PIEMONTE ARTE: HAYEZ, MOLLINO, VEZZOLANO, PITTATORE, GRAFICA & EX LIBRIS, NOVARA, ACCADEMIA ALBERTINA…
Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo
HAYEZ. L’OFFICINA DEL PITTORE ROMANTICO
GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino
17 ottobre 2023 – 1° aprile 2024
a cura di Fernando Mazzocca ed Elena Lissoni
in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera
Arte, storia e politica si intrecciano nella grande mostra che la GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino dedica al genio romantico di Francesco Hayez (Venezia 1791 – Milano 1882), accompagnando il pubblico alla scoperta del mondo dell’artista, all’interno dell’officina del pittore, per svelarne tecniche e segreti. Un percorso originale che pone a confronto dipinti e disegni, con oltre 100 opere provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private cui si aggiungono alcuni importanti dipinti dell’artista custoditi alla GAM, come il Ritratto di Carolina Zucchi a letto (L’ammalata) e l’Angelo annunziatore.
Aperta al pubblico dal 17 ottobre 2023 al 1° aprile 2024, l’esposizione “Hayez. L’officina del pittore romantico” è organizzata e promossa da Fondazione Torino Musei, GAM Torino e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, a cura di Fernando Mazzocca ed Elena Lissoni, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera, da cui proviene un importante nucleo di circa cinquanta disegni e alcuni tra i più importanti dipinti, molti dei quali si trovavano nello studio del pittore, per quarant’anni professore di pittura all’Accademia.
Oltre alle opere inedite o poco viste, si potranno ammirare in mostra alcuni dei capolavori più popolari, come La Meditazione dei Musei Civici di Verona – Galleria d’Arte Moderna Achille Forti e l’Accusa segreta dei Musei Civici del Castello Visconteo di Pavia, cui è accostato Il Consiglio alla Vendetta, prestigioso prestito proveniente da Liechtenstein. The Princely Collections, Vaduz–Vienna.
Attraverso dieci sezioni in successione cronologica, il percorso espositivo inizia dagli anni della formazione tra Venezia e Roma, dove Hayez ha goduto della protezione e dell’amicizia di Canova, fino alla prima affermazione a Milano e alle ultime prove della maturità. Una speciale sezione focus è dedicata ai disegni per la Sete dei Crociati, la sua opera più ambiziosa e impegnativa, che il pittore aveva programmato come il suo capolavoro, eseguita tra il 1833 e il 1850 e destinata al Palazzo Reale di Torino, dove si può ancora ammirare. La mostra rievoca l’intensa vicenda biografica e il percorso creativo dell’artista, indiscusso protagonista del Romanticismo.
“Pittore civile”, interprete dei destini della nazione italiana, capace di estendere il respiro della sua pittura dalla storia all’attualità politica, è stato anche tra i più grandi ritrattisti di tutti i tempi, che ha saputo interpretare con la sua produzione lo spirito della propria epoca.
Cantore della bellezza, dell’amore e dei valori risorgimentali, nella sua lunga vita è stato protagonista di cambiamenti epocali, testimoniando il passaggio dal Neoclassicismo al Romanticismo. Celebrato da Giuseppe Mazzini come vate della nazione, ha condiviso con Manzoni e Verdi gli stessi ideali stringendo con loro un rapporto unico, di amicizia e di intesa culturale. L’Italia risorgimentale si è riconosciuta nel suo linguaggio, che ancora oggi riesce a comunicare sentimenti e valori universali, anche attraverso una dimensione civile che attualizza la storia.
La novità di questa mostra sta nel mettere in rapporto per la prima volta i dipinti e i disegni, che ci consentono di ricostruire e di comprendere il suo procedimento creativo, introducendoci nel suo atelier. Nell’opera di Hayez, che si considerava l’ultimo rappresentante della grande tradizione della pittura veneta e che si era formato sullo studio di Tiziano e dei pittori veneziani del Quattro e del Cinquecento, il disegno può sembrare a una prima analisi secondario rispetto al colore. I suoi contemporanei rimanevano colpiti dal suo particolare modo di procedere basato sull’estro del momento, con continui ripensamenti, anche e soprattutto in corso d’opera, che in molti casi sono riconoscibili persino ad occhio nudo. L’eccellenza e la singolarità di questa tecnica costituiscono il fascino e la forza di una pittura ammirata sia dal pubblico che dalla critica.
