Ospedale unico, il Comitato Ospedale a Chieri chiede un’audizione urgente alla Regione e ai tre sindaci
«L’Ospedale Maggiore verrĂ alienato. Lo sanno i funzionari dell’Asl, è scritto sui documenti della Regione e sui portali dell’Asl To 5. Ne hanno parlato i giornali di settore». Comincia con un elenco la lettera per la richiesta di audizione protocollata, il 5 aprile, da Daniela Ruffino, vicepresidente del Consiglio Regionale, a Mauro Laus presidente del Consiglio Regionale e ad Antonio Saitta assessore alla SanitĂ del Piemonte e ai tre sindaci dei Comuni di Chieri, Moncalieri e Carmagnola: Claudio Martano, Paolo Montagna e Silvia Testa.
«Ormai è chiaro l’obiettivo della Regione. Manca solo che venga scritto sui muri – commenta Rachele Sacco presidente del Comitato per l’Ospedale a Chieri – Per questo abbiamo costituito un Comitato Cittadino a sostegno del nostro nosocomio e iniziato una raccolta firme chiedendo le opinioni dei cittadini non solo sul territorio di Chieri, ma su tutta la pertinenza assegnata alla Asl To 5 e in particolare ai 25 Comuni del Chierese».
​La sottoscrizione, cominciata a dicembre ha ottenuto ad oggi 3000 firme: «Adesioni che stanno continuamente aumentando grazie all’impegno dei rappresentanti del Comitato – rammenta Ruffino nella lettera al presidente del Consiglio regionale. Un incremento repentino e costante: «Tanto da spingerci lo scorso 22 febbraio ad organizzare un convegno in Sala della Conceria dove sono intervenuti medici ed esperti dell’ambito medico, delineando le criticitĂ della scelta regionale» riepiloga Sacco. ​​Una sala gremita di persone, arrivate per capire le ragioni del “no” alla chiusura del Maggiore, ma soprattutto fare chiarezza sulle sorti della SanitĂ piemontese, sempre piĂą centralizzata e lontana dai piccoli centri abitati: «Il Nosocomio è non solo gradito alla popolazione, ma una garanzia di una funzionale esistenza – continua Ruffino – Considerato che la popolazione non chiede altro che la ri-conferma di quanto, negli anni, è stato creato e la garanzia dei servizi non solo essenziali, ma anche il ripristino di tutto ciò che nel tempo è stato compromesso da spostamenti, trasferimenti, mancati concorsi per primari». ​​Insomma, l’alienazione creerebbe non pochi problemi, senza per l’altro la certezza di averne dei vantaggi: «Non c’è dialogo con i cittadini, nessuno dĂ vere risposte. Solo aria fritta- riportano Silvana Fioriti e Daniela Bagatin membri del Comitato – Le persone sono esasperate, ce ne accorgiamo ogni giorno ai banchetti. Dalla Regione organizzano convegni auto referenziali, senza confronto con i residenti. Non c’è un utente dell’Asl To5 che non sia arrabbiato per questo»
Il confronto è quindi essenziale: «Per questo abbiamo chiesto attraverso la vicepresidente Ruffino un’audizione urgente – motiva Sacco – affinchè potessero essere esposte anche al Consiglio regionale le preoccupazioni della popolazione portando a dimostrazione le firme raccolte sinora»