CURIOSITA’ NOVARESI 52. LA STORIA ECONOMICO COMMERCIALE DELLA CITTA’ E PIAZZA MARTIRI DELLA LIBERTA’
Dopo avere effettuato un breve itinerario sulle botteghe novaresi che ancora vantano arredi storici, potrebbe essere il caso di fare una breve sintesi di quella storia economico commerciale della nostra Città, di cui da sempre le botteghe in ogni tempo sono le realtà più appariscenti, sintesi desunta in particolare, con ampi stralci, da uno scritto di Cristina Boido, pubblicato nel volume “Le botteghe in Piemonte” di Chiara Ronchetta (Centro Studi Piemontesi, 2008). Ciò anche perché lo sviluppo dell’economia e del commercio cittadino ha indotto la Città, negli ultimi secoli, a scelte urbanistiche, che hanno portato inevitabilmente a modifiche sostanziali di aree del centro storico.
Novara, divenuta colonia romana, viene occupata dai Longobardi intorno al VII secolo e in seguito, grazie alla diffusione del Cristianesimo, viene governata dai conti vescovi. Nei primi secoli del Medioevo i territori del Novarese erano aggregati nella diocesi della Città di Novara, che risulta la prima forma di governo territoriale dopo l’impero romano. Diventa libero comune nel XII secolo, dà forte impulso alle attività commerciali e artigianali, potenziando tra l’altro l’area mercatale tra l’attuale corso Italia e il Duomo. “Solo in periodo comunale –scrive Boido- Novara soppianta il potere vescovile: oltre al contado il libero Comune si spinge fino all’Ossola a nord-est e a nord-ovest fino in Valsesia, annettendole alla città, per poi passare, agli inizi del Trecento, sotto il dominio visconteo. Nel Quattrocento, mentre i confini del territorio tendono a ridursi, gli Sforza subentrano alla famiglia viscontea. Dopo il passaggio al governo francese e spagnolo, solo nel 1738 il Novarese è annesso allo stato sabaudo: le fonti storiche, riferendosi al territorio di Novara nell’epoca sei-settecentesca, riportano l’immagine di una società stremata dalle precedenti guerre, in cui si fa sentire enormemente l’assenza di un ceto borghese dinamico e propulsivo, in grado di dare nuovo slancio ai commerci e alle attività produttive”.
Sotto i Savoia il Novarese entra a far parte del sistema politico-amministrativo del Piemonte. Vi è poi la breve parentesi napoleonica, quando, anche grazie al ministro novarese Prina, Novara diviene capoluogo del dipartimento dell’Agogna, struttura amministrativa della Repubblica cisalpina (la Repubblica comprendeva oltre al dipartimento dell’Agogna con Novara: principalmente Lombardia ed Emilia Romagna e marginalmente Veneto e Toscana), dipartimento che andava da Novara ad Arona, Domodossola, Varallo Sesia e Vigevano. Dopo il congresso di Vienna però la provincia di Novara torna ai Savoia, diventando presto uno dei più importanti mercati cerealicoli dell’Italia settentrionale, in relazione soprattutto al suo terreno fertile e alla sua posizione, nel centro delle grandi strade che dalla Francia portano all’Italia e dal mare ligure alla Svizzera, fatto per cui diventa importante emporio per un attivo commercio.
Le continue modifiche dei confini della provincia di Novara che hanno reso autonome nel tempo Vercelli, Verbania e Biella e le grandi trasformazioni urbane che nell’Ottocento hanno inciso sulla città capitale della provincia, hanno portato anche a mutazioni del commercio con fasi alterne di incremento e di flessione. Le trasformazioni urbane ed economiche di fine Ottocento, che portano al potenziamento delle attività commerciali ancor oggi presenti, testimoniano il ruolo importante assunto dalla Città.
Importante nel XIX° secolo è l’incremento dell’attività edilizia, ne è un tipico esempio l’area dell’attuale piazza Martiri della Libertà e dei suoi edifici ai lati (lo spazio dell’antica piazza Rivarola, un tempo occupata dalle fortificazioni esterne del Castello). La piazza infatti, già nel secolo XVIII° ma soprattutto nei successivi XIX° e XX°, ebbe una completa risistemazione, con una decisa revisione delle sue funzioni, soprattutto economico-commerciali ma anche culturali. La prima struttura che sarà realizzata è quella del Teatro e Novara avrà il suo Teatro nel 1779, con progettazione dell’architetto Morelli. Inizialmente denominato Morelli, sarà poi dedicato nel 1873 a Carlo Coccia. Nell’area di questo primo teatro verrà poi realizzato il nuovo Teatro, con progetto dell’architetto Giuseppe Oliverio, tuttora esistente, che sarà inaugurato il 22 dicembre 1888 (nella foto il lato del Teatro verso la piazza).