Ma di Hayez si conoscono anche centinaia di disegni – la maggior parte dei quali conservati all’Accademia di Belle Arti di Brera – il più delle volte tracciati con un gesto rapido e immediato, quasi fossero appunti visivi da impiegare poi nella creazione delle composizioni, e solo in rarissime occasioni riportati dettagliatamente nelle grandi dimensioni per la successiva traduzione su tela. Oltre agli “schizzi, pensieri fermati rapidamente, studi” sopra citati, che costituiscono un’eccezionale testimonianza del metodo di lavoro del pittore, l’artista ha lasciato una raffinatissima produzione di d’après: disegni e acquerelli che riproducono fedelmente alcune delle sue opere più celebri – verosimilmente destinati in dono ai collezionisti più affezionati – e che hanno costituito un formidabile strumento di diffusione delle sue invenzioni.
TEATRO REGIO. MOSTRA “CARLO MOLLINO: ATLANTE
VIAGGIO NELL’UNIVERSO DI UN GENIO DEL ‘900”
Teatro Regio, dal 18 ottobre 2023 al 14 gennaio 2024
Al geniale architetto che ha concepito e disegnato il nuovo Teatro Regio, dedichiamo la mostra Carlo Mollino: Atlante: una immersione totale nell’universo di un genio del Novecento, protagonista eclettico e singolarissimo della storia dell’architettura e del design, ma anche scrittore, fotografo, sciatore, automobilista e pilota di aerei, tra le menti più originali e poliedriche del XX secolo.
La mostra è curata da Fulvio e Napoleone Ferrari e prodotta dal Teatro Regio Torino nell’ambito di Regio50, con la collaborazione del Museo Casa Mollino ed è realizzata con il contributo di Reale Mutua – Socio Fondatore del Teatro Regio – e con il sostegno della BuonoLopera Foundation, che del Regio è Socio Sostenitore. Un ringraziamento speciale va al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano.
Mathieu Jouvin, Sovrintendente del Teatro Regio, afferma: «In occasione del 50° anniversario del nuovo Teatro Regio non poteva mancare un importante omaggio a Carlo Mollino, e questa mostra racconta un uomo e un artista straordinario che ha saputo eccellere in ogni disciplina e il cui lavoro mi ha sempre affascinato. Personalità di questo tipo sono rare e sono entusiasta di poter accogliere il pubblico in questo scrigno d’arte ricco di riferimenti simbolici, opera audace, contemporanea e proiettata nel futuro».
Carlo Mollino, figlio unico dell’ingegnere Eugenio Mollino, nasce nel 1905 a Torino dove compie i suoi studi. Nel 1925 si iscrive alla facoltà di Ingegneria e, dopo un anno, si trasferisce alla Regia Scuola Superiore di Architettura dell’Accademia Albertina di Torino, in seguito divenuta facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, dove si laurea nel luglio del 1931. Architetto e designer, progettista e pilota di aeroplani e di auto da corsa, scrittore, fotografo. Ottimo sciatore, diventa nel 1942 maestro di sci e nel dopoguerra Presidente della Commissione delle scuole e dei maestri di sci della F.I.S.I. nel 1951 scrive il trattato Introduzione al discesismo dalle cui pagine emerge appieno tutta la sua personalità inquieta, fantasiosa, ingegneristica. Dopo avere pubblicato nel 1948 i volumi Architettura, arte e tecnica, nel 1953 vince il concorso a Professore ordinario e ottiene la cattedra di Composizione architettonica, che conserva fino alla morte. Nel 1957 partecipa al Comitato organizzativo della XI Triennale di Milano. Muore improvvisamente nell’agosto 1973 nel suo studio.
La mostra si snoda come un arcipelago in dieci isole-capitoli distribuiti nei vari livelli del Foyer, che introducono alla leonardesca complessità dell’architetto e dell’uomo e, ovviamente, a quello che è considerato il capolavoro della sua vita, il nuovo Teatro Regio, concluso in coincidenza della scomparsa del suo autore.
Sin dall’atrio esterno si percepisce qualcosa di nuovo: su ognuna delle dodici porte di ingresso al Teatro è posto un segno zodiacale realizzato di neon. Il senso nelle parole dei curatori Fulvio e Napoleone Ferrari: «il Teatro accoglie al mondo dell’arte, ed esattamente come siamo stati accolti in questa nostra vita sotto gli auspici di un segno zodiacale, Mollino ci accoglie alla vita dell’arte che nasce nel suo Teatro con dodici varchi. Con questo segno, fin da subito, è resa sorprendente l’unicità della sua architettura».
