Vinitaly, Franco Roero di Montegrosso d’Asti designato per la Gran Medaglia Cangrande

L'assessore Ferrero e Franco Roero (al centro)E’ un gigante dalle mani forti e la stretta possente. Si intuisce subito che è poco abituato a parlare di sé e sicuramente si sente più a suo agio tra i suoi filari di vite piuttosto che in una sala piena di giornalisti. Poche parole, molti fatti. E’ Franco Roero di Montegrosso d’Asti, produttore di vino, anzi di Barbera, la cenerentola dei vini che ha saputo diventare principessa. E non è questione di scarpette perdute, ma di tenacia e volontà visionaria di chi, come Roero, ha saputo scommettere su un vino considerato ordinario e di pronta beva e ne ha intuito le potenzialità per farlo rivaleggiare con i grandi. A Roero va, per la 50° edizione del Vinitaly, la designazione per il Piemonte della Gran Medaglia Cangrande, onorificenza assegnata ogni anno ai benemeriti della viticoltura e dell’enologia dall’ente Veronafiere per ogni regione. Un riconoscimento prestigioso che verrà consegnato durante la cerimonia di domenica 10 aprile nell’auditorium della fiera prima dell’inaugurazione ufficiale del Vinitaly.

L’azienda di Franco Roero viene da una storia familiare lunga e fortunata: arrivata alla quarta generazione (il bisnonno Vincenzo cominciò nei primi del ‘900 a coltivare la vite ), presto potrebbe estendersi alla quinta con Gianluca, figlio di Franco e Lucia, che ha intrapreso gli studi di agraria all’università di Torino.

Quindici ettari di vigneti nel comune di Montegrosso d’Asti, coltivati a Barbera e in minima parte a Grignolino, Dolcetto e Moscato, vitigni autoctoni del Monferrato, sono il terroir dove Franco Roero produce vini di qualità nel rispetto del ciclo naturale della vite, conducendo la lotta integrata ai parassiti e applicando la tecnica del diradamento: meno quantità, più qualità. E infatti i vini di Roero sono da anni premiati alla Douja d’Or di Asti e dalle cinque stelle della rivista Decanter.

L’assessore all’agricoltura della regione Piemonte ha dichiarato: “Con la designazione di Franco Roero, abbiamo voluto premiare un piccolo produttore di grandi vini e idealmente i tantissimi piccoli produttori che, in silenzio e con la caparbietà piemontese della cultura del fare, hanno contribuito alla straordinaria evoluzione della vitivinicoltura della nostra regione. Simbolicamente vuol essere anche un omaggio ad un territorio forse meno blasonato ma ad alta vocazione vitivinicola ovvero i luoghi della Barbera: il vino più diffuso, più popolare, diventato simbolo del rinascimento vinicolo piemontese di questi ultimi venti anni. Un vino che, pur continuando a mantenere il suo carattere popolare, è anche quello che ha saputo più di altri interpretare l’evoluzione del gusto, dando vita a grandi vini da invecchiamento”.

A Franco Roero, il vignaiolo, il tecnico di cantina, bastano poche parole per superare l’imbarazzo e per esprimere la sua fierezza: “Dedico il premio ai miei collaboratori, alla mia famiglia che mi ha trasmesso la passione per la terra. Passione che spero di trasmettere a mio figlio. Lo dedico a mia moglie che condivide con me questa passione. E vi aspetto al Vinitaly per verificare se tutto questo si ritrova nel bicchiere dei miei vini”.

 Carmela Pagnotta