Sempre nel XIX° secolo il Comune di Novara, a seguito dello sviluppo del mercato, trasferì la sede dello stesso nella spianata davanti al Castello (quindi a lato del Teatro), appunto l’area dell’attuale piazza Martiri (già piazza Vittorio Emanuele II), dove inizialmente era prevista la costruzione di un semplice porticato per riparare merci e persone, porticato a cui furono aggiunti locali ove collocare le derrate invendute o portate in città in giorni diversi da quelli di mercato. Fu quindi costruito il Palazzo del Mercato, conosciuto anche come Palazzo Orelli o Palazzo della Borsa, un grande edificio neoclassico di forma quadrata, che occupa un intero isolato (tra corso Italia e piazza Martiri), progettato dall’ingegner Luigi Orelli, così da fornire una sede al mercato dei grani (nella foto la facciata verso la piazza). L’edificio, che fu costruito tra il 1817 e il 1844, aveva uno spazio ad uso borsa e questo fatto contribuì a fare di Novara un importante mercato cerealicolo. L’area al piano
terra del Palazzo in alcuni periodi era interamente occupata dai prodotti agricoli e la stessa piazza in quel tempo era occupata dai sacchi di cereali che non avevano trovato posto sotto il portico, oltre che da numerosi carri trainati da animali. A seguito dell’affollamento di merci e persone nel 1879 venne proposta la costruzione di una Tettoia fra il Teatro Coccia e la fossa del Castello. Nel 1881/1883 si parlò di un nuovo porticato sull’area ora occupata da Palazzo Venezia e seguirono altri progetti senza arrivare ad una definitiva soluzione.
Quanto a Palazzo Venezia, sul lato ovest della piazza (nella foto), l’ultimo complesso ad essere costruito di quelli che si affacciano sulla piazza, edificato dove si trovava un filare di alberi che segnavano il margine al parco dell’Allea, è costituito da due corpi distinti, collegati tra loro tramite il lungo porticato. Il progetto fu affidato all’architetto Angelo Crippa dalle Generali Assicurazioni di Trieste nel 1926 e la costruzione sorse, con un impianto decorativo neoclassico, nell’area che in precedenza era stata occupata da un rivellino delle fortificazioni spagnole. Sopra il porticato del Palazzo, al centro dello stesso, si trova una grande statua del leone alato di San Marco, simbolo di Venezia, ma anche logo delle Generali Assicurazioni. Si può notare infine la grossa R (nella foto), in un angolo dell’edificio, verso il parco, che durante la seconda guerra mondiale indicava la posizione dei vicini rifugi, che dovevano essere raggiunti durante i bombardamenti aerei.
Nel Palazzo si trovano anche il locali dello storico Caffè Barlocchi, che, con la costruzione del nuovo edificio (1926), lasciò la prima sede di piazza della Repubblica, dove si trovava dal 1840 e dove si trova dal 1972 la Merceria Annoni. Il caffè, noto come Barlocchi, viene poi ceduto dal titolare Pizzigoni, che in quel momento gestiva anche il Bar Borsa, a Salvatore Anello e ciò avviene nel 1965. La famiglia Anello non era nuova a questo genere di attività, perché fino ad allora aveva gestito il Bar Centrale di Ivrea, che si trovava proprio nella piazza centrale della cittadina eporediese. A Salvatore Anello seguirono nella gestione
del locale il figlio Angelo con la moglie Maria Carla Boero e oggi è Massimo, nipote di Salvatore e figlio di Angelo e Carla ad accogliere con la consueta gentilezza i clienti dello storico bar.
Per terminare la descrizione di questo caratteristico luogo del centro storico novarese non possiamo poi dimenticare che lo spazio centrale della piazza è dominato da un monumento equestre di Vittorio Emanuele II realizzato nel 1881 dallo scultore Ambrogio Borghi (nella foto).
Enzo De Paoli