Dieci capitoli, dieci “canti” narrano la sua biografia, il suo Teatro, la professione, i mobili milionari, le fotografie, le acrobazie aeree e quelle sugli sci, le auto da corsa, la moda e, infine, la filosofia che ha influenzato la sua vita. I materiali in mostra sono organizzati su piattaforme trigone a spigoli arrotondati, “galleggianti” a 20 cm di altezza dal pavimento, così da permettere una chiara visione dall’alto di disegni, libri, fotografie e oggetti esposti.
È estremamente complesso rendere la profondità delle voci che “cantano”, per usare una metafora teatrale, nell’architettura del Regio: Piranesi, Man Ray, Dalì, Guarini, l’uovo cosmico, il corpo femminile. Con una video-installazione realizzata dall’artista Donato Sansone si rappresentano in maniera semplice, con un continuo e ipnotico fluire di forme che si trasformano dal corpo femminile al corpo del Teatro, dalle scale di Piranesi alle passerelle del Regio, le relazioni visive che legano i mondi citati con il poliedrico interno del Teatro.
La sala del Regio, unica al mondo, si può ammirare nella prima rappresentazione tridimensionale: il modellino in gesso in scala 1:33 realizzato nel 1966 per effettuare le prove acustiche, interamente restaurato per l’occasione dal laboratorio Montanaro di Torino e arricchito da una suggestiva illuminazione interna. L’illuminazione della sala, la celebre “Nuvola” realizzata da Gino Sarfatti, è al centro di una installazione che esalta il fenomeno di rifrazione della luce prodotta da migliaia di steli.
Un’isola conterrà la biografia fotografica e di ritratti pittorici di Carlo Mollino. Un’altra ne illustrerà la professione con modelli di architettura rotanti, immagini e disegni. Un letto a castello, vera e propria architettura di interni, insieme a piastrelle ed elementi originali della sala da ballo Le Roi di Torino, descrivono il suo lavoro di inventore di arredi. L’amore di Mollino per la velocità si potrà ammirare nei suoi diversi aspetti, a partire dal capolavoro della Bisiluro DaMolNar, l’automobile progettata per la 24 Ore di Le Mans nel 1955, concessa straordinaria-mente in prestito dal Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano. Accanto, il modellino della macchina da record di velocità “Osso di seppia”, accompagnato da disegni e foto. A un video d’epoca, al suo libro Introduzione al Discesismo, alle immagini e ai foulard in seta disegnati per Cervinia, è affidata la descrizione del mondo dello sci visto da Mollino, sport di cui era maestro e in cui eccelleva, tanto quanto nell’acrobazia aerea, tema rappresentato dai disegni e dal modellino 3d del biplano da lui progettato, insieme ai libri di ingegneria aeronautica che aveva in gran numero nella propria biblioteca. La fotografia è rappresentata nelle sue due fasi: nella prima, attraverso grandi formati, è esposto il lavoro degli anni Trenta, mentre nei salottini del foyer sono esposte venti delle celebri Polaroid “erotiche” create nell’ultimo decennio della sua vita. Per la prima volta in assoluto si potranno vedere alcuni vestiti collezionati da Mollino negli anni Sessanta: viene così rivelata una connessione inedita con la moda, che sfocia nel video di una recente sfilata di Moschino ispirata ai suoi scatti più famosi. Infine la filosofia, ossia la metafora del viaggio esistenziale – suo e nostro – è rappresentata con due opere fotografiche uniche, di fortissimo impatto e significato simbolico, realizzate da Brigitte Schindler.
Tutta la mostra è resa possibile soprattutto grazie alla documentazione e alle opere custodite dal Museo Casa Mollino di Torino, fondato da Fulvio e Napoleone Ferrari, fin dal 1985 impegnati nella valorizzazione della figura di Carlo Mollino con pubblicazioni e mostre realizzate in tutto il mondo – Europa, Stati Uniti e Giappone. La mostra ha visto il coordinamento generale per il Teatro Regio di Simone Solinas, il progetto esecutivo e la direzione lavori dell’architetto Elena Maria D’Agnolo Vallan insieme all’architetto Valeria Cottino; il lighting design è di Marco Ostini.
Nell’ambito di Artissima 2023, fino al 12 novembre il percorso di visita si arricchisce dell’installazione multimediale di Simon Starling Four Thousand Seven Hundred and Twenty Five (Motion Control/Mollino), della collezione Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT. In occasione del trentennale di Artissima, il centro della Città di Torino accoglie Dove finiscono le tracce, progetto espositivo nato e sostenuto dal desiderio della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT di valorizzare la propria collezione e affidato alla curatela di Artissima. La mostra diffusa si disloca nei luoghi simbolici della città, con alcune iconiche opere della collezione della Fondazione attualmente in comodato alla GAM – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino e al Castello di Rivoli Museo d’arte Contemporanea.
