Nuovo ospedale Alto Canavese. “Condivido le perplessità dei sindaci”
Nicco: «Condivido le perplessità di 61 sindaci e presidenti, il sito va scelto con il territorio. Per questo in Commissione ho chiesto ulteriori approfondimenti»
«Condivido le perplessità dei 57 sindaci e dei quattro presidenti delle Unioni Montane del Canavese che, in una lettera all’assessore Icardi e al presidente Cirio, hanno manifestato la loro contrarietà alla decisione della Giunta regionale che individua nell’area ex Montefibre di Ivrea il sito destinato a ospitare il nuovo ospedale dell’Alto Canavese». Il consigliere regionale Davide Nicco interviene nel dibattito sul futuro, nuovo ospedale eporediese dell’Asl To4. «Il mio parere contrario in Commissione Sanità assieme al consigliere Mauro Fava ha impedito che questa scelta divisiva venisse portata in Giunta senza tenere conto delle conclusioni dello studio dell’Ires e senza ascoltare le ragioni di tutti i sindaci del territorio».
«Lo studio Ires – Regione Piemonte – Asl To4 – spiega Nicco – assegna al sito eporediese 58 punti contro i 78 dell’area ex Ribes di Pavone. L’esperienza maturata nella lunga battaglia per l’ospedale unico dell’Asl To5 poi allocato a Cambiano ha insegnato molto su quanto sia importante che la politica tenga conto delle esigenze dei cittadini e del buon senso che vengono dalla base».
Nella loro lettera i 61 amministratori locali chiedono alla Regione che, prima di assumere qualunque decisione, si avviino tempestivamente ulteriori confronti tecnici e soprattutto venga convocato un incontro ufficiale con la più ampia rappresentanza dei sindaci del territorio. Sottolinea in proposito Nicco: «In Commissione ci è stata rappresentata una situazione di totale consenso e concordia territoriale che ora invece scopriamo non essere rispondente alla realtà. Ci sono stati presentati come condivisi fatti che poi non si sono rivelati tali. Questo ha determinato un’ulteriore perplessità e la mia richiesta di una nuova e celere riflessione. Comprendo perfettamente le obiezioni degli oltre 60 amministratori firmatari perché sono le stesse che ho sollevato in Commissione e su cui non ho avuto risposta adeguata. Se nei prossimi giorni dovessero intervenire fatti nuovi e oggettivi ne terremo conto. Ma finora nulla è accaduto per farci cambiare posizione».