CURIOSITA’ NOVARESI 48. LE ANTICHE BOTTEGHE DELLA CITTA’
La Regione Piemonte, attraverso il Centro Studi Piemontesi, nell’ottobre 2008 ha pubblicato il volume “Le Botteghe in Piemonte – esterni e interni tra 1750 e 1930”, a cura di Chiara Ronchetta. Il volume raccoglie il censimento delle botteghe storiche della regione Piemonte e quindi anche di Novara ed è realizzato utilizzando la legge regionale 34/1995. Il lavoro, come scrive Chiara Ronchetta nella sua introduzione, è stato sviluppato a partire dal 2002 e ha visto impegnate 10 équipe di schedatori, ciascuna formata da un architetto, uno storico dell’arte e un fotografo. La campagna di rilevamento è stata organizzata seguendo la suddivisione del territorio regionale nelle attuali otto province; sopralluoghi e indagini sul campo hanno permesso di individuare le diverse località che conservano botteghe e negozi di interesse storico. Nella maggioranza dei casi si tratta di locali riconducibili al periodo compreso tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, con l’eccezione delle botteghe di farmacia che spesso conservano arredi e suppellettili del Sei e Settecento. Ciò che differenzia il capoluogo di regione e le altre grandi città dai piccoli centri di provincia non è solo la ricchezza delle decorazioni o dei materiali utilizzati, quanto il genere di locali che vi si trovano; infatti mentre nei centri urbani le botteghe con gli arredi più elaborati sono le farmacie, le pasticcerie-confetterie, i bar, gli alberghi e le gioiellerie, nei piccoli centri sono invece oggetto di attenzione panifici, macellerie, salumerie, trattorie o piccole botteghe artigiane e ancora stallaggi e garage. Tutti però sono spesso accomunati dalla loro collocazione sulle vie principali che univano e caratterizzavano, allora, l’abitato e che ora sono situate nel cuore dello stesso, circondate dai nuovi quartieri e dalle periferie. Antiche botteghe, che hanno mantenuto la loro originaria destinazione, e altre che invece presentano, tra gli antichi e ricercati arredi, modernissimi prodotti, sono tutte oggetto di curiosità e meta di percorsi turistici. Una ricchezza per il territorio, che è importante sia prima conosciuta e poi apprezzata e preservata. Nel lavoro di censimento, come scrive Diego Mondo, funzionario incaricato della Regione Piemonte, “si è scelto di dare un’interpretazione estensiva alle tipologie osservate, considerando, anche i piccoli comuni, allargando le maglie dell’analisi all’arredo commerciale storico in senso ampio e non soffermandosi esclusivamente sui manufatti di maggior rilievo”.
Nel volume, Cristina Boido, che si è occupata della ricerca storico-urbanistica e iconografica sulle province e sulle città, preliminare all’esposizione delle schede delle antiche botteghe rilevate e censite, apre lo spazio dedicato alla provincia di Novara con una breve sintesi della sua storia economico-commerciale, di cui le botteghe sono, in ogni tempo, le realtà più appariscenti.
Ho fatto questa lunga premessa per contestualizzare, in maniera esaustiva, una serie di articoli, a partire da questo, che si occuperanno dei negozi “storici” (in particolare per i loro arredi) ancora oggi esistenti nella nostra Città.
Cominciamo il nostro itinerario attraverso le botteghe novaresi con alcuni esercizi delle centralissime piazza Cesare Battisti e via Fratelli Rosselli, rilevati nel censimento sopra descritto (avviato nel 2002) con la collaborazione di numerosi esperti, esercizi schedati con dovizia di particolari nel volume di Chiara Ronchetta, dato alle stampe nel 2008, ma con rilevazioni e dati precedenti, a partire appunto dal 2002.