VEZZOLANO. TRENTA + 3 ARTISTI. LE MELE DELLA’ ABBAZIA
Sabato 21 ottobre, nell’Abbazia di Vezzolano – Albugnano AT, si inaugura la collettiva TRENTA + 3 ARTISTI. LE MELE DELLA’ ABBAZIA, curata da Monica Rolfini per MR&RF Arte Contemporanea Torino, in collaborazione con Marienzo Ferrero. Ispirati dal frutteto adiacente a Santa Maria di Vezzolano, attraverso diversi linguaggi artistici racchiusi in identiche cornici, in un contesto storico originale, tra passato e presente, 32 artisti hanno interpretato il frutto ed il luogo che li accoglie. Alle ore 11.30 in occasione dell’inaugurazione lettura intorno alle mele a cura dell’attrice Stefania Rosso.
Laura Ambrosi – Maria Rosa Benso – Massimo Berruti – Ennio Bertrand – Anne Cécile Breuer – Mia Castro – Riccardo Cordero – Carla Crosio – Adriana Costamagna – Matilde Domestico – Luigi Farina – Marienzo Ferrero – Vittoria Filippi – Renzo Foletto – Carla Ghisolfi – Angela Guiffrey – Anna Lequio – Margherita Levo Rosenberg – Paola Malato – Mario Mondino – Angela Pietribiasi – Francesco Preverino – Giorgio Ramella – Claudio Rotta Loria – Ornella Rovera – Marina Sasso – Ugo Spolverato – Anna Torriero – Elio Torrieri – Luisa Valentini – Marcovinicio – Alma Zoppegni.
21 OTTOBRE – 19 NOVEMBRE 2023
giovedì, venerdì, sabato, domenica, 10.00-18.00
Novembre: sabato, domenica, 10.00-17.00
www.turismoincollina.it
tel 333 1365812
Inaugurazione 21 ottobre ore 11.00
CASTELLO DI RIVARA. IRENE PITTATORE, GIARDINO SEGRETO (IL FIORE CHE MI RACCOGLIE)
A cura di Tea Taramino e Roberto Mastroianni
Un giardino dischiude il suo segreto. La superficie dell’acqua si affolla di rami e di capelli, di fiori e di polsi, di rovi e di voci.Giardino segreto (il fiore che mi raccoglie) è parte dei Floating Portraits, un ciclo di ritratti ambientati in acqua.Le fotografie e la raccolta di testimonianze offrono accesso a un’esperienza condivisa di galleggiamento e di immersione, di raccoglimento e fluttuazione fra elementi naturali e oggetti personali scelti dai soggetti ritratti.
Paesaggi acquatici minimi giocosamente o sommessamente rendono ragione di gesti e pensieri che premono sotto la superficie o tentano di affiorare.Secondo la gallerista e libraia Françoise Vigna, Irene Pittatore “crea ambienti per collisioni dolci”, per coabitazioni morbide e sfidanti. Pratica, collettivamente, un esercizio di erosione delle norme che confinano i corpi entro un irrealistico e oppressivo ideale di perenne giovinezza e abilità, magrezza e tonicità. L’artista propone esperienze di contatto e confronto con il proprio corpo e con l’immagine di sé, che hanno l’obiettivo di celebrare la vulnerabilità, ma anche il potenziale politico e poetico, dei corpi che si sottraggono con vitalità e ironia al disciplinamento e alla prescrittività di canoni di bellezza asfittici.
Dal 2016 Irene Pittatore conduce esperienze artistiche di natura partecipativa per musei, università, istituzioni culturali e socio-sanitarie all’interno delle quali adotta la fotografia, la pratica performativa e la parola come agenti di emancipazione e aggregazione, di cui raccogliere il precipitato poetico.
Il ciclo fotografico Floating Portraits ha origine nel 2018 nel corso del laboratorio Consapevolezza di sé attraverso la fotografia, a cura di Irene Pittatore (Impasse) e dell’Educatrice Professionale Erika Stefanelli (Progetto Habitat). Sono parte dei Floating Portraits la serie Allunaggio, realizzata con i pazienti del Centro Socio-Riabilitativo di Alcologia 3D (Dipartimento Dipendenze della ASL Città di Torino) e Ninna nanna per una mamma (studio per Giardino segreto), serie fotografica e video concepiti per la Fondazione Medicina a Misura di Donna e per il personale e le pazienti dell’Ospedale Sant’Anna di Torino. Il ciclo accoglie anche ritratti fluttuanti individuali e collettivi.
