PIEMONTE x CURIOSI. Portici di Torino, 18 chilometri di storia e curiosità
I portici di Torino, fulcro della vita cittadina, rappresentano un patrimonio da preservare: ma qual è la loro storia?
I portici di Torino rappresentano un autentico gioiello storico ed architettonico. Lunghi 18 chilometri, rappresentano la zona pedonale più estesa d’Europa e simboleggiano l’eleganza, la bellezza e la storia del capoluogo piemontese. Tra di essi, ben 12,5 chilometri di portici interconnessi offrono un percorso continuo. Questi portici, che si estendono tra palazzi antichi e edifici del Novecento, sono realizzati con stili e materiali diversi. Sotto le loro arcate, i torinesi possono passeggiare al riparo dalle intemperie, curiosando nelle vetrine dei negozi e gustando un caffè nei locali. Con la loro grandiosità e i suggestivi giochi di luce e ombra, riescono a ricreare la cornice perfetta per una città-salotto come Torino.
Curiosità sulle loro origini
I primi portici torinesi hanno origini medievali, ma i portici monumentali che ammiriamo ancora oggi risalgono intorno al 1600. Filippo Juvarra e Benedetto Alfieri contribuirono con le loro opere alla realizzazione di questi magnifici portici. La loro realizzazione non fu prettamente artistica: i percorsi nacquero per consentire alla nobiltà di passeggiare al riparo dalle intemperie invernali e dal sole estivo. Anche il sovrano Vittorio Emanuele I di Savoia volle la costruzione di portici per agevolare la famiglia reale nel raggiungere la Chiesa della Gran Madre.
I portici monumentali di piazza Vittorio Veneto, piazza Carlo Felice e piazza Statuto nacquero nell’Ottocento. Inoltre, le due stazioni ferroviarie di Porta Nuova e Porta Susa furono collegate da un percorso porticato che attraversava diverse vie. Ad oggi i portici di Torino sono ancora uno dei simboli della città e rappresentano un patrimonio architettonico unico al mondo. Inoltre, i portici di Torino hanno acquisito una crescente importanza anche a livello turistico-culturale, ospitando eventi come “Portici Divini”, “Dolci Portici” e “Portici di Carta”.
Marco Sergio Melano