Nel volume rileviamo come la scheda Gioielleria Colli, piazza Battisti 3 (effettuata prima del 2005) sia accompagnata in realtà dalla fotografia del rinomato negozio “Jeff de Bruges”, cioccolateria belga, il cui gentile titolare Roberto Comazzi è subentrato al precedente esercizio il 17 marzo 2005 (nella foto l’attuale negozio). Si riporta qui di seguito la descrizione della gioielleria offerta nel volume, stesa ovviamente prima del 2005: “Dal 1948 il negozio appartiene alla stessa famiglia. L’interno, che ha subito consistenti lavori di ristrutturazione nel 1969, non conserva nulla dell’originaria sistemazione, a eccezione del soffitto a cassettoni; anche il fronte esterno ha subito manomissioni. La gioielleria si affaccia sul sottoportico con un monoblocco in legno di noce che poggia su uno zoccolo in marmo screziato. Le aperture dell’ingresso e della vetrina sono scandite da due lesene laterali; si entra nel negozio da una porta arretrata a un unico battente, affiancata da due vetrine stondate. Una cornice decorata, sostenuta da mensole con motivi ornamentali, sovrasta e chiude la “devanture”. Alle serrande originali è stato aggiunto il meccanismo di chiusura automatica”. Dal recente sopralluogo effettuato si è potuto rilevare come questa descrizione corrisponda alla situazione attuale con la sola eccezione del soffitto a cassettoni interno ora non più visibile.
Sulla stessa piazza Cesare Battisti si affacciava anche il negozio Marina Rinaldi al numero civico 1, attualmente chiuso (nella foto), di cui si riporta quanto scritto nel volume: “In pieno centro, all’angolo tra il sottoportico della piazza e via Bianchini, il negozio spicca per l’eleganza dei rivestimenti in marmo nero, impreziositi dall’inserimento di un fregio dal motivo floreale. L’accesso al locale, una bussola strombata con ingresso centrale a battente unico, si trova sotto i portici. Le quattro vetrine sono caratterizzate da serramenti in luce, con telaio decorato in ghisa e zoccolo in marmo, nonché dal medesimo fregio presente nei rivestimenti lapidei laterali, qui riproposto sul piano d’imposta delle soprastanti lunette vetrate con un tamponamento in vetro colorato verde. Internamente non si conserva più nulla dell’arredo originario, tuttavia è da segnalare il bel soffitto con decorazioni in stucco che riprendono gli ornamenti esterni”. Come si è detto il negozio è attualmente chiuso, ma quanto conservato e descritto, appartenendo quasi interamente all’apparato esterno, è comunque visibile.
A brevissima distanza dagli esercizi commerciali sopra illustrati, si trovano i locali della Pasticceria Rossanigo (precedentemente Grassini) di via Rosselli 1b (nella foto), aperta fino a pochi mesi fa e importante luogo di ritrovo novarese per oltre un secolo. Ecco la descrizione che ne fa il volume: “Il fronte esterno della pasticceria, attiva dal 1910, si trova sulla centrale via Rosselli e presenta una cornice decorata in marmo di Carrara. Le due aperture ad arco costituiscono rispettivamente l’entrata alla pasticceria e la vetrina, ma i serramenti sono recenti. Le due lesene che affiancano le aperture sono sobriamente decorate a riquadri, come lo spazio tra i due archi. Al centro si rileva il segno di una targa asportata, mentre, tra l’imposta dell’arco e la sua chiave, una cornice racchiude due tondi con iscrizioni e bassorilievi raffiguranti rispettivamente due angeli che sostengono la scritta Grassini e un profilo maschile. Il portainsegna riporta l’iscrizione Pasticceria Grassini”. A proposito della “targa asportata” è il caso di rilevare come questa, ancora in parte leggibile, riporti la scritta: “Fabbrica biscottini”. Nella seconda metà del XIX° secolo, quando nascono a Novara i primi laboratori di pasticceria, tra gli altri, oltre a Camporelli, tuttora esistente, che ha poi raggiunto la fama, compare anche il laboratorio di Gaiani-Grassini e la pasticceria Grassini, aperta nel 1910, non poteva non pubblicizzare, accanto alla sua entrata, con evidenza, mediante la citata targa, i prelibati biscottini di cui era produttrice.
Enzo De Paoli