Partecipanti: Daniela, Lorenzo, Marta, Noah, Valerio (Fragole Celesti e Il Glicine, Oglianico); Hamed, Ismaele, Pietro, Yuri (Il Melograno, Moncalieri); Caterina e Stefano (Coorto).
Supporto organizzativo: Chiara Borgaro
Il servizio fotografico è stato realizzato presso la piscina Splash Pool & Events di Rivara, che ringraziamo per l’accoglienza e l’ospitalità.
Mostra diffusa nell’ambito dei progetti Seminare nuovi immaginari e Per arte e per lavoro promossi da Fermata d’autobus Onlus:
Seminare nuovi immaginari
Progetto artistico il cui scopo è far germogliare nuove forme di creatività, singolari e inclusive, nel solco tracciato dall’esperienza diretta di Fermata d’autobus Onlus, le cui competenze sono maturate mediante un’attività pluriennale articolata sul piano artistico, terapeutico, educativo e risocializzante per un efficace contrasto agli abusi e alla marginalizzazione.
Per arte e per lavoro
L’arte come strumento per esperienze, attività e interventi di socializzazione, di inserimento in attività culturali, socializzanti, ricreative e formative, che possano alimentare le relazioni interpersonali, i legami sociali e le reti di sostegno di riferimento delle persone vulnerabili e fragili.
Con il contributo di Città di Torino, Dipartimento Servizi Sociali, Socio Sanitari e Abitativi – Divisione Inclusione Sociale.
CASTELLO DI RIVARA – MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA
Inaugurazione sabato 14 ottobre 2023, ore 16.00, ingresso gratuito
Dal 14 ottobre al 5 novembre 2023
aperture sabato e domenica 10.00 -12.00 | 14.00 -18.00
Strada del Castello, snc 10080 Rivara (TO)
Tel / fax: +39 0124 31122 -email: info@castellodirivara.it
Con l’occasione sino al 5 novembre è possibile visitare Equinozio d’autunno, mostra di chiusura della stagione espositiva del Castello.
Biglietteria: Intero € 10,00 – Ridotto € 5,00: Torino+Piemonte Card, Torino+Piemonte Contemporary Card, Abbonamento Musei, gruppi min 10 pax, studenti universitari, ragazzi tra i 15 e i 18 anni – Gratuito: Soci Associazione “Amici del Castello di Rivara”, disabili, guide turistiche, minori di 14 anni
CASALE MONFERRATO. 15^ GRAFICA ED EX LIBRIS
La prestigiosa biennale internazionale “GRAFICA ED EX LIBRIS” è giunta alla XV edizione e si terrà come di consueto, nel maestoso Castello di Casale Monferrato, dal 21 Ottobre al 19 Novembre 2023.
Gli sforzi e l’impegno del “Gruppo Arte Casale” hanno fatto si che la manifestazione sia cresciuta nel tempo per numero di partecipanti da tutto il mondo e per qualità delle opere. L’evento sarà documentato con la pubblicazione di un bel catalogo che andrà ad aggiungersi ai precedenti volumi, arricchendo la ormai consolidata collana.
Chieri ha avuto da sempre un ottimo rapporto con questo Gruppo sin dai tempi in cui la manifestazione era a concorso; ad essa hanno aderito molti incisori della scuola di Demo mettendosi in bella mostra e ottenendo lusinghieri riconoscimenti come il primo premio per la grafica vinto da Sicchiero nel 1992 e da Menegon un paio d’anni dopo.
Anche quest’anno la rappresentanza chierese è presente con la partecipazione di alcuni esponenti dell’Associazione incisori “Il Quadrato2” con Gianfranco Civitico, Elena Monaco, Maria Antonietta Onida, Salvatore Simone, e Maurizio Sicchiero.
Saranno esposti anche lavori del Maestro Ezio Gribaudo scomparso di recente, che il Comune di Chieri ha avuto l’onore di ospitare all’Imbiancheria; di Giacomo Soffiantino, Francesco Tabusso, Gianfranco Schialvino e Gianni Verna, anche loro ospiti nella nostra città alla Galleria Il Quadrato gestita a suo tempo da Gianni Demo e Anna Rosso.
