CHIERI. NUOVA VITA PER LA CAPPELLA DELLA MADONNA “DI SCALERO” IN  VIA NOSTRA SIGNORA DELLA SCALA

Ieri, 29 settembre, con una cerimonia di inaugurazione iniziata alle ore 18, è tornata a nuova vita la cappella della Madonna delle Grazie, detta anche “di Scalero”, situata in via Nostra Signora della Scala, una traversa di via Garibaldi. Dopo circa venti anni di abbandono ne sono iniziati (e portati a buon punto) i restauri,  progettati e seguiti dall’architetto Chiara Ferrua e dall’ing. Guido Cancian e realizzati dalla ditta MDM di Massimo e Davide Manolino. Una non facile impresa, realizzata grazie  alla passione di alcuni abitanti della zona,  fra cui Piercarlo Benedicenti ed  Enrico Belmondo, e ai contributi del Comune di Chieri (50.000 euro) e della Fondazione CRT  (13.500 euro) oltre a quelli di molta gente del quartiere del Murè.  Alla cerimonia era presente il Sindaco  Alessandro Sicchiero. Il prof. Ferruccio Ferrua ha illustrato la storia della cappella. Don Severino Brugnolo, parroco della parrocchia di San Giorgio, nel cui territorio sorge la cappella, ha celebrato la Messa e nell’omelia si è augurato che a rinascere a nuova vita non siano soltanto le chiese fatte di mura ma anche la Chiesa quella fatta di persone.  L’evento si è chiuso con un rinfresco offerto dal comitato organizzatore.

La cappella nacque verso la metà del Settecento per iniziativa delle famiglie del Murè, il quartiere che si estende attorno all’odierna via Garibaldi. Tradizionalmente è chiamata anche cappella “della Muraglia”  perché fu costruita addossata al muro di cinta della proprietà della famiglia Gabaleone (che donò il terreno necessario) inglobando un più antico dipinto della Madonna delle Grazie, probabilmente un ex voto risalente alla peste del 1630. Per secoli è stata un importante punto di riferimento religioso del quartiere. Fino a non molti decenni or sono,  il martedì successivo alla festa della Madonna delle Grazie del Duomo vi si celebrava una analoga festa che ne era praticamente la prosecuzione, alla quale partecipava tutta la città.

Antonio Mignozzetti