno 140; otto i milioni di euro investiti in promozione e ricettività, in strutture e servizi. Il taglio del nastro ci sarà domenica 10 aprile e la manifestazione fieristica più importante nel panorama enologico italiano continuerà fino al 13, ma sono previsti eventi collaterali già nei giorni precedenti l’apertura ufficiale.

Attesa, come sempre, la partecipazione dei produttori piemontesi collocati nel padiglione 10. Un riconoscimento speciale andrà a quelle aziende presenti fin dalla prima edizione del 1967. Tra le diplomate “cinquanta Vinitaly insieme” spiccano le astigiane Bersano di Nizza Monferrato e Braida di Giacomo Bologna di Rocchetta Tanaro. Quest’ultima cantina festeggerà a Verona anche un altro importante

Raffaella e Giuseppe Bologna

Raffaella e Giuseppe Bologna

risultato: la barbera Bricco dell’Uccellone 2010 è stata inserita nella classifica dei 100 migliori vini italiani dalla rivista Wine Spectator, la più importante del settore a livello mondiale. Il riconoscimento dimostra l’ascesa della qualità di un vino che si sta facendo strada tra grandi baroli consacrati già da anni, unica barbera ad aver raggiunto questo traguardo. La classifica di Wine Spectator verrà celebrata nella giornata, curata da OperaWine,  “Finest italian wines. 100 great producers”, che si terrà il 9 aprile fuori fiera, presso il palazzo della Gran Guardia in piazza Bra a Verona. Si tratta  della quinta edizione della degustazione ad inviti che Wine Spectator dedica ai vini italiani, appuntamento che fa ormai da prestigiosa anteprima al Vinitaly.

Il Bricco dell’Uccellone nasce dopo un viaggio in California. Il fatto che gli americani potessero fare dei grandi vini era una cosa inconcepibile per un piemontese doc. Laggiù, alla fine degli anni settanta, Giacomo Bologna comprese l’importanza della barrique e intuì che avrebbe potuto essere quella la svolta per la sua barbera; seguì un corso di enologia in Borgogna e, dal 1982, iniziò la selezione del Bricco dell’Uccellone, lasciando l’eredità  ai figli Raffaella e Giuseppe.  Un’etichetta che ne ha fatta di strada e che può ora vantare un posto da protagonista a Verona e nel mondo.

 

Carmela Pagnotta