Maurizio Sicchiero
NOVARA. IO AMO L’AUTUNNO. MOSTRA DEL CENTRO “ARTENOVA”
“Io amo l’autunno” è il titolo della mostra collettiva inaugurata dal “Centro Culturale Artenova” lo scorso sabato 14 ottobre presso i suoi spazi espositivi a Novara, in vicolo della Canonica 3b (nelle foto scorci della mostra e dell’inaugurazione).
La rassegna, che continuerà fino al prossimo 22 ottobre (orari: sabato e domenica dalle 15,30 alle 19,00, venerdì 20 ottobre dalle 16,00 alle 18,30), ha il patrocinio della Città e della Provincia di Novara, è presentata da Federica Mingozzi, con allestimento di Emilio Mera, ed è accompagnata da un catalogo con redazione di Eva Boglio e Violetta Viola.
Gli artisti espositori sono 34: Rosanna Angotti, Claudio Barberis, Giugi Bassani, Eva Boglio, Giorgio Bologna, Carla Brandinali, Alessandro Caraglio, Gianluigi Casiraghi, Vincenzo Castaldo, Gabriele Colombo, Roberto Colombo, Paolo Crotti, Danilo Diotallevi, Alberto Fioramonti, Teresio Fornara, Cristina Fusetti, Imperia Galedi, Giannina Gobatto, Angelo Lavatelli, Rossella Lombardi, Liliana Lozzi, Cate Maggia, Anna Paola Marchitelli, Marco Marroccu, Emilio Mera, Melina Merlino, Carlo Muscarello, Claudia Pinton, Ivan Proietti, Anna Maria Raimo, Flor Nashell Santacruz Motte, Gabriella Vandone, Violetta Viola, Mariagrazia Zanetti.
La mostra propone opere dedicate alla stagione autunnale, che viene vista dagli artisti secondo la propria sensibilità e rappresentata con il loro personale stile e offre un significativo ed interessante spaccato del panorama artistico contemporaneo del territorio novarese, piemontese e lombardo. Numerose anche le tecniche proposte: dal tradizionale olio ed acrilico su tela alla composizione materica, dalla scultura all’installazione, dall’acquerello alla tecnica mista, dalle vernici industriali ai materiali riciclati, dall’elaborazione digitale alla stampa a colori su carta fotografica e alla stampa fotografica su tela.
Una parte rilevante dei lavori esposti è di carattere figurativo o neofigurativo, non mancano però gli astratti geometrici, gli informali ed i concettuali. Non a caso Federica Mingozzi, nella sua presentazione, scrive che “attraverso la figurazione o scegliendo l’astrazione, ognuno ha colto la varietà delle trasformazioni insite nel perenne divenire, contribuendo alla costruzione di un percorso che, pur tenendo conto delle singole personalità, è segno di uno sguardo comune, pronto ad osservare la realtà frammentata della modernità per ricostituirne l’armonia”.
E’ certamente interessante la scelta di Artenova di approfondire un tema come quello dell’autunno, proponendolo ai propri soci e simpatizzanti, perché come scrivono in catalogo Violetta Viola e Eva Boglio: “L’artista è proprio colui che, da solo, sa leggere i misteri della natura e può offrirne un’immagine all’uomo comune” e “I colori dell’autunno sono i più suggestivi di tutto l’anno… La natura festeggia prima di addormentarsi…”.
Nel corso dell’iniziativa espositiva è previsto per sabato 21 ottobre, alle ore 16,00, l’evento “Patagonia: quando un sogno diventa realtà”, con presentazione e video di a cura di Eva Boglio e Carlo Muscarello.
Enzo De Paoli
LA COLLEZIONE FOTOGRAFICA DELL’ACCADEMIA ALBERTINA 1860-1930
Tre mostre strettamente connesse tra loro, a cavallo tra il 2023 e il 2024, svelano l’inedito patrimonio fotografico storico dell’Accademia di Belle Arti Torino. A causa della preziosità e delicatezza delle fotografie, che per la prima volta lasciano il caveau dell’Albertina per essere esposte nella sua Pinacoteca, ciascuna delle tre esposizioni non supererà i novanta giorni di apertura al pubblico. Un’occasione imperdibile, accompagnata dalla pubblicazione di un volume di 160 pagine edito da Gli Ori e Albertina Press.
La fotografia e le arti
Didattica e ricerca artistica
Inaugurazione giovedì 26 ottobre 2023
Visitabile da venerdì 27 ottobre 2023 a domenica 21 gennaio 2024
L’Ottocento fotografa il Medioevo
Tutela del patrimonio monumentale e revival storicisti
Inaugurazione lunedì 29 gennaio 2024
Visitabile da martedì 30 gennaio a domenica 21 aprile 2024
Oltre il Gran Tour
Orientalismi e visioni coloniali
Inaugurazione lunedì 29 aprile 2024
Visitabile da martedì 30 aprile a domenica 28 luglio 2024
Come in ogni occasione che riguardi l’Accademia e la sua Pinacoteca, si tratta di un progetto nato dalle mani dei docenti, con la curatela della prof.ssa Nicoletta Leonardi, referente della fototeca dell’Albertina, e il fondamentale lavoro del Corso di Fotografia del prof. Fabio Amerio.
La prima delle tre esposizioni, dal titolo La fotografia e le arti, è dedicata all’uso della fotografia come strumento per la didattica e la ricerca artistica nelle diverse scuole dell’Accademia Albertina nei decenni successivi all’unità d’Italia (Ornato e Plastica ornamentale, Scultura e Pittura, cui si aggiunge l’insegnamento dell’Architettura). Il secondo appuntamento, L’Ottocento fotografa il Medioevo, ripercorre l’importante ruolo ricoperto dalla fotografia nella storia della tutela del patrimonio artistico e architettonico, e più in generale nella formazione di una cultura e un gusto condivisi attorno ai quali costruire l’identità nazionale. Un’identità costituita, sull’onda della prima fase di espansione coloniale italiana, anche da processi di orientalizzazione e fenomeni di othering legati a stereotipi razziali e fantasie di dominio e di civilizzazione. Al tema degli orientalismi e delle visioni coloniali è destinata l’ultima mostra del ciclo: Oltre il Gran Tour.
Fin dalla sua invenzione, la fotografia, forte della sua duplice valenza di modello e documento, ebbe un ruolo centrale all’interno del mondo delle arti maggiori e minori, in cui si affermò come uno strumento capace di guidare e allenare l’occhio e la mano di pittori, scultori e architetti, decoratori.
L’Archivio fotografico dell’Accademia conserva circa 4.000 stampe realizzate tra la metà dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento grazie all’applicazione di differenti tecniche. Carte salate, all’albumina, ai sali d’argento, cianotipie, aristotipie e fototipie più diverse presentano veri e propri capolavori della fotografia delle origini, con autori del calibro di Édouard Baldus, Bisson Frères, Gustave Le Gray e Charles Marville. L’Italia, oltre che dai più noti Fratelli Alinari, Giacomo Brogi o Carlo Naya, è rappresentata da un importante nucleo di autori piemontesi, attivi in particolare nella documentazione del patrimonio storico-artistico e architettonico del territorio, come Giovanni Battista Berra, Francesco Maria Chiappella e Vittorio Ecclesia.
le mostre presso la Pinacoteca Albertina sono visitabili tutti i giorni feriali e festivi dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso alle 17.30) escluso il mercoledì che è il suo giorno di chiusura
POIRINO MOSTRA FOTOGRAFICA
SALUZZO. ‘FOTOGRAFIA È DONNA. L’UNIVERSO FEMMINILE IN 120 SCATTI DELL’AGENZIA MAGNUM PHOTOS, DAL DOPOGUERRA A OGGI’
dal 13 ottobre alla Castiglia di Saluzzo
‘INGE MORATH. L’OCCHIO E L’ANIMA’
dal 19 ottobre al Filatoio di Caraglio
Doppio appuntamento espositivo d’autunno in provincia di Cuneo – promosso dalla Fondazione Artea, partecipata da Regione Piemonte e Comune di CUneao – con la grande fotografia d’autore della celebre agenzia Magnum Photos.
Due mostre in dialogo reciproco, allestite a Saluzzo e a Caraglio, esplorano l’universo e l’autorialità femminile nelle molteplici dimensioni di cultura, costume e società.
“Fotografia è donna. L’universo femminile in 120 scatti dell’agenzia Magnum Photos, dal Dopoguerra a oggi” dal 13 ottobre 2023 al 25 febbraio 2024, nell’antico castello, oggi museo, La Castiglia di Saluzzo, propone un percorso fra le più iconiche immagini dell’archivio Magnum, realizzate in prima persona da autrici di fama internazionale nonché da alcuni celebri colleghi.
Svela invece il profondo e mai convenzionale sguardo sulla realtà di una donna, consacrata fra le più importanti fotografe del XX secolo, la mostra monografica “Inge Morath. L’occhio e l’anima” che al Filatoio di Caraglio, dal 19 ottobre 2023 al 25 febbraio 2024, celebra, nel centenario dalla nascita, la prima fotogiornalista nella storia della stessa agenzia Magnum.
BINARIA. “LONTANIVICINI” A CURA DI PONTE PER L’ARTE
Un progetto a cura dell’Associazione Ponte per l’Arte in collaborazione con
Binaria centro commensale del Gruppo Abele
Il 19 ottobre 2023 alle 18,30 verrà inaugurata LontaniVicini, la mostra che ospiterà nei locali di Binaria fino al 30 novembre le opere di 98 artisti nazionali e internazionali. Il progetto, curato dall’Associazione Ponte per l’Arte in collaborazione con Binaria centro commensale del Gruppo Abele, vedrà esposte opere in essere e riproduzioni fotografiche digitali di 16 artisti di Paesi Extra Europei (Iraniani, Afgani, Egiziani, Russi e Armeni), aree geografiche dove i diritti umani sono fortemente limitati o calpestati. Tra di loro la poetessa Azam Bahrami, attivista iraniana, grazie alla quale si è entrati in contatto con artisti afgani e iraniani, dei quali si conoscono soltanto gli pseudonimi. Oltre a loro anche 82 artisti italiani e dell’Unione Europea, alcuni dei quali di caratura internazionale, hanno risposto alla chiamata di partecipazione nei confronti degli artisti provenienti da paesi non democratici e saranno presenti a LontaniVicini. attraverso scritti, schizzi, foto o qualsiasi altro modo per manifestare la propria vicinanza e il proprio sostegno. Durante questo periodo inoltre saranno organizzati eventi, performance, letture, dialoghi. All’inaugurazione il 19 ottobre sarà presente l’attrice Stefania Rosso con una performance recitativa. Saranno organizzati laboratori con scolaresche, attività atte a sviluppare una coscienza civile critica rispetto a queste tematiche.
LontaniVicini è un viaggio alla scoperta dell’arte militante e dei suoi artivisti, che vuole dare voce ad artisti ed artiste provenienti da paesi lontani per esprimere dissenso e protesta, denunciando problematiche sociali vicine a tutti, per una maggiore comprensione e condivisione, nel rispetto delle differenze culturali. Al centro del progetto l’arte come affermazione del diritto alla libera espressione delle proprie opinioni, senza censura e limitazione delle libertà personali. Obiettivo del progetto è di utilizzare l’arte in diverse forme espressive per focalizzare l’attenzione su paesi in cui la violazione dei diritti umani è una realtà quotidiana. Alla base del progetto c’è l’idea di riconoscere il valore dell’ espressione artistica oltre i confini geografici e culturali; dare visibilità ad artisti stranieri che vivono o hanno vissuto in prima persona la riduzione della libertà per sé e per il proprio popolo, in confronto e interazione con artisti italiani, organizzare eventi, incontri tra artisti, personalità e organizzazioni attive sul tema dei diritti civili.
BRANDIZZO. MOSTRA DI MARIO GELLATO
ApARTE: dal 12 ottobre al 5 novembre una nuova mostra nello spazio espositivo temporaneo
dedicata al pittore e incisore torinese Mario Gellato
Continua la programmazione dello spazio espositivo temporaneo “ApARTE” allestito negli spazi un tempo commerciali di via Torino 87 a Brandizzo. Dopo la mostra fotografica dedicata al Kurdistan con le opere di Saverio Colella, dal 12 ottobre aprirà al pubblico un allestimento dedicato al pittore ed incisore torinese Mario Gellato, scomparso nel 1995. Grazie alla possibilità di esporre i suoi lavori e gli strumenti di lavoro di una vita, MEMO Documenti visivi, in collaborazione con l’Università delle Tre età Brandizzo propone un percorso cronologico tra le sue opere dal 1965 al 1987. In esposizione incisioni, principalmente acqueforti, che permettono di cogliere l’immaginario e l’iter artistico di Gellato. Uno spazio a parte è dedicato all’opera pittorica, olio e tempera, in cui l’artista riesce a trasmettere la stessa intensità del segno grafico inciso grazie alla scelta dei colori. Da segnalare “Lavorare stanca”, la più significativa fra le opere di Gellato presenti in mostra e che dà il titolo al progetto espositivo. Qui l’artista sceglie la tecnica dell’acquatinta per riprodurre il paesaggio collinare langarolo descritto nelle poesie di Pavese, di cui si proporranno alcuni estratti letterari per accompagnare il visitatore in una visita completa e coinvolgente.
La mostra rimarrà aperta fino al 5 novembre con i seguenti orari: giovedì e domenica ore 10-12,30, venerdì e sabato 17